Riflessione

Sette o otto anni fa, quando approdai, in una tarda sera, sulla piattaforma di Libero e decidi di aprire un blog, l’atmosfera era più o meno questa: folto gruppo di utenti, con profili con foto proprie o comunque accattivanti, post piuttosto sciocchi e leggeri. Uomini che andavano a commentare le donne cercando di fare un po’ i broccoli e donne che facevano un po’ le civette gattone, lusingate dall’afflusso degli stessi. Qua e là gruppetti più o meno strutturati che si dedicavano, giornalmente e vicendevolmente, post scherzo-affettuosi dandosi nomignoli scherzo-affettuosi, un po’ come si fa nelle comitive adolescenziali estive.

Livello culturale dell’operazione? Estremamente basso. Argomenti a filo di “ricetta dei biscotti con le noci, oggi che tempo che fa, accipicchia mi si è rotta un’unghia, ora vi racconto la mia influenza intestinale”. Livello umano? Piuttosto sano. Al netto dei difetti dell’umanità: non che mancassero bugie, dispetti, sgambetti. Ma quello fa parte dell’essere umano in generale, quindi, livello umano direi sano, normale. Si veniva qui con la voglia di trovare “amici”, virtuali certo, stiamo su Libero. Chi vuole amici veri va a ballare, la sera, mica va su Libero. Voglia, per qualcuno, di innamorarsi, magari. Embè? Mai successo che due si siano conosciuti e innamorati online?

Ad oggi, anni dopo, la situazione è cambiata assai. Uomini che vanno sui profili delle donne per denigrarle, dir loro schifezze e criticarle per l’aspetto fisico, per ciò che scrivono, per chi si mettono nel letto, per la scelta dei padri dei loro figli e per quante volte al giorno pisciano il cane. Donne che, tra di loro, hanno smesso di fare la guerra a chi è più carina postando la foto scosciata ( cosa idiota…ma sicuramente più sana ) e han tirato fuori l’artiglieria pesante che, di solito, si riserva alla suocera. Livello culturale dei contenuti postati? Sicuramente più elevato: temi sociali, poesia, filosofia. Livello umano? Non pervenuto. Zero. Zero al quoto. Disumanità totale. Obiettivo dello stare su Libero: distruggere quanti più utenti possibile, contare i morti ogni sera e pregare affinché i feriti gravi non ce la facciano.

Una volta, se arrivava l’uomo un po’ sboroncello che dichiarava di avere il macchinone per far colpo sulla donna un po’ civettina, tutti gli altri smorzavano i toni con prese in giro da bar e finiva in gran risate e coretti da osteria tipo “quant’è bello quant’è bravo Gigetto il cazzaro a cui ora offriamo una birra virtuale” adesso si sparano promesse e minacce di esposti, contro-esposti e chiamata dei vigili per controllare chi ruba la connessione aziendale e chi dice che gli han rubato la moto. Prima alle donne si chiedevano le foto in minigonna, al solo scopo, poi di migrare tutti a lasciare un commentino carino, come si fa con un’amica quando si veste bene no? Che arrivi al ristorante, ci son tutti gli amici, e ti fanno il complimento, per galanteria. Mo’ si chiede l’esibizione del diploma, della carta d’identità e del test di gravidanza controfirmato da mamma e papà e, se sono morti, il certificato di morte e il selfie davanti alla tomba con le dita a “V”.

Ripeto: livello di allora? Scarisissimo. Livello di oggi? Culturalmente molto più elevato, umanamente non pervenuto.

I casi sono due: A) “l’umanità” è davvero questa. E allora siamo nella merda fino al collo. B) Siamo tutti invecchiati e la vecchiaia ci ha mandato in aceto. Evidentemente non eravamo vini di pregio. Le nostre secchezze vaginali e il loro inizio di bisogno di cialis ci ha mandato il sangue in aceto a tutti quanti. Oppure…caso C) … Teorema di Libero “Un gruppo di persone culturalmente poco elevate, se inserite in un ambiente di livello superiore, ricevono una spinta uguale e contraria, grazie alla quale superano tutti i limiti dell’accettabile”.

Personalmente? Ho molte responsabilità in questo processo. Ho le mie colpe, assolutamente. Sono stata la prima che ha aperto la porta alla possibilità di cadere in certi giochetti, in certi tranelli e li ho sdoganati, in qualche modo, instillando nelle persone la convinzione di poter perpetrare certi atteggiamenti non solo nella circoscrizione del mio “liberissimo blog a tutti” ma altrove, ovunque e dappertutto. Hanno pisciato tutti ovunque e solo perché io ho cominciato a permettere a più di qualcuno di pisciare sul mio zerbino, che tanto, a metterlo in lavatrice in fondo che ci vuole? Posso dire che le mie intenzioni erano sostenute da buoni principi: io volevo solo essere democratica e lasciare che tutti esprimessero le loro idee, anche quando andavano contro le mie. Benissimo: intenzioni del cazzo. Perché, come dice sempre Nonna Rosetta ( bis-nonna di Alice ) “Se apri la porta al vicino di casa e questo scorreggia sull’uscio chiudi subito prima che entri la puzza”. E Nonna Rosetta, diplomi, lauree, cazzi e mazzi, competenze e master non ne ha. Ma ha la casa profumatissima. Alla faccia nostra.

Riflessioneultima modifica: 2017-05-17T02:45:07+02:00da Tiffany.2016

20 pensieri su “Riflessione

  1. Credo, io ehhhh, che mica ho la verità assoluta in tasca: è un mio personale pensiero, che il blog possa essere, come ogni cosa a questo mondo, uno strumento bellissimo che può far nascere anche rapporti veri e profondi, come un’arma letale. Come diceva qualcuno: con una zappa ci puoi far nascere fiori, ma puoi anche uccidere una persona. Personalmente io preferisco un blog leggero che mi consenta di trascorrere qualche minuto leggero, uno scambio di opinioni che non sia sui massimi sistemi. Certe prese di posizione su argomenti futili, su fatti personali, su titoli di studio, proprietà, esperienze di vita proprio non le condivido.

  2. Chiaramente poi la mia è un’opinione personale, che può essere condivisa o no, ma io nel mio blog ( a parte che è frequentato da pochissime persone, praticamente quasi solo donne, la maggior parte della mia età, con qualcuna è nata una vera amicizia che è andata oltre il virtuale), nel mio blog dicevo, non consentirei mai gli scanni che ho visto avvenire nei tuoi nel corso degli anni, non ho il carattere giusto, non lo sopporterei, e ho bloccato sul nascere quei (pochi) tentativi di alzare polvere e seminare zizzania.

  3. Non ho il carattere giusto per poter sostenere un conflitto che sia pure virtuale. Io sono il tipo che se tu sostieni una cosa e in ne sostengo un’altra, non cerco di convincerti che ho ragione io e tu hai torto marcio, no per me non esiste proprio, sono convinta che si possa andare d’accordo e addirittura essere amici pur non condividendo le stesse opinioni, che se al mondo la pensassimo tutti allo stesso modo, sai che noia. Si può parlare, esporre le proprie ragioni, ma senza tentare di prevaricare quelle dell’altro, e se alla fine ognuno resta della propria, se io non ti ho convinta che la neve viene d’inverno, mentre tu mi dici che il riscaldamento globale farà venire la neve anche in agosto, non è che ti prendo a male parole, ti insulto o metto in dubbio la tua sanità mentale. Se ti considero una brava persona, non è questo che mi farà cambiare opinione.

    • E dopo la mia esperienza, cara Gil, devo dire che al momento penso che tu abbia perfettamente ragione su tutto e che, a mio avviso, hai imbroccato e continui a percorrere esattamente il modo sano e giusto di avere un blog.

  4. non stai generalizzando un tantinello?
    ora non dico di avere un blog culturale (sia mai) ma almeno non penso sia battaglioso nelle inutilità delle stilettate sul colore dei fagioli borlotti
    Ho addirittura sdoganato il sesso degli angeli AH AH AH
    Ma dimentico sempre che stando ai tuoi parametri oltre che vecchio sdentato e barboso sono anche asessuato per cui non conto nelle due categorie
    già già

    • Non è vero che penso questo di te e lo sai benissimo. Anzi, sei sempre stato tu a cercare di convincermi di essere così e io non ci ho mai creduto. No, Max, non in tutti i blog si litiga, chiaramente: ma ci sono troppe liti, soprattutto in perentuale rispetto ai blog esistenti che, ormai, sono pochi. Ed è un dato che non si può ignorare.

      • accetto il dato percentuale (con una postilla) ma non lo accetto come dato di fatto
        mi spiego
        ovvio che se arriva fischio in un blog dove parlano di coniglio arrosto e inizia a dare a tutti i commensali (o commentari?) 😉 degli assassini… quelli potrebbero ritenersi offesi e disputare.
        Ora
        non dico che fischio debba avere torto a prescindere ma santo il cielo… cambia canale!
        se non aggrada cosa sia scritto al punto da odiarne i partecipanti offrirai uno spettacolo di assolutismo.
        Se una persona mi dice con modi alteri di non scrivere sul suo blog a me resta da entrare in quel blog… fare i miei saluti… e andare.
        Quando invece me lo chiede con modi gentili non mi azzardo a continuare
        Qual è la differenza?
        Nel primo caso ci sta un litigio mel secondo una discussione.
        Ora
        se si imparasse a discutere invece che litigare forse molti alterchi nei blog sarebbero limati (forse ripeto).
        Poi ci sta che si rischi sempre di dire o fare qualcosa che sia interpretato male o… peggio… bene. 🙂
        Però non può essere una ossessione dei bloggisti.
        Ho sviluppato temi quali matrimonio… anoressia… abulimia… sessualità… malattia mentale… spesso prendendomi grossi rischi interpretativi eppure le persone che hanno commentato non partivano dai medesimi canoni e potevano giungere a conclusioni dicotomiche eppure la discussione non arrivava alla lite e questo non sta a me che ho l’obbligo di moderare ma alla moderazione degli astanti.
        Lo ripetessi oggi dovrei usare altre parole ed altri concetti.
        ieri si inneggiava alla tecnologia oggi si torna alla biologia… oggi si osserva con sospetto quel palmo chiaro in una mano scura che ieri si guardava con curiosità.
        Se si resta attaccati alle parole del passato si rischia seriamente di non capire quelle del futuro tuttavia parimenti se si parlasse solo con un linguaggio futuribile non comprenderemmo più i testi antichi.
        In entrambi i casi resteremmo zoppi.
        Quindi il problema non è quanto siano litigiosi i blog ma il motivo per cui si disattenda la discussione.
        si tradisce quel vecchio adagio per il quale quando non si sa è meglio tacere che mostrare a tutti la propria ignoranza… e a me personalmente alle volte costa tacere visto quanto sono magniloquente ma ci sono casi nei quali preferisco prima farmi una struttura conoscitiva… ad esempio sui vaccini… so che su altre piattaforme se ne dicono di ogni pro e contro… come anche sui germi e batteri.
        Certo
        Non rischiamo la polio come un mio ex vicino di casa… ma sul fatto se siamo più sani dei neanderthaliani avrei dei dubbi.
        tuttavia mi confronto con chi li osteggia e chi ne riconosce la necessità… e debbo dire che in entrambe le fazioni trovo forti le ragioni personali.
        Per questo non mi sbilancio più di tanto nel propendere per l’una anziché l’altra… non saprei come interpretare la cosa.
        a mio modesto avviso te hai consegnata una ragionevole prospettiva… ma non oso addentrarmi in quel che non conosco!
        Ma tornando al tema della litigiosità dei blogs ebbene credo sia figlia della litigiosità che si vive nel quotidiano… dalla persona che passa davanti alla fila a quella che suona appena sembra spuntare il verde al semaforo.
        e nei rapporti uomo donna sovente se ne trovano gli strascichi peggiori (vedasi tuo post sul divorzio).
        questo è quanto mi viene da scrivere al riguardo… spero di non aver scritto troppo! 😉

        • Caro Max io non posso che apprezzare questo tuo commento perché è evidente che sia il frutto di un pensiero di un uomo intelligente e quindi io leggo, faccio “sìsì” con la testa mentre leggo e apprezzo. Non ho nulla da ridire: concetti più che saggi, più che giusti, più che condivisibili. C’è solo un però: il carattere della gente. Tu sei una persona pacata, democratica, un uomo estremamente raffinato, fine, ironico al punto giusto, affabulatore, un grandissimo oratore. Quindi per te, il tuo concetto, è praticabilissimo e solo onore per questo. Ma prendi me: io di carattere non sono così. Io ho il pepe nel culo. Io non sono capace di riflettere otto secondi prima di sparare in faccia alla gente ciò che penso IN QUEL MOMENTO che credimi magari non c’entra nulla con quello che penso IN GENERALE. Se uno mi attacca o mi provoca…eh io ci cado. A mente lucida ti posso dire per filo e per segno come fare ma poi, quando succede, ci cado come un pollo. E’ più forte di me. Quale sarebbe il sogno? Che ormai, qua sopra “ci conosciamo”. E quindi…se quando Tiffany fa una sparata gli altri dicessero “sì, ok, ma lo sappiamo che è così…” sarebbe fantastico. Se quando Tizio fa una delle sue parti gli altri pensassero “ma sì, dai, lui è così, poi ci ragiona su”. Questo sarebbe il vero “senso di community”. Invece questo non succede. Ed è ovvio che allora i rapporti si deteriorano fino a livelli infimi: tante teste, tanti carattere, pochi comprensivi e tolleranti…guerra.

  5. PS che tu pensi che sono un vecchio barboso asessuato lo si capisce da te quando hai detto tutti gli uomini di questa piattaforma a parte Max che è mio amico e si sa che l’amico è asessuato AH AH AH.
    ora vuoi litigare? vuoi litigare? guarda che ti butto sulla tangenziale guadagnandomi il plauso degli uomini in piattaforma e le ola delle femminucce svampite libere di spadroneggiare con i suddetti… ma lo sai che a pensarci bene… IH IH IH

    • Smettila, SCIOCCONE! Nessun fidanzato può essere geloso di te semplicemente perché è chiaro come il sole che tu, verso di me, hai un atteggiamento correttissimo da amico e nessun altro interesse. E non buttarmi sulla tangenziale…cioè…se potessi guadagnar qualcosa magari ci andrei anche da sola ma con ‘sti chiari di luna finisce che alla fine mi chiedono qualcosa di soldi a me! 🙁 E io, che sono vanitosa, ci rimarrei malissimo.

  6. Ok, ma c’è anche un altra considerazione da fare: tutto cambia.. sempre. Quindi, per quanto ci sia logica in ciò che dici, questa è comunque racchiusa nel concetto che, comunque, “tutto cambia sempre”. Adesso: se tu tieni a mente questo, ciò che cambia farà meno male del previsto e forse non lo farà affatto. Se tu invece cerchi di imbrigliare il passato cercando di portarlo costantemente nel presente (senza ovviamente riuscirci, e non per limiti tuoi..) probabilmente soffrirai anche dei cambiamenti più piccoli. Dobbiamo essere onesti: quanto a lungo è possibile mantenere una determinata situazione stabile? In realtà per nulla. Le situazioni si creano letteralmente da sole, e sempre da sole, tornano a dissolversi. Ognuno di noi fa parte della situazione, ok, tuttavia la situazione stessa non è affatto in nostro controllo. Per dire: tu potresti anche non aver fatto nessun e dico nessun errore, eppure la situazione probabilmente sarebbe stata comunque questa ad oggi.. ovvero, sarebbe diversa dal passato, in meglio o peggio, ma diversa. Quindi.. tutto ciò per cosa dire? A) ognuno di noi potrebbe patire di meno su tutto, se solo non fossimo così attaccati morbosamente alle cose B) ognuno di noi potrebbe sperimentare continuamente qualcosa di diverso e di nuovo, se solo non fossimo così attaccati morbosamente alle cose (la ripetizione era d’obbligo). Perchè il voler riportare sempre una determinata cosa ad uno stato “passato”, è perdersi ciò che quella cosa può darti nel “presente e diventare nel futuro” (il famoso detto “si chiude una porta e si apre un portone”, ne è un esempio). Non possiamo prendercela realmente con nessuno per quello che succede, per le cose che cambiano. In fondo, in un modo o nell’altro, sarebbero cambiate lo stesso. É solo l’energia del nostro desiderio che dà ai nostri occhi una visione sballata e irreale delle cose. Ma la vita in tutte le sue sfumature, è essenzialmente questo: cambiamento continuo. E chi riuscirà ad accettarlo e farlo suo, vivrà sicuramente più felice, leggero e sereno. Io, sinceramente, te lo auguro. Buona giornata!

    • Non so chi tu sia…ma apprezzo ciò che hai scritto. E’ vero le cose cambiano ma nella mia concenzione, almeno, i rapporti tra persone dovrebbero cambiare in meglio. Forse sono utopica. Non lo so. Io ho amato alcune dinamiche per le quali si è partiti da una litigata furiosa e si è arrivati ad un’amicizia. Ho schifato invece le dinamiche in cui “amore tesoro bacio bacio” e s’è finiti alle peggiori schifezze. Mi sono ritrovata a stimare gente che mi tratta a pesci in faccia…perché la trovo più “sana” di chi mi ha sbrodolato per anni e poi…mi son spiegata vero? Questi cambiamenti io faccio fatica ad accettarli, quelli che peggiorano dico.

      • Ok, il tuo ragionamento ci stà. Ed è normale, penso che funzioni più o meno così in tutti noi.
        Ma questo cosa ci dice? Che in realtà la vita non segue “esclusivamente” un filo logico. E noi che facciamo invece? Con la nostra mente (e i nostri desideri) tracciamo una “linearità” in ciò che è “tutto”, in ciò che ha “infinite possibilità”, e poi ci rimaniamo male e ci stupiamo se questà “infinità di possibilità”, non segue quello che avevamo pensato e desiderato. Quindi, primo indizio: il nostro pensiero è sempre più o meno lineare, ed è più o meno guidato dal nostro desiderio e dai nostri concetti.. ma la vita non segue uno schema preciso, e questo genera il primo conflitto dentro di noi, con la seguente sofferenza. Secondo indizio: come vedi, per quanto abbiamo la capacità di fare “esperienza”, questa esperienza in realtà è soltanto una conoscenza “relativa” (e non totale) delle cose.. perchè le stesse cose, la stessa vita, in realtà ha un potenziale infinito di possibilità. E possibilmente, potremmo stupirci fino all’ultimo dei nostri giorni. Quindi.. che fare? Forse sarebbe utile tenere a mente questo: 1) ricordarsi che per quanto logica e corretta possa essere una nostra riflessione e visione sulle cose, questa non è altro che “una” possibilità di quello che potrebbe accadere. “Una e una soltanto”. Quindi ok, “potrebbe succedere”, ma dobbiamo ricordarci che potenzialmente per ogni cosa esiste un numero non quantificabile di possibilità (che per semplicità io considero “infinito”). Il fatto che riusciamo a stupirci, e che potremmo farlo fino alla fine dei nostri giorni, ne è ovviamente una prova. 2) Adottare degli schemi preventivamente, accettare quello e rifiutare quell’altro, non per forza si traduce in qualcosa di buono per noi. A volte, ciò che è buono (come tu stessa affermi), arriva attraverso forme che inizialmente sembrano tutt’altro… e viceversa. Quindi nella realtà dei fatti, “non lo possiamo sapere”.. ed ogni muro che mettiamo per qualche concetto in cui crediamo fortemente o qualche esperienza “passata”, in realtà non è che un limite a ciò che queste infinite possibilità potrebbero darci. Da tutto ciò adesso che cosa si evince? Che l’unico modo per prendere realmente tutti i doni che questa esistenza ha in serbo per te, è quello di rimanere aperti, spaziosi, pieni di possibilità, senza mettere muri (fatti essenzialmente di schemi, concetti mentali, desideri ed esperienze passate) tra ciò che gira dentro noi e quello che arriva dall’esterno. Perchè in realtà “non lo possiamo sapere”.. e sò che tu questo lo comprendi bene, visto le esperienze che hai avuto. Sò che tu più di tanti altri, hai avuto momenti di “grande stupore” nella tua vita, per cose che non credivi nemmeno lontamente possibili, in bene o in male, prima che arrivasse lo stupore stesso. Quindi sei in qualche modo, una candidata ideale a capire tutto questo. Ed ora, per concludere ti assicuro che.. se riusciamo a fare questo, anche in minima parte, noteremo subito un cambio di umore e di pensieri in noi. Tutta quell’agitazione che prima c’era, nella speranza che quell’unica cosa si manifesti così come pensavamo, inizia a dissolversi. Tutta quella sofferenza legata al concetto che “le cose non stanno andando come pensavo”, pian piano cessa. Ed in questa nuova quiete e tranquillità, del tutto naturalmente e spontaneamente, appariranno chiare tutte le possibilità che potranno paventarsi.. o almeno, apparirà chiaro che quello che succederà, ha in realtà infinite possibilità. E tu crescerai in saggezza oltre che in bellezza.. e inizierai a godere di una pace e una gioia, che raramente in questa vita si assapora, se si continuano a vedere le cose in un determinato e preciso modo. In un modo che ognuno di noi, considera “personale” e “giusto”, al di là di ogni possibile dubbio. Ed io sinceramente, con il cuore te lo auguro. …Buon giorno!

        • Bel discorso. E, soprattutto, molto gentile e ci sento dentro una vera voglia di darmi un consiglio e un insegnamento: questo blog vale la pena solo per questi commenti, che arrivano una volta ogni tanto…questo post è stato per me veramente un “cioccolatino durante la dieta”. Tutti i commenti ricevuti, incluso il tuo, sono esattamente il motivo per cui, nonostante tutto, sono ancora qui. Io ti posso solo ringraziare. E sì, mi sono stupita anche questa volta e in positivo, per questo commento e per tutti gli altri. Rileggerò più volte quanto hai scritto, ci rifletterò sopra e cercherò di entrare nel circolo mentale che proponi tu perché vale la pena provare a seguirli, i consigli, a volte.

            • Grazie anche a te per avermi dato attenzione. Quando si riesce a trovare qualcuno “pronto” a sentire certe cose, è un piacere poter fare questi discorsi. Ed io ti ringrazio per questo.. anche perchè a volte sento proprio che avrei delle cose da dire al mondo, ma è come se non avessi nessuno a cui poterle davvero dire. Adesso sono un pò più in pace con me stesso e spero sia così anche per te. 🙂 Ps: ma come fai a conoscere il Signor Nessuno? Dai, questa è davvero incocepibile!! 😀

  7. C’è una cosa che non condivido del tuo post, o per meglio dire, è incompleta: non è vero che la gente va nei blog altrui per insultare. Se ci fai caso sono rimasti in pochi a farlo… Giusto pochi temerari che se non altro, dimostrano un minimo di attributi.
    Adesso va di moda la denigrazione senza uscire dalla zona di comfort, restarsene rinchiusi nel proprio blogghettino a fare post e contropost senza rischiare l’esposizione personale. Paurosi che trovano il coraggio di scrivere certi complimenti solo se spalleggiati da altri utenti in tutto e per tutto identici a loro ovvero mezzeseghe autoblindati.
    E poi va be, accordi presi in separata sede sul da farsi, premeditazioni, pianificazioni di attacchi, che si eran viste solo ai moti carbonari.
    Guarda, non sono nemmeno certa se sono vigliacchi o solo meno stupidi di me, che quando mi sento eccessivamente toccata sono sempre andata là a difendermi da sola sapendo che sarei stata sbranata, da uno solo se mi va bene. Peggio ancora è, leggere di gente che scrive cattiverie e che non ti lascia commentare… Non so trovare un aggettivo giusto.
    Dubito che ci sia una cura valida per questo genere di patologica indisposizione alla comunicazione diretta. Per quanto mi riguarda la soluzione che ho trovato a queste situazioni è spegnere il pc quando riconosco il limite del mio livello di sopportazione. Questo posto era piacevole una volta… Non perfetto ma piacevole. Non so di chi sia la colpa se è finito così, forse un po’ di tutti noi. Forse non ce lo meritiamo, se ci avessimo tenuto lo avremmo coltivato come un giardino.

    • Hai ragione: non abbiamo voluto coltivarlo e questo, infatti, già la dice lunga sulla veridicità dei rapporti. E’ vero anche che spesso ci sono “gruppi che si organizzano in pvt” lo so benissimo e io ho smesso di avere rapporti privati con chiunque, a parte pochissimi selezionatissimi, anche per questo motivo. Era una dinamica che andava molto di moda nel “pub milanese” dove l’unico problema era “organizziamoci per fare tanti commenti, per postare all’orario giusto, per usare il tag giusto così andiamo in home page” che voglio dire, ti pare normale? Eva il fatto di lanciare bombe restando dietro la propria trincea è cosa ormai normale: una volta, qua sopra, se qualcuno si azzardava a venire in un blog e dire qualcosa di scorretto in due minuti veniva messo a posto dai 2-3 “leader” in modo pacato, cortese e secco. Adesso ‘sto tipo di gente non c’è più e, anzi, spesso “i potenziali leader” son quelli che ti mozzicano più forte. Sinceramente? Era tutto sbagliato eh…perché era tutto profondamente sbagliato…ma forse c’era più umanità in quei tempi in cui io venivo a punzecchiarti e i tuoi amici mi facevano nera per difenderti e viceversa tu da me. Sbagliatissimo eh. Ma quantomeno c’era un minimo di intenzione di “protezione”. Adesso per cosa litighiamo? Esclusivamente ognuno per sè e contro tutti: a livello umano è triste.

  8. Buonasera Tiffany,
    Tu sai che, personalmente, cerco di imitare Donna Rosetta. Cerco eh! Non è detto che sempre ci riesco. Magari qualche vota capita pure che mi vada bene! Sai quante sconfitte ho dovuto registrare? Tantissime. Molte di esse, tuttavia, son risultate più fruttuose che quelle corrispondenti considerabili come delle “vittorie”. E’ un po’ la storia del “letame faberiano”, ingoiato e digerito per vita vissuta. In modo fruttuoso.
    “Donna Rosetta” (l’ho inserita tra virgolette perché non posso permettermi di fare verso di Lei un riferimento puntuale poiché non la posso conoscere) è, secondo me, sempre da imitare; e non soltanto come Nonna. Credo che sia cosa buona è giusta tentare di imitare i suoi comportamenti sin da quando si è bambini; sperando un po’, per qualche verso, di restar tali per sempre. Bambini eh, non bambocci o peggio bamboccioni, intesi soltanto nel senso negativo che al termine può essere affibbiato. Così spero possa essere accaduto per i figli e i nipoti della Nonna Rosetta. E auguro anche per chi ha la fortuna di condividere, in qualche modo, il suo esempio di vita.

    Chiudere la porta per salvaguardare la pulizia della propria casa è fra i primi passi che ciascuno è tenuto a fare, per poter tentare di pulire anche altre case: quelle degli altri. Sapendo che, in fondo, se le case degli altri son sporche i topi dal basso e i gabbiani dall’alto ne arrivano a bizzeffe. E non solo. Anche gli spazi comuni abbisognano della stessa cura; ciò sapendo che occorrono sempre degli antesignani capaci di farsi carico dell’iniziativa sapendo di rischiare di rimanere soli. Soli osservati e neppure considerati dagli astanti diversamente impegnati. Ci sarà sempre gente che resta e resterà semplicemente a osservare. Senza nulla fare in senso operativo. Si sa che è così dall’inizio dei tempi ed è, quindi, inutile rammaricarsi.

    Tu sai pure che, di solito, cerco di contare le parole e pure pesarle. Ciò anche per ridurre la frequenza di errori grammaticali, sintassi e quant’altro possa essere oggetto di valutazione formale dal lettore diversamente impegnato. Risparmiare un po’ il lavoro a chi è più dotato e quindi può meglio indirizzare le proprie energie e capacità. In un post m’inventai addirittura un “Fermo Parola”. Ovvero l’esercizio di poter riflettere su ciò che si scrive e su cosa si legge. A volte basta anche soltanto una parola “posta” in modo alternativo in una frase per dare alla parola stessa e a tutta la frase significati completamente diversi. A ciò si aggiunge la sensibilità del lettore da considerare nella sua specificità, nell’ambiente di riferimento e nel momento in cui si registra l’accadimento. Oltre a tener conto che possono sopraggiungere, in ogni momento e situazione, variabili non previste e tante volte non prevedibili.

    Sai che potrei sottoscrivere quasi tutto ciò che hai esposto all’ultimo commento che hai pubblicato sul post precedente.
    Sai che non ho mai compreso alcune dinamiche che sottendono e reggono diverse discussioni alle quali ti ho visto partecipe sin da quanto, occasionalmente, ci siamo intercettati per la prima volta; immagino che risalga a circa sei anni fa.
    Sai che potrei non pubblicare questo commento se non lo ritenessi, almeno potenzialmente, di qualche possibile utilità.
    Utile per te, lo spero; ma per me, di sicuro. Poiché occasionali interlocutori; ma non solo. Forse anche qualche altra persona potrebbe riscontrare qualche affinità, ovvero qualche conferma in senso opposto. Ritrovare un briciolo di sostanza, in un verso o nell’altro, da parte di almeno una “singola Persona” significherebbe aver raggiunto un risultato. E di questo possibile micro evento, tuttavia, non c’è dato sapere niente se non manifestato. Operazione che non ritengo sia sempre necessaria e, a volte, credo che sia meglio non avvenga. C’è, e lo sai, il linguaggio del silenzio che si manifesta in vari modi che conducono e/o inducono verso l’assenso o al dissenso, creando positiva empatia atta a migliorare se stessi e il contesto nel quale si opera.
    Tu sai che raramente pubblico “papielli” o “pipponi” come li chiami tu. In quest’occasione mi potrei dilungare, senza alcun limite, imbrattando diverse pagine; ma mi freno perché non lo trovo giusto e opportuno.
    Di “pipponi” ne pubblicai uno nel blog di Greta nel febbraio 2016; era il tempo di “Detti e Contraddetti” che scombussolò gran parte della community.
    Quel “pippone” (*) lo dedicai a Te, a Flora e a Greta; ma era pure a disposizione di ogni altra persona che in qualche modo, potesse sentirsi coinvolto in modo non negativo.
    In quel momento furono commessi errori di comunicazione palesemente grossolani. Una sconfitta! Un come tante. Cara Tiffany, se si ha la pazienza di andare a rileggere criticamente il merito di ciò che allora accadde, si può, secondo me, comprendere meglio ciò che si ritrova replicato, ora, in questo tuo blog.
    Blog al quale, intanto, auguro lunga vita!
    Un saluto, M@.

    ” (*) Il pippone, per una certa riconosciuta affinità, lo copiai in coda a questo post:
    http://blog.libero.it/ITALIANOinATTESA/commenti.php?msgid=13310010&id=231654#comments

    • Eh lo so, lo so. Lo so. Me l’avete detto in tutte le salse, ai tempi, me lo avete spiegato in tutti i modi, mi avete messo in guardia da destra, sinistra, dall’alto e dal basso, lo so. E io, zuccona, non ho dato retta a nessuno. Me ne rendo assolutamente conto. Per questo dico di avere le mie belle responsabilità e non poche. L’unica cosa “consolante” è che in quell’occasione, con quelle due amiche, è vero che feci dei passi indietro vista la situazione particolare…ma a distanza di poco non è cambiato nulla, anzi, ne son successe di peggio quindi forse è stato anche inutile far quel passo lì o forse, prendiamola così, è stato utile ed umano IN QUEL MOMENTO senza cambiare le regole generali di come sarebbe finita. Io credo in “in quel momento”. Ci sono cose che valgono solo per lo spazio di poco, che sono giuste o sbagliate solo per poco ma che non possono poi influire, né in bene né in mano, sul disegno totalitario della situazione.

I commenti sono chiusi.