#testdrive Nuova Jeep Renegade e – hybrid con l’assistenza elettronica avanzata

Dal cellulare si può comandare l’apertura delle porte o accendere i fari

Un cambio automatico con doppia frizione rende entusiasmante l’esperienza alla guida

Nuovo display UHD e software di ultima generazione

Sulle strade italiane con il primo modello dal 2014, la Jeep Renegade ha ottenuto un successo notevole non solo tra gli appassionati del fuoristrada, per la sua versatilità. Un design azzeccato, che ricalca in chiave moderna l’iconica Willy’s, nonna della moderna Jeep, specialmente nell’inconfondibile muso con la griglia che incornicia i due grandi fari tondi, nonostante nasca come un crossover compatto si presta infatti a un uso versatile, anche cittadino, perché l’assetto del posto di guida (come i sedili dei passeggeri) rialzato rispetto alle auto ‘stradali’ come dev’essere per un fuoristrada capace di superare adeguatamente gli ostacoli quindi anche di attraversare i guadi, permette di avere una visione agevole della strada, dei parcheggi, dei percorsi urbani anche più intricati. Non solo, ma la semplicità con la quale esegue i comandi e la intuitività dei comandi, da quelli tradizionali agli ausili elettronici che sono completi e avanzati come il cruise control adattivo, la rende facile e ‘accessibile’ anche a chi ha acquisito da poco la patente.

Per i più giovani, ma anche per gli over visto che la buona musica piace, nelle diverse varianti, a ogni età, il nuovo sistema multimediale permette l’elaborazione di dati cinque volte più veloce rispetto a quello precedente. Il display Full-HD da 10,1 pollici è adeguato al nuovo sistema di intrattenimento, che permette un ascolto ancor più coinvolgente ed è sempre connesso grazie alla tecnologia 4G; consente di essere aggiornati anche sul traffico perfino in aperta campagna e prevede l’accesso a una gamma sempre più ampia di servizi on line.

A proposito di elettronica avanzata, ora il sistema della Renegade è facilmente accessibile anche tramite la App Jeep da scaricare sul telefonino: per esempio, dal telefono cellulare è possibile aprire e chiudere le portiere e accendere e spegnere le luci di sosta. Una novità: assieme a CarPlay di Apple e ad Android Auto c’è ora Alexa di Amazon, l’assistente vocale che permette di dare i comandi principali. Rimanendo a parlare del posto di guida, il volante è stato rinnovato assieme al quadro strumenti digitale, ora più colorato a vivacizzare il morbido stile vintage al quale era improntato il design delle prime Jeep.

I motori elettrificati di Renegade sono due. Il primo è l’ 1.5, di 1500 cc; è mild-hybrid quindi si ricarica da sé ed eroga 130 CV. A renderlo più performante, ad ammorbidirne la grinta decisa che offre sensazioni come quelle assicurate negli anni ’70 dalle prime auto trasformate da berline a sportive con il motore  turbo-assistito che regalava la classica sensazione del calcio nel fondoschiena, è il cambio a doppia frizione e sette rapporti. Ed è questa è la versione che stiamo provando, la e-Hybrid.

L’altra versione è plug-in hybrid, cioè necessita la ricarica della batteria ausiliaria dall’esterno, alla colonnina o alla presa di casa con l’apposito accessorio tramite il cavo in dotazione; monta un motore più piccolo, ovvero 1.3, cioè 1300 cc, che è proposto in due versioni, nelle quali varia evidentemente la taratura del sistema ibrido: sono da 192 e da 241 CV. In entrambe i casi la trasmissione è sempre automatica, ma il cambio è a 6 rapporti.

Purtroppo non sono più prodotte le versioni a benzina e diesel della Jeep Renegade, delle quali avevo scelto per l’uso personale quella a nafta più performante, da 2.000 cc, capace di rivelarsi sostenibile (a 90 km/h anche 26 km/l !) ma nel contempo di saper essere morbidamente ma decisamente performante con i suoi 140 CV e una coppia di ben 350 Nm. Come la mia, anche la versione in prova è calibrata rispetto alle prestazioni che è capace di erogare e dispone di un sistema frenante efficacemente rassicurante. Infine i fari, oltre che automatici, sono full led come le luci posteriori, e consentono di bucare la notte con grande efficacia, in profondità come lateralmente.

La Renegade che stiamo provando è della serie speciale Trailhawk, che contrassegna i modelli destinati ad affrontare i percorsi fuoristrada più complessi, e si distingue per una grande stella di colore nero opaco disegnata sul cofano motore. Rispetto agli altri modelli, ha le regolazioni di funzione per il motore anche per le modalità Sport e Rock per modificare le prestazioni e l’assetto a seconda delle necessità. È ‘irrobustita’ ulteriormente dalle protezioni alla trasmissione, alle sospensioni anteriori, alla scatola di trasferimento del movimento agli assi e del serbatoio, per poter praticare un fuoristrada più impegnativo al quale la Renegade è vocata. E poi… Il Poi lo esamineremo la prossima settimana. Per ora la proviamo in città a Udine e ci arriviamo per il compleanno della città, fondata nel 983 d.C., così in pieno centro incrociamo una suggestiva cerimonia rievocativa organizzata dal Fogolar Civic Furlan, sodalizio per la salvaguardia e la valorizzazione della valenza storica e culturale del capoluogo friulano.

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#testdrive #Hyundai #Kona Electric: prova del nove sull’autonomia

Conferma quella dichiarata e in discesa recupera quanto consuma in salita

tanti accessori e i sistemi di sicurezza confermano l’affidabilità alla guida

La nuova Hyundai Kona Electric ha un’autonomia maggiore rispetto alla prima serie. Le escursioni che abbiamo compiuto nella suggestiva Val Aupa e in Val Saisera, nel Tarvisiano, paradiso dei fondisti, a oltre 120 km dalla partenza, ci hanno provato che anche con l’auto elettrica si possono azzardare digressioni su strade isolate e prive di punti di ricarica, ma anche del segnale per i telefoni cellulari, purché ovviamente si tenga bene conto dei limiti imposti dall’autonomia della batteria. Occorre infatti sempre essere in grado di arrivare fino a un punto di ricarica, e con il tempo ci si abitua a calcolare quale sarà la colonnina che ci consentirà di ‘rabboccare’ la ricarica sfruttando al massimo l’autonomia dell’auto . Finora, ogni modello di auto elettrica che abbiamo testato

aveva range, rendimento, capacità di ricarica diversi.

E’ quindi necessario prendere confidenza con l’auto che si sta utilizzando per poter intuire i limiti indotti da una ridotta disponibilità di puti di ricarica. Un problema che nelle zone montane incide maggiormente nella scelta degli automobilisti tra i motori endotermici e quelli elettrici. Nelle ultime due puntate del nostro blog #charlieinauto abbiamo percorso valli deserte e strade tortuose e guidate, ma non avevamo ancora affrontato la salita e la discesa.

La Kona Electric ha una buona capacità di ricarica in decelerazione

e in frenata, che le sono condizioni di guida più frequenti nella guida in montagna, ma i due percorsi che vi abbiamo descritto si snodavano prevalentemente nel fondovalle, quindi erano privi di salite e di conseguenza discese significative. Così, per concludeee il #testdrive, partiti dal B&B ‘CAsa Allegra’ a Pertegada di Latisana (Ud) ci dirigiamo verso il Piancavallo, in cima a una salita di 14,5 km con varie pendenze che sintetizza tutte le difficoltà, dai tornanti, alle curve strette, al misto veloce ai rettifili, che la Kona Electric 2022 con il motore capace di 204 CV riuscirà a gestire senza incertezze. Si tratta nel contempo di un percorso molto suggestivo, oltre che parte del percorso del Rally del Piancavallo, anche salita iconica del Giro ciclistico d’Italia che contribuì a creare il Mito Pantani. Al termine arriviamo sul pianoro che ospita la località turistica, a oltre 1200 m slm.

L’aria è fresca, ma le batterie al litio non risentono  della temperatura 

alla quale sono state esposte all’improvviso. Fin qui la Hyundai Kona Electric ha consumato meno di un terzo della capacità della sua batteria percorrendo 115 km, un tratto nel quale era  compresa la salita di 15 km che abbiamo affrontato in modalità Sport. Vicino agli impianti di risalita del Piancavallo sono state installate due colonnine di media potenza. Ma non collegheremo la nostra vettura per non rischiare di interferire sul calcolo della autonomia.

Dopo la tradizionale tappa all’Angolo di jasmine, il bar che è anche l’edicola della cittadina alpina e che ci ha dato rifocillato anche nel periodo del lock down in occasione dei nostri test drive, riprendiamo il nostro test road e iniziamo la discesa. La sfida con il mio ‘navigatore’ e assistente Marco è capire quanta energia potremo recuperare in discesa utilizzando le palette per rallentare e perfino frenare nei tornanti senza toccare il pedale del freno. Il gioco si fa anche divertente, perché vista l’efficacia del sistema di frizione-freno-dinamo, chiamiamolo così, la discesa diviene veloce e si supera sempre in piena sicurezza. così siamo arrivati alle porte di Aviano, alla fine della discesa. Calcolando l’autonomia residua: i  discesa

abbiamo recuperato più energia elettrica di quella spesa nella salita.

#testdrive completato con successo, quindi, e anche questa volta in fatto di mobilità elettrica la Hyundai non ha tradito le aspettative. Nella  nuova Kona Electric sono state ottimizzate le funzioni e sono state ridotte al minimo le criticità ormai note delle auto elettriche. Ora siamo curiosi di testare la nuova edizione della Hyundai Kona Electric, già sulle strade in pochi esemplari. Attendiamo la disponibilità dall’Ufficio Stampa. Ma per non ‘ossidarci’ come vedrete la prossima settimana mantenendo il ritmo dei nostri testdrive saliremo sull’ammiraglia della Casa coreana, nella quale sono coniugate la sostenibilità, con le prestazioni, con il confort.

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