Secondo un nuovo studio del Lifespan Brain Institute (USA), gli adolescenti che praticano il cyberbullismo hanno maggiori probabilità di segnalare pensieri e tentativi di suicidio.
I ricercatori hanno analizzato i dati raccolti tra luglio 2018 e gennaio 2021 dall'Adolescent Cognitive Brain Development Study di oltre 10.000 bambini statunitensi di età compresa tra 10 e 13 anni. Nell'ambito dello studio, i partecipanti hanno compilato un questionario sul cyberbullismo chiedendo se fossero mai stati vittima o autore di bullismo o molestie online, definito come "il tentativo intenzionale di danneggiare o essere violento nei confronti di un'altra persona online, in messaggi di testo o di gruppo, o nei social network.
Il tradizionale bullismo offline è stato studiato utilizzando un questionario separato che classificava il comportamento in tre categorie: aggressione aperta come minacce o percosse; aggressività relazionale, ad esempio, quando una persona non è invitata da qualche parte o esclusa dalla comunicazione; e aggressione reputazionale, come diffondere voci o pettegolezzi.
Per determinare le tendenze suicide, i ricercatori hanno testato se i partecipanti hanno riportato pensieri o azioni suicidari passati o attuali.
Dei 10.414 partecipanti, il 7,6% ha risposto di aver sperimentato pensieri o azioni suicidarie, l'8,9% ha riferito di essere stato vittima di cyberbullismo e lo 0,9% di averlo commesso personalmente. Gli autori hanno scoperto che gli obiettivi del cyberbullismo hanno tendenze suicide, mentre gli autori no. Questa conclusione differiva dalla situazione del bullismo offline, quando si scopre che sia le vittime che gli autori del bullismo hanno tendenze suicide.
Inoltre, i ricercatori hanno scoperto che il bullismo online si sovrappone solo al bullismo nella vita reale, supportando l'idea che il cyberbullismo sia un fenomeno separato, indipendente dal bullismo nella vita reale.