Gli scienziati dell’Institute of Allergy and Immunology di La Jolla, California, USA, hanno scoperto che i figli che sono immuni a Zika dalle loro madri sviluppano una forma più grave di dengue.

Sia il virus Zika che il virus dengue appartengono alla stessa famiglia di flavivirus, che si trovano principalmente al confine tra tropici e subtropicali. È noto che le donne che hanno avuto Zika durante la gravidanza spesso partoriscono bambini con microcefalia. Allo stesso tempo, la febbre dengue nelle stesse regioni nella stragrande maggioranza dei casi è lieve e più simile all’influenza. Solo in rari casi si sviluppa una grave forma emorragica della malattia, che può portare alla morte di una persona.

Durante gli esperimenti sui topi nello sviluppo di vaccini contro il virus Zika, gli scienziati hanno ricevuto animali con l’immunità acquisita dalle loro madri a questa infezione. Cioè, tali topi avevano anticorpi contro il virus Zika nel sangue, che li proteggeva dalla malattia. Ma si è scoperto che sono stati i proprietari di questi anticorpi a sviluppare la forma molto, mortale e grave di febbre dengue – in effetti, la protezione da un’infezione ha aumentato la vulnerabilità a un’altra.

Stiamo parlando del fenomeno dell’aumento dell’infezione dipendente da anticorpi: gli anticorpi al virus Zika riconoscono anche il virus della dengue correlato e strutturalmente simile. Lo contattano, ma non possono né neutralizzarlo né disattivarlo completamente. Inoltre, tali anticorpi legati al virus facilitano l’ingresso del virus della dengue nelle cellule del corpo, che non solo non blocca l’infezione, ma contribuisce anche alla sua diffusione e allo sviluppo di una forma più grave della malattia.

I dati ottenuti sono estremamente importanti per gli sviluppatori di vaccini. Ora esiste un vaccino per la dengue e farmaci per Zika sono in fase di sviluppo e nessuno ha ancora ricevuto l’approvazione della FDA. La maggior parte dei vaccini contro i flavivirus deve attivare la produzione di anticorpi contro i rispettivi virus. In questo caso, dovremmo parlare della creazione di un vaccino che funzioni in modo altrettanto efficace contro entrambi i virus.