Tra seduzione e persuasione

Paolo Di Paolo, il fotografo “dimenticato” riscoperto da Gucci | Vogue Italia

“Quando parliamo di persuasione pensiamo d’istinto a parole che vengono dette, a discorsi costruiti ad arte. In realtà esiste una forma di persuasione che preesiste alla parola, e che, nel caso, della parola può anche fare a meno: è la seduzione. Seduttori e persuasori hanno lo stesso fine: portare l’interlocutore dalla propria parte con lusinghe e malie, con il blandire e mai (in apparenza, almeno) con il prevaricare.

Dimentichiamoci le forme di seduzione triviali, le immagini provocanti e i messaggi espliciti, il «cosmo di seduzione a getto continuo» – la definizione è di Gilles Lipovetsky – a cui i social media ci hanno (ahinoi) abituato. Il vero seduttore – nell’antichità come oggi – ha charme, e lo charme alla lettera è quell’ «incantamento» che per sua natura va a braccetto con la dolcezza, con quel suavis, «soave», intimamente connaturato alla per-suasione.

I nostri antenati Greci sapevano bene quanta familiarità corresse tra seduzione e persuasione, tanto che indicavano entrambe con un solo termine: peithóPiù precisamente, «persuasione» è il significato secondario assunto da peithó, che in origine era soltanto la «seduzione»; e che, prima ancora di essere un concetto astratto, era una divinità. E si chiamava Peithó.

Chi seduce chi?

Tutte le donne possono essere conquistate: e le conquisterai; solo, tendi bene le tue reti.

Scrive così il poeta latino Ovidio nell’Ars amatoria, un manualetto poetico che consacra la maggior parte dei suoi versi a dispensar consigli agli uomini sulle più efficaci strategie di seduzione. L’immagine usata da Ovidio, che raffigura l’uomo come cacciatore-guerriero e la donna come sua scontata preda, ci è decisamente familiare; e non si incarna solo nei Dongiovanni e nei Casanova attuali o del passato, ma attraversa la letteratura di tutti i tempi. «Conquistare è il nostro destino: bisogna seguirlo», dice il Valmont delle Relazioni pericolose alla marchesa di Merteuil, nel rivelarle il suo proposito di sedurre la castissima e virtuosa Madame de Tourvel; e, a impresa riuscita, egli proclama: «è una vittoria completa, raggiunta con una campagna difficile e decisa da manovre esperte»E come non ricordare Tolstoj e il suo Vronskij, esperto nell’arte di «adescamento di fanciulla senza conseguente passeggiata all’altare»?

In tempi recenti, per il vero, le cose sono un po’ cambiate, e si inizia a riconoscere che la seduzione sia un comportamento e un’arte declinata al femminile, un alfabeto di espressioni e gestualità che è la donna a mettere in campo, per dare all’uomo l’impressione illusoria di essere conquistata quando in realtà è ella stessa che conquista.

Bella scoperta. Omero, il poeta dell’Iliade e dell’Odissea, lo sapeva già”.

Laura Pepe, La voce delle sirene

Tra seduzione e persuasioneultima modifica: 2024-06-10T12:31:49+02:00da hyponoia

2 pensieri riguardo “Tra seduzione e persuasione”

  1. Post molto condivisibile, ma anche seducente. A me che, grazie ai Baci Perugina, parlo speditamente il latino mi ha riportato alla mente Catullo: “Ama mihi cum mererem minus, quoniam erit cum ne egerent”, che tradotto per la plebe: “Amami quando meno lo merito, perché sarà quando ne ho più bisogno”.
    Catullo, però, non è Ovidio. Diciamo che lui era un gran paraculo, mentre Ovidio un sedicente seduttore (preferisco Catullo).
    Mi è piaciuto nel post che la parola “bellezza” non sia stata neanche menzionata, e meno male perché se la bellezza è un dono, la seduzione è un’arte.

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