L’Italian Measles and Rubella Laboratories Network (MoRoNet) ha scoperto l’associazione di SARS-CoV-2 con eruzioni cutanee simili al morbillo prima dell’inizio della pandemia di COVID-19.

Sebbene non esista una tempistica precisa per quando SARS-CoV-2 è apparso per la prima volta, ricerche precedenti suggeriscono che il virus circolava in Cina da diversi mesi prima che il primo focolaio fosse segnalato a Wuhan. In seguito all’annuncio della minaccia, l’Italia è diventata il primo paese europeo a segnalare una trasmissione comunitaria sostenuta di SARS-CoV-2.

Questo paese divenne successivamente l’epicentro dell’epidemia in Europa, con la Lombardia più colpita. Il ceppo SARS-CoV-2 che circolava in Lombardia era diverso dal ceppo Wuhan-Hu-1, che era il genoma di riferimento originariamente identificato in Cina.

Diversi studi mostrano già che SARS-CoV-2 circolava in molti paesi prima della sua scoperta ufficiale. Ora, scienziati italiani hanno analizzato campioni raccolti da pazienti con un’eruzione di morbillo prima dell’inizio della pandemia. Un rash simile può comparire con COVID-19 come uno dei sintomi.

Gli scienziati hanno rilevato il coronavirus in campioni di fluidi di pazienti prelevati nel 2019 per il test del morbillo a causa di un’eruzione cutanea (il morbillo non è stato rilevato). L’infezione positiva per SARS-CoV-2 è stata rilevata in 11 campioni pre-pandemici e in due campioni pandemici. Di questi 13 soggetti, l’RNA virale è stato rilevato rispettivamente nelle urine e nei campioni respiratori di sei e sette pazienti. In particolare, l’RNA virale è stato rilevato solo nelle urine dei pazienti con la pandemia.

Degli 11 campioni pre-pandemia che sono risultati positivi per SARS-CoV-2, nove sono stati raccolti nel 2019. Il primo campione di urina risultato positivo per SARS-CoV-2 è stato prelevato il 12 settembre 2019 da un bambino di otto mesi.