coccio di bottiglia o punta di diamante

Irma dei cipressi, regina degli oppressi


Spesso ti penso, allor in lenta malinconia, nasce un pensiero, poi vola via, poi gira, poi torna d'appresso, e m'appari tu, Irma del cipresso... Rivedo, inceder lento, corpo scarnito, la tua lotta di tanti anni, anni di dolore, di lacrime, d'affanni, anni in cui tutto ti fu proibito, oh, mamma, mamma, tutto è passato, il viaggio è finito... Chi più di te fu madre? Chi più di te difese i figli? Cristo! Perché invece d'aureola di gigli, gli desti serto di spine, tanto tanto dolore, e in cambio, così poco amore? Or scompari, poi riappari tra i cipressi, con il tuo camminar ancora più stanco, e l'esil volto sempre più bianco... Saga di vita, poi di morte, chiude il cerchio la natura, è terminata anche questa avventura... Bella, brutta, più non importa, regina fosti degli oppressi, addio, addio, Irma dei cipressi! Discendendo da una grande madre, immensa per il suo sociale, sempre in aiuto e in difesa dei più deboli, il suo ricordo, il suo amore, ci imponeva il suo cammino, su una strada impervia, dove ogni giorno si lottava, per se e per gli altri... Cassandra? Alieno