Gli scienziati dell’Università di Louisville (Kentucky, USA) sono giunti alla conclusione che fumare con l’aiuto di vaporizzatori (sigarette elettroniche) porta a una diminuzione della frequenza cardiaca, contribuendo così allo sviluppo dell’aritmia.

Gli studi sono stati condotti su topi da laboratorio. I sistemi elettronici di erogazione della nicotina (in realtà le sigarette elettroniche) utilizzano una miscela di aerosol. Gli aerosol più utilizzati sono il glicole propilenico e la glicerina vegetale. Inoltre, i liquidi da svapo contengono anche nicotina e aromi.

Gli animali sono stati impiantati con sensori ECG ed esposti a vapori di vapore per 9 minuti. Per fare un confronto, i topi di altri gruppi sono stati esposti al fumo di sigarette convenzionali, con e senza nicotina, al vapore contenente singoli componenti di liquidi versati nelle sigarette elettroniche e alla normale aria filtrata.

Si è scoperto che sia il normale fumo di sigaretta che gli aerosol di vaporizzazione rallentano la frequenza cardiaca degli animali, cioè portano alla bradicardia. L’esposizione a entrambi i tipi di aerosol porta ad un aumento del ciclo elettrico del cuore.

Gli scienziati ritengono che quando gli aerosol vengono riscaldati si formino aldeidi (acroleina, formaldeide e acetaldeide), composti tossici per l’uomo e gli animali e che contribuiscono allo sviluppo di malattie cardiovascolari e polmonari. L’acroleina è la causa della bradicardia. Cioè, gli aerosol utilizzati nelle sigarette elettroniche influenzano fortemente la funzione cardiovascolare nei topi. Gli scienziati ritengono che le sigarette elettroniche possano avere un effetto simile sul corpo umano.