Un elemento chiave della terapia cognitivo-comportamentale è normalizzare l’ansia quanto più possibile per poter interrompere il suo circolo vizioso. Parte della normalizzazione è imparare ad apprezzare che tu NON sei la tua ansia. I pensieri ansiosi che vivi sono solo pensieri e nulla più. Non rappresentano il vero te. Sei semplicemente il risultato degli ormoni dello stess che interagiscono con la tua mente vigile e creativa. Non sei nemmeno l’unica persona che sta passando questa esperienza. Per esempio, secondo l’Istituto Nazionale della Salute Mentale, qualcosa come 40 milioni di americani solo tra gli adulti (circa una persona su sei della popolazione), soffre di qualche tipo di disturbo d’ansia prima o poi nella vita.
Traduci questi numeri e vedrai che, per quanto tu ti senta isolato con la tua ansia, non sei solo, e la tua esperienza è in realtà normale. Di tanto in tanto, ripensa alla statistica di “uno su sei”. Forse finora hai pensato che nessun altro potrebbe essere nella tua stessa situazione, ma ripensaci. Quella donna che ti sta servendo la colazione potrebbe cercare di respingere un attacco di panico. L’uomo irritato di fronte a te in banca potrebbe odiare il senso claustrofobico dell’aspettare in fila. La madre che sta guidando il SUV potrebbe avere paura di avere un attacco di panico sulla statale con una macchina piena di bambini.
L’ansia è un problema così comune, eppure nessuno ne parla apertamente. L’argomento della salute mentale è ancora un taboo. I VIP parlano felicemente alla TV della depurazione del loro colon o della loro vita sessuale, ma raramente accennano alla loro salute mentale. Quella sembra essere troppo personale, un argomento che li rende vulnerabili.
Se consideriamo le più di 50 milioni di prescrizioni all’anno di un solo ansiolitico, l’alprazolam (il nome generico dello Xanax), non sarebbe forse ora che cominciassimo a parlare più apertamente dell’ansia in particolare e di quanto sia un’esperienza comune e normale? Se potessimo normalizzare l’intera esperienza per la società attraverso i mass media, penso che molte meno persone cadrebbero nella trappola ansiosa di temere la paura.