#testdrive Come può un’auto ibrida scalare una collina sull’erba bagnata?

La #Hyundai Kona ce la fa anche con le gomme ’all terrain’senza anche con lo spunto del motore elettrico

A volte il #fuoristrada è anche a 10’ dalla città #testroad sui Colli orientali del Friuli

Si tratta pur sempre di un fuoristrada. Eh sì, perché la Hyundai Kona Hybrid è un SUV 4×4 con la scocca alta, la carrozzeria con gli attacchi sia del muso che della coda alti, ovvero, con il pianale che non finisce a spigolo né prosegue direttamente verso l’alto con le forme pur morbide e aerodinamiche della carrozzeria. Avrete notato e capito che tutti i mezzi fuoristrada, quelli estremi in modo spesso esasperato, presentano il muso e la coda alti, per poter avvicinare il più possibile alle ruote gli ostacoli e le asperità da superare. Così per la Kona, che ha i bordi, anche i parafanghi, protetti da vistosi fascioni di gomma morbida e antiurto neri, che rafforzano la tipicità del suo styling. Ma, soprattutto, la proteggono da urti e graffi accidentali nel corso degli spostamenti fuoristrada. Quindi, in questi casi, che si fa? Come uniamo l’utile al dilettevole per raccontarvi quest’auto? Innanzitutto, analizziamo la situazione. Quella che abbiamo in prova IMG_26531 IMG_2662 IMG_28341 IMG_28391 IMG_2867 IMG_2838111 IMG_2892 IMG_2895 IMG_2896 IMG_2897 IMG_2882 IMG_2871 IMG_2870 IMG_2888 IMG_2881 IMG_2884 IMG_2886

è dotata di tutti gli ultimi ritrovati tecnologici per facilitare la guida.

Quindi, nulla ci dovrebbe spaventare. Ma… è proprio questo il punto: se siamo troppo facilitati nella guida, quando ci possiamo esercitare al volante? Nel caso ci si presenti un evento o una condizione imprevista lungo il percorso come ci dobbiamo comportare? Come ci comporteremo? Siamo preparati ad affrontare un evento particolare? Ovviamente intendo in termini generali, e quello che sto scrivendo è un’analisi della condizione nella quale si possono trovare gli automobilisti ‘tipo’ del terzo millennio. Per essere più specifico: di recente, chiacchierando con un amico oggi politico istituzionale, ma che quando ho cominciato a scrivere di motori era un valido e rampante rallista, extra lavoro ci siamo scambiati un paio di riflessioni sul mondo dell’auto, e in particolare dell’automobilismo sportivo. Su strada. Che è profondamente cambiato. Ma le dinamiche sono più o meno le stesse di quarant’anni fa. Però… la gran parte delle strade sulle quali i giovani di oggi possono dare sfogo alla loro passione per il volante, e imparare a guidare, sono sempre meno disponibili.

E, soprattutto, non ci sono più sterrati.

Quando muovevo i primi passi ‘di traverso’, alla periferia della mia città c’erano due-tre siti di ritrovo e di riferimento, estremamente didattici. Strade bianche, con una esse marcata ma scorrevole, o una curva a gomito, o un bivio a T. Li, attorno alla mezzanotte, ora dei primi orologi da polso a Led rossi Casio, senza che ci fosse l’ausilio dei telefoni cellulari, ma soltanto con il ‘tam tam’ del passaparola, ci ritrovavamo a decine, con amici e amiche, arrivando sul posto spesso con acrobazie improbabili, ma sbagliando si impara… Chi a bordo di una Simca Rally 2 fiammante, ‘fulminandone’ la fiancata poche centinaia di metri dopo, chi sulla Renault Gordini, chi con la Fiat 127, chi con la Mini Minor, chi con la Citroen Mehari, chi con la Fiat 500 familiare. Tutti votati ad far andare i loro mezzi di traverso, ma a poterli controllare senza correre rischi. E, l’avrete capito, tutti con macchine di serie, magari prese di nascosto alla mamma, o alla morosa. Mah?! Mi chiederete: che cosa c’entra? Nella riflessione con l’amico politico abbiamo univocamente concordato che, oggi, gli sterrati praticabili non ci sono più… Lo si vede nei risultati dei piloti italiani nei rally: vanno forte sull’asfalto, ma sulla terra… Una considerazione che mi ha fatto ritornare alla memoria la Forza dei rallisti stranieri degli anni ‘70/80, tutti dai Paesi alpini: Walter Rorhl, Jean Luc Therier, Heider, e più a nord Ari Vatanen. Che cosa li accomunava? Il fatto di avere imparato a guidare e di essersi sempre allenati guidando dove l’aderenza è un’ipotesi variabile: la neve… Dove l’auto non può, e non deve! Rimanere mai allineata con l’asse della direttrice del proprio movimento. Una digressione tra l’etica del volante e la storia delle quattro ruote sportive, ma, ora, e non a caso, ritorniamo alla nostra Kona Hybrid: fuoristrada. Non dimentichiamo che Hyundai è Campione del mondo dei rally.

Ma in questo caso, parliamo di fuoristrada.

Però, le gomme che monta questo esemplare non sono le classiche coperture un po’ artigliate del fuoristrada. Bensì stradali, adatte a muoversi su ogni tipo di terreno ma anche sull’asfalto con temperature elevate. Perché il caldo è canicolare. Quindi, proviamo un ‘fuoristrada soft’, collinare. Senza per questo perdere di vista il fatto che, probabilmente, la Kona potrebbe affrontare percorsi e situazioni ben più complicate. Colli Orientali del Friuli, Faedis: un Comune ai piedi della fascia pedemontana. Da qui si dipanava un rivolo di prove speciali del Rally delle Alpi Orientali, e anche di rally successivi: Taipana, Porzus, Valle di Campeglio, Torreano, Forame, Canebola. Ma, tutt’intorno, dal Castello di Faedis, ai rilievi vicini, ci sono diverse colline che costellano un panorama morbido, cesellato di boschi e vigneti. Così, all’interno di un’azienda agricola troviamo quello che fa per noi: un bel viottolo rurale che si inerpica sul declivio e con un percorso sinuoso raggiunge la sommità. Dove c’è un roccolo. Sapete che cos’è? È un’opera di architettura vegetale storicamente destinata alla pratica dell’uccellagione, la cattura degli uccelli migratori con le reti. Oggi vietata.

I roccoli sono rimasti ancor oggi a ingentilire il paesaggio spesso modificato, ma anche consolidato dall’uomo.

Attivo la funzione scarsa aderenza, e verifico senza difficoltà che per una volta questo pulsante corrisponde davvero a una funzione essenziale per un SUV fuoristrada. Sotto le ruote, l’erba è bagnata dalla rugiada di una calda notte di mezza estate. La strada è interrotta da pozzanghere, residuali del forte temporale della serata precedente. Ma la Hyundai, forte della sua tradizione sul fondo scarso tenitore ha confermato le attese. E mi ha portato senza incertezze fino in cima alla collina. Ho anche divagato, strada, o meglio fuoristrada facendo, fuori schema e… percorso. Puntando alle rive del vigneto che stavo attraversando, per salire fino al terrazzamento superiore. Beh, anche con le gomme ‘all terrain’ ce l’ho fatta. Sono in cima, con una sorpresa: una degustazione di vini di sette realtà europee vocare alla viticoltura: al tramonto, in cima alla collina, in una notte di mezza estate. Davvero un bel premio per avere raggiunto la meta…

#charlieinauto2/199     

#testdrive Come può un’auto ibrida scalare una collina sull’erba bagnata?ultima modifica: 2020-11-07T19:02:19+01:00da charlieinauto