Quello che (non) siamo

RimelNeffati2

Quando amiamo una figura lontana, la sua assenza diventa sorgente del dire; lo sanno bene i poeti, dai provenzali ai contemporanei, che nei loro versi accolgono la lingua del desiderio, fatta di sospiri e malinconiche attese, ma anche di promesse volte a vincere l’ostacolo della lontananza.

Noi che abitiamo il qui, e non abbiamo nome e cognome, siamo sottratti a ogni divenire, figure sublimate dall’incorporeità e talvolta da una menzogna di troppo.

Io abito la Possibilità.

Una casa più bella della prosa,

con molte più finestre,

superiore, quanto a porte.

Ha stanze che somigliano ai cedri,

un solo sguardo non le può cogliere.

E ha per tetto eterno

la volta del cielo.

I visitatori: i più preziosi.

La mia occupazione:

spalancare queste mani sottili

e raccogliervi il Paradiso.

Emily Dickinson