Se chiedi al cielo di piovere…

Alura.
Voglio fare un discorso serio. Ma lo fo a partire da Raz Degan. Che sta sull’Isola e tutti gli davano contro perchè “non lo capiscono”. Non lo capiscono quando lui dice che, piuttosto che scegliere come premio una bottiglia di caffè andrebbero scelti ami, maschere da pesca e corde. Non lo capiscono quando non partecipa a una prova ricompensa che darà un’aragosta ad un vincitore per restare a tenere a bada il fuoco su cui si può cuocere cibo per tutti. E così penalizzano il premio al vincitore e tutti s’arrabbiano.

Ecco. A mio avviso il grande problema mondiale…proprio mondiale…è questo. Quando si parla di “cultura”. La cultura non è sicuramente la grammatica perfetta ( e io non l’ho mai detto ) né quante citazioni filosofiche si sanno a memoria né recitare i “Promessi Sposi” al contrario. Quella è istruzione. Che, intendiamoci, non è una brutta cosa, anzi. Ma non è così fondamentale ai fini pratici della vita.
La cultura è una cosa che ti fai sulla pelle, respirando l’ambiente. E’ normale che una persona nata qui crescerà con la cultura del caffè ( e non mi riferisco ora alla bibita…capitemi ) così come è abbastanza normale che lui che è nato in Israele ha un’altra cultura, appunto.

Ora: dando per un minuto ragione a Salvini ( ipoteticamente ) “state a casa vostra” un senso ce l’ha. Perchè effettivamente, a casa nostra, noi siamo gente normale eh. Che fa ragionamenti normalissimi. E’ quando per qualche motivo veniamo qui che improvvisamente sembriamo dei pazzi squinternati. Perchè non si tratta di andare a scuola e imparare Garibaldi e Napoleone né di dire che la pizza è più buona del cocco. Perchè la pizza E’ più buona del cocco e su questo non ci piove. Ma io, la cultura della pizza non ce l’avrò mai neanche vado dal Maestro Panificatore Assoluto e ci rintaniamo 7 anni in Tibet. Uscirò da lì che saprò fare la pizza buonissima ( ho i miei dubbi…ma è ipotetico ) che saprò la storia fin del granellino di sale…ma comunque non avrò la cultura della pizza perchè al profumo della pizza farò “oddio gnaaaam che buona!” e a quello del cocco mi si sfascerà il cuore, comunque, tutte le volte. Eppure io la storia del cocco mica la so.

Conoscere le altre culture, in ogni caso, non ti dà ( se non vuoi ) la capacità di comprenderle. Che è ben diverso. Comprendere una cultura non è dire sulla carta “io rispetto le differenze e se il mussulmano prega rivolto alla Mecca non dico niente perchè io sono civile” noooo. Questo è proprio solo l’abc. E’ proprio solo l’asilo dell’imparare una cultura. Questo è semplicemente rispetto umano, punto puntissimo, non è un merito, non è una conoscenza non è nulla. E’ puro e semplice rispetto di base.
Il vero gioco che si fa duro…laddove si vede la vera persona in grado di comprendere le altre culture…è quando una persona fa una cosa nella vita di tutti i giorni che sembra strana e gli altri dicono “beh…però se consideriamo che quello è cresciuto così e cosà…dal suo punto di vista ha ragione”.
Qui casca l’asino, ragazzi. Andare oltre il colore della pelle è proprio il minimo. Ma il minimo sindacale non c’è neanche da discuterci sul colore della pelle, ancora stiamo a discute il bianco il nero il rosso e il verdone? Ma che davero davero? Nel 2017?

E ora arriva il personalismo. Che lo sapete, io sempre detto, io sono assolutamente pro personalismi. Totale proprio. Io, le esperienze personali, le reputo i migliori esempi in assoluto da mettere al servizio di tutti.
Al mio paese si dice…più o meno “Se chiedi al cielo di piovere, questo non pioverà. Ma se tu chiedi al cielo di piovere perchè hai sete e devi lavare i vestiti e glielo chiedi per tre volte e per tre volte spieghi che hai sete e devi lavare i vestiti, questo pioverà subito”.
Cosa non vera, tra l’altro. Vi pare che possa essere possibile?
Ma stiamo parlando di gente convinta che se si mette a spiegare la rava e la fava delle sue motivazioni al cielo, questo ascolterà e gli manderà la pioggia.
Capito?
Al mio paese, sinceramente? Quando arrivano quelli che vogliono costruire l’albergone e dicono che gli indigeni devono spostare le loro cianfrusaglie più in là…ma sinceramente? Se volessero, in tre…e dico in tre perchè non voglio fare la sborona…con due schiaffoni li lascerebbero a terra tutti quanti ne sono e ciaoleballe. Ma l’avete mai visto un diciottenne di quelle parti lì? Se vuole, da solo, una squadriglia di 15 architetti li piglia uno a uno e li annoda come cravatte.
E invece…e invece si spiega…si spiega…si portano a visitare il villaggio e gli si offre la bibita locale. E si offrono i frutti del pane. Che corrispondono ai pasticcini di qua, più o meno. E bla bla bla. Si spiega del perchè…e si cerca di far capire che è sbagliato costruire l’albergone e spostare loro. E bla bla bla. Ore sane sane in cui si spiega, si spiega…a gente a cui non gliene frega un cazzo che alla fine dice sìsì e il giorno dopo arriva e ti butta giù tutto.
E tu…dopo aver spiegato blabla…dopo aver offerto bibite e frutti…dopo esserti sentito dire sìsì hai ragione…ti buttano giù…e tu…che potresti spaccargli la faccia col solo uso del mignolo del piede sinistro…abbassi la testa e te ne vai più in là.

Giusto? Sbagliato? Ignoranza? Disistruzione? Non lo so. Ma quella è la cultura. Si ragiona così lì. Ora tu prendi quel ragionamento e usalo qui. In un ufficio. E lì ti rendi conto di quanto gli altri non siano comunque quasi mai in grado di mettere in relazione atteggiamenti e cultura diversa. Molti ( troppo pochi eh…ma comunque molti ) hanno capito che la pelle nera non è diversa dalla bianca e vanno oltre. Ma quanti hanno capito che oltre la pelle, oltre gli occhi a mandorla, oltre tante cose…anche gli atteggiamenti quotidiani nascono da un dna diverso che va compreso e rispettato?
E allora ti dicono “sì ma sei qua, ti devi adeguare”. E certo. Certo che mi devo adeguare e lo faccio eh. Tutti lo facciamo. Non è che stiamo in Italia e saliamo sugli alberi o andiamo in giro scalzi o decidiamo di non mandare i figli a scuola. Ci adeguiamo tutti sì. Ma se mentre noi ci adeguiamo e, nel farlo, stiamo negli uffici, stiamo nelle relazioni sociali, stiamo nella società seguendo regole per noi assurde ( ma ci adeguiamo ) a volte fossimo anche compresi in qualche azione o comportamento “strano” non sarebbe più integrante anzichè fare “io mi adeguo e tu mi tolleri”?

ps. poi volevo parlare della storia di Dj Fabiano. Ma non ora. Adesso, per come la vedo io, è il momento del silenzio rispettoso. Tra qualche giorno…

 

Se chiedi al cielo di piovere…ultima modifica: 2017-03-01T01:19:14+01:00da Tiffany.2016

2 pensieri su “Se chiedi al cielo di piovere…

  1. Eggià proprio così!!!!! Ho un’amica che è una profonda estimatrice ed ha una profonda conoscenza degli usi e costumi dei popoli orientali e tempo fa mi spiegava che quello che per noi è assurdo e inconcepibile, per loro è perfettamente normale e che secondo loro siamo noi che sbagliamo. Ecco, davanti al suo ragionamento, alle sue spiegazioni, oddio, non che sia diventata un’estimatrice, però ora “capisco” non tutto ehhhh, ci mancherebbe, ma un pochino di più.

  2. P.S. grazie per quello che hai detto, ogni tanto ho bisogno che qualcuno mi “inquadri” meglio la situazione, di solito è mio padre che mi esorta a portare pazienza che tanto ad arrabbiarmi non risolvo nulla, anzi peggioro la situazione.

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