Così parlò Rosecestlavie

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L’intelligenza è un albero con molte ramificazioni.
Così, in natura, possiamo incontrare l’imponente figura della quercia, il maestoso cedro del Libano o la spettacolare e torreggiante sequoia…
ma pure alberelli modesti, semplici vegetali poco più che arbusti.
Vi sono dunque due grandi categorie di intelligenza, che definirei intelligenza atomica e quantica.

Salvo gli stupidi assoluti (che sono una rarità antropologica) quasi tutti possiedono un’intelligenza atomica.
La sua peculiarità è di essere appunto comune, lenta, prevedibile e piuttosto meccanica.
Non vola alta, proprio come i pennuti da cortile; permette i pensierini (tutti abbiamo pensierini)
o ragionamenti sufficientemente elaborati per condurre un’esistenza gratificante e non troppo dannosa.
Purtroppo, come ha mostrato in pagine celebri Elias Canetti, quella che io chiamo l’intelligenza atomica
non si avvantaggia sommandosi ad altre. Individui normali mostrano comportamenti molto stupidi se riuniti in massa.
Proprio come gli atomi possono costituire corpi opachi e pesanti, così questi alberelli sono pietosi simulacri di foreste adatte solo allo sfruttamento di legname a basso costo.
Anche Gustave Le Bon al principio del xx° secolo si rese conto che la massa è manipolabile e impressionabile come un bambino.
Mussolini lo studiò attentamente.  

L’intelligenza quantica è invece rara, veloce, creativa ed imprevedibile.
Vola solitaria come un’aquila, e si associa liberamente solo a chi può intercettarla a quelle altitudini.
Può produrre un’idea (evento singolare dalle ricadute imprevedibili).
La sua energia è una grande forza emotiva e una sensibilità DISCIPLINATE:
uno “sregolamento controllato dei sensi” come la definiva il giovane poeta di Charleville.
La sua meccanica è oscura ma potentissima, poiché si muove a velocità maggiori della luce.
L’intelligenza quantica è l’altro nome dell’Amore.

Quella atomica costruisce pesanti catene di possesso; furbe connessioni di causa-effetto;
calcoli più o meno meschini; proiezioni che scambia per realtà come gli uomini della caverna platonica
e spesso in totale buona fede. Prospera nella “zona grigia” di cui scrisse Levi.
L’intelligenza quantica non combatte quella atomica: la lascia essere e ricadere sul fondo.
Non ha nemici.

E’ la cosa che la stupidità del potere teme e odia di più.