Ricercatori tedeschi dell’Università tecnica di Monaco hanno scoperto che anche una diminuzione a breve termine del livello di zinco nel corpo rappresenta una minaccia per il muscolo cardiaco (miocardio).

È noto che lo stress ossidativo è pericoloso per le cellule viventi, che si verifica quando un’eccessiva formazione di composti di radicali liberi. Esistono sostanze antiossidanti che le “intercettano” con successo e le neutralizzano, impedendo loro di danneggiare la cellula. Tali sostanze includono, ad esempio, la vitamina E (alfa-tocoferolo) e il glutatione.

Durante il loro studio sui maialini, gli scienziati hanno osservato cambiamenti nei livelli di questi due antiossidanti e nello stato del muscolo cardiaco. Gli animali da esperimento sono stati alimentati con cibo con diverso contenuto di zinco per diversi giorni. Il miocardio è stato scelto come oggetto di studio per la sua maggiore attività metabolica e la ridotta capacità antiossidante rispetto ad altri tessuti. Cioè, il cuore è particolarmente vulnerabile agli effetti dello stress ossidativo.

Si è scoperto che la concentrazione di entrambi gli antiossidanti cambia rapidamente in base al livello di zinco nel cibo. Allo stesso tempo, nelle fasi iniziali, il muscolo cardiaco ha cercato di compensare la mancanza di zinco rimuovendolo da altri organi: fegato, reni e pancreas. Tuttavia, nel giro di poco tempo, il corpo non era più in grado di dare al cuore la giusta quantità di questo elemento.

Cioè, con un ridotto contenuto di zinco nel corpo, aumenta il livello di stress ossidativo. Ma se prima si credeva che la carenza di zinco dovesse essere evidente e osservata a lungo, ora gli scienziati stanno giungendo alla conclusione che anche i periodi a breve termine della sua carenza e carenza nascosta sono pericolosi.