Opere emotive

“Opere d’arte funzionalmente emotive”, stando alla definizione che ne dà l’autrice, Luna Ikuta. Il procedimento seguito è piuttosto semplice: estrae la clorofilla dalle piante, le immerge in acqua e le trasforma in creazioni digitali.

Indicate per chi ha una certa dimestichezza col pensiero dell’impermanenza, ovvero con la zona grigia che divide la vita dalla morte. Per tutti gli altri, meglio un bel mazzo di girasoli.