Le mie poesie

FELICE SERINO

POESIE
.

FUOCO DIPINTO
(2002)

1

CIELO INDACO

confondersi del sangue con l’indaco
cielo della memoria dove l’altro-
di-te preesiste – sogno
infinito di un atto d’amore

2

DENTRO UNA SOSPENSIONE

forme-pensiero dilatò
il mandala e una rosa di immagini
gli si aprì a ventaglio dietro
la fronte –
col terzo occhio (in un
capriolare all’indietro di dolce
vertigine) fu risucchiato in stanze
della memoria archetipa e
da luce noetica immerso
in una pace amniotica
-appena un grumo
in sintonia col pulsare di miriadi
di cellule ora si fondeva
col respiro dell’immenso corpo cosmico

3

AZZURRE PROFONDITA’

la testa affondata nel cielo (azzurre
profondità rivelano ombre
essere i corpi) -il foglio la mano un
vuoto-
mi levo dal sogno bagnato
di luce

4

SONO UN MISTERO A ME STESSO

da me una distanza mi separa
attraversa un incendio
la carne
per farla d’aria – vitreo
sperdimento

mistero a me stesso

e il mondo
fuoco dipinto

5

DOPPIO CELESTE

entrare nello specchio esserne
l’altra faccia:
uscire dal sogno di te stesso
apparenza tornata pneuma:

ri-unificarti col tuo doppio
celeste il-già-esistente di là
dal vetro: tua sostanza e pienezza

6

TRA ONIRICI LAMPI

tra onirici lampi
ride la tua immagine d’aria
intagliata nell’ombra del cuore

7

I FUOCHI DELLA LUNA
Giro di luna

giro di luna bivaccante nel sangue
baluginare d’albe e notti
che s’inseguono
dentro il mio perduto nome
per le ancestrali stanze un aleggiare
di creatura celeste
che a lato mi vive nella luce
pugnalata

8

PAESAGGIO INTERIORE

segreti cosmici ha il sangue: sperimenti
il mondo immaginativo nuotando
nel sangue come un pesce –
abitando le stanze dei nervi – leggendo
la geografia delle vene:

ti sintonizzi con la danza
delle molecole: sei nella danza: la danza

la circolazione
sfocia nei sensi: emerge un mondo
ispirato – da musica delle sfere –

9

FUNZIONE DEL CORPO

polvere stellare
corpo-immagine specchiato
narciso
corpo-mito
venere da spuma
desiderio / vita che non demorde
corpo piagato
primavera del corpo

10

LA DIFFICILE LUCE

esistere nel mondo: l’Essere
decentrato estraneo a sé
(lobotomia della propria
Immagine interiore –
da dispersioni di Energia
cristallizzati aneliti in un cielo
strappato voci
spezzate sul nascere)

rimanere in essere
incapsulati in una vita ch’è copia
sfocata dell’Originale:
diminuzione vita
a metà

pure:
zampillo d’acqua viva
dall’Io subliminale

la difficile luce

11

GRIDO IL MIO NOME

smarrimento dell’essere a
mimare la morte
io anelito sulla
bocca di Dio
perduto grido il mio nome
nei crinali del vento
discendo
nel mio specchio
attendo
una nuova nascita

12

TIRO ALLA FUNE

luce/ombra le mie due metà
tendo all’Uno all’androgino
l’io la linea che mi
divide
in grovigli di vene
sussistono tutti i contrari
un tiro alla fune
finché
non si frantuma il mio corpo
di vetro

13

IO

da acque amniotiche
gettato dentro il mare-mondo
l’io: tanti io diversi

io sospeso spasimo
fatto vertigine e sogno
io-onda io moltiplicato
e pure a sé ignoto
io mancanza vuoto
d’arto amputato

14

AZZURRO

passaggio dal
nero al bianco
l’ascendere alla luce
azzurro quello delirante
di mallarmé la vocale
o di rimbaud
la rosa azzurra
azzurro: tutto il cielo
negli occhi
azzurro manto
di Maria

15

VIA LATTEA

cammino luminoso scala che unisce
il mondo dei morti a quello dei viventi:
a una estremità la costellazione
del Lupo – Antares – sorveglia
l’entrata nel regno dei morti – all’altra
quella del Cane – Sirio – apre
la salita del cielo e guida
i naviganti: è la stella
Maris – la stella del mare e la stella
di Maria

16

VITA

lascia che m’incenerisca
per nuovo sorgere
adamantino
nell’aria secca del fuoco
lascia
ch’io mi bagni fino al cuore
della luce della tua saliva
voglio sentire il mio essere
avvolto nel risucchio
del tuo imbuto cosmico
del tuo vuoto affamato

17

L S D

nella magnetica notte allucinata
a vivere la tua morte urlata
anima infeconda strappata alla
pseudoincarnazione di un sogno:
parvenza d’amore immagine
accartocciata mortale

18

MAGNETICI OCCHI HA LA NOTTE

(a Hemingway)

come una morte tenuta in vita
questa vita
compagna la bottiglia
che almeno stanotte allenti
quel suo morso
a ricucire lo strappo infinito
domani un colpo e
ti adagerai nell’ombra
occhi in liquido cielo
capovolto

19

LA VITA NELLE MANI DEL VENTO

palpebre d’aria
chiuse sulla disfatta del giorno
(depistate tracce
rotte smarrite
a insanguinare il vento:
ruotare del tempo
nella sua vuota occhiaia)
anse d’ombre
annegano il grido
dell’anima giocata testa e croce

20

COME SOSPESI

è perdersi nelle stanze
arimaniche
questo disconoscerti
poesia della vita
è come stare sospesi
nello sporgersi
da delirante vetta interiore
l’aprirsi
di crepaccio
la sua bocca ad urlo

21

PAROLA

(una stella di sangue è il sole
della pagina)

parola – tua preda o forse
tu
sua preda

amore
zenitale

le nozze del fuoco

22

SOGNO

(a Dino Campana)

si librava lo spirito nello
splendore di quel sorgere:
si chinava
il Sole a baciare la
sua storia: a
rischiararla tutta – in un istante

l’anima del
poema mai concepito
s’imbeveva di alfabeti
ineffabili –
galleggiava in quella luce
bianca

23

IQBAL

[in memoria di Iqbal Masih, tessitore di tappeti,
portavoce dei diritti dei bambini lavoratori,
ucciso a 12 anni, il 16 aprile 1995.]

come un bosco devastato
intristirono la tua infanzia
di pochi sogni

tra trame di tappeti e catene
ancora grida il tuo sangue nei piccoli
fratelli

quel mattino che nascesti in cielo – dimmi –
chi fu a cogliere il tuo dolore adulto
per appenderlo ad una stella?

24

NEI TUOI OCCHI DI VENTO

[A Davide, morto a 17 anni
il 16.4.1995, la domenica di Pasqua]

ti videro rimbalzare come un fantoccio
contro il parabrise

eri la loro preda di turno: sul collo
il fiato di quella banda di cani
armati di mazze

(arancia meccanica
una domenica pomeriggio
quando le ore si dilatano e
la città è una giungla)

sui tuoi sogni si era chiusa la Notte

ti ho rivisto all’obitorio: sentivo
palpitare un intero
universo
nei tuoi occhi di vento: Davide
non più diviso tra terra
e cielo

25

NELL’INDICIBILE

tu dici è scandalo la morte ma può
esserlo la bellezza perduta del fiore o
della farfalla che vive la luce di un giorno?
dietro il velo dell’esteriore il fiore
il verde la foglia – parte del cosmico
sé di cui è specchio il di qua – vivono ab aeterno
l’indicibile essenza di fiore/verde/foglia

26

A RISALIRE VORTICI

a specchio di cielo
cuore
a risalire vortici
di vita dispersa
(d’ore
ubriache)

vorresti tuffarti
nell’azzurro fonderti
con la luce

27

ESSERE

bava di ragno a tessere
unità del tempo
(gusci d’entità
masticati da morte)

essere
come momento
il Sé
universale

perdersi in chiarità
di cielo
farsi libro aperto

(dove albeggiano
azzurrità
di strade alte)

28

DA QUESTO MURO

da questo muro
trasudo le morti di tanti
sono l’urlo di ginsberg
il grido di munch di guernica
queste parole sono pallottole
dirette al cuore
voce di chi non ha voce verità di Cristo
di certo m’imbavaglieranno

non sopportano di guardarmi negli occhi

29

ANCHE PER VOI

salgo sulla croce anche per voi disse con gli occhi
rivolto a quelli che lo inchioderanno
anche per voi che ancora nei secoli
mi schiaffeggiate sputate
negando la vita buttandola tra i rifiuti
aizzando popolo contro popolo
sotto tutte le latitudini
salgo sulla croce anche per voi
che mi sprecate nelle icone
per voi nuovi erodi/eredi della svastica
che insanguinate la luce delle stelle
oscurando la Notte della mia nascita
anche per voi potenti della terra
razza di serpenti
che non sopportate di sentirmi nominare
dal mio costato squarciato fiumi di sangue
tracciano il cammino della storia
la mia Passione è un solo grande urlo muto
di milioni di bocche imploranti
dinanzi al vostro immenso Spreco
con cui avete eretto babeli
di lussuria come cultura di morte

30

LA FORZA DELLA PAROLA
a Dalton, Heraud, Urondo

-tre poeti assassinati – mi diceva
(occhi persi nel vuoto
a inseguire chissà quale visione) – tre
in posti diversi – (ne rammentava solo
vagamente i nomi e i luoghi)

-vedi: – puntualizzava – il potere è nemico della luce:
non sopportando la forza
della parola
si mimetizza viscida serpe
tra sterpi e inietta il suo veleno –

31

LA FORZA OSCURA

ingoio tenerezze davanti
alla poesia di un tramonto ma so
d’essere anche di quelli che non sanno
guardare la bellezza negli occhi
senza assassinarla

… e allora cos’è
questa forza
oscura che mi strappa
gli angeli dai sogni? chi
il nemico di dentro che affiora
a violentare
il fragile azzurro?

32

UN DIO CIBERNETICO?

vita asettica: grado
zero del divino Onniforme
(ma la notte del sangue
conserva memoria di volo)

vita
sovrapposta alla sfera
celeste regno d’immagini
epifaniche / emozioni
elettroniche
eclissi dell’occhio-pensiero

33

RISALIRE ALL’IMMAGINE INFRANTA

(A Danilo Dolci)

risalire all’immagine infranta
dove è voce del sangue
la ferita aperta del cielo – limare
le parti non combacianti
con la figura del divino: è questo
il tuo credo e
la chiami città
terrestre la tua voglia
di rivoluzione: tu innamorato
dell’uomo nuovo – del suo
costruirsi incessante –

34

AION

1.
chi ti ha fatto sapere ch’eri nudo?
l’entrare della morte nel morso
della mela
(si erano creduti il Sole
scordando di essere riflessi)

1.a
il serpente mi diede dell’albero e…
eva la porta
di sangue
per dove passa la storia

2.
nell’incrocio dei legni
la conciliazione degli
opposti (lo scheletro del mondo)

2.a
è il Figlio che pende
dai chiodi
la risposta a giobbe

3.
ancora l’assordare dei martelli ancora
un giuda che fa il cappio abbraccia un albero di morte

sulle labbra il fuoco del bacio

35

LA VIDA ES SUENO

A Calderon De La Barca

col poeta dici la vida
es sueno mentre ti dibatti
in un non-tempo onirico:
ma
se nel saperti
forma vuota volessi
uscire dalla vita
non c’è
grido o sussulto che tenga

36

TRASFIGURATI ANELITI

(a Emanuel Swedenborg)

(quest’abito sta stretto – è
peso di terra

un fuoco passa per la carne)

ali ha lo spirito per
vastità ineffabili

per volare fra le braccia della
luce

profonde azzurrità
l’attraggono – sua origine e
sorgente

trasfigurati aneliti hanno
occhi di cherubini

di là – benevoli

37

NEL PAESE INTERIORE

nel paese interiore eiaculo i miei sogni –
fuoco e sole dell’anima – vivo
una stagione rubata al tempo (mimesi
icariana sul vetro del cielo)

nel paese interiore brucia il mio daimon
di febbre e di luce

38

NEL ROVESCIAMENTO

non vedi al di là del
tuo naso scientifico:
come leggessi sull’acqua
lettere storte: poiché noi siamo
nel rovesciamento e
negazione
ci appare la grazia

39

QUALE AMORE

nell’amore sai non c’è ricetta
che tenga: è buona regola giocare di
rimessa / vuoi

possedere l’oggetto d’amore e
resistere all’amore Quello-che-si-
dona

tu cuore diviso tra cielo e
terra carne/amore non più che sparso
seme

40

CANTO PER NKOSI

(E violentaci dunque)

(In memoriam: a Nkosi Johnson, morto a 12 anni, il 1° giugno 2001, a
Johannesburg. Nato sieropositivo, fu scelto come testimonial contro il
morbo dell’ AIDS)

(Non posso pensarti dolente
da che morte odora di resurrezione.

Eugenio Montale)

colei che ti diede vita
la sai madre di cielo
bambino che hai corteggiato la morte –
tu messo in un angolo come vergogna
presto non più
che mucchietto d’ossa – Nkosi
sei la nostra Coscienza:
e violentaci dunque nel profondo
-tu bambino già adulto-
con la purezza del tuo giorno breve

mentre questa morte – vedi –
già s’ingemma di sole

41

UROBOROS

calato
in un io che non sai dire
chi sia se non presenza
passeggera:
sospeso esistere
nel seme dell’amore:
attesa di pienezza nel pleroma

42

CONIUCTIO
(a C. G. Jung)

quando si unificheranno gli opposti e il Sé
riaffermerà la propria natura ermafrodita
e dallo squarcio del velo di maya
si manifesterà l’Altro – la nostra
controparte
(sconosciuta e prismatica) che
ci visita in sogno – l’occhio
interiore: allora còlta la totalità
si sarà dissolto insieme allo schermo
di apparenze nomi e forme
insieme alla rappresentazione della storia
e ai fiumi di sangue e di parole

anche il sale delle nostre lacrime

43

CHI SIAMO

caduta la carne
svelati a noi stessi
(resteranno graffi
nel cielo a presenza
d’un vissuto stuprato):

non più un vedere attraverso
uno specchio in enigma
dove l’essere si aprirà
in fiore

44

ATTIMO-FUTURO

1.

nell’addentare il frutto proibito
si ritrovò affamato d’amore

1.a

(fu il creare gioco o sogno di Dio / coito mentale)

1.b

(si mordeva la coda il serpente uroboro
racchiudeva in sé l’uovo del mondo)

1.c

in quell’attimo infinitesimo la
storia dell’uomo era già scritta: passato e
futuro un tutt’uno simultaneo

2.

non lui va verso il futuro: esso
gli viene incontro ed è già presente
focalizzandosi in fotogrammi: ciò che avviene
esiste prima di lui: forse in un’altra
dimensione egli l’ha già vissuto (presente
a sé come il sé nel sogno) (abitante il riconoscibile istante
dentro una sospensione)

3.

il déjà vu è acquattato tra pieghe dell’inconscio

3.a

come in una sequenza di specchi
gioca con l’alter ego nell’eterno presente

punto da cui si vede il Tutto

versante luminoso del Sé: l’aleph

45

PLATONE

essere
notte dell’anima
il cammino
il tempo è la caverna
lancinante
attendere ti trapassi
amore sole cosmico

46

LETTERA DA UN AMICO

-non serve voltarsi indietro- mi scrivi -:
se metti in conto i limiti
le morti contratte le paure
passate e avvenire se porti in cuore
sventrate lune albe-capestro
se non ti esponi per
puro calcolo non fai
che raccogliere i frutti d’una vita
spesa male: presto
essa ti presenta il conto – deve questa vita
restarci nelle mani: dare tutto
se stesso a perdere arricchisce:
amare non è forse una scommessa?
dici (e la parola è bisturi): percorri
lo stretto marciapiede a lato
del cuore: nel profondo di te nel buio
di stelle calpestate ascolta il grido
verticale
che da caduta può farsi preghiera

47

DEUS ABSCONDITUS

(sempre a metà strada noi: sempre
nella terra di nessuno: il
fratello oscuro che s’agita nel sangue
(lato notturno dell’anima) che mima
il dolore del cosmo

(attraversando la valle della morte
penetrati da tutto il freddo del mondo: immersi
fino all’ultima fibra dell’essere
in un dramma da consumarsi fino in fondo)

il Dio che sta dietro le apparenze: il Dio
sconfitto nella storia Dio-del-paradosso
che vince con la debolezza – il Totalmente
Altro: l’increato (ab aeterno) che si
a u t o l i m i t a

per recuperare la sua potenza alla
fine dei tempi – grumo di vortice d’astri –

48

LUCE AL TUO PASSO

(dal crogiuolo del dolore guardare
oltre il visibile oltre
l’io – schermo di carne)
ma più in là non vuoi vedere – solo
cattiva stella che graffia
l’azzurro del tuo cielo
(ed è gioco perverso pensarla
nel tuo codice iscritta):

non esiste solo nelle favole
il tuo angelo: egli da dietro il velo
del tempo è luce al tuo passo
perché vivibile sia questa vita: perché batta
nel sangue un tempo tuo – rotondo
(non sai che della polvere dei sogni
son fatte le sue ali?)

attiva il terzo occhio – sii come
la clorofilla che si nutre di luce

49

CIELO INTERIORE
(a Gustavo Rol)

cosmonauta di spazi
sovramentali
trasfiguravi il tempo
velandolo d’irreale:

quiddità di un cielo
interiore
aperto su mondi paralleli

50

IL LAGO DEL MIO SPIRITO

al di fuori di me –
io stesso luogo-non-luogo –
mi espando

di cerchi concentrici è il lago
del mio spirito: sasso gettato
dal capriccio della musa

fremito d’acque e stelle

51

JUNGHIANA

legato a un vago giro di pensiero
alla tua libido caro freud antepongo
la vita che guarda se stessa guardarsi:
il centro del mandala dove la luce
pensa – le nozze alchemiche – alla
mancanza di sacralità il Pesce *
(Unus mundus) –
all’analità l’Anima l’Animus
l’Ombra – il corpo che si apre nel suo doppio – la
nostalgia di un cielo prima della caduta

  • Simbolo del Cristo

52

NELLA VALIGIA (NOTE DI VIAGGIO)

(il chi-siamo-dove-andiamo:
dove la mente
inlabirinta)
l’io
vestito di nebbia
promesso alla morte –

(nella valigia pronta la perdita
originaria la vita a
metà)

destinazione: il Sé

53

AGAPE / EROS / PHILIA

imago dèi: noi chiamati
ad amare (senza essere nostri)
noi abbracciati dalla
Luce: dai tre aspetti dell’amore:
Dio madre / amante / amico
(agape / eros / philia)

l’Uno dai molti nomi:
sole – oceano – fortezza


LA DIFFICILE LUCE
(2005)

54

LA TUA POESIA

capriolare nel mare prenatale
ripercorrere a ritroso
la vita
azzerando l’Io spaziotempo –
leggere la vera sola poesia
aprendo
gli occhi sul Sogno infinito:

Poesia cavalcherà
in un’ albazzurra i marosi
del sangue
fiorirà negli occhi di un’eterna
giovinezza

55

ANGELO DELLA POESIA

librarsi della tua ala azzurra nel mio sangue

io-non-io: in me ti trascendi e sei

d’ineffabili alfabeti s’imbeve il nascere delle mie aurore

56

TECNICHE DELLA MORTE

atomi di solitudine
abbandoni / distacchi / fini
assaggi di morte
le morti figurate i
suicidi/omicidi camuffati
la notte blu dell’anima
morte presente dalla nascita
morire porta sul nascere
emigrare di forma in forma
o Dieu purifiez nos coeurs
ora e nell’ora della nostra morte

57

LA VITA INESAURIBILE

la mente in stand-by
ti culla un canto
d’alberi e di cielo
assapori per poco ancora
il tepore delle lenzuola: ora
senti la vita che ti scorre
dentro come un fiume (batte
rotondo nel sangue il tuo tempo –
ti senti in comunione col sole):
adesso che afferri
vita – più vita – allontani
per paradosso la tua
dissoluzione

58

ANGELI CADUTI

fuori dal cielo
bevvero l’acqua del Lete

ora non sanno più chi sono

presi nella ruota del tempo
mendicano avanzi di luce – curano
le ali spezzate

per risalire nell’azzurro

59

VENTO DI MEMORIE

è salamandra
sorpresa immobile
che finge la morte
due braccia schiuse a croce
vento di memorie
la vita
-ora sospesa
carne e cielo

60

LA FORZA GENTILE

Dio è paziente: ha sogni
per l’uomo infiniti – frutti
immarcescibili
(centro del cosmo: non è
il suo un giocare a dadi)
egli visita le nostre
piaghe – manda angeli
a spazzare gli angoli del cuore
(suo disegno è
la Bellezza)
la sua forza è gentile

61

I LATI DEL VOLTO

tra reale e apparente l’ovale
del volto che ti guarda dal fondo
dello specchio – il non poterti
vedere come gli altri
ti vedono – la parte di te
l’inespressa forma
spiandoti
di sbieco è perverso
gioco: incontro con l’Ombra

62

IN FONDO AGLI SPECCHI

(a J. L. Borges)

in un moltiplicarsi di specchi
imprigionata è la luce
dei tuoi déjà vu –
s’odono se ascolti i sordi
tamburi del sangue
in fondo agli specchi dove si
legge l’eterno ritorno
-lì è il centro il mondo
rovesciato

63

ONNIAMORE

accettare di farsi
trasparenza (libro aperto)
lasciarsi attraversare
dalla vita – da morte-vita (rosa
e croce) –
da Colui-che-è: l’Onni
amorevole

di fronte all’Assoluto

…immersi
nell’Assoluto –

quando il R a g g i o
assorbirà le ombre

64

SOSPENSIONE

tempo elastico
gli orologi molli di dalì
tempo-sospensione l’aprirsi del fiore
tempo di blake
sospeso nel balzo
lucente della tigre
tempo diluito non-tempo onirico
tempo dilatato che
scandisce deliri di luce
in una tela di van gogh
tempo sospeso
immobile indolore
felicità animale

65

NEL SEME DELL’AMORE
a Tagore

ascolta
…non senti urgere vita più vita
nel seme dell’amore che
aspetta di esplodere in un abbraccio cosmico?

66

VITA IN NUCE

sangue del pendolo
tempo-maya dagli occhi
di giada
capovolti

nell’oltre è cuore
del sole abisso
di cielo – antimondo

67

A

1.
vocale
in sospensione come urlo
muto – il bianco
dell’urlo
il nero
di rimbaud

2.
ritrarsi del
fuocosacro a un
vaneggiare di gole
spiegate /
scimmiottanti maiacoschi

68

COGLI IL MIO MORIRE

cogli il mio morire tra una
radice di sangue strappata e un’altra
appena nata dal suo grido

69

GANDHI

miracolo il sorriso
interiore
mentre il mondo ti ringhia addosso

ti offri s’apre una rosa
di sangue

nel Cielo un canto d’alleluja

70

VERSI ALL’AMORE

irradia un sole il cuore
che vuole incenerirsi
nelle tue braccia
ove la Bellezza delira

il tuo sguardo s’instella
dove comincia il cielo
anima bella
farfalla imprevedibile del volo

71

PARUSIA
(nell’ultimo giorno: scaduto il tempo osceno)

sporgersi sull’oltretempo ai bordi
della luce
presenze
evanescenti in chiarità
di cielo: farsi
corpi di luce

72

INFANZIA

[Eravamo nell’età illusa
Eugenio Montale]

la tenerezza dei giorni verdi
sparpagliati
nell’oro del sole appesi
alla luna

il papà dalle spalle
larghe come la volta
del cielo

quel sentirsi dèi – quasi
alati senza peso – e
non sapere la vita

Innocenza nostalgia del paradiso

73

ADOLESCENZA ASPRI SAPORI

adolescenza aspri sapori
occhi belli fieno nei capelli
alle spalle della notte
fuggire nello schiaffo del vento

74

NEL PERDURARE LA LUCE

le ore arroventate: erano
estati lunghe a morire

le corse pazze le ginocchia
sbucciate nel perdurare la luce:

ancora un mordere
la sanguigna polpa del giorno – ricordi? –

75

IL NULLA LUCENTE

in ka* nulla è casuale
credi morire non è farsi
pietra e silenzio: è grido
liberato pietà che vede –
ruotare
su cardini rovescio
del guanto – essere
sogno? luogo-non-luogo ubiquità
e s p a n s i o n e : lacerante
biancore il nulla lucente **

  • ka: il “doppio” incorporeo dell’io
    ** P.P.Pasolini, da Poesia in forma di rosa

76

GRAVIDE DI LAMPI

la luna piegata sui miei fogli
compone queste lettere
gravide di lampi
tagliate nella luce
assetate
nel supplizio dell’inchiostro
vibranti
su pentagrammi di sogni

77

SEI LUCE SEI FUOCO

presente a te
chiamami amore
la bocca colma di luce
sei fuoco
antimondo
chiamami a un silenzio
galattico
presente a te
fuoco-luce chiamami
da un mondo di vetro

78

POESIA ONIRICA

il sogno sfoglia
spirali di memoria
al lume di luna
disegna
il sonno delle cose

79

LA LUCE GRIDA

la luce grida aprendosi
uno spazio nel cuore

80

UN VERSO SALVAVITA

un verso salvavita ti bagna di luce
nell’orfanezza del Sogno

81

FIGURA

indiafanata da un vento di luce
sei immagine di sogno che svapora
in un cielo di cobalto

82

POESIA

scavare nascere nel bianco – parola
intagliata nel cielo del sogno –
è come estrarre sangue dalle pietre

(ecco forbici di luce
sfrondarti):
la pagina è tuo lenzuolo
mentre in amplessi
cerebrali muori-rinasci

(da un luogo puro giunge questo sole
sulla pagina)

83

ZEN

(non
studiare il taglio
di luce come l’artista)

non scegliere:

lascia
che sia fa il vuoto
fino
a essere e non essere

84

SONO DEL CIELO

sono del cielo
circumnavigo
psiche
abito la morte
di me stesso
insieme a tanta vita

85

CADUCITA’

il tempo è uscito dal calendario
in un balenìo
di stagioni e amori
svolando
obliquo
nel sole con ali d’icaro

86

A META’ DEL SUO CORSO LA NOTTE

a metà del suo corso la notte
inghiotte l’ultima luce
rende
suoi ostaggi i corpi

su un mondo immateriale
-più nostro-
il sogno apre il sipario

87
CREATURA DI SABBIA

io non io esisto
di qua di là dello specchio -una
distanza mi separa: vivo mi
avviluppo in un sogno
lucido

Sogno sono di me

io creatura
di sabbia

88

VOLI A SOLCARE L’INDACO

(voli a solcare l’indaco
staccandosi dal tramonto)

ti sveni come questa luce –
dai muri diroccati
dalle feritoie a spiarti
gli anni spogliati nel cuore:
l’infanzia che rimonta
dentro te come un sole (il sangue
sparpagliato nella luce):
l’esplodere dei sogni che aprivano
i mattini – l’innocenza
negli occhi di pianto
di quel fanciullo col suo aquilone –
sparito nel profondo azzurro…
89

IN UN PUNTO DELL’ETERNO

(momento)

spiove luce di stelle
la stanza si riempie di cielo
come quando
in un punto
dell’eterno palpitò la mia essenza
biancore irreale
carne-e-cielo
l’Io
nell’oceanosogno si guarda cadere
a imbuto
fuori del tempo
fino all’attimo prenatale
alla luce del sangue

90

M’INONDO’ IL SOGNO

fuggii negli specchi
sprofondai nei cieli anteriori
cavalcando eoni-spaziotempo
vidi nella memoria cosmica
il centro di me
dove ardeva il mio sangue
in simbiosi col palpitare degli astri

il mio sangue confuso col cielo
della memoria
precipitato nella vita
——————————————-
IL SENTIRE CELESTE
(2006)

91

ARCHETIPI O LETTERE CELESTI

sulla pura pergamena
della sostanza primordiale
tutti i pensieri lo Spirito scrive
con l’inchiostro luminoso
della divina emanazione: nel Libro
dei libri sotto forma di archetipi
o lettere celesti si trova tutto
quel che fu è e sarà

92

POESIA COSMICA

io-non-io:
lasciare che mi superi
la luce

sentirmi espandere
nell’amore
infinito sparso per il cielo

83

ROL

Fantasia

nel giro d’una
luna
ti sognerò levarti
da orizzonti di fuoco
su cavalli
d’aria
dipingere arcobaleni
coi colori dell’amore

94

MIO SANGUE ALATO

tu come un’esplosione
all’aprirsi del fiore –

vita: mio sangue alato

ah sentirmi avvolgere
nel risucchio del vuoto
tuo affamato

95

SPRAZZI DI PACE

spiove dal cielo una luce
di stelle gonfie di vento – quasi
provenisse dall’oltre

nel cuore un aprirsi
di sprazzi di pace: vedermi
in tutto con il mio sognare –

il vissuto la vita
sognata

96

L’OMBRA

negativo di me mio vuoto
in proiezione mi copia con inediti
profili tagliati nella luce – se dal
di fuori la spiassi mi direi sono
io quello?

pulviscolare ha i contorni
del sogno e i suoi fòsfeni
si spezzetta se riflessa inafferrabile
fantoccio mi diventa
pure mio vuoto mia metà

che estinta con l’ultima sua luce
rientrerà nel corpo-contenitore
unificata con la terra – senza un grido
tutt’uno con la morte –
senza perché – solo ombra

97

IL PECULIO DI LUCE

(a Simone Weil)

(occhi come laghi
abbracciano da eco
a eco
fremiti di vita)

ha mani che sfondano muri
di solitudine

amore

germoglia grido di luce
da nuovo dolore
98

SIESTA
(Entrando in un sogno lucido
con la visione dilatata di gatta che si stiracchia)

le fauci spalanca la natura animale in enorme sbadiglio
della tigre di blake a ricordare la geometria felina
dinanzi agli avanzi della sua preda sanguinolenta
nella solitudine lucente tinta dalla cenere rossa del tramonto
pancia all’aria nella conca del sole occhi socchiusi impastati
dell’ultima luce in un tempo sospeso un silenzio
che disegna l’atavica forma aperta del grido
99

NEI MIEI SOGNI

nei miei sogni ricorrenti il mare
ne attraverso lunghi tratti io che appena
sto a galla – altre volte mi trovo
in viaggio (nave/treno) o mi vedo nella
casa giù al paese a tavola
coi parenti che mi ricolmano fino
agli occhi e mi accorgo che sono in ritardo per
il lavoro ora nemmeno più ricordo dove
ho parcheggiato scendo di corsa salgo
scalinate eccoli i miei morti i parenti
sorridermi mai che mi dessero
numeri

(ora non sogno più a colori
vividi né di librarmi come
falena contro il soffitto

100

CREATURA

mi godo la luce
come farfalla
sul palmo della tua mano

Signore non posso
che offrirti il mio niente –

fragile creatura
una morte ti devo

101

PARVENZA D’AMORE

pietre ancora calde di sole
con la luce declinante
una virgola di amore ti è rimasta
negli occhi
-un sangue rappreso

come un olio è passata la luce
sopra il dolore –
pseudoincarnazione di
un sogno –

102

HA MEMORIA IL MARE

grovigli di rami
disegnano
la forma del vento
voli
di gabbiani ubriachi di luce
a pelo d’acqua decifrano tra
auree increspature le vene del mare

interroghi sortilegi nella
vastità di te solo
ti aspetti giungano da un dove
messaggi in bottiglia un nome un grido
ha memoria il mare
scatole nere sepolte nel cuore
dove la storia
ha un sangue e una voce

103

SPAESANO LE ORE DEL CUORE

i primi turbamenti i morsi
dell’amore – luce
d’infanzia come sogno scolora
dove l’orizzonte taglia il cielo

spaesano le ore del cuore
nel giorno alto

104

ANANKE

più a morire che a nascere a
volte – un colpo e via è preferibile
dici ma anche la pianta si
ammala e soffre in natura si sa
tutto soggiace a legge:
la
supernova che collassando si fa
buco nero e noi
mortali…

105

GIOCO DI SPECCHI

l’ambiguità è forse nel sogno
mentre vivi e ti cammina a lato
un altro te – insospettato

allora è sogno la vita? o
riflesso copia sbiadita o
gioco di specchi in cui
ti chiami e ti perdi…

106

ROSA D’AMORE

letificato d’amore angelicato fiore

si schiude la rosa
fra cristalli dell’inverno

107

A RISALIRE LE ORE

non resteranno tracce
dei giorni informi
solo parole
scritte sull’acqua

a risalire le ore
del sangue il vortice
del vuoto: solo
parlerà l’amore
che si è donato

108

ANCHE A META’ UN SORRISO
(anche a metà un sorriso
è terapeutico:
sprecato è il giorno senza
la sua luce)

fare anima aprirsi
al nuovo come cercare
un tesoro con occhi tornati
innocenti

coltivare la
meraviglia il bambino che
è in noi unico
filo rosso
109

STANZE
[ispirata leggendo Il corponauta –
appunti di viaggio di uno spirito libero,
di Flavio Emer]

io pensiero dilatato
a spolverare le stanze dell’oblio
sulle pareti la memoria
ancestrale
metteva in luce emozioni dipinte
su volti che furono me

rifluiva dai bui corridoi
degli anni il vissuto
a imbuto
mi perdevo come in sogno
nell’abbraccio di quelle figure che
accendevano il mio sangue

110

PER SPECULUM IN AENIGMATE

chi sei: quale il tuo nome nel registro
della Luce quale la tua figura
inespressa

questo non aversi
come morire sognarsi
in seno a cieli di cui non è memoria

…caduto
il velo il tuo Sé faccia a faccia

un ri-trovarsi:
moltiplicato

111

LA SUA LUCE DI MILLE SOLI

ci accecherebbe la sua luce
di mille e mille soli
se solo potessimo
vederlo con occhi di carne

Lui l’absconditus –
Colui
che indossò una carne (e
la sua carne
vestì una croce): che
per sollevarci
si fece bambino e ultimo

112

LE TUE POESIE

sono astruse dici parlano per lo più
di cieli e affini mai di quaggiù – lo
ammetto ma ti pare siamo solo di terra e
non fatti d’infinito e di mistero o
materia dei sogni come il cuore sente?
farsi d’aria e parlare col cielo non
insegna forse a vivere in terra?
a riscattarsi da debole carne?

113

ACQUE

1.
acque uterine dove sognammo di nascere
oceano circolare mare
di nostra madre

2.
lavàti
con acqua e sangue – fonte
battesimale seconda nascita

3.
acqua è porta
acqua è Vita
venite a me
Io vi disseterò

…camminava sulle acque
coniugava le forme dell’acqua

“oceano circolare mare / di nostra madre”: versi adottati
da Jean Debruynne, L’acqua battesimale

114

IO-UN ALTRO

questo sentirmi diviso: e
non riconoscermi come
il fuori del mio dentro:
convivere con gli umori
di un corpo di morte
115

IL MONDO LE COSE DEL MONDO
a padre Pio

il mondo le cose del mondo
ci devono scivolare addosso
come acqua – dicevi
mentre era un sorriso
interiore a illuminarti –

guaglio’:
la casa del Padre è in fondo al tuo cuore
ma è il cuore
un campo di battaglia: a ogni giorno basta
la sua pena –
116

FRAGILE FOGLIA

e nel momento del distacco
l’io si farà fragile foglia
appoggiata ad una spalliera di vento

117

NELL’ABBRACCIO DEL MISTERO

terebrante luce: intima
ferita celeste

(la sfiorano
le balsamiche dita
di Amore)

nell’abbraccio del mistero
farsi trasparenza
espansa
percezione di sensi
———————————————–

DENTRO UNA SOSPENSIONE
(2006)

118

SE QUESTO MONDO

se questo mondo ti ha forse
deluso è perché ho lasciato
che ti perdessi e dal tuo
vuoto mi tendessi le mani

su me che sono altro
scommetti pure la tua vita
di me non vergognarti:
ho offerto il mio Essere
carne e dio
al supplizio del legno
mia rivincita d’amore

sono il mattino che ti coglie
cuore di madre

119

LETTERA
(frammento)

non angustiarti se non sai pregare

se preghi con la testa tra le nuvole

lo fai e bene se spandi
su foglio metafisica luce

e il soffitto ti si fa cielo

120

E’ IN TE NELL’ARIA

è in te nell’aria
sottile la senti
la mancanza di vita piena
ma è regale regalo
questo rapido frullo
d’ali
atto d’amore
non affidarlo nelle mani del vento

sii àncora
gettata nel cielo

121

E’ VELO CHE CADRA’

è velo che cadrà
la carne

rendere fruttuosa la morte
perdendo la vita

(rovescio
dell’io tra nome e senza nome)

ma è l’amore che mi sceglie

(nudo
alla luce)

ho sognato d’essere trasparente

122

VISIONE

imbevuto del sangue della passione un cielo
di angeli folgora l’attesa vertiginosa
nella cattedrale del Sole dove ruotano
i mondi
è palpito bianco la colomba sacrificale

123

QUEL SORRISO

oltre lei forse fra le stelle
dura quel sorriso che nell’aria
ti appare ora sospeso come fumo

lucido incanto il tuo
sperdutamente altrove –
l’ha disperso il vento

124

VERTIGINE DEL VUOTO

[leggendo E. M. Cioran]

sognandosi al di sopra dei precipizi
le vene cariche di notti
carpire qualche vertigine all’Abisso

125

ELEGIA DELL’ULTIMO GIORNO

ormai è passata come tutte
le cose dell’aldiqua prendila come
un sogno anche se sogno non è
questo nell’ultimo giorno avrò da dirti
fratello a me nella carne e nello spirito
marchiato a fuoco
ma tutto questo doveva accadere ti dico
perché “si compissero le scritture”

ora m’incolpi del mio silenzio e
Tu dov’eri mi chiedi quando a migliaia
venivano spinti sotto le docce a gas
Io ero ognuno di quei poveracci in verità
ti dico Io sono la Vittima l’agnello la preda
del carnefice quando fa scempio
di un bambino innocente
Io sono quel bambino ricorda
“quando avete fatto queste cose ad uno
di questi piccoli l’avete fatto a me”

anch’io in sorte ho avuto una croce la Croce
la più abietta la benedetta
anch’io ho urlato a un cielo muto e distante
Padre perché

perché solo mi lasci in quest’ora di cenere e pianto

126

DAL DI FUORI

precipitati da un primo
mondo di luce indivisa –
essere qui e insieme
altrove

dal di fuori il pulsare
dell’universo
impregnato di dolore e di canto

questo dolore questo
canto: ne siamo
l’essenza

siamo volti che galleggiano
sulla superficie di un sogno

127

RISVEGLIO

tra le pieghe della storia
c’è sempre il maligno
che strappa
le più belle pagine di poesia

un giorno i morti
risvegliati
da pioggia d’uccelli
le ricomporranno
in musica celeste

128

SOSPENSIONE

un camminare nella morte dicevi
come su vetri non conti le ferite
aspettare di nascere uscire
da una vita-a-rovescio

riconoscersi enigma dicevi
di un Eterno nel suo pensarsi

129

SCONNESSIONE

pensavi guadagnare la chiarezza?
la vita imita sempre più il sogno
nelle sconnessioni avanti con gli anni

ti coniughi ad un presente che s’infrange
dove l’orizzonte incontra il cielo:
e ti sorprendi a chiederti chi sei
oggi da specchi rifranto
e moltiplicato
mentre il tempo a te ti sottrae

130

SPERDIMENTO

silenzio-ombelico di luce –
affondo
in vertigini di cielo

… unforgettable…
le uve dei suoi occhi
ad addolcire il sangue

(sperdimento il tempo
che si sfoglia e squama
questo cuore di paglia)

131

ALZHEIMER

dello stupore della vita
egli non ha memoria
né dell’infanzia
né di un amore
ora intagliato
in una finestra
consuma giorni in attesa
che gli si sveli
il paese della meraviglia –
dove la mente
come un sole si e s p a n d e

132
SOTTO UN MUTEVOLE CIELO

[leggendo Sandro Penna: una cheta follia, di Elio Pecora]

sotto un mutevole cielo chiuso
nel tuo grido di diverso

cresce la luce a cui vòlti
le spalle: voglia di sparire
dentro un sogno o restare
nell’ora dolce dei vivi

133

LASCIATE CHE SOGNI

lasciate che sogni il paese
delle più dimenticate musiche
dove vibra la segreta stella del mio sangue
il paese del Tutto dove nel tutto esisto
senza limiti
in una infinita danza dove sono la danza

134

LA NOTTE LATERALE

unghie crescono nella morte
il gravitare dell’ombra che
ti segue a lato – questo
sentirti enigma vederti
nel sogno moltiplicato
da una vertigine di specchi a
scalare la notte

135

MORIRE A RITROSO

amiamo ciò che passa
legati eppur distanti
a corpi di carne mentre
il tempo scava lento
per noi e per la morte che
buca la notte
è un morire a ritroso finché
si esce da questa
vita da questa
morte

136

PREGHIERA

spogliami Signore da questa morte che mi veste
lasciami rifugiare come un uccello bagnato
nel tuo dolcissimo abbraccio di madre
che racchiude il respiro degli oceani il poema del vento
ch’ è onda di suoni e soavissimo amore
fa’ che nello specchio del cielo
mi pervada l’angelica ebbrezza
del girotondo planetario non prima che quest’anima
indegna si lavi nel sangue di tuo Figlio

137

L’ESSENZIALE

arrivare all’essenziale: via
il superfluo (lo sa bene il poeta – un
sansebastiano trafitto
sul bianco della pagina)

così il corpo: si giunge
col vento azzurro della morte
al nocciolo: all’Essenza: non altro
della vita
che avanzi in pasto al suo vuoto
famelico

quando nella curva
del silenzio
essa avrà ingoiato la sua ombra

138

NON POSSIAMO CONCEPIRE

non possiamo concepire come
chi ci ha lasciati
in un fresco mattino di settembre
ci appaia più grande si espanda
corteggiando le stelle
questo è parte del mistero
non dover essere ma essere-di-più
in pienezza
e perché poi ti sconcerti che l’io
debba disintegrarsi con la sua
tronfia ruota-da-pavone
quest’io a cui credi appartenere?

139

NEL BUCO NERO DEL GRIDO

nel buco nero del grido
s’attorciglia
la spiralante
vertigine di munch

140

LA PARTE CELESTE

vera rivoluzione sarà
l’oltre: mi sveglierà
nel sole in un paese
innocente *- il cuore
s’irradierà di gioia
piena nella vertigine
della luce – ricongiunto
alla parte celeste
puro tornerà alle
origini – perso e
ritrovato –

al seme della meraviglia

*da un verso di Ungaretti

141

AD ALTEZZE SEGRETE
(volontariato)

sperimentare l’Indicibile

spendersi
in un percorso di amore
il cuore aperto
ad altezze segrete

sperimentare l’Altro da sé
nel diversamente abile – pasta da
modellare: ci affondi
le mani e ci rivolti
la vita –
lui ti ricambia con l’oro
di un sorriso

142

RAMMENDI AZZURRI
(per il 25° anniversario di matrimonio)

in braccio al vento
questo giorno dai rammendi azzurri

——————————————-


LA BELLEZZA DELL’ESSERE
2007

143

LA BELLEZZA DELL’ESSERE

la bellezza dell’essere
è di una certa età
dipende
dal modo in cui la percepisci
quando ti commuovi per un nonnulla
scambiando un sogno per una visione
ti senti tornato bambino
lo sguardo perso ad inseguire un volo
non temi l’ ignoto
quando in vita ti sei ben speso

144

SULLE RIVE DEL MISTERO

ciò che non appare mistero
neppure è bello *

fragile come i sogni
spaesa il cuore
di là del mare

tutta
una vita –
… finché lo spaesare
non si adagia
sulle rive del mistero

*frase presa in prestito dal mio amico
pittore-poeta-critico Andrea Crostelli

145

MAYA

il di qua dice l’asceta
non è che proiezione
nel prisma azzurro del giorno

sentenzia
che perfezione
è la carne che si fa spirito

non si terrà conto
del corpo che si nutre
che è già della terra

si è dunque
del cielo o anelito
d’infinito ancor prima
del primo respiro?

-certa è la fiamma che dentro
ci arde – sottile –

146

IN SOGNO RITORNANO

[ispirata nella notte del 25.3.07]

in sogno sovente ritornano
amari i momenti del vissuto
che non vorresti mai fossero stati
si affaccia nel tuo sogno sudato
quel senso di perdizione
incarnato nel figlio
prodigo che fosti
emerge dai fondali
dell’inconscio dove naviga il sangue
e tu non puoi disfartene

147

INSOSTANZIALE LA LUCE

insostanziale la Luce
nella carne si oscura
(energia fatta densa)

luce verde della memoria
scuote la morte:

il nocciolo del tempo
nel buio delle vene è universo
presto deperibile

148

UNA VITA
(a Jung)

perdutamente
dei sangui
l’aprirsi d’echi
su cieli
anteriori
lo spazio
d’un grido

149

PREVITA

cosa saremo ora non sappiamo
bene ci conosce il Demiurgo già
in mente Dèi eravamo prima
della creazione pur senza saperlo
ingabbiati come siamo in questa vita

puro anelito di spiccare il volo

150

EVOCATIVO

come in una bolla d’aria

si ha vita
dentro il fiato
di sogni sgretolati

151

RICORDA

[ispirandomi a David Maria Turoldo]

sei granello di clessidra
grumo di sogni
peccato che cammina

ma sei amato

immergiti
nella luminosa scia di chi
ti usa misericordia

ritorna a volare:
ti attende la madre al suo nido

ricorda: sei parte
dell’Indicibile – sua
infinita Essenza

nato
per la terra
da uno sputo nella polvere

152

LACERA TRASPARENZA

insaziata parte
di cielo
vertigine della prima
immagine
e somiglianza
vita
lacera trasparenza

sostanza di luce e silenzio

sapore dell’origine

fuoco e sangue del nascere

153

ALLA FINE DEI TEMPI

“Per risplendere devi bruciare” – John Giorno

deve il maligno consumare
il suo fuoco – stravolgere
la faccia del mondo
fin quando uscirà di scena

la vita: “la vita può andarsene domani” *

-cerchio breve che si chiude

la consolazione per chi resta?
aspettarsi alla fine dei tempi
un radioso trapasso:”ch’io
non resti confuso…”

*verso di Paolo Bertolani

154

QUALCUNO MI CONOSCE

somigliano i sogni
a queste nuvole a stracci

mai come ora
ho bisogno d’un gancio
per appendermi al cielo

155

LONGEVI

brindano al mistero della vita
forzano le porte
della sera – vedono oltre
dove altri non vedono: per loro
il sognare non ha più fine:
hanno occhi
lavati con acqua celeste

156

UN SOLO RESPIRO

la porta stretta –
dove macera amore

(nell’oltretempo risiede
il Verbo e
il suo cuore-battito
d’universo)

a un solo
respiro si tende –
oltre un tempo
di transizione

157

IL PARADISO SE AMIAMO
(sentenza facile con versi facili)

(il grido dell’afflitto
anima sparse stelle)

terra è dolore il cielo amore?
l’inferno ce lo facciamo noi

terra è pianto?
il cielo canto?

il paradiso se amiamo
è già qui

158

NELLA DANZA

quando ti adagerai nella tua ombra
e avrai già l’inverno nelle ossa
esulta perché sarà l’ora
d’essere trasfigurato
pervaderai con una particella
di te ogni cosa
l’anima si confonderà con le stelle
allora entrerai nella danza
nel Signore della danza

159

ENTRARE NELLA LUCE

[ispirata nel dormiveglia il 2.10.07]

leggere sull’acqua
lettere storte
camminare nel mistero a volte
con passi non tuoi

nella parusia entrare nella luce
goccia
che si frange nel sole

-che contiene un mondo

160

IL SOGNO E’ UN’OASI

un grande desiderio di azzurro
urge nel sangue
senza più odio e dolore
solo amore –
un arcobaleno di amore

nella notte dell’anima
acceca il bagliore della lama
dello sparo – “caino dov’è
tuo fratello” –
ancora e ancora
l’assordare
dei martelli che inchiodano al legno

è il sogno un’oasi di pace
nel cuore devastato

… non si tende alla bellezza?

161

SE CI PENSI

capisci quanto provvisoria
è questa casa di pietra e di sangue
dove tra i marosi il tempo
trama il tuo destino di piccolo uomo?

se ci pensi:
quale enigma ti sovrasta
mentre la vita non è che un batter d’ali

-e tu immagine
passeggera
dentro gioco di specchi
copia sbiadita riflesso del riflesso –

ci sei ma non ti appartieni
sebbene all’esistere
ti attacchi
come ostrica allo scoglio

mentre ti ripugna
il disfacelo lo scandalo
della morte
il salto nel vuoto

162

MONDO

freddo incanaglito la tua iniquità
è specchio che deforma
la bellezza del creato

tu esperienza della ferita
per l’amore che lasci morire
ci lascerai incastrati
tra questa e un’altra dimensione?

dell’uomo incompiuto vòlto al cielo
tu mondo piaga e grido

163

MOMENTO

ad Angela

torpore:
velo di tenebra sugli occhi
mano che ti muore nella mano

ed è bellezza anche questa:
minimo ritaglio dell’eterno

164

A SPECCHIO DI CIELO

a specchio di cielo
il tuo coniugarti
corpo-amore
albero che veste
primavere
grido
di terra
benedetto –
fonte di luce-vita
corpo-amore

165

ANELITO

rinascere dal cuore

come una fortezza
il peculio di pena ha elevato
il silenzio al rango della luce

166

SU UN VERSO DI PESSOA

(In un volo)

di felicità effimera
brucia il tramonto in un volo
che si perde dietro l’ala
di vetrocemento
fin che giunge lo sguardo…

(apparizione o forse
déjà vu)


IN UNA GOCCIA DI LUCE
2008

167

IMMERSI NELL’ASSOLUTO

come in una bolla d’aria o goccia
di luce

si ha vita
nel fiato del Sogno infinito

168

SPIOVE LUCE

spiove luce
di stelle gonfie di vento
col tuo peso
greve di limiti
ti pare quasi vita sognata
il vissuto già divenuto memoria

siamo frecce
scagliate nel futuro
o il tempo che ci è dato è maya
e si è immersi in un eterno presente?

169

AVVOLTI NELLA LUCE

se nascere nella morte
è questa vita
breve sarà il vagare
nella tenebra della conoscenza
per noi apprendisti
dell’Indicibile
legati da una promessa di sangue
a Chi ci tende nei secoli
le braccia aperte in forma di croce

170

SIC TRANSIT

confidare
nelle cose che passano
è appendere la vita
al chiodo che non regge

è diminuirsi la vera ricchezza
-arrivare all’essenza

lo scheletro la trasparenza

171

DISTACCO

giungere dove ogni linea s’annulla

un brivido bianco… e sei altro

fiume che perde nel mare il suo nome *

*da un verso di Billy Collins

172

IN UNA GOCCIA DI LUCE

s’arresterà questo giro del mio sangue
lo sguardo trasparente riflesso
in un’acqua di luna
sarò pietra atomo stella
mi volgerò indietro sorridendo
delle ansie che scavano la polpa dei giorni
delle gioie a mimare maree
nullificate di fronte all’Immenso
allora non sarò più
quell’Io vestito di materia
navigherò il periplo dei mondi
corpo solo d’amore
in una goccia di luce

173

LIBRO SACRO

perché la fede non sia acqua
Colui che te la dona
fallo uscire dal libro sacro
le righe nere diventino il tuo sangue
fa’ che sia pane
non polvere nel vento la Parola

174

SCAVANDO NEL PROFONDO
a Giuseppe Soffiantini

rimuovere i macigni
di odio e vendetta
che tengono in ostaggio per la vita:
questo rispecchia

il tuo animo regale
tu che umanizzasti il tuo carnefice

tu che sai il dolore
della luce – sentinella dell’aurora

175

NEL SEGRETO DEL CUORE

tenere in serbo scomparti
colore del vento che oblìa
memorie: rossi
come il sangue della passione
verdi come le prime primavere
azzurri come il manto di madonne

custodirvi gocce di poesia
cavalli di nuvole ed arco
baleni –
le coordinate dei sogni – e
l’insaziato stupirsi della vita
da respirare su mari aperti

-che tenga lontano la morte

176

L’ESISTERE SPECCHIATO

con lo stillicidio
del tempo a subire
questa piaga dalle nove porte *

ma a te presente un altro
te – il Sé celeste – l’esistere
specchiato: vita che si guarda
vivere –

un mondo in un altro

*il corpo secondo la Bhagavadgita

177

BARLUME

qui non altro
che un barlume di vero
dove cielo decaduto
è il cuore in tumulto
che spera anela a una riva
di pace

per acquietarsi

178

RI-CREARE LA BELLEZZA

A Lolek (Karol Wojtyla)

la pietra scartata è la prima
della Bellezza – che trasuda
il sangue della luce

-posata sulla stoltezza
del mondo

179

PENTECOSTE

aleggiare dello Spirito sulla
creazione

l’Avvento: respiro
dell’Altissimo
(virgola-di-fuoco) in
fragilissimo cuore
– un angolo
di cielo

180

TURBINE VORTICA

turbine vortica intorno al chi sono

non altro sapere che la tua
inconsistenza

-ma a un tempo
di contenere un mondo –

181

IN LIVIDA LUCE DI CREPUSCOLO

sulle braccia
della Croce
ci amasti da morire

in livida luce
di crepuscolo
per compassione Tu
ti spezzasti *

… e
fioristi

amen

*verso di Ungaretti

182

L’INVITO

Il poeta: un vuoto
G. Seferis

e tu di nuovo ostaggio della notte
l’invito
l’abbraccio del vuoto

parola neo-nata
la chiami nel buio
l’innervi in parole

la plasmi a scalpelli di luce

183

UNGARETTIANA

su un refolo di vento
adagio
la vita
trasognata

184

A CARLO ACUTIS

(Ti so dolce presenza)

A Carlo Acutis, morto a 15 anni di leucemia l’11.10.06
(del quale è stato avviato l’iter per l’apertura della Causa di Beatificazione)

ti so dolce presenza
-tu che visitavi i giardini
del cielo-
ti so dentro di me come
un amico o un figlio
nell’apparirmi in sogno mi dicevi
sono uscito dalla vita vivo più che mai

-qui è il prima da dove siamo
venuti
si sta di un bene è un’infinita
fonte di stupore
noi voluti dal Cielo siamo stelle
per corona alla Madre Celeste

185

STEP

pensieri distesi nell’ora
canicolare
… una lama di luce
obliqua sul letto e
nella mente
in sopore -in simbiosi
con lo sciabordio del mare-
il perdurare
il dondolio del corpo
fatto d’aria

186

QUESTO PANE

perché lo permette ti chiedi
permette tutto questo
ti senti dire: è una prova che ti dà
“dal male trae un bene” anche se
non puoi capirlo – allora
giustificato dal Suo sangue
spezza insieme agli altri questo pane
bagnalo di tutte le lacrime
del mondo
non una briciola si sprechi di questo
dolore

187

DELL’INDICIBILE ESSENZA

dell’indicibile essenza -l’altra
faccia del giorno-
noi sostanza e pienezza

solleva l’angelo un lembo
di cielo: in questa vastità soli
non siamo: miriadi
di mondi-entità ognuno
in una goccia
di luce

188

DA UN’ONDA DI SOSPIRI

da un’onda di sospiri
risalire in sogno
la morte

fiorita
dal grido
di albe di cenere e
fermenti di voli
nel turbinio del vento

189

NEL GIORNO ACCESO

nel giorno acceso
-avvolto nel mantello
del vento-
sporgersi da una rupe di passione
in un amen il ripercorrersi
di stagioni di là del mare
cogliere il fiore-essenza del tempo
sognare d’essere quasi
una finzione

-la morte un paradosso

190

ARMONIA COSMICA

espansione a irradiare
poesia a labbra
di luce

indicibile fiore
del sangue

191

NEGLI OCCHI FORTI DELLA LUCE

negli occhi forti della luce
vive il paese innocente

-dove approdare l’anima
esausta
di vita dispersa-
(una
gomena di avemarie
porge l’angelo a riva)

192

VASTITA’ DI TE SOLO

[su un verso di Ungaretti]

vastità di te solo
penetrata nei sensi:

nella tua fragilità
lo stupore
di sentirti
una “fibra dell’universo”


Felice Serino

CASA DI MARE APERTO
2009-2011

LACERE TRASPARENZE
2009

1

E TU A DIRMI

lanciarmi anima-e-corpo
contro fastelli di luce
specchiarmi
nella sua “follia”

e tu a dirmi: Lui
l’irrivelato
nasconde il suo azzurro – è
lamento amoroso

(2009)

2

L’ ANGELO

noi lacere trasparenze
-sostanza di luce e di sangue-
a superare d’un passo la morte

solleva l’angelo un lembo di cielo
svela l’altra faccia del giorno

(2009)

3

IL LATO OSCURO

e se fossi stato
dell’altro sesso in una
vita precedente
e ne avessi perso
memoria?

(ipotesi remota dici – di certo
campata in aria)-

junghiane profondità
tralasciando
scoprire come in un test
il lato oscuro del Sé
totale la parte
inconfessata (semplicemente
naturale) – la tua percentuale –

4

PER METAFORE

a mimare un amore
anteriore a noi si vola
nel vortice della luce

(farfalla
di fumo)

foglio bianco
schizzato grido

(2009)

5

DOVE PIOVE MUSICA

[a David Maria Turoldo]

ai confini del cuore
zona rischio lebbra

dov’è l’ essenza
luogo non luogo dove
piove musica

rendimi bianco
come neve delle vette

Signore

(2009)

6

A RITROSO

(Hikikomori)

un vivere a ritroso
le spalle all’oriente
dove
cresce la luce
vuoto delle braccia
vite
separate
tra l’ombra e l’anima

(2009)

Nota:
hikikomori: in Giappone sono oltre un milione.
E’ il fenomeno di ragazzi che vivono di “rapporti” virtuali
chiusi nella loro stanza fuori dal mondo.

7

DI QUA DEL VELO

onirica visione dell’eden
dove profuma Signore
di abele il tuo giorno

un cielo bianco di silenzi
di qua del velo vascello
fantasma

(2009)

8

L’ INDICIBILE PARTE DI CIELO

indicibile la parte di cielo
ch’è in te e ignori – dice steiner
l’uomo in sé cela un altro
uomo: testimone che ti osserva e
sperimenti ogni ora:

basta che solo
un verso o poche note ti richiamino
a una strana forza interiore:

e cessi
di sentirti mortale

(2009)

9

RIESSERCI

in noi con noi come un
riesserci

spessore davamo alle
emozioni

cercavamo lo stupore

e lo stupore era Dio *

*da un’epigrafe

10

NON RICORDO

-e gli esecrabili
delitti e la vita
tradita?
e il sangue innocente?

-non ricordo: in verità ti dico
l’Albero di sangue
virgulto di mio Figlio
il Giusto
si è ingemmato

ed espande nei secoli
le sue radici
in un abbraccio totale

(2009)

11

RIEMPIRE I VUOTI

riempire i tuoi vuoti di cielo
e un angelo che ti corre nelle vene
come sangue e il bianco grido
del vento che sfiora
i contorni del cuore a smussarne
gli angoli vivi il dono
di una parola (cara
e rara non di circostanza)
corredata dalla luce di un
sorriso ad hoc

12

AUNG SAN SUU KYI

non violentate la primavera
del suo giovane sangue
non pugnalate la colomba
del suo cuore aperto
alla compassione

non schernite la disarmante
verità che proclama
aizzandole contro
i mastini della notte

dal suo sangue si leva alto
il grido di purezza
a confondere intrighi di potenti

(maggio 2009)

13

DI ALTROVE

[La gente non è cattiva: ha solo paura di essere buona.
Eduardo nel film Campane a martello.]

di altrove
è lettura capovolta il mondo

chi ti dà
occhi buoni per il cielo
se non sai vedere

così la cieca
sopraffazione
la gioia cattiva del sangue

(2009)

14

CASA DI VETRO

carne fatta velo d’aria
dalla consistenza del sogno
ectoplasma o luce-
ombra che si ricrea
questa e non altro la fragile
casa del corpo di vetro

15

CUORE TRASPARENTE

1.
non la doppiezza non l’apparire:
chi sei veramente è più forte di te

2.
fra cristalli dell’inverno è schiusa la rosa:
l’amore sai impollina la morte

16

QUEL SENSO DI

aspettando sempre qualcosa
qualcuno:
in attesa giungano da un dove
riconoscibili
un nome una voce –
quel senso
di sperdimento quando la vita
è a chiederti
dove sei tu

quel senso di…

aspettandoti –
aspettando di nascere

(2009)

17

LIBRO

mastica piano la morte
il libro del corpo – orecchio
del cuore – : fatuo
risillabare palpiti di soli
fino all’ultimo
rigo-respiro

-congelato di bianca luce

(2009)

18

EFFETA

di Dio il dito
la saliva il fiato

ri-fiorisce vita
in cuore
disabitato

19

NASCOSTO STARO’ NELLA ROSA

finché non avrà inghiottito
il tempo osceno il suo grido
nascosto starò nella rosa
azzurra

perché non intacchino
i veleni del mondo
la bellezza del cuore

(2009)

20

VITA IN SALITA

vedersi su un piano
inclinato esistere –
sperdimento in
lunato albeggiare
su deriva dei sogni
-lama nella mente-

incrinata azzurrità
il vetro del cuore

21

LA LINEA SOTTILE

non crederlo un viaggio
interspaziale o come andare
sulla luna ora più “vicina”:
è varcare quella linea che
divide l’essere dal Sogno
infinito: l’oltretempo ai bordi
della luce ove fanno corona
frange angeliche ad accoglierti
veramente v i v o

22

WILLIAM BLAKE

cielo riflette l’occhio
interiore che veste
luce

specchio
d’azzurro dimora di
cherubini a te
benevoli

23

A COME AMORE

a come Amore
a-mors non morte –
prima del tempo
non c’era che amore: quello-che-muove-
il-mondo: danza nel cielo

della Luce-pensiero: della notte
a scalzare le tenebre

24

VERSI PER UN TRAMONTO SUL LAGO

[fine anno 2009]

(perle d’acqua ed ali)

oro trasfigurato in sorriso
di sangue /
cenere / silenzio
d’ombre

.

COSPIRAZIONI DI ALTROVE

2010

25

A STEPHANE MALLARME’

tenue rosa d’albore

nel cuore fiorite di cielo

26

DENTRO SILENZI D’ACQUE

sul lago s’è alzata la luna
dentro silenzi d’acque
è dolce la luce
nel respiro
delle foglie una smania che dilania
abbraccia i contorni della notte

(2010)

27

HO SOGNATO DI ESSERE TRASPARENTE

vortico in un vento
di luce

da fenditure di un sogno
spio il mondo

(2010)

28

CONSAPEVOLEZZA DELL’ESSERE

tanto piccolo sei e disperso
come pulce sul dorso di un mulo *

ma il cuore che non può morire
infiniti universi racchiude

*da una frase di Erri De Luca
intervistato dopo il terremoto di Haiti

29

EMANUEL SWEDENBORG

lasciami entrare nel tuo sogno
adesso che col soffio di Dio
ne scrivi pagine ineffabili
pensieri pettinati di luce
eccelsa danza dell’aria
dalle labbra della notte stanotte
mi pare udire da un-dove-che-non-so
una sinfonia da musica delle sfere

lascia emanuel che entri
nel tuo Sogno

30

NELL’URLO

nel giro delle braccia
le acque del mutamento – le mani
a impugnare il limite

penetrare in sé
nel profondo – eredità
di cicatrici – dove si tende
una strada nel cielo

rigenerarsi nell’urlo
della croce

(2010)

31

UNA LUCE

non sarai tu a scagliarla la pietra
che negli anni sfasati
più d’una volta tornasti contrito
a casa anche se non t’accolsero
braccia festose
che ti specchiasti nel fondo più nero
del nero pure se non s’udì
canto di gallo quando
tradisti la vita spinto ad un atto
anticonservativo
che infine piegato
dalla croce una luce
a forma di un angelo fu
a strapparti dall’oscenità
del tuo tempo facendoti espandere
in un’emorragia di versi e di
energia positiva
che nel viola del tramonto
fosti padre e ora nel tempo
declinante sarà forse tua figlia
che ti farà da madre

32

GIORNI ORFANI

piange il mio spirito
nell’usura dei giorni
orfani di poesia

la morte della Bellezza

33

ALBERI CHE CAMMINANO

[ispirata a un intervento di Erri De Luca per Emergency]

a Madre Teresa
e altri ‘grandi’ fino a Gino Strada

il cieco della parabola vide
quel giorno
allucinate figure
uomini a forma d’alberi
che camminano

oggi dallo scrittoio del cuore
vorrei dirti gino
che insieme a te si alzano
dalla radice del bene

alberi che camminano
anche se
quasi nessuno li “vede”: santi
di questo tempo

(2010)

34

VOLTI AL CIELO

(ai martiri della cristianità)

(testimoni –
non maestri coi loro
fiumi di parole)

vòlto al cielo colui
che grida nel deserto – l’uomo
pneumatico – *

in visione celeste rapiti e
fulminati
sull’altare le mani
a benedire – rosso fiore
sul petto –

*per San Paolo è l’uomo spirituale

35

NIENTE DA PERDERE

appollaiata sulla tua spalla dalla culla
se la pensi ogni giorno quando
ti radi o vai a letto è per
esorcizzarla o scacciare la paura
dell’ignoto
fartela amica

la morte

-essa
non dissimile dalla vita: seme
che trama nel buio
cospirazioni del nascere-

e dunque: niente da perdere
col disfacimento se oltre il fragile
apparire sarai tutt’uno
con l’immenso corpo cosmico
nell’eterno girotondo dei
pianeti
nel sorriso di Dio

36

DAI CIELI DEL SOGNO

precipitare dai cieli del sogno
fino all’età adulta
richiami di sapori
di voci l’odore
del mare inalare il vento
salato sibilante sotto
le porte –
gibigiane echi
liturgie
di memorie
l’iniziazione del sesso
i segreti

cieli dell’adolescenza
passati come in sogno

(2010)

37

IL RAGGIO VERDE

[ad Agnes (Madre Teresa)]

filtra raggio verde
dalla porta
della conoscenza

vi accede l’anima
assetata in estasi

sanguinando amore

(2010)

38

ABITO CELESTE

(parusia)

“tutta la creazione geme…”

1.
da sogni di vetro e
da pioggia d’uccelli sarai
risvegliato

e
di luce
rivestito

(staccato il pungiglione
alla morte)

2.
e la tua lucy? e il tuo rex?
questi un’animula non sai se
ce l’hanno

di certo gli manca il senso
del trascendente
essi non si sporgono
sulla loro morte
a cogliere
il proprio profilo finito

39

GRAFFIO

[leggendo “Lume del tuo mistero”
di Giovanni Giudici]

graffio di demone mi brucia
seguitando sua scia di miele

40

SOGNO BAGNATO

[dalla parte dei traditi ed uccisi]

vedere l’angelo
della morte
entrare nel mio sogno

ed io riverso
sul selciato
lo stupore del sangue
le viscere nelle mani

“tu quoque brute”
… per mano di chi
si credeva amico

(2010)

41

NEL GIRO DI POCHE LUNE

questo corrermi nel sangue
del transeunte l’istante
mai vissuto appieno

questo accadermi

42

COSA RESTERA’

siamo mistero a noi stessi
cosa resterà quando dopo
di noi sarà a sopravvivere
finanche l’albero
vetusto del giardino di fronte
e le suppellettili e i cari libri

la tua la mia storia
scritta sull’acqua

(2010)

43

PREGHIERA

dinanzi all’Assoluto
misericordia mi vesta
di un abito di luce

amen

44

VERTICALITA’ (AL NEGATIVO)

carpe diem epoca
di trapasso
il linguaggio i riti
stravolti (e la
famiglia? – e
la sacralità
della vita?)
“civiltà” del ludibrio
verticalità
saccente di chi
si crede dio
l’autentico violentato dal
mediatico
narciso edipo in
annuvolati cieli
ingombranti la
psiche
l’aprirsi
in essa di
crepaccio
-la sua
bocca ad urlo

45

IL SOGNO

(insensatezza della storia)

il sogno di riavvolgere
il film della vita

utopia – sebbene
affrancato è il cuore

dall’essere eterno
e mortale

46

ERA IL PROFUMO

nel mezzo della notte un ululato
alla luna (o mi è sembrato?)
ho fatto che voltarmi
dall’altra parte
come in un sogno lucido mi vedevo
librare oltre le nubi in levità
l’altro lato mi appariva il versante
luminoso di ancestrale armonia
esso non era che il vissuto
compreso in una bolla d’aria
un frammento d’eterno
mi espandevo su quel versante lucente
linea sottile del sonno dove
poesia era il profumo
del mare
mare aperto

47

SEI DEL CIELO

chiedere a Dio quella protezione
che il mondo non può dare

rifugiarti a quel nido dove
Egli attende come una madre
il suo piccolo perduto

nuda allo scoperto
sei creatura nata per la terra
-ma del cielo-

dove sempiterna dimora
Compassione

(2010)

48

INVERNI

quanti ancora ne restano
nel conto apparente degli anni
incorniciati nella finestra i rami
imperlati di gelo e la coltre
candida che copre
anche il silenzio dei morti

immacolato manto
come una immensa pagina bianca
la immagini graffiata da
due righe di addio
il sangue delle parole già
rappreso mentre
è lo spirito a spiare da un
lembo del cielo

(2010)

———————————————–

CASA DI MARE APERTO

2011

49

IN QUESTO RIFLESSO DELL’ETERNO

credimi vorrei dirti che quanto
avviene anche là avviene
oltre le galassie oltre
lo specchio dei tuoi occhi amore
anzi certamente è presente
da sempre in mente dèi
imbrigliati noi siamo in un giorno
rallentato
noi spugne del tempo
assediati da passioni sanguigne
credi mia cara che quanto
avviene semplicemente
lo rappresentiamo
sulla scacchiera del mondo
noi essenze incarnate
in questo riflesso dell’eterno
dove l’anima si specchia
mentre ci appare infinito
mistero la vita – miracolo
tutta questa luce che
ci attraversa

50

DELL’OLTRE IL DOLCE SENTIRE

dell’Oltre il dolce sentire
apre sogni e lune

mi è specchio il cielo

51

L’ALTROVE

questa casa di vetro
eretta sulle nuvole
concepita forse in sogno
sai cara
si sta di un bene qui
l’erba folta alle caviglie
uscendo nel sole
vieni

52

ULISSIDE

noetica luce
a trapassare aneliti

su aperti mari dei sensi

53

DA UNA PARABOLA

“non puoi servire due padroni”

scrivere con la luce
la vita la morte
vestire
di primavera i gigli

non così l’uomo
dal suo apparire

preso nel vortice
delle cose
egli scrive su sabbia l’avere

-nel cuore la paura
del bambino

(2011)

54

NOSTOS

Siamo… fatti di orizzonte
Andrea Zanzotto

in lampi di visioni
vita sognata
con occhi di cielo

il sangue ad ascoltare
la verde età
fuggitiva

(2011)

55

COME UNA MADRE

irradiata
benevolenza
da madre cosmica:

fragili creature
a suggere luce
da poppe del cielo

56

DEJA’ VU

e ci sorprendiamo
a un viverci addosso
noi gli occhi riempiti di luna
smaniosi di un certo
non-so-che
quando tornano le stagioni
delle promesse di luce e voli
i luoghi onnipresenti
fra lampi di memoria
un cancello uno sguardo
rubato oh l’emozione
di quei momenti impressi nel
sempregiovane cuore
gonfio di vissuto
ora sorpreso da una lacrima
mentre fluttua lieve in uno stadio
di sogno che sa di eterno

(2011)

57

L’ INVITATO

ho sognato che l’ultimo giorno
era anche il primo della mia
nascita in cielo come stella
-o se atomo o fiore non so dire
ma ero più che mai vivo-
che annullato ogni affanno
mi vestivano da festa angeli belli
giacché quel giorno ero io
l’Invitato – anche senza
esserne degno –

58

NEL CERCHIO DI DOLORE

nel cerchio di dolore
lo tiri in ballo – ed è sì umano
quel “Padre perché m’abbandoni”
occhi rovesciati e veste
di sangue –

tu cerchi
una via d’uscita
eviti la porta stretta

59

FOSFENI

a Maurice Maeterlinck, drammaturgo

è finestra sul cielo
il cuore invaghito a carpire
fòsfeni lampi

tu custode
dei sogni – dal cuore puro –
ti libravi come
i tuoi uccellini azzurri
che “si nutrono di raggi di luna”

e
si espandono
nell’Inconoscibile
tra svolìo di ali…

(2011)

60

“DAI TETTI”

chi a invadere il campo
“uomo”
se non Colui che a te
in libertà si concede
(nessuno “incapace”
del suo amore immenso)

vedi: la vita non tarda a guardare
che in un senso: “dai tetti
in su”

61

VENNE A TROVARTI LA POESIA

giunse come un vento lieve
a frugarti le pieghe
dell’anima
e guidandoti verso stanze
inconsce
mondi paralleli ti apriva

ora sperimenti
il tuo daimon
-a divorarti
per sempre

(2011)

62

SI DICE DI AGOSTINO

[Al Dottore della Chiesa
il quale dava da “masticare” il Verbo]

si dice di Agostino – era forse
un sogno? –
gli fosse apparso un angelo-bambino
che voleva raccogliere
con una conchiglia
tutto il mare in una buca

la morale tra le righe: nulla è
impossibile a Dio

(2011)

(prima che passasse nell’aria e fosse aureolato
da giovane Agostino era un dissoluto)

63

FRAGILE PALPITO

in una selva di gridi
come lepre braccata
dal tuo incondizionato amore:

Tu che governi i cieli
“bisogno” hai di me?

perché pungoli questo
fragile palpito

fino al sonno della morte?

(2011)

64

OLTRE IL VELO

nulla si disperde

la banca del cielo
a custodire i fondi –
bagaglio di vita
dolore-amore

nulla va
perduto – chiusa
l’ultima tua pagina
di vita

bagnato di Dio
sarai
al suo appello

presente

65

L’OFFICINA

[ispirata dalla definizione di sé
di Quasimodo: “operaio di sogni”]

sgusciante come anguilla
l’ispirazione
puoi lasciare ti visiti
quando non te l’aspetti
si levi allora
questo sole interiore
in sogno o ancora nel dolce
dormiveglia prima che sia giorno
come un bianco palpito

… ti alzi la mattina ed è quasi
un miracolo
il silenzio dell’officina

66

DI UN DOVE

di un dove
d’un altrove

striscia
di luce verde la mente

l’interrogarsi serpeggia
si morde la coda

(2011)

67

MARE DENTRO

riverberi maja di luce

rosso schermo dietro
gli occhi (te supino) in
barbagli a lenti
tratti

le vene del mare coniughi
con geometrie
di gabbiani sul filo arcuato
d’orizzonte

questa vastità
di cielo e mare
dentro – le
anime del mare –

… come perdersi

[Pola, 6 agosto 2011]

(2011)

68

COME UN IRRADIARSI DI CIELI

Amore è una parola a rischio
Nelo Risi

Amore è

come un irradiarsi di cieli
anteriori

esaltazione al calor bianco

o
pane impastato con lacrime

un lungo lungo gemito più
che sospiro di vento e foglie

casa del sole e delle ombre

dove disarmato
è il cuore

(2011)

69

CONGETTURE

si vive
per approssimazione

si sta come
d’autunno…
di ungarettiana memoria

o
dall’origine
scollàti dal cielo
a vestire la morte

fino
al fiume di luce che
ci prenderà e saremo
un’altra cosa…

congetture

ma lasciatemi sognare
un sogno che non pesa

(2011)

70

ALEPH

nell’oltre non c’è ombra
-lo sai- ombra che ti possa
nascondere allo sguardo

è una chiarità che t’attraversa
non come qui che guardi
per speculum in aenigmate

lì non si consultano dizionari
né atlanti: sei tu la biblioteca
il motore di ricerca

-alfabeto voce conoscenza- :
nel Tutto tu sei e tutto
è te – (l’aleph del poeta cieco)*

è dove ti si svela ogni
contrario – la vita non è prima
della morte

*Jorge Luis Borges

(2011)

71

AVEVO PERSO LE CHIAVI DI CASA

(conversione del non più ragazzo e non ancora uomo)

nuvole a stracci
che promettono pioggia

… dai recessi una voce
catartica
a sovrastarmi a farmi
piccolo

la faccia contro il cielo
mi ritrovo
assetato

72

LADRO DI PAROLE

[l’ispirazione della poesia]

la farfalla immagine-pensiero
sotto la volta del bicchiere
-della cattura l’ebbrezza ma d’un solo
attimo e poi il volo…-
la destrezza nel carpirne la luce
frangente nei colori –
l’inavvertito suono

(2011)

73

NOI ANGELI

sospesi nel tempo
a frange del cielo

noi angeli
caduti

mendìchi d’amore

74

DEI ME STESSI

l’esistere
l’evanescente:
un volgere altrove

la vita
vista come
sogno di me

dei me stessi

75

MI SPECCHIO NELLA MIA TRASFORMAZIONE

quando il mondo continuerà
dopo di me

a chi vi dirà lui non c’è più
fategli uno sberleffo

76

ANAMORFOSI

[ispirata da un sogno
la notte del 20.11.11]

come amante
mordicchiare
lo spazio-carne

… e i denti frantumati

… e non riconoscersi allo specchio
(bambino e vecchio)

(2011)

77

L’ALBA CHE SA DI NUOVO

Per fortuna ciò che sta per nascere è il giorno.
(Fernando Pessoa “Il libro dell’inquietudine”)

la si vive nel sangue la nottata

ha uno spazio aperto
l’alba che sa di nuovo
al rango della luce

78

D’ UN PRESENTITO CHIARO D’ ARMONIE

d’ un presentito chiaro d’ armonie

d’ un trasognato dove

vivi e scrivi

-tuo credo-

tua casa di mare aperto


D’UN PRESENTITO CHIARO D’ARMONIE

POESIE DELL’IMPERMANENZA

1

DISTACCO

farsi fragile foglia
appoggiata ad una spalliera di vento

(2011)

2

EVANESCENZA

in trasognato sfarti figura
-quasi rito-
t’invetri
incielata diafana

3

COS’E’ IL MARE

non puoi spiegarlo
alla bimba dagli occhi di luna
se non l’ha mai visto prima

se non è rimasta rapita
dal ricrearsi sull’acqua
di riflessi dorati
-ed è poesia…

lei può solo sognarlo – il mare –
come una carezza di vento
salato e spazi
aperti e voli

vederlo nel proprio cielo
alla stregua in cui s’immagina
un altrove
chiamato paradiso

(2011)

4

NASCITA

come appena
emerso

da naufragio di sangue
a luce
ferita

rosa
del tuo fiato – madre –

(2011)

5

IL CAMBIAMENTO

(sfogliando la fine anni ’60)

una luce pensante
di sorpresa
visita il cuore
che si è negato all’altro
da Sé
al suo versante celeste
-per giorni spavaldi
da cucire sulla pelle

(ora è un coniugarsi all’opposto
il restarvi connesso
è l’attesa
-in traslucere d’anima arresa-
che Colui che t’invita ti dica
“amico vieni più avanti”
-cfr Lc 14,10)

6

NEGAZIONE DELLA MORTE

inargenta sul mare la fine del giorno

sapere che Qualcuno
da sempre mi conosce

notte d’ossidiana ora m’avvolge
mi sogna nelle vene del buio
io
non posso morire

morire alla vita…

(2011)

7

VORTICE DI FOGLIE

distrazione
del Supremo – dici – la nostra parte
mancante? ovvero caduta
d’angelo nel mare-mondo?

non siamo
che un vortice di foglie

ma se il precipitare
in se stessi è in vista di risalita
(alla notte
segue il giorno)

allora non esiste
-sai- chi potrà recidere
questo cordone ombelicale col cielo

(2011)

8

ESTASI

avvitato nel rosso
tuo palpito

m’incielo

9

L’ENERGIA S’ADDENSA

l’energia s’addensa in un tempo
rallentato

-noi qui nel divenire

-palpiti d’anima e cielo

(un
trascendersi)

(2011)

10

AMORE E’

Amore è una parola a rischio

un irradiarsi di cieli…

esaltazione
al calor bianco

o
un lungo gemere come di vento
che squassa
-sottile
“privilegiato” dolore

dimora di sole e d’ombra
-dove disarmato
è il cuore

*Il primo è un verso di Nelo Risi

(2011)

11

RADICI

potrebbe accadere che a volte
ti domandi
se ti trovi in un sogno o
un déjà vu

un sentirti perso – fuori
dal tuo centro – quasi senza
un io reale

… e in quel frangente
aggrapparti con l’anima
a radici del cielo

-come ad una madre

12

NON E’ CHE UN PERPETUO TRAMARE

la vita ha in tasca la morte
-siamo noi
divino seme:

non è che un perpetuo
tramare
“cospirazioni” del nascere

miracolo d’amore

(2011)

13

COLUI CHE INTINGE

non si estingue questo fuoco
che passa per la carne del cielo
-il mio abbracciare dalla croce il mondo
-il tuo trafiggere nei secoli
questo Cuore senza più sangue

di giuda è piena la storia – tu
guardati intanto da chi
credi un amico:
è quello che con te condivide
il pane la luce l’obliquo raggio
degli occhi

(2011)

14

IL ROVESCIO

capovolte
le apparenze

… se era questa la vita – ti chiedi –
figura d’un sogno che
se stesso sognava…

15

VERTIGINE DEL CERCHIO

vertigine e chiusura
del cerchio

compasso che gira sulla punta
per mano dell’angelo personale

… l’uscita dal cerchio

-nella luce

16

LA BELLEZZA DELLA ROSA

[ispirata da una omelia]

le tue scelte abbiano
profumo di Paradiso
-anche se
verità attira
l’odio del mondo

la bellezza della rosa brilla
del sangue sulle spine

(2012)

17

L’EGO

ovattata vita
di chi l’altro non “sente”
-muro eretto
con impasto dell’ego

inutile imbiancarle
le pareti pregne di dolore
-sale silenzioso l’urlo
fino al cielo

(2012)

18

SOGNO UN MARE D’ERBA

(a Walt Whitman)

amo le tue odi dolce vecchio
Whitman –
un lampo ed ora ti vedo
tra nubi giocare coi capelli
di Dio Padre (tu ritornato
bambino) – ed ecco
ti si ricongiunge l’ex
“allievo” – il profeta *
barba-di-luce – fluttuante
nel mare d’erba del cielo

*Allen Ginsberg, che s’ispirò a Whitman,
morto il 5.4.97

(2012)

[poesia del 2000, ripresa nel 2012]

19

IO ERO LA’

(nella ricorrenza dell’11 settembre)

quasi un assentarmi da me (stato
catatonico davanti allo schermo)
(auto-
difesa inconscia per non viverlo
quel momento?)

-ma io “ero” là
tra vite spaginate nell’aria:

io presente-assente
stagliato contro un cielo stravolto

…e in me

cadevo

(2012)

20

IL RIMEDIO

non lo trovi in nessuna
enciclopedia: malessere e
rabbia si contrastano
con meditazione e preghiera rubando
spazio alla bile – ripudiando la
pratica di chi
si disistima
con alcool e pasticche a effetto
placebo (col pensiero
-inconscio- di sparire)

21

AD ANTONIA POZZI

Poesia – azzurra
eco del cuore –
sei musica che piove
pulviscolo dorato nelle stanze
della Bellezza

-eterna armonia

(2012)

22

MILLE E PIU’ PAGINE *
(ah la poesia!)

sulla spalla mi pesa la merini
tornando dal mare un cambio
spalla versi da ruminare
in un vago giro di pensiero
nell’aperto cielo
istriano
in questa canicola agostana

[Porec (Parenzo), ferragosto 2012]

*Alda Merini, Il suono dell’ ombra, Mondatori 2010

23

AD UNGARETTI

nel carnato della terra
d’alessandria -zolla
palpitante nel sole

nascita di un dio minore
a battesimo d’inchiostro

(2012)

24

COME IN SOGNO

[a chi è affetto da attacco di panico]

come nel sogno quando
a quattro zampe ti trovi
-impotente-
a graffiare la terra in salita

… poi la libertà del risveglio
mentre ad allentare
la morsa è quella
impressione di morire

25

ALLA MENSA DEI POVERI

[ispirata da una intervista in tv
il 21.10.12]

-nella vita chi non si dà muore
mangia se stesso- la saggia
ultraottantenne (cuore fanciullo)
sentenzia servendo
ai tavoli con fievole voce quasi
d’un fiato

luogo ospitale dove tutti
-alla buona- ci si dà una mano: sono
per un piatto caldo ma non
vogliono pietà –

(incorniciati nella finestra dai vetri
appannati sagome d’alberi
senza chioma nell’autunno
inoltrato – al caldo
la nuvola di vapore dalla cucina offre
un che di magico di familiare)

26

NELL’AZZURRO RIFLESSO

(ad un corrispondente immaginario)

un altrove in me ride sereno
-ti scrivo oggi col cuore

come vorrei -in quest’ora benigna-
che la sprezzante tua penna
s’intingesse
nell’azzurro riflesso
dove sputi

27

GLORIFICARE LA LUCE

(a un martire della cristianità)

complice il buio: a perdersi fra
le cose i gesti – nessuno
ad ascoltare il Grido – Dio
dov’era…

nessun canto d’angelo
-il suo cadavere trafitto
sulla punta delle stelle

(2012)

28

UN SENSO

vorrei con le parole aprirti
questa vita come una mano
Franca Mancinelli
da “Mala Kruna”, Manni 2007
.

se sei in ritardo sulla vita
sulla sua “tabella di marcia”

… alza gli occhi al cielo
datti un senso

la vita una

pensaci

aggiusta il tiro


D’UN PRESENTITO CHIARO D’ARMONIE

29

QUESTO SOGNO

nel momento che
questo sogno di carne
si trasfigura
in cristalli di luce

una nuvola di uccelli
uscirà dal suo arioso
cranio

a glorificare il Signore

(2012)

30

LUCE CATARTICA

uscire dalla notte
con passi nuovi
con occhi nuovi

bagnato di Dio

31

NEL SANGUE DELLA PAROLA

[scritta a Capodanno 2013, a 26 mesi
dalla morte di Alda Merini]

nel sangue della parola il canto
tuo del tuo amore
per la vita
segregata incompresa crocifissa

nel sangue della parola
l’azzurro
canto della “follia” che sale
dalle sbarre di carne dei manicomi

nel sangue della parola il grido
dell’innocenza violata e dei
diseredati che tu amavi
tanto

32

DEDICA

credimi alda: a te io canto
con un’ala spezzata

(prendere il volo
vorrei – oh sì vorrei…)

sul sangue della bellezza io canto
d’un presentito chiaro d’armonie

33

AVE MARIA

il nuovo giorno si china
sull’azzurro tuo manto

bagnato mi so della tua
grazia – Gospodine *

*in croato è la Madonna

[Pola, agosto 2011 / Torino, febbraio 2013]

34

Il SE’ L’ENIGMA

limitato il senso del
chi siamo

“per speculum in aenigmate”

sarà il prismatico Sé
-dentro- a sognarci?

35

VITA A ROVESCIO

sarebbe vita a rovescio questa
perché
gli ultimi saranno i primi?

considerare tutto
vanagloria?

capovolte anche le
apparenze

non abita qui la trasparenza

36

L’IMMAGINE SPECCHIATA

l’uomo “affamato” grida
la propria fame di senso

finché nella luce
inaccessibile
-che smemora il finito-
non combacerà col Sé
l’immagine specchiata

(2012)

37

FORGETFUL

ti supera la luce – non
ti appartieni che in parte cerchi

nel sangue l’immemore
tuo nome

38

L’IRRIVELATO

Lui l’Irrivelato
si fa trovare
se provi a squarciare la
maschera che indossi
… così
sarà come trovarti
in una selva di gridi
lepre braccata
dal suo amore esclusivo

39

KRONOS

fratto il Tempo

non più riflette
lo specchio – esser vivo
quasi una finzione

Sogno congelato
dove si piega
il cuore

-senza remissione-

(2012)

40

COMA

(esperienza di pre-morte)

sta per sfociare la vita
nel mare di luce – un rapido
sguardo di là in un tempo sospeso:
come un batter di ciglia: non era
quello il Disegno

41

LA VISIONE

ancora sono sogno e inizio
di pensieri e sento
un angelo con l’ali
vellutate coprirmi

nel bianco silenzio
allagato di luna
mi do d’amore mia “fuga”
nell’intima mia essenza
sorda al mondo

(2012)

42

CANZONE

[ispirata a una poesia del 2006]

spiove luce
di stelle e in cuore
echi di pace-
vedermi in tutto
col mio sognare
il vissuto
vita sognata

… spiove luce
di stelle stasera
guardare gli anni
in cuore spogliati

43

VERTICALITA’

dolore non solo quello
da carne-urlo animale
ma sublimato
negli assi della croce
guardando in divenire
là dove conduce
Passione per la porta stretta

(2012)

44

AL NOSTRO CENTRO

come in sogno ci desteremo
in un’altra maniera * –
giungeremo
al nostro centro dove
in eterno si brinderà col sangue
della passione al desco
dei martiri e dei santi
-amen-

*”dimensione” espressa in un verso di Pessoa

45

DIVAGAZIONE SULLA MORTE

è il morire ciò
che affratella –
ma davanti al mistero chi non resta
confuso: nessuno a farci
un fischio dall’aldilà e
il dubbio è che sia come
un impalpabile sogno o risibile
sorte

esoterismo karma re-
incarnazione: per nessuno
c’è il nulla e la morte
definitiva

(2012)

46

PER LUNGA ARIDITA’

(drastica soluzione
disincagliarsi dalla vita
prenderla “per il collo”)

per lunga aridità
creativa c’è chi
si autoelimina

47

L’ESCOGITARE

(leggendo Montale)

l’escogitare non è sapere

nulla sappiamo
altrimenti sarebbe dissoluzione

(si sta come in sogno
in una sala d’attesa)

48

SENZA CARTA E PENNA

(semiseria)

a tratti l’anima
ora esulta ora si perde
nei bui corridoi di parole dove
una quartina balenante e poi indistinta
vuol farsi luce ma quasi per sfida
inafferrabile si fa
gioca a nascondino con lui preso
di sorpresa nei suoi vortici… ahi!
sprovveduto poeta che non sa
raccogliere in tempo un sangue vivo

(2012)

49

LA POTATURA

(a Pablo Neruda)

(in terra d’araucaria
è luce che tarda a congedarsi
il tuo poema mai finito)

non rami tagli ma versi
a carpire luce a quel sole
d’un generoso Iddio
e maturare frutti sanguigni
dolcissimi come
gli abbracci dei ritorni…

(2012)

50

DISQUISIZIONE SULLA MENTE

grossolano errore – mi spiegavi
col sorriso di chi sa –
scambiare la mente
col cervello: questi è del corpo-
contenitore mentre
la prima coi suoi azzurri
echi è parte della Mente
Universale che governa
la terra e questo essere
formica che la percorre…

la mente è cielo e l’una
contiene l’altro

51

DICE IL SAGGIO

sei del cielo
… ma avanti
negli anni ancora
non ti conosci

52

NEL GIORNO ACCESO

nel giorno acceso (avvolto
nel mantello del vento)
sporgersi da una rupe
di passione
in un amen
il ripercorrersi
di stagioni di là del mare
cogliere il fiore-essenza
del tempo
sognare d’essere quasi
una finzione
-la morte un paradosso

(2012)

53

UN DEJA’ VU

del luogo sente quasi il profumo
salire dalla terra
lo spirito che si piega
a contemplare

gli sembra di esserci già stato
o forse l’ ha sognato
… e quell’albero vetusto
sopravvissuto
a suo padre a fargli ombra
a occultargli
in parte l’ampia veduta
del mare quello stesso mare
che vide i suoi verdi anni

e il vissuto
(come in sogno) divenuto
lontana memoria

(2012)

54

STEP

pensieri distesi nell’ora
canicolare
… una lama di luce
obliqua sul letto e
nella mente
in sopore -in simbiosi
con lo sciabordio del mare-
il perdurare
il dondolio del corpo
fatto d’aria

(2012)

55

TURBINE VORTICA

turbine vortica intorno al chi sono

non altro sapere che la tua
inconsistenza

-ma a un tempo
di contenere un mondo

———————————————–

UN LEMBO DI CIELO

2014

1

D’AZZURRO

delirio di luce
d’azzurro

dell’anima
cerchiata di spine

2

IL QUADRO

lo vedi meglio a freddo da fuori
se non preso nel vortice della
sindrome di stendhal
meglio
che non lo stesso
autore immerso e perso
nella sua creazione
il sangue sparpagliato nei colori

(2013)

3

MOMENTO DI ESTASI

la felicità
è in braccio al vento

brucia questo tramonto in un volo…

4

L’ANGELO PORGE UNA GOMENA

l’angelo porge una gomena
di avemarie
all’anima che approda
-vela stracciata-
sulla riva del cielo
-dove ogni linea s’annulla

5

UN APPIGLIO

[Studiando una poesia (in questo caso propria) può venirne un’altra e forse un’altra…]

giorni sui precipizi
vivendo
in braccio a capricci del vento

un appiglio sarebbe il cielo
a rinascere
in echi d’inchiostro?

6

MARINA

sull’onda bianca della pagina
inavvertita la musa
come un’ala si posa e
si china discreta
a ricreare di palpiti un vago
sentire di mare

(2013=

7

VORTICE

sospeso in un limbo
gelatinoso o
risucchiato nel vortice
di porte girevoli…

affidarti a una
mano di luce per
uscirne…

8

NELL’ULTIMO

a Madre Teresa

di Cristo mi graffia
la bellezza

tocco
nell’ultimo la sua
dolorante carne

9

IL VERSANTE CELESTE

una luce pensante
di sorpresa
visita il cuore
sul suo versante celeste
da sempre in attesa
-in traslucere
d’anima arresa

10

MISTERO IN ME

mistero in me
io nel mistero
la vita come un’ostia
di luce
levata ad affermare
il suo ri-crearsi
la forza segreta
di stupire
il suo amare lasciarsi
scoprire

11

IL MIO POSTO

a David Maria Turoldo

nella tua costruzione
Signore dove
metti il mio tassello

quale
il mio posto:

sia pure
l’ultimo – ma
come Tu disponi:

indelebile
profumerà
per Te il fiore
del mio sangue

(2013)

12

IL VERSANTE LUCENTE

espandermi
su quel versante lucente
perduta armonia
dove poesia era il profumo
del mare
mare aperto

13

ALTA ENGADINA

diario [mentre “mi” scrivo spiando
il mondo da qui tra terra e cielo
]

è il caso di dire
un bianco
da ferire gli occhi
la parete del
ghiacciaio
riflettente una luce
quasi
ultraterrena

a bucare la notte
-mentre qui
mi scrivo

(2013)

14

CONDIZIONALE

vivi al condizionale
i segnacci rossi che
portavi a casa
scambiandolo col congiuntivo
privilegi il fantasticare
al condizionale
dando forma al sogno
così potrebbe
il fiume
risalire la corrente
camminare
sulle acque
si potrebbe…

15

CHI SIAMO

caduta la carne
svelati a noi stessi
(resteranno graffi
nel cielo a presenza
d’un vissuto stuprato):

non più un vedere attraverso
uno specchio in enigma
dove l’essere si aprirà
in fiore

(2014)

16

GIRO DI LUNA

giro di luna bivaccante nel sangue
baluginare d’albe e notti
che s’inseguono
dentro il mio perduto nome
per le ancestrali stanze un aleggiare
di creatura celeste
che a lato mi vive nella luce
pugnalata

(2014)

17

IL NESSUN LUOGO
(leggendo “Predario”, di Giorgio Luzzi)

cominciare da qui per un
mondo più prossimo alle
origini –

il nessunluogo
eletto

18

ALTRA VESTE

vedermi lontano
io che indosso parole
di carne
e alfabeti di sangue

… altra veste mi attende

19

LA RICERCA

uscire
dal porto -il cuore in mano-
issare la vela della
passione
dietro lo stridulo
urlo dei gabbiani
tra le vene bluastre del cielo
foriero di tempesta
squarciare
nel giorno stretto
il grande ventre del mare
che geloso nasconde
negli abissi
i suoi figli

(2014)

20

IL CAPO RECLINO

i cadaveri dei giorni di festa

-la spada
di damocle
dell’impermanenza
che a volte ti spiazza
a strozzare la gioia –

immaginarsi fuori
dall’ “impasse”
attraverso il sogno della morte
il capo reclino
sul foglio
graffiato da versi
“congelati”

21

NESSUNA STRADA MUORE

(Condivisione)

sentire
i fiori bisbigliare
col vento
all’unisono
un intonarsi
di voci sole
un respiro
solo –
svolìo di farfalle
sui colori
a inseguire
il fiato del giorno

22

GONFIE LE VELE

gonfie le vele
a soffio di preghiera
per l’ultimo porto

23

COME SE

vivere come se
non ci fossi

non riconoscerti come
il fuori del tuo dentro

-il corpo ad
accompagnarti

24

LA TENTAZIONE

(a Padre Pio)

estenuante lotta sanguinosa
poi alla luce ubriaca
del nuovo giorno ecco librarsi
sull’umano
azzurra ala la parte angelica

(2014)

25

L’OFFERTA

vagheranno le nostre ombre
la sera sulla terra
quando non saremo più
inavvertite
si chineranno sul fratello
come offerta
di perdono ad un’offesa
legata al sangue o alla lama
della parola
-balsamo sul cuore
inconsolato
sarà l’angelica
ala

(2014)

26

LA CONDANNA

(a tutti i carcerati e alla loro metà)

bianco urlo dell’altra metà del cielo

(tempo scandito
a elaborare:
due prigioni – di qua di là
delle sbarre
-patteggiare dell’essere
con lo stillicidio che squaderna le ore)

dal fondo del mondo
luce ferita dove è terra
di nessuno

dove il cappio
oscilla

(2014)

27

SCAMPOLI DI VITA

tra le pagine del cuore
sfogliate dalle dita del vento
passano bluffando con la morte
scampoli di vita

non può dimenticarci
la bellezza

(2013)

28

ALI

riscattare le ali
contro l’ingiuria del tempo
risalire
luce dopo luce
a un’alba rossa di vene esplose

(2014)

29

BRANDELLI D’AMORE

dammi Signore
un collante di passione

-atto di fede
che snudi il giorno-

per fissare nel blucielo
brandelli d’amore

pezzetti
di me

(2014=

30

D’UN SOGNO

casa sul mare dove vidi
la luce
sulla porta un ritaglio di cielo
a visitarmi i miei morti
venuti sembra
dal mare
sorridermi mentre
mi vedono
con naturalezza librarmi
falena contro il soffitto

(2014)

————————————————–

FRAMMENTI DI LUCE INDIVISA

2014

31

DOCILE ALLE TUE MANI

docile pasta alle Tue mani
plasmami secondo il Tuo volere

sgabello di gratitudine ai Tuoi piedi

farfalla lucente di Tue piaghe

32

SONO ANCHE ALTROVE

d’albore un tenue rosa
anelito d’espandermi
in fiorite di cielo

33

PARTICELLA

noi siamo tra l’angelo e
la bestia mi dici sciorinando tesi
astruse ma dove lo metti il
bosone di Dio così bene immerso
nella materia: l’infinitesima/infinita
particella che ti trascende è il
tuo Tempio e brilla di luce
propria

34

ALLO SCOPERTO

(a Francesco d’Assisi futuro Santo)

uscire nudo allo scoperto
un morire al mondo
spoglio
di alibi-corazze
il cuore che risale
in luce
sue macerie
la vertigine del tempo vuoto

35

ALZHEIMER

i suoi giorni
come un vortice di foglie
a dilatare deliri
gioca
con le ombre sui muri
vuole afferrare
la biancaluna
incorniciata nella finestra

alle prime luci riaffiora
un barlume
di quell’io bifronte
che ha perso la strada di casa

36

L’ESISTENTE

è dall’origine
della foglia la foglia-madre
così della parola
il cuore la luce
Verbo che muove
i mondi
il dio in noi
la bellezza dell’oltre

37

ANELITO

(a Sant’Agostino)

uscire dalla gabbia
di carne e fendere l’azzurro
con revisionate ali
lasciarsi invadere
dalla luce del Tuo volto
fulgente più di mille soli

38

AL PARCO

(fuori da un periodo depressivo)

vade retro male di vivere
nuova luce
di orizzonti leggo nello sguardo
dell’anziano sottobraccio nella
macchia di sole a farci isola
ora che nuovi
m’appaiono i semplici gesti
un sorriso una parola
forse questo
il senso mi dico
Lui ben sa
“utilizzarmi” al meglio
va-de re-tro mal du vivre
ti riconosco dal tuo odore
acre ti ricaccio nel buio
fondo

39

LA LUCE BUONA

riempire vuoti
di cielo
cogliere la luce degli occhi
una mano tesa
nel bianco grido
del vento

40

A LATO DEL CUORE

non voltarti
indietro – mi dico –
percorri lo stretto
marciapiede a lato del cuore:
nel profondo di te nel buio
di stelle calpestate
ascolta il grido
verticale
che da caduta si fa preghiera

40b

PRIMA DEL TEMPO

prima del tempo
non c’era che amore
quello-che-muove-
il-mondo
danza nel cielo
della Luce-pensiero
della notte
a scalzare le tenebre

41

UNA SPALLA DI LUCE

non ricusare mi dice
questa spalla di luce
e se ho lasciato
che ti perdessi è perché
dal tuo fondo mi tendessi le mani

non sia tu di quelli
“che non si voltano” e hanno
fumosa aureola
appoggiati alla
spalla di luce che
è l’Io sono

42

CERCHI SULL’ACQUA

sospensione lucente

petali vellutati fanno
cerchi sull’acqua

si staccano voli
dal tramonto

43

MIO SANGUE ALATO

tu come un’esplosione
all’aprirsi del fiore

vita: mio sangue alato

ah sentirmi avvolgere
nel risucchio del vuoto
tuo affamato

44

NELL’ARIA VEGETALE

si aprì il mattino azzurro
nell’aria vegetale
come un mare nel seno del cielo
e da una costola
per lui Egli la plasmò
dalle sinuose forme
a far tondi gli occhi vogliosi
d’un amore tendente alle
stelle

45

PIU’ D’UNA VITA

l’insistente
mostro della mente
e l’embolo d’ombre
e quanta
morte in questa vita
più d’una
a far nascere
ali
dove sanguina
la trasparenza

46

IL PREESISTERE

[ripresa da una poesia datata]

e tu a chiederti il perché
dell’effimera bellezza del fiore o
della breve luce che vive la
farfalla

e del preesistere
d’ogni singola specie non dici
che si sa nominata
e trasfigurata è oltre
quell’orizzonte dove
continuano
il mare i gabbiani nel fondo degli occhi

47

ULISSIDI

[ripresa da una poesia del 2011]

veleggiare verso lidi
dell’Origine
impastati di luce
alchemica
in fondo agli occhi
aperti mari
dei sensi

48

FAR POSTO ALL’ANGELO

dev’esserci forse un angelo
alla mia sinistra
e sì che per natura
non sopporto nessuno da quel lato
camminando per strada
che non sia una benefica presenza

chi mi accompagna nella luce
declinante degli anni
non sa di dover fare
posto all’angelo

che provvido
mi aiuti a scalzare
ogni giorno la morte

49

QUEI VERSI PERSI

[nel percorso col bus verso Brescello]

poi di ritorno a sera
carta e penna o se vuoi tastiera
il bianco che ti fissa
e ti ci perdi
un muro
la mente un muro
provi con un verso
impreciso poi un altro
ma no non era così
che l’avevi pensata
eppure ce l’avevi tutta lì
come una cantilena tra veglia e
sonno negli occhi la confusa
striscia bianca sulla destra
ed eri in uno stato di
tortura-goduria
trattenendoli ancora quei versi
ma ora niente
un muro la mente
risucchiati da un buco nero

50

BORDERLINE

[ispirata a un’altra mia poesia a tema sociale]

la tua carne dolorante
tu crocifisso alla
sopravvivenza
non un tetto un letto d’amore
i figli
sconosciuti
cieli caduti nel fondo degli occhi
ti perdi
tra i rifiuti dove
sembri cercare brandelli
di quella vita che ti ha tradito

51

CIELI BIANCHI

cadute virgole
dalle pagine dei giorni
come un assordare di cristalli

poi brividio
di luna nel cerchio delle sere
cieli bianchi di silenzi

a propiziare un appiglio
per reinventarsi
la vita

52

NUVOLE VAGHE

le nuvole vaghe a guisa di pegaso
o capra e in pacato risveglio
il sangue del tuo ieri connesso
alla vista del bimbo nel levarsi
dei piccioni in volo davanti
ai gridolini acuti e
più a lato
della piazza il vecchio
in carrozzina
tornato bambino a ricordarti
l’esistere parabola
di carne
nel pulsare dell’universo
e il conto degli anni
i voli pindarici del
sognare

53

CIELI INDIVISI

i voli pindarici e
come in sogno il passato
divenuto memoria di voci
impalpabili essenze
residenti in un altrove
di cieli indivisi

54

VITA DI MARE

essere circoscritto
nel tuo spazio ti sta stretto
assumere come l’acqua
la forma
del suo recipiente ti deprime
aneli come la sorgente
alla sua foce
amalgamarti coi fondali marini
conoscere
l’alfabeto dei pesci
gli anfratti i fatti
del giorno dispute e amori
coordinate d’una
vita di mare in divenire
le tempeste che tengano
l’anima tesa sul grido
come achab

55

LA TUA STAGIONE
(a Rimbaud)

in echi d’inchiostro
verde virgulto tu
esploderai

vergini pensieri
incolli nel tuo cielo
ispirati a scandire
la tua stagione
età dell’oro e
“maledetta”

56

NON MANDATE A CHIAMARE

[rifacimento di una poesia del 2012]

quando il mondo continuerà
dopo di me

non mandate a chiamare prefiche
che versino lacrime sul
contenitore del corpo-contenitore

e a chi vi dirà lui non c’è più
fategli pure uno sberleffo
com’è giusto che sia

57

IL TUO DETRATTORE

come a dire quello
del “tu pensa per te”
l’alterego che
va col lupo seguendo
la pista del sangue
lo stesso che ti seduce e
lo sguardo svia dagli occhi
forti della luce

58

IL TUO DETRATTORE 2

quello che
in un buffo di vento
fa orfano di stelle
il tuo cielo

dimora dell’angelo
compassionevole

59

LUCE ANNODA

luce annoda le voci
nell’aria liquida
fuoco delle attese
dove
anime si cercano

-un fiume d’echi

60

SIMILE ALLA VITA

simile alla vita il morire
mi dici
naturale ma strano se ci pensi
vi si entra con uno schiaffo e
se ne esce con una
manata di terra

con un io ridimensionato
m’immagino di sparire
come chi in sogno segua
una successione di stanze
allora uccelli vedrei uscirmi
dalla testa
nel becco i versi d’una vita


TRASFIGURATI ANELITI

(2014)

61

E’ DA GIORNI

è da giorni che
persiste una visione
come di creatura uno scricciolo che
voglia nidificarmi nella testa
decido di adagiarla
sul bianco della pagina-lenzuolo
con la delicatezza d’una nutrice
quasi ne tremo ed è
un tripudio del sangue
come chi trovi un tesoro

62
NUOVA POESIA

non dirmi
che questa in grafia minuta
è “inconsistente” come
la mia “collezione di farfalle”

cielo grigio si riflette
negli occhi

-unforgettable

piove l’immagine
di te attraverso il vetro
mentre

il marciapiede si allontana

ho da dare i miei occhi a quel che passa

63
RINVERDIRE

aria screziata
d’umori anonimi
in un rigurgito
rinverdire dell’anima
dissolta quasi nel bailamme
biancore di cieli
dove annegare
il grido

64
ELDORADO

aneliti annodi al tuo giorno
novello ulisside
voci di conchiglia echi
si fondono
col sangue in luce
nel sogno di eldorado
rammendi la tua vela stracciata

65
DIVAGAZIONI SULLA FISICA

[Poi come una macchia anche questa vita
sparisce senza traccia.
Durs Grumbein]

ti convinci che l’io sia
un riflesso condizionato
-e il mondo? il mondo dell’occhio

l’Io-sono è l’Orologio cosmico
e non è più un mistero la particella
detta il bosone di Dio

una danza di cellule e -incredibile-
una montagna di materia contenuta
in un cucchiaino!

66
CRITICI
(semiseria)

ti mettono a nudo sulla pagina-lenzuolo
ravvivano il grido di luce
della parola sofferta
concepita nelle viscere
ove hanno asilo le lettere del sogno
vanno con la lente fino
all’intimo pertugio
ti spellano rivoltano
risalendo al lampo
della musa
dove regna la parola annunciata
hanno l’aureola da edotti
sotto i soli bianchi delle lampade

67
NELL’INDACO CIELO DEL SOGNO

a Walt Whitman

nell’indaco cielo del sogno
odo l’aedo
cantare le tue odi
con sottofondo di musica celeste
mentre
fluttuante nel mare d’erba del cielo
tornato fanciullo ti vedo
giocare coi capelli di Dio

68
IN DIVENIRE

appoggiato alla spalliera
d’aria del divenire
tu –
arcoteso
futuro anteriore o
tempo che ti mastica
sangue del pendolo

69
VITA CONTROMANO

(a James Dean)

teso sul grido
d’una vita contromano
animo di ragazzo bruciato
a perderti in un oceano di
spleen
brami ti visiti in sogno
nel risalire dagli anni
la dolce madre
-profondità celestiale-
le dita affusolate
nei capelli

70
NELL’ARCO DEGLI OCCHI

andare come su cocci
la pelle dell’anima
tesa come tenda
oltre le stanze viola della mente
vedere
infine quel male oscuro
uscire dal tuo specchio e
il fiore della grazia
aprirsi a ventaglio
nell’arco degli occhi

71
SULLE LABBRA

(ad un interlocutore immaginario)

come dire ferire di penna
tu a dileggiare il vero
intingendo nell’azzurro
eludendo l’angelo

poi svanirai nella luce
anche tu
qualcuno al tuo capezzale
forse potrà leggere il verso
più bello
sulle labbra morenti
mentre invochi la madre

72
ALTRA VESTE
(rifacimento di una poesia inizio 2014)

un vedermi lontano
io che vesto parole
di carne
alfabeti di sangue
da me lontanissimo
ché ad altra
sembianza anelo
per voli su mondi
ultraterreni

73
LA NOTTE LATERALE

[rifacimento di una poesia del 2006]

è il gravitare dell’ombra
che ti segue a lato
o l’orbitare dell’unghiuta morte
questo saperti
enigma
vederti come
in una vertigine di specchi
a scalare la notte

74
I RICORDI DEL CUORE

quel po’ di stordimento
dopo un bicchiere di troppo
è la vita che scorre al contrario
la brezza marina la mente a vagare
resuscitando fantasmi
ti risalgono dal profondo abbozzando
la smorfia del pianto
il loro grido a confondersi
con quello dei gabbiani
bianche creature danzanti
sulle onde crestate
che a beccate ti sembrano
straziare
i ricordi del cuore

74b
KRONOS

fratto il Tempo
non più riflette lo specchio
–esser vivo
quasi una finzione
sogno congelato
dove si piega il cuore
senza remissione

75
MAGNETICI OCCHI HA LA NOTTE
(a Hemingway)

come una morte tenuta in vita
questa vita
compagna la bottiglia
che almeno stanotte allenti
quel suo morso
a ricucire lo strappo infinito
domani un colpo e
ti adagerai nell’ombra
occhi in liquido cielo
capovolto

76
FORSE UN ANGELO

a trascendersi in me
è forse un angelo
nel punto dove l’anima vibra
come diapason
e in un mutevole cielo d’occhi
mi asseconda
a snudare la bellezza
da frammenti di parole e suoni

qui nel mio sangue
ecco si leva il fiore
che non so dire

77
ANCHE TU A PRECEDERMI

(all’amico Flavio)

anche tu a precedermi
sulla via dell’Inconoscibile

piena la valigia
avevi di falci di luna
e di balenii di vergini aneliti

te ne disfacesti insieme al corpo
per “vestire” una verità nuda

oggi dallo scrittoio del cuore
a te mi volgo
e i tuoi versi mi suonano
come una profezia

78
OASI DI VERDE

sul lato opposto un po’ d’ombra
il solito giro poi
la panchina il libro
oasi di verde da respirare
vaghezza di nuvole a riflettersi
sulla pagina
e i gridi
dalla vicina scuola
di chi anela alla libertà degli uccelli
e la ragazza a fare footing
tempo quattro minuti tondi
e ecco da dietro l’isolato laggiù
ti rispunta la maglietta rossa

79
COME IN SOSPENSIONE

aria dolce della sera
unghia di luna
sovrastante
la linea cielomare
questo sentirsi
come in sospensione
un sognarsi altro da sé
a dilatarsi in un
ignoto spazio
mentre la vita impone
suoi ritmi

80
ALI DI FARFALLE

sono emerso da profondità oniriche
come da abissi senza scafandro
lì ho incontrato i miei morti

la luna si bagnava nei loro sguardi
dai sorrisi spiccavano voli
improponibili farfalle
ali enormi mi avvolgevano
in un senso di pace
mentre mi perdevo
nei loro vertiginosi colori
come in un quadro di kandinskij

81
NEL CHIUSO DELLA STANZA

le mosche assassine della mente
nel cantare il Tuo nome
nel chiuso della stanza

ah più breve sia l’arco
che da Te mi separa
e da questo naufragio di sangue
la Tua mano mi tragga

82
SAREBBE FORSE UN CADERE

sarebbe forse un cadere in demenza
meno devastante
che questo abbuiarsi del sangue
mostro della mente che
come un gioco m’intrappola
in un giro vizioso ed io
a mordere il giorno
come sfuggirgli dove nascondermi
uscire da me stesso
annullarmi
ah trafiggetemi stelle mare avvolgimi
nel tuo fresco lenzuolo
oggi è un penare che non sostengo più

83
UN LEVARSI D’ALI

stato celeste antimaterico
in sogno un levarsi d’ali
fiammante fiore
di sangue
disincarnato

84
FIORE DI SANGUE

vuoi bastare a te stesso
il tuo “assoluto” è polvere
che abita nella bocca dei morti
pazzia fare a meno di Lui
quattr’ossa in croce
altro non sei nella vastità di cieli
ma a un tempo quel fiore
di sangue del divino
in te profuma e canta
-urla la radice se la strappi

85
LE RADICI DEL CUORE

[Spunto tratto da una poesia del 2005]

cogliere una piccola morte
nello strappo di radice
dove altra ne nasce
dal suo grido

cogliere l’inesprimibile
di questo morire
che s’ingemma d’eterno

86
DELIRI

in buona compagnia
dei saltabeccanti piccioni
raccoglieva torsoli di mela
tra i rifiuti e
biascicava versi improbabili
parto dei suoi deliri

nel nosocomio
conobbe una sua pari
portava con sé dei versi
di campana e una foto sgualcita

lampi di visioni
a mordere giorni di macerie
poi un mattino li trovarono
abbracciati le vene recise
che già sorvolavano cieli
sconosciuti ai mortali

87
IL GIORNO A SCHIARIRE

il giorno a schiarire
risalendo
con gl’occhi della memoria
ad arcobaleni e
transiti propiziatori
riscoprendo quel vento che
nel suo azzurro vortice
risucchi lo sprofondo d’apatia e
rigonfi le vele per
l’avventura

88
LA VITA A RACCONTARSI

volti
galleggianti sul mare del sogno
nella composizione
della luce
aprirsi di corolle
palpitanti anemoni
la vita
a raccontarsi
con la bocca dei morti
col sangue delle pietre

89
SALE LA LUCE

(a Dario Bellezza)

alba d’un bianco cadmio
che annega i sogni d’una notte
famelica di corpi
alle spalle
di quest’ombra che ti pesa sugli occhi
sale la luce che ti tiene
avvinto
all’arida ora dei vivi

90
QUEL CHE SONO

(ispirandomi a Nicodemo)

sono quelle immagini
che in me parlano
a consegnarmi a un io
vissuto come in sogno

nell’avvicendarsi degli anni
m’inerpico sulle spalle
di quell’io di ieri
per vedere il mondo dall’alto

91
LA SALITA DEL CIELO

(a San Pio)

ti sogno muta presenza
china sull’ora esangue

apre
in me la salita del cielo
una strada inondata
di noetica luce
sanguata della passione
di tue piaghe

92
FIUME D’ECHI

fuoco delle attese dove
anime si cercano e
nell’aria liquida
voci annoda il fiume
di luce e ricama
sospiri

93
IL LAMPO

livida luce a torino
questo cielo che non promette
la testa sul libro e dei versi
che vengono a torturarmi
alla mia destra in panchina
il fumo di un tizio s’inanella
grazieadio sottovento
in soccorso il lampo verrà
della musa a posarsi
colomba sulla mente aperta?

94
QUEL NUGOLO

più quel nugolo
di mosche assale il mio “desco”
più il mio cuore Lo cerca
allo stremo d’una impari lotta

sparire vorrei le volte
che nei sogni mi vedo
un giuda
il cappio a oscillarmi davanti

può la pianta ripudiare
la radice?
e la corolla che s’apre nella luce
odiare la luce?

95
CIELI DI COBALTO

segmenti
di luce schizzati dalla tela
a colpire i sensi
in forma di danza
ad accendere i sogni:
all’orizzonte
lungo le rive degli occhi
cieli di cobalto
venati
in prismatico chiarore
dal grido giallo di kandinskij

96
IL GUARDIANO

il mostro è guardiano
del labirinto interiore

oh quale dispendio
della mente in sudari di calce
anelante alla riva
primigenia del sangue

l’angelo è di cenere
dove grida
la carne
le ustioni della luce

97
SPAZI APERTI

(a Danilo Dolci)

palestra di vita
a formare allievi
aperto seme
l’anima che s’infinita
nei colori del cielo

sognavi la “città terrestre”
di là delle notti
che si spaccano alla volta
del cuore

al rango della luce
spazi aperti
sognavi
per un’alba che sa di nuovo

98
LA MASCHERA STRAPPATA

ti scoprirai alla fine
vulnerabile
offrendo il costato alla lancia
dell’amore

dallo squarcio il sangue redento
non ti darà adito
di scaricare
la tua croce addosso al vicino

la tua maschera
la strapperà per sempre
l’amore che ti av-vince

99
NON ERA QUESTA LA VITA

non era questa
la vita che volevi
bambole in panno lenci un amorino
più avanti negli anni poi
il male che covava nascosto

sedicianni:
vita breve ma abbastanza per dirci
se davvero hai amato e quanto

da angeli ora sei accolta
lì nella casa del cielo
non bambole o un amorino
per il tuo non-tempo
nel mistero di luce corteggi
le stelle

99b

RADICI

potrebbe accadere che a volte
ti domandi
se ti trovi in un sogno o
un déjà vu

un sentirti perso: senza
un appiglio o un io
reale

e vorresti in quell’attimo
aggrapparti con l’anima a radici
del cielo

-come ad una madre

100
LUCE ED OMBRA

luce ed ombra rebus in cui siamo
impronte di noi oltre la memoria
forse resteranno o
risucchiati saremo
ombre esangui nell’imbuto
degli anni

guardi all’indietro ai tanti
io disincarnati
attimi confitti nel respiro
a comporre infinite morti

100b

LA MIGLIORE POESIA

quella
che devo ancora scrivere
-si dice così e sarà vero

è un brusio indistinto
a volte
come un moto del cuore

a ispirarmi: forse un angelo
la cui ala si libra
nel mio sangue

ma lettere storte
restano scritte sull’acqua

fermentano
in me alfabeti
che attendono sempre
di nascere

101

LA SEPARAZIONE

alla fine del tempo
è come ti separassi da te stesso
in un secondo ineluttabile strappo
simile alla nascita
quando
ti tirarono fuori dal mare
amniotico
luogo primordiale del Sogno
stato che
è casa del cielo

102
QUESTO IMPROBABILE AZZURRO

(risposta da un corrispondente immaginario)

che ne so di questo
improbabile azzurro
rarefatto e mutevole
scandaglio il mio tempo-clessidra
di sangue emotivo
attendo
giungano da un dove un’eco
un nome
guardo in fondo
al pozzo degli anni
l’ombra dei miei io perduti
o semmai vi tremi
sospeso
l’angelo che dici

103
CONOSCO LE VOCI

conosco le voci che muoiono
agli angoli delle sere

conosco le braccia appoggiate
sui tavoli nel risucchio
delle ore piccole
l’aria densa e le luci
che lacrimano fumo

e lo sferragliare dell’ultimo tram
la nebbia che mura le strade

conosco
i lampi intermittenti della mente
i singulti che accompagnano
quel salire pesante le scale
la morsa che afferra e non sai
risponderti se la vita ti scava

e il freddo letto poi fuori
dal tunnel
un altro mattino

104
NOMADE D’AMORE

la Tua luce
abita la mia ferita
che trova
un lieto solco
nel suo risplendere

Tu
a farti bambino ed ultimo

per accogliere
il nomade d’amore
dalle aperte piaghe

105
UNO DI QUEI SOGNI

quando sai
essere un sogno e ne esci

o vorresti trattenertici

trovandoti davanti a un mare
sconfinato
fasciato di luce
vivissima

dai colori caldi
da far vibrare
l’anima e i sensi

quasi un flash

frammento di sogno
vigile

come fosse solo dipinto


LA COMPOSIZIONE DELLA LUCE
(2015)

106
L’INDEFINITO

è nello spazio delle attese
nel bianco del foglio
nel buco nero del grido di munch

l’indefinito
è nell’aprirsi del fiore
nel fischio del treno in un lancinante addio
nell’intaglio
dello scalpello su un marmo abbozzato

l’indefinito è in noi
sin dallo strappo
di sangue della nascita

107
ANCORA A SORPRENDERCI

dici non siamo che ombre
al sole della morte
indossiamo l’inverno
di un corpo caduco

ma dai muri il verde grida
in folti ciuffi e gli alberi
si cambiano d’abito e
al guaiolare dei gatti s’affaccia
pettegola la luna

ancora a sorprenderci
in fermento la vita

e tu che vai
filosofando

108
SEI ALTRO

forse meglio l’attesa
a dipanare e sdipanare le ore
che l’appagamento
senza più desideri: il libro
di poesie fresco di stampa
fra le mani e ti ritrovi
ora in una sorta
di vortice
le parole vive strappate
all’anima vagano leggere
non più
tue ma del mondo
mentre tu sei altro

109
VELE

acqua mutata in vino
perché continui la festa

così al banchetto del cielo
con l’Agnello sacrificato
acqua e sangue dal Suo costato
dal sacro cuore vele
le vele rosse della Passione
nella rotta del Sole
per gli erranti della terra

110
NELLA FRAGILITA’ DEI GIORNI

un sé
perduto
nella fragilità dei giorni
e questa
insaziabilità dell’anima
da vivere come
una croce

laghi d’occhi vaganti
in cieli di spleen
sull’eco d’un io
espanso

e in sé disperso

111
MAREMONDO

gettato dentro il maremondo
a masticarmi kronos

avevo smesso di capriolare
in quel naturale mare materno

tornerò ad essere un grumo appena

come quando
impastato di una luce di mistero
mi fondevo
col respiro del cosmo

112
SOGNO TRAVESTITO

dove generi
giorni dissipati
dove non ti travolgano
le acque del dolore
la realtà è sogno travestito
da clown dal perenne riso
-dietro la maschera
una tristezza che
invade

113
QUI CI STA BENE UNO SPAZIO

ecco vedi
la poesia deve respirare
nascendo dal bianco
innalzarsi come
cresta d’onda per poi
immergersi fino allo spasimo
in profondità d’echi e ancora su
con lo slancio felice d’un
enjambement

vedi
la poesia è una tipa
selettiva
sfoglia scandaglia spoglia
immagini le riveste a sua
somiglianza

porta
sogni e nuvole al guinzaglio

114
LA POESIA

in luce di sogno
ti seduce la vita altra

nella dimora del sangue
veleggiano
navi di nuvole

un ventaglio di palpiti
apre la casa della mente

115
NELL’INFINITO DI NOI

(visione)

abbracci senza
mani
di corpi immateriali

i nostri
volti unificati

noi fatti d’aria

tu ed io

una sola persona

116
IL POSTO RISERVATO

chi mai ti toglierà quel posto
da Lui riservato
secondo i tuoi meriti
altro è la poltrona
accaparrata a
sgomitate
trespolo che pur traballa
come in un mare mosso
finché uno tsunami
non la rovescia la vita

117
LE VENE CARICHE DI NOTTI

(stato depressivo)

le vene
cariche di notti
a carpire vertigini all’abisso

laddove
è a confondersi col sogno la vita

il tuo imbuto a
risucchiarti

118
ECHI D’INFANZIA

bacia il sole
immense distese a
maggese

così anche il cuore in
fioritura

con l’eco dei gridi
di ragazzini a frotte
tra sciabolate di luce

vedermi uscire
dal ricordo
nell’agitarsi in quella corsa
dei grembiuli come ali
in voli bianchi verso
casa

119
NELL’INQUIETO MIO CIELO

[ispirandomi alla figura di Giobbe]

nell’inquieto mio cielo
ferite gridano
il Tuo nome

disseminato altrove
fiorirà
il mio spirito

sì fiorirà

come nel cuore della pietra
la Bellezza
di angelica veste

120
AL CROCEVIA DEI VENTI

(la fatica dello scrivere)

magari ti soccorra
una voce fatta carne
scavata nel sogno
complice la luna

una quasi presenza
al crocevia dei venti

121
GOCCE DI SOGNO

navigare di nuvole pigre
nel cielo della mente
da queste aspettarti quasi
sprizzino gocce di sogno
come da mammelle

come nasce una poesia ti chiedi
e inatteso ti si offre
un appiglio in quel
dondolarsi del bambino al parco

ti lasci condurre come
un cieco e non sai mai
dove ti porta poesia

122
L’ALTALENA

è poesia
quel dondolarsi del corpicino quasi
fatto d’aria e
avvertire l’alone di mistero
nella figura del nonno dietro
il giornale
-il confondersi
delle lettere all’occhio attento

nel suo sangue un tripudio d’azzurro
nell’affacciarsi l’emozione
di giovani voli

123
DA MONDI DI VETRO
(visione)

da mondi di vetro
mi giungeva il respiro
di cieli anteriori
dov’ero sollevato
su ali d’aquila
dimora del mio centro
luce del sangue
lì custodita
in comunione col palpito
degli astri

124
LA CASA DELLE NUVOLE

cieli d’acqua e cavalli
d’aria

lì custodisco ore
sfilacciate e segrete pene
-oh giovinezza di deliri e
notti illuni

lì dove il turbinio
degli anni
è rappreso in un palpito
che nell’aria trema

125
LA PENNA NELLA LUCE

(ad un agnostico)

e tu a ripetere
non credo nei miracoli
tutte balle
ma se sei in vita è già un miracolo
sai
che si perpetua nell’oltre

glissando sul tuo intercalare io
t’intingo la penna nella luce
scrivo per Dio e la sua gloria

tu segui pure le tue ombre
fantasmi che ti succhiano la vita

126
LUNA PARK

ride la piccola Margot
alle smorfie del papà che si rade
“suvvia ti porto alle giostre” e
lei s’illumina di gioia e
poi a cavalcioni sulle larghe spalle
nella fantasmagoria delle luci

un po’ ci si attarda
nell’aria ancora calda di fine settembre
riverbera una miriade di
stelle negli occhi innocenti
mentre le nasconde
il resto del viso una montagna
di zucchero filato

127
L’ORA CHE DALL’ALTO

l’ora che dall’alto
giungerà come un ladro
ti troverà a mani vuote e
cosa dunque Gli offrirai
se non lune lacerate
dai cani della notte
e capestri
di nebbie
nel delirio dei giorni
e vomiti
esiziali
di una vita in perdita

128
AGLI OCCHI DEL CIELO

agli occhi del cielo
padrone dei tuoi beni
sarà la ruggine

quando avranno rovesciato
i tuoi forzieri gli angeli
della morte

e tu non avrai più nome

allora la tua casa vuota
sarà preda della gramigna e
di avvoltoi affamati

mentre a essere elevato
sarà il plebeo
che condivideva il pasto coi cani

129
LETTERE AMO INDORARE

finché loro ci sono
e hanno le mani nel sangue
quasi presenze

percezioni inconsce a ravvivarle
come in padella a fuoco vivo
galleggianti in olio bollente
dagli scoppiettanti schizzi

insieme a parentesi a guisa
di unghie-di-luna appena
scottate

ecco che il cuore
madido di luce
ci si nutre

invaghito di lettere appena
pescate
dall’inferno dell’olio

130
ALLUCINATE VISIONI

la sensazione di cadere
in un vuoto vertiginoso

ma si era soltanto assopito

le voci confuse
della tivù si fondevano
con le sue allucinate visioni
di fosfeni

più netta la linea
di demarcazione

ora
che la sua testa emergeva
come da alti muri d’acqua

131
MUNCH

nel buconero
del Grido
spiralante la vertigine

la raccolgo dentro
un foglio

vedi

pesco sogni di ragno
rimasti
nell’intreccio della tela

132
RICORDO UN ANGELO

da piccolo
ricordo un angelo
raffigurato al soffitto

con lui mi confidavo quando
la febbre mi teneva a letto

nell’azzurra volta
trovavo altre nuove figure
lassù nascoste
mute testimonianze
di mie visioni

così passavo le ore
pomeridiane
mentre una lama di luce
cadeva obliqua
dalle socchiuse persiane

133
FIORE NERO

l’avvicendarsi degli anni a cogliere
il nero fiore della morte

i figli emigrati
in cerca di eldorado

e l’anima che ha perso pezzi del suo cielo

trasudano presenza della tua metà
le fredde pareti e

le lettere d’amore ingiallite
nel fondo del baule

134
L’INESPRIMIBILE

questo rebus
che sei
intreccio d’anima e istinto
sul bordo del tempo
vago sogno in te
specchiato
l’indefinito
di te

un sé
dilatato in cieli
ancestrali
dove l’esistere è il suo
pensarsi

135
LUCE AL TUO PASSO

(ad un figlio)

reinventati la vita

non t’accorgi d’essere
vivo per apparire

dai una mano di bianco
alla tua anima d’autunno

migliora la tua aura

fermati estatico
davanti ad un volo o l’esplodere
gemmante di un fiore

ringrazia il Signore

fai pace
con la vita che mordi e ti morde

è luce
al tuo passo l’angelo che
sulle tue orme cammina

136
IL TUO SANGUE CHE VOLA ALTO

(a Madre Teresa)

non ombra che occulti
la tua anima di piccola donna
immensa
come il mare
specchio alla bellezza

la verità è il tuo sangue
che vola alto
planando
su celestiali lidi

oltre

le sere che chiudono le palpebre
sul cerchio opaco del male

non v’è ombra a coprire
il grido di luce in te
gemmante

137
SGUARDI E IL TRACIMARE

sguardi e il tracimare
di palpiti
alle rive del cuore

aria dolce come
di labbra
incanutire di fronde
nella liquida luce

138
FLEBILI ECHI DI CONCHIGLIA

fai che voltarti
alle spalle ampie aperture
d’un livido cielo
dove gorghi
hanno succhiato linfa
ai molteplici io

ancora flebili echi
di conchiglia
dal mare aperto dei ricordi
che il sogno criptato
fa suoi

139
FINESTRE D’ARIA

fa strano guardarlo
mentre il bacio deponi
come su freddo marmo

dici sembra
dormire

se immagini di aprirgli
la spaziosa fronte
vedresti attraverso
finestre d’aria

come uccelli aleggiare
alfabeti felici
che dicono l’inesprimibile

140
FINE ANNO

semmai un aggancio
la mano del vicino
ora
che un senso di sperdimento
è la vita rivoltata
ma le volte che vi hai sputato

girovagare tra
luminarie e vetrine
ti richiamano all’incanto del bambino
mentre ti lacera dentro
la morte del clochard
sotto i portici nel gelo

141
SOGNO DI CARTA

alti muri
di carta
laceri strati e strati
senza via d’uscita
labirinti mentali
ove galleggiano improbabili
parole e voci
bagaglio d’un viaggio kafkiano

142
MI PIACE IL TUO GARBO

(a mia moglie Angela)

ora dici mi piace
ancora il tuo garbo
e un pizzicotto mi chiedi
per vedere se non è un sogno
nel letto abbracciati
nel dolce tepore
l’attesa
che salga la luce e c’inondi
grati al cielo d’essere
insieme sembra anniluce
o primavere scandite che
han visto le nostre tenerezze i silenzi

143
POESIA SI FA

è che poesia si fa da sé
nel seme del suo autocrearsi

è nella danza del calabrone sul fiore
nel gioco
della luce con l’ombra attaccata ai piedi
nelle parole bagnate in un lancinante addio

casa della poesia è dove nasce l’onda
la radice del vento il volo aquilonare
è vedo non vedo in una grazia velata

poesia è la bellezza
che tiene in scacco la morte

144
CASA DI RIPOSO

sono io oggi
ad imboccarti
al pomeriggio poi il solito
giro nel viale
lo scricchiolio delle ruote sul selciato
gli alberi vedi han perso la bella chioma
ed è ancora clemente il tempo
tu adagiata in una smarrita indolenza
riflesso
nei tuoi occhi il cielo
t’asciugo con garbo un filo
di bava lucente
ora che non hai più voce
mi giunge eco di madre
mangia se stesso chi
non si dà

145
FUNAMBOLI

metti noi due
guardali
in bilico sulla corda
tesa dell’esistere
a contare gli anni come grani
nelle curve dei silenzi
gli abbagli nel vuoto del cielo
lo sporgersi sul tempo che viene

e le cicatrici di luna nelle
primavere risalendo in luce
da inverni amari di
catarro e croci

146
SE GRATTI L’ARGENTO

[ispirata leggendo “Finzioni”, di J. L. Borges]

paradosso
temere di sparire se
gratti l’argento dello specchio

quasi
non t’appartenessi

realtà sfumata nel mistero

non sei che parvenza
sognata da un dio

nell’insondabile
suo cielo d’esagoni e sfere

147
LUCE D’AMORE

carne che presto
si dissolverà nell’aria
occhi
che rideranno al cospetto
dell’Assoluto

il tempo è breve
delle ombre allungate sul cuore

invaderà tutto l’essere
quella Luce che addenti

148
POESIA TI LIBRI

dal sangue un nascere d’ali
poesia ecco ti libri
in verde cielo d’alfabeti
dove l’anima si ascolta e
la vita si guarda vivere

149
ROSA D’AMORE

vita che ti attraversa
in un vento di luce

angelicato fiore
rosa che si schiude
fra cristalli dell’inverno

150
AUSCHWITZ

impigliato
il cuore al filo spinato
sui prati di sangue

decorati dal fiore dell’urlo
mai dissolto nell’aria tremante
-grido
che cammina
nella memoria della storia

coperto dal velo
di pietà

——————————————

PALPITI DI CIELO
(2015)

151

SPLEEN

lei dagli occhi blucielo
inquadrata in un ritaglio del
tuo sogno lucido

ed è un morire dentro
percorrere
l’acciottolato d’un bianco accecante
che conduce al mare

e quel sorriso
a durare nel cuore
perdutamente altrove

ti fa il verso il gabbiano
planato
sulla tua isola di spleen

152

IL GRIDO

ad un cielo
sordo ad ogni voce ed eco
appeso il grido
testa e croce ti giocasti l’anima
nel bailamme
d’un’allucinata notte
a simulare la morte

153

L’ATTESA

ti tiene in vita come a fine inverno
la primavera canterina

(non già l’appagamento
senza più desideri)

ti tiene in vita quel non so
che riempia i vuoti

(come il trepidare per l’uscita
delle prime poesie o
per il primo appuntamento)

ecco risuona l’attesa
come un’eco di mare

sei la vela che si gonfia di vento

154

IL LEBBROSO

alle sue spalle
un cielo bianco cadmio

e la figura
ieratica
a fendere la folla
chiudere le distanze

luminosa
Farfalla “vede” posarsi
sulle dolenti piaghe

155

L’INDICIBILE

dove deflagrano
nude parole al di là
della scrittura
ho cercato nel calamaio del cuore
l’inesprimibile

ciò
che non può essere detto

ho cercato stanze
inesplorate
negli anfratti del mare

le voci
trattenute
nella gola del vento

l’indicibile
nella luce della bellezza

156

ANCORA IN VOLO

perduto in me
l’aquilone ancora in volo
dal tempo che
più che reale m’era sogno
la vita

ora forse nascosto
dietro le nuvole o
a giocare col vento

in cadenza di vortici
imprevedibili

come l’esistere

157

NEI FONDALI

per nulla mi separerei
da questa pena
nel macerarmi chino sulle parole
tra respiri di solitudine

-v’è un accendersi
di segni e strade
mentre attraverso l’inconoscibile
che in sogno spio

non altro anelo che questo
inabissarmi
nei fondali di fonemi

finché la morte
mi sorprenda
in un’emorragia d’inchiostro

158

CHIEDILO ALLA LUCE

scrivere la luce
inginocchiato nella luce

inspirando bellezza
ch’emana
come da un tempo altro

pure
ami la luce
ferita:

chiedile
delle infinite crocifissioni

fattene guanciale
in notti di pianto

159

DIVERGENZE

la luna
china sulle mie notti disfatte
di poeta in erba
a carpire versi da “urlo”
beat ante litteram
coi sogni di gloria nel cassetto
in cerca della parola
luminosa che “spacca”

e tu rivolto alla mia
“crisalide”
che andavi blaterando nel
citare la preistoria
carducci et similia

160

UN CIELO CI NASCE

dal peso mortale
un cielo ci nasce

penetra luce
nella ferita più fonda

siamo respiro cosmico
legati a una stella
di sangue
originaria armonia
che nel vivere si frange

161

SENZA TITOLO

ora
il mio sangue si eleva
al battesimo della luce

vedi
sono fiorito

e la morte non la ricordo più

sono uscito da lei come da un fiume
di tenebra

162

LUCE DI LUNA

(l’ispirazione)

ti dai d’amore e in veste
notturna t’ammanti
all’occhio del cielo

in silente vaghezza
il tuo porgerti china
sul sangue che ridèsti

nell’essere mio: m’irradia
d’epifanie luce
di luna

163

A DARTI L’ABBRIVIO

a darti l’abbrivio
sarà forse l’urlo
del fiore che s’apre

creare
è del funambolo senza rete o
è come andare su vetri

una parola un taglio

164

RESURREZIONE

rinfranca
il Tuo offrirti in croce
chicco che germoglia
in esplosione di vita

ma il silenzio del cuore
si fa abisso:
duemilanni e la pietra
sepolcrale come non fosse
rimossa:

al primo canto
a rinnegarti

165

TI CADEVANO GLI OCCHI

capre e cavalli di nuvolette pigre
in un cielo dilatato nel respiro
ecco da dietro l’angolo apparire
la ragazza dalla maglietta rossa
a fare footing nella luce
lattiginosa del mattino

poi t’accorgi d’aver solo sognato
-desiderio fatto pensiero allucinato-
e nel ritrarsi quel cielo
la ragazza s’è come sovrapposta
a quella vista la prima volta
al parco or sono trentanni

quando
dovunque guardavi
ti cadevano gli occhi su quella figura
esile nell’alone
di luce lunare

ma tant’è che stasera
ti “cadono” gli occhi davanti
al teleschermo

166

CONTROLLARE IL SOGNO

è diventata la sua arte
ne sa uscire
e rientrare quando vuole
e secondo l’umore persino
programmarlo

mentre prende sonno
basta che si concentri
e in vividi colori le appaiono
pesci uccelli fiori
vasta varietà di flora e fauna
finestra su cui s’affaccia
un mondo altro

nel suo luogo di degenza
un bell’evadere dal grigiore è vivere
questo exo-esistere
parallelo

lei divenuta oggetto di scherno
un libro aperto
lei amica-madre dei gatti
col loro gnaolìo alla luna

167

SPLEEN 2

ali e croci dell’esistere
sono il veliero che attende il buonvento
sotto i mille occhi di un cielo allucinato
a farmi il verso un gabbiano
in volo da un dove non so dire

168

BLASFEMIA

ricusi l’abisso capovolto
intriso
del Suo sangue

dall’orlo della luce
ti distanzi
in vaghezza dell’effimero

vanagloria leva al cielo
un pugno d’aria

169

PASQUA

del Suo olocausto
ha ribaltato il fondo
rovesciato la pietra
che teneva in scacco la Vita

-escono lucenti raggi
da acqua e sangue del costato

al canto d’osanna
l’angelo
si china sul giorno umano

170

NELL’ANIMA BAMBINA

come non ricordare il rifugio
del passerotto intirizzito
le mani a coppa e il caldo fiato

o il micino di pochi giorni
lucido di saliva
portato in bocca da mammagatta

come non riconoscere
le tracce lasciate
sul sentiero teatro di giochi
e l’acuto
richiamo della madre
la tavola apparecchiata
inondata da sciabole di sole

immagini vive custodite
nell’anima bambina

che ancora ti chiamano dal buio
fondo degli anni

171

L’ESTRO

dicono abbia avuto
da piccolo
“familiarità” con le feci

-oddio! strillava la madre
e le comari:
-niente paura è roba sua

e già l’estro emergeva
ché ci scribacchiava per terra
tra losanghe di luce

172

I CIELI DEL JAZZ

capricci di note
facce ondivaghe in acque del sogno
la nausea lungo
i corridoi di latrine
il gemito del sax le gonfie gote
tempo
rallentato avvitato
nel marasma di umori

poi il mattino li raccoglie
spugne
e l’anima della musica che attraversa
muri di separazione

173

SENZA TITOLO 2

ho sognato d’essere
un bosco devastato

e in me cadevo

cadevo

con schianti d’alberi

174

QUESTO GIOVANE CUORE

(alla figlia)

capriolare nell’ante-nascita
tu rosa vestita per la vita

tuffarti nell’azzurro e
respirare la poesia pura
d’incontaminati cieli vorresti

ah non debbano i veleni del mondo
-mio e tuo anelito-
intaccare questo giovane cuore

175

SCHEGGE DI STELLE

a mitigare il gelo delle parole
che il tuo volto a volte
veste

non riesco ma a notte
quando
il tuo corpo s’apre a una luna complice
schegge di stelle mi
sorridono

176

COME IN PRIMAVERA

impoverito mi sento
quando
sfuggono a volte le note
di quell’aria struggente che alberga
nell’anima e
-breve appagamento
di fioriture e voli-
nelle ore vuote m’accompagna
a sprazzi

pure ritorna
rivivendo in letizia
come in primavera la chioma di verde
a ornare quell’albero triste
-superato il morso del gelo

177

A VOLO D’ANGELO

il nero asfalto il lenzuolo
i nasi all’insù l’attico
al ventesimo
depressione dicono

autopsia perché:
se non s’è
tirato un colpo
si è “solo” spaccato

178

IN UN ANGOLO REMOTO

la vita d’un uomo
nella luce degli occhi

i paesi esotici i mari
che ha varcato

a barattare per nuove
esperienze
la vecchia pelle
di coriaceo ulisside

ma si passa una vita
intera
senz’ancora conoscersi:

in un angolo remoto
l’ ombra da tenere
al guinzaglio

179

LA MUSA

dove inginocchiata è la luce
lo spirito contempla

come un incantesimo
la novità di lei la tua corda
sfiora

accordando
il tuo vagheggiare

s’anima il tuo cielo
in volo d’angeli

e febbre
è la parola

180

E’ BELLO SOGNARE

come tirare su
un secchio di ricordi
custoditi in fondo al tuo cuore

come riesumare
i tuoi morti
aspettarti da loro fausti presagi

o l’apparire
di vagoni di nuvole e lunghi
corridoi di porte chiuse

dove ti sembra essere stato

181

VITA SOLLEVACI

vita sollevaci
dall’ignavia dei giorni
-serpe mimetica

fa che non sprofondiamo
in questo buio di stelle calpestate

le addomesticate coscienze
fanne bottiglie
a navigare mari di speranza

e
come un fuoco
vivo a forma di croce

giunga
il messaggio
della tua sacralità

182

LA PAROLA ESSENZIALE

non altra che quella
l’unica
annunziata
che la mente arrovella

fanne cuore e centro
il raggio renda armonico il disegno
senza
ne urlerebbe la trama

il sangue fatto
acqua

183

IN QUEST’ARIA STAGNANTE

pensando a te vedo
il vuoto di una porta
e dietro la porta ricordi
a intrecciare sequenze indistinte
sogni e pensieri asciugati
mentre un sole
di sangue s’immerge nel mare

in quest’aria stagnante
come un olio passa
la luce
sopra il dolore

184

ANTINOMIA LA MORTE

ritenere antinomia
la morte – la tua

come un abbaglio o un
trapassare di veli

e nel distacco
quando
il mondo senza più te sarà
impregnato della tua essenza

” leggerai” il tuo
necrologio
pagato un tanto a riga

185

VANAGLORIA

vita che mi mastichi
mia vita
dagli equilibri spezzati
e anse d’ombre
dove annegare il grido

difendimi
dal mio profondo

uccidi in me quel capriccio
aureolato
solo
da esibire

186

VOLARE BASSO

volare basso
per dare tanto con poco

lei a volte si cela
nello specchio o nel buio del divano

luce affebbrata
la parola che ti tiene avvinto

celeste fuoco

187

DAL GIARDINO DEI SOGNI

forse quando
il tuo orizzonte è a chiudersi
sullo scenario del mondo
e tutto è consegnato all’evidenza
della fine

dal giardino dei sogni
ti strizzerà l’occhio
ancora qualche verso

lo vergherai in fretta
su un tovagliolo al bar
prima che si disintegri nell’aria

come i tuoi io
dagli anni risucchiati

188

LA NUDITA’ DEL SANGUE

pindarici voli
leggevo nel tuo cielo
e i tumulti del sangue
in cadenza di note
sul pentagramma di sogni
rubati e franti

oltre quel fatuo fuoco
è ora un discendere
nel tuo specchio
incrociare la nudità del sangue

dal profondo ti vedo
riavere il cielo
veleggiando sicuro

ed è la corazza che indossi
a darti la forza del perdono

laddove
ti appariva debolezza

189

IN LINFA D’ALFABETI

manca poco possano piovere
lettere
nel tuo sogno controllato
e tu
ti veda
riflesso in pozzanghere
a cogliere parentesi unghie-di-luna
e il grido
delle a le sospensioni delle e

poco manca
sia la musa un donarsi in linfa
d’alfabeti
di cui s’imbeve il tuo sogno
lucido

190

SPLEEN

lo scoglio
e tu
come un tutt’uno
quasi sul ciglio
del mondo avvolto
in una strana luce

labbra di cielo
questo
contatto di sole

vedi nell’aria
marina
un gabbiano planare
su una solitudine
che ti lacera
all’infinito

191

UN DOVE

trafitto
da ustioni di luce
quasi a difesa avvolto
in un mantello di vento

vano
interrogare un dove

in bianchi cieli
l’angelo è di pietra

l’anima un buco
nell’immenso

192

QUELL’UOMO CHE

quell’uomo che
“incurante”
della tempesta dormiva

che ha diviso il mare
che è uscito dalla morte
squarciando i cieli

quell’uomo che
se il granello
di senape non muore

uomo-dio fattosi
bambino ed ultimo
Dio incarnato

trascinato dal cielo
dal peccato

193

ASIMMETRICI VOLI

parole
colte e frante
nella febbre d’un grido

aperte ali dei sensi
contro
pareti di cristallo

scrivere sul sangue
di un sogno kafkiano

194

KANDINSKJI

sfilacciano sogni
di ragno
graffi di luce

a destarti un’alba
bagnata di colore

quel giallo
spalmato
nel canto della tela

195

DALL’OBLO’

la poesia quella di lungo
respiro dà vertigine

è come
prendere il mare e non vedere
che l’orizzonte e mai la terra

le immagini vedi dall’oblò
del cuore sovrapporsi
fare ressa e

infine sbarchi
boccheggiando
col mar di terra


NELL’INFINITO DI NOI
(2015-2016)

LO SGUARDO VELATO

196

LO SGUARDO VELATO

dò i miei “occhi” a quel che passa
in questo scorcio di tempo che mi resta
d’intenerimento

la stessa
luce la losanga sul letto
la goccia pendente
dal ciglio lo sguardo velato

ora come allora

quando
“morte ti colse fior
di giovinezza” scrivevo
ventenne o giù di lì

-ah ridicolaggini

197

COME SBUFFO DI FUMO

riconoscilo
l’hai tirata per i piedi
non un’immagine
viva che susciti
un tuffo al cuore
né metafore o
enjambements

se spazi nel tuo mondo trovi

-anche un
batter d’ali a ispirarti

invece
buttata lì

lei dal fondo
del bianco grida
la immeritata
striminzita vita

198

VAGHEZZA D’IMMAGINI

non un appiglio neppure
l’aggancio da un sogno

vaghezza d’immagini
preavvertite quasi
a scivolare di sguincio
nella immensità dei silenzi
senza il tempo di rubargli
l’ultimo fiato

-complice una quasi
misterica luce

boccheggia l’anima
nell’eco d’un grido
come di un frantumarsi di cristalli

199

COLUI CHE INTINGE CON ME

Gesù aveva i suoi “followers”
ma per nessuno vorresti la sua fine
(in)gloriosa

quale fuoco ti attraversa la carne
giuda-di-turno

nel laccio dell’inganno il mondo

la croce è la porta stretta che
ha chiavi d’aria

200

QUANTE PICCOLE VITE

(a Iqbal)

tra trame
di tappeti e catene lasciò
a terra la sua ombra e
s’involò

quante piccole vite
su di sé per farne
una

-indivisa-

la sua
firma di sangue su
un Sogno immenso

201

SPLEEN 2

brusio di voci

galleggiare di volti
su indefiniti fiati

si sta come
staccati
da sé

golfi di mestizia
mappe segnate
dietro gli occhi

vi si piega
il cuore
nella sanguigna luce

202

TROMP-L’OEIL

(l’ispirazione)

nella mezzaluce
t’invita l’occhieggiare
del trompe-l’oeil

la visione centrata
nell’intime corde
ti sale
da un remoto
di ancestrali lidi

IL TUO SPLENDERE

su un remoto
di assonnate rive
-spiumata
di luce l’anima-
torna

a far breccia il Tuo splendere

settanta volte sette
ho conficcato i chiodi
altrettante non
basteranno
lacrime da versare

sulle Tue luminose piaghe

204

IL PENSIERO VOLA

il pensiero vola

quindi
volo

anche se zavorra
giù mi trattiene

le invidio tuttavia
per quegli ossicini cavi
le creature del cielo

noi
-peso di terra-
ossa come vetro
a sbriciolarsi con gli anni

205

NUDITA’

(di un sogno ricorrente)

labirintici corridoi

ti vedi venire contro
traversandoti una
moltitudine

ti fa strano che
non fan caso che giri nudo

poi come un ladro ti trovi a spiare
dentro stanze ottocentesche
aspettandoti semmai
un incontro piccante

206

CHIMERA

vaghezza di nuvole a stracci

tu
nella mezza luce mi chiami
poesia chimera

mi conforta la tua ala
vellutata d’angelo

quando come in sogno
visiti
le vuote stanze
di quest’anima vagante

207

I PASSI ALL’INDIETRO

nell’ora dolente
Ti consegno i passi all’indietro
le volte
che ho svoltato l’angolo
davanti all’ingiustizia

al cuore sperso
dona corazza
di verità senz’alibi

rivestimi Signore
con veste di fuoco

208

AUSCHWITZ

il velo della memoria
in luce di sangue si ravviva

è fiore che s’apre
nell’urlo

209

FAMMI LUCE

ti prego fammi luce
in questo pauroso dedalo dell’io
assalito dai mostri della mente
avvolto
nella camicia di nesso degl’istinti

sono cieco fiume senza foce
da me diviso arreso

fammi luce

e sarà giorno quando
ti saprò riconoscere
staccato dalla mia ombra mortale

210

CUL-DE-SAC

dritto ti c’infili
se pensi che
la fine è sempre in atto
e il mondo
è un addio dopo l’altro
è maschera invece per chi
finge di non accorgersi

negli occhi ti restano
saltabeccanti
sui resti di una festa
colombi a frotte

211

E SARAI RAGGIO

sei disceso angelo per vivere
in carne la morte

non sguardo dal ponte: vieppiù ti lega
trama di dolore e rara gioia

le spoglie deporrai e sarai raggio
di quel Sole che non puoi vedere

212

OCCHI SECCHI

clessidre di sangue emotivo
a sovrastarti
stillicidio nella mezzaluce

a chi chiedere di questo
ginepraio di pena e
l’oro del mattino fatto piombo

occhi secchi
a perdere
pezzi di cielo

nel sangue degli echi

213

CIELO AMORE

manto d’azzurro palpito
capovolto abisso

misericorde
ben conosci il fondo delle pene

di noi mendichi d’infinito
specchio sei

dove invertigina il cuore
nell’abbraccio delle stelle

214

VELE STANCHE

leggi scavi ché nasca
-ne va del creare affossato-
linfa nuova a diradare
quella nebbia della mente

dal grembo della notte esca
la tua barca

vi spiri augurante
il buon vento a gonfiare
le tue vele stanche
per nuova ventura nel mare
blu d’inchiostro

dove è bello
finanche morire

215

DOPPIO CELESTE

rigenerarsi in linfa a disperdere
grumi

dove si china
l’anima a contemplare

nel profondo di te ecco
il cielo farsi d’un “azzurro”
misterico e
tu da un suo lembo
a spiare

un te senza morte
-specchiato

216

DA UN DOVE

i repentini voltafaccia del tempo
alle soglie dell’autunno
le foglie già morenti

invita due corpi il tepore
delle lenzuola
nella bocca dell’alba

sai
il momento migliore
per il dono dell’ispirazione è quando
ti giungono ovattati i rumori
e tu in un tuo mondo
col sonno di un eterno respiro

più tardi poi sul lungomare
sulla pelle la fresca brezza
forse un gabbiano
avrà per te
nel becco un verso prezioso

217

LA PAROLA

la parola è nostra
madre

che genera la
danza e la gioia nuda

la parola
dice di sé
del tempo del primo stupore

t’apre
il terzo occhio

parla all’orecchio del cuore

218

NAVI DI NUVOLE

(visione)

raggio verde balena
nel tramonto

su navi di nuvole
vedere apparire angeli
udirne i celesti canti

rassicuranti presenze
ondeggianti lievi
tra i pensieri
orfanezze d’amore a consolare

messaggeri
di luce
ondeggianti nel sogno
ad ascendere dove s’inalba
il cuore

219

SOTTO PORTICATI

sotto porticati
cartoni e
cappotti lisi hanno respiri

a un passo
vetrine ridono in abbagli di sole

più in là privati
paradisi

un rombo testarossa è strappo
d’anima a dividere
la terra tra i “morti” e i vivi

il mondo ha denti aguzzi

220

ALTERIGIA

[Ispirandomi al verso di Vincenzo Cardarelli: “vorrei coprirti di fiori e d’insulti”]

m’appiglio alla tua fredda
grazia come ad un
corrimano: sto su inclinato
piano mentre t’offri
a una vertigine di distanze

ancor più ora ti fai
preziosa

221

UNA CERTA LUCE A FLETTERSI

di buon’ora bisticci con la lampo
t’insegue tiranno il tempo

una certa luce a flettersi nel cuore
fa strada a un dove che non trovi

perdurasse quel lampo che viene va
prima che lo fermi su carta ma

se non torna non ha “dignità”

raduni pezzi di un puzzle scombinato
nello sperdimento d’una stagione andata

222

IL CARRO DELL’ORO

sotto cielo aperto
una ad una
cadute le teste

a calcificarsi sorrisi ebeti
sul trasfigurato carro
dell’oro

223

L’OLTRAGGIO

perso nelle forme strane
delle nuvole mi sento
lontano da un mondo estraneo

assisto all’oltraggio
della rosa che si
perpetua

sono esposto alla vita

224

NEL VASTO MARE DEL SOGNO

nel vasto mare del sogno
galleggia l’immagine
di te esile scricciolo
a sussurrare all’orecchio
del cuore edulcorate parole

ritrovarci
nel nostro giardino d’infanzia
mano nella mano
impastati di sole a rincorrere
saltabeccanti piccioni
riandare alle incoscienti
acrobazie per i soli tuoi occhi

interrotte
dall’acuto richiamo
di tua madre per la merenda

smosse le acque del sogno
ora a svanire
da un oltre ti sento

225

COME ASESSUATO ANGELO

sospesa nel vuoto m’appari
asessuato angelo
mentre in dormiveglia mi rigiro

giungerà mi dici squarciando
le nubi lui l’Atteso
ci sorprenderà come un ladro
a strapparci alla morte
carne della sua carne

e ruggine allora sarà l’oro

226

IL LIMITE

(ad un materialista)

devi ammetterlo
come nave incagliata ti senti
bravo al più
nel leggere fondi di caffè

non certo alla tua portata
della poesia il rinnovato sangue
i frammenti di stelle la lucente
coda di cometa a cui s’attaccano
in sogno i bimbi

non certo quei misteri insondabili
che impregnano i muri di casa
con le anime dei morti
che abitano il tuo vuoto

non alla tua portata
quella profondità
del gran mare del sogno che
è vita che si lascia vivere

227

NELL’ORA SOSPESA

quel giorno ti sbarberanno
t’infileranno il vestito buono
ma
non serve prodigarsi più di tanto
non restano che spoglie l’anima è già via

nell’ora sospesa
fisseranno compunti quel viso di marmo
mentre il tuo presente ha chiuso la porta

il pugno o la palata di terra
con la benedizione dell’officiante poi
a tavola com’è uso per dire la vita
continua

qualcuno forse già alticcio
leggerà con deferenza
alcuni tuoi versi trovati in tasca

restano in rete briciole di te

228
GIA’ GRANDE TI VEDO

dai che ti porto alle giostre
finiti i compiti
promettimi
che prima di dormire
stasera dirai una preghierina
per quei bambini saltati in aria

-la larga macchia rossa sull’asfalto
nella liquida luce degli occhi
penetrare
in quell’abbaglio
fino al sogno-incubo

su
da bravo che ti porto alle giostre
ci perderemo nella
fantasmagoria di luci

ecco: già grande ti vedo

a risvegliarti domani
convitato di pietra
il Tempo

229
ANELITI D’INFINITO

è la vela rossa della Passione
a prendere vita nel tuo sangue spanto
nella luce

ti dai d’amore in aneliti
d’infinito
anima persa per rive sfiorite
negli occhi

230
SFIORITE RIVE

sfiorite rive
in cadenza d’anni l’azzurra
vastità di te solo

si svenano
in caducità di foglie i giorni
accartocciati
sul viale della dimenticanza

231
VICOLO

dolore antico
di donne in nero a segnarsi
se dal profondo si levano i morti
a dare infausti presagi

vicolo
inghiottito da un grappolo di case
appese a strapiombo

ricettacolo
d’umori ancestrali
in un tempo cristallizzato sospeso

232
DAMMI L’ABBRIVIO

dammi l’abbrivio musa
nel dormiveglia o
nel profondo fa che s’accenda
la mia casa di nuvole in verdi
cieli e alfabeti

sostieni quella
neo-nata struttura
arco di parole e suoni
che si parte
dal cuore a navigare
il più bello dei mari

[ultimo verso: da Hikmet]

233
A BOCCA PIENA

trucidata vita
dai lenzuoli di sangue nei telegiornali
un dire assuefatto freddo
che ti sorprende non più di tanto a bocca piena
che non arriva al cuore

-per quei bambini occhi rovesciati
a galleggiare
su un mare di speranza
la cui patria è ora il cielo

violata la sacralità
vita che non è più vita
vilipesa resa
quale fiore a uno strappo feroce
di vento

234
IN UNA PIEGA DEL VENTO

luce obliqua sui tuoi anni andati
sui tuoi fogli nell’aria sparsi

quale data incideranno
sulla tua lapide un giorno
non ti è dato sapere

ma sono degli uomini
le convenzioni
e scomodare kronos è eresia

rinascere in una piega del vento
senza guerre né odi
per la rotta del cielo

pindarici voli
che ti lasciano
le ali spezzate

235
NAUFRAGI

il viso un libro
le pagine
gli io indefiniti
maschere che indosso
se non mi trovo

poi s’apre
il corpo -occhi
lapidati- nell’emergere
dai tanti me

236
FANTASIA 2

dipingono il mio sonno i morti
veleggiando al chiaro d’una luna
complice sul filo
d’orizzonte
ricreando gl’incantesimi del
bambino in me mai perduto

veleggiano
discreti sul filo del respiro
entrandomi su dalle narici
con la barca di cristallo
dei sogni
le vele al vento per l’ignoto

237
FANTASIA 3

la barca trasparente del sogno
dove ti porta?
palpiti
seguono la scia
uscendo dalla
camera della mente

immagini icastiche
gli argini rompono
del trasognato sguardo

238
ULISSIDI

ulissidi e la vela della
passione su perigliosi flutti

intrisi di mistica luce
a sbraitare di gioia
il cuore
sull’orizzonte la terra
promessa

239
UN OCCHIO DI RIGUARDO

un occhio di riguardo
per quei tralci che non
secchino anzitempo

-noi protendimento
dell’Albero che nei secoli affonda
le sue radici

un occhio di riguardo
ché a prezzo di sangue
fu il riscatto

240
ANAMORFOSI

del sognato
ricordi a brani
mentre l’io è anamorfosi
nella “valvola” del sogno

ti svegli e ti ritrovi davanti
a un te dagli enigmi irrisolti
un circolo vizioso
il tuo uroboro

ti appare anamorfosi
a volte
anche questa vita che imita
sempre più il sogno
nell’avvicendarsi degli anni
i treni persi
alle stazioni

NELL’INFINITO DI NOI

(2016)

241
DOVE L’ANGELO

falesie di pensieri
nella fragilità del giorno
quando alta
s’eleva la parola – dove
il senso di sé t’innamora

dove l’angelo
perde una piuma

242
VAGHEZZE DI LUNA

vola nel sangue della parola
l’anima gemmante

un’alba cadmio
accoglie
in vaghezze di luna
l’erratico cuore

243
CUL-DE-SAC 2

tu che deambuli come
su inclinati piani
dimmi che vedi in questa
bolla d’alcool e droga
se mondi immaginifici o
sorta d’inferni

ti scagli sulla madre per la
giornaliera dose
tu potenziale omicida
su strade d’asfalto allucinate

ahi che non vede mai giorno
il tuo cul-de-sac
è rovi e croci
sangue pestato nei tuoi vaneggiamenti

244
VERTIGINE DI SPECCHI

un’incognita ti resta la vita
nebulosa sogno o cos’altro
che ti avviluppa in una bolla

o forse solo velo da strappare
col beneplacito del tuo angelo

vedi
alle spalle i frammenti di te
in una vertigine di specchi
aggrapparsi al vuoto
ricacciati
indietro
dall’unghiuta morte

245
DI LUCE L’ABBAGLIO

(testimonianza)

colma la bocca
di luce l’abbaglio
della veste

sentivo nelle ossa un fuoco

come lazzaro
mi sono levato
e andavo leggero come nell’aria

246
DI FOSFENI E NUBI

a labbra di luce poesia mi desti
da assonnate rive

vaghezza
vi transita di fosfeni e nubi
ove intoccabili sogni
dimorano

247
VIVERE IN VOLO

fantasia questo vivere
in volo
nella liquida luce

notti acrobate
a fare incetta di sogni
per un’alba d’inchiostro

248
BLU MARINO

sciami di pensieri
sparpagliati
in riflessi di luna fantasma
ore dilatate un’alba fitta
d’inchiostro blu marino

altri me a sciorinare
-tenerezze in sorrisi di fiori-
della vita anteriore

249
LA TENTAZIONE

è innegabile
abbiano avuto debolezze i santi
prima d’involarsi

risalendo in strenua lotta
luce dopo luce
alla parte angelica

250
IL FILO DEI RICORDI

aprire a ventaglio la mente
su pindarici voli e lucidi
sogni

vi ci trovi tra vaghe
nuvole un nugolo
di uccelli a farti corona
riportandoti
nel becco il filo dei ricordi
e i versi
amati e persi

251

COME MONNALISA

dove trovarti nudità
di poesia tu assisa nell’olimpo
degli aedi
abiti forse nel puro
sguardo del neonato o nel bagliore
della lama
uscito da una novella di borges

imprendibile sei e sdegnosa
mi segui come lo sguardo
di monnalisa
esci dal quadro e
sguinzagli i malcelati sogni

252
UNA CERTA LUCE A FLETTERSI 2

una certa luce a flettersi
nella dimora della mente:
quel tuo ostinato cercare
tra i naufragati ricordi
il volto amato
reciso dalle forbici del tempo

nell’assedio degli anni
oggi ti sorprendi
a dar corpo alle ombre

di fantasmi inanelli il tuo presente

253
COSI’ LA VITA

sprovveduto senza guardia
andavi giù al primo colpo
quello non previsto
neanche dall’oroscopo

groggy ammaccato
ti avvitava l’umana giostra
come rivederti bambino
tra la folla la volta che
t’eri perso

così
a portarti in giro
su piani inclinati
la vita

254
DAI VETRI

the per due ed un sorriso
ricambiando lo sguardo
sopra il bordo della tazza

dai vetri il fermento
con gli ultimi guizzi di luce
e un altr’anno alle spalle

altro non t’aspetti
non la bottiglia dall’oceano
tutto già accaduto

pure
tenti glissare
sui sussulti del sangue

255
NELL’ARMADIO

a volte m’invita a visitarlo
lo spolvero lo lucido e
grato mi si apre in un sorriso
tutto denti
m’improvvisa una danza

indossa una maschera per
l’occasione

si sente solo
quando
le volte non lo considero
lo sento frugarmi nelle viscere
nutrirsi del mio sangue

fortuna ch’è un tipo da
acqua in bocca

256
LE TUE CASE DI VETRO

(ad Antonia Pozzi)

vi specchiavi la verde età
fuggitiva
dipoi a trapassare i vent’anni
la freccia di cupido

ti abbeveravi nei cieli
di Poesia
dove ora svolazzano
senza tempo
bianche colombe le pagine
di vita

vergate fitte
al rango di passioni accese

[Luoghi dove ha soggiornato o abitato: Misurina, Pasturo, Milano.]

257
L’ESSENZIALE

molto dire con poco
degli elementi solo
un accenno come una
pennellata
lasciare immaginare
-l’acqua che canta alla fonte
lo specchio del ghiacciaio che acceca

non è detto potresti rinvenire
come in sogno lucido
tra il soffice manto
il messaggio
di quel saggio abitatore delle nevi

“per una vita proba
l’essenziale”

258
DAL PRINCIPIO QUALCUNO MI SOGNAVA

la mia essenza
si specchia
nel bianco di cieli anteriori

dove
a iniziare voli
in un battere d’ali fuggono
piccole morti

e ad abbracciare il sereno
quel ricucire strappi
nell’azzurro

io sto da sempre
nella scia d’infinito nascere

259
GUERRIERA DI LUCE

(a Santa Madre Teresa)

toccato dalle tue scarne mani
il derelitto
come angelo passava nell’aria

guerriera di luce tu
ultima tra gli ultimi
facesti tua
del reietto la dolorante carne

il tuo annullarti
consegnato alla sacralità del giorno

260
ALLUNATE DERIVE

visioni aprono varchi
nel cuore ove fanno eco
i ricordi e allunate
derive trattengono
vibratile fiammella

resta indefinito
sogno o piuma di nulla
misteriosa fanciulla che si piega
nello specchio

261
SINERGIE

sognare
immerso nell’azzurra luce
il sogno sono io disincarnato
che prove di volo inizio
falena contro il soffitto
col sembiante del fanciullo luminoso

ah quel senso d’onnipotenza
nel guidare
me stesso entro la via regia *
vedermi ospitale
dare udienza ai miei morti
che risalgono pare
dal mare
per “incarnare” il sogno

*definizione di Freud del sogno

262
VITA CONTROMANO

(a James Dean)

il gesto del cogliere
la rosa sul filo del burrone
dove palpebra la luce
lo strappo
nella rete la smorfia che tradisce
quel mordere intestino

l’apparirti anamorfosi il mondo
che ravviva
non sai se deliri o sogni:

del tuo essere “bipolare”
ottenebrato splendere

263
IN UN LEVARSI DI VOLI

scuce tempo Penelope sdegnosa
così noi a sfogliare le ore morte

fuori dal tempo uroborico
in un levarsi di voli sarà voce
del sangue a dirci che forse
non sarà stato che un sogno la vita

264
COMPLICE LA LUNA

entrare
nel labirintico specchio del sogno
dove inconfessate brame
si librano sul filo
di acrobate notti
complice una pettegola luna

265
DIVAGAZIONI

non vai da nessuna parte
quando dici
non siamo che manichini
in mano al destino -ce lo facciamo
in parte noi stessi

dovresti sapere che la vita
ha in tasca la morte e l’occhio
lungo oltre l’umano
orizzonte

in cospirazioni del nascere

come il puzzle di parole
neo-nate
a cui hai sospeso il respiro

custodite
in segreto
in luminosa nube

266
LA MISURA DEL SOGNO

avevi l’occhio lungo tu
nel dire che la vita ricalca
le orme dei passi

altro sangue i destini
che ci unirono

sai:
nelle acque della memoria
oggi di te non cerco
che la misura del sogno

nell’ondivaga luce degli occhi
trasparenze

267
UNA GIORNATA DI

suvvia eccedi
a chi pensi
dare la colpa
come si dice è stata una giornata
così

esageri se pare
ti si spalanchi
d’instabilità un baratro
viola in fondo agli occhi

268
RADICI DI CIELO

ondivago in te l’oscuro
l’alterego che insaziato nutri
albero capovolto che geme
con radici intricate di cielo

ma è un esplodere di vita
l’aprirsi
del fiore

269
IL FIGLIO

non più carrube Signore
torno a casa

non più miraggi
d’eldoradi

sì torno a casa
all’amore totale

indegno
sia io sgabello
ai Tuoi piedi

270
NELL’INFINITO DI NOI

il tuo volteggiare Nina
nelle stanze viola della memoria
-dicevi il reale non è fatuo
apparire o entrare nello specchio
dell’essenza evocando
palpiti di luce
di un tempo senza tempo

noi dal celeste palpito
dicevi- qui siamo
affratellati nel sangue
con la terra e la morte

271
LE VELE DEL SOGNO

me ne andrei quasi di soppiatto
alle prime luci
mentre si fredda la tazzina
mai portata alle labbra

entrerebbe il vasto orizzonte
nei miei occhi azzurrocielo
il mare aperto
nell’abbraccio
delle vele del sogno

272
BRICIOLE DI POESIA

anima
casa di mare
dove a frotte s’annidano
gli uccellini azzurri di Maeterlinck
a ispirarmi l’abc del sogno
a beccare briciole di poesia

ferve nel tuo cielo
un volteggiare
di fòsfeni ed ali

Maurice Maeterlinck, poeta e drammaturgo – 1862-1949
[Nella fiaba teatrale L’Oisseau Bleu (1909), ciò che rappresenta l’Uccello Azzurro è il segreto delle cose e della felicità.]

273
ROSA DI PARADISO

Tu fiore del mio sangue
dal profumo rosa di paradiso
perdonami se non c’ero quando
m’imploravi “Eli Eli”
ma si doveva sostenere
la lingua della Parola

e Tu
occhi rovesciati
chino sulle miserie
abbracciassi dalla Tua croce il mondo

274
ELEGIA

ora m’incolpi del mio silenzio?
e Tu dov’eri mi chiedi
quando a migliaia
venivano spinti sotto le docce a gas
Io ero ognuno di quei poveracci
in verità
ti dico
Io sono la Vittima l’agnello la preda
del carnefice quando fa scempio
di un bambino innocente
Io sono quel bambino ricorda

anch’io in sorte ho avuto una croce
la Croce
la più abietta la benedetta
ho urlato a un cielo distante Padre perché

perché solo mi lasci in quest’ora di cenere e pianto

275
FARSI ULISSIDI

ancora sorpresi dalla vita
ci trovi la morte

vivi
delle prime nuove
come nell’età
impastata di sole e illusione

o farsi ulissidi
nel ricucire vele
per respirare il salso
di aperti mari

276
L’OMBRA 2

meridiana a perpendicolo
poi eccola s’allunga
l’ombra oscuro specchio
che mi ripete
si spezza allorché riflessa
tra pigre nuvole nel lago

277
LA VITA NASCOSTA

(Pasqua di Resurrezione)

in seno a cieli di cui non è memoria
dove nessun grido resta
inascoltato
è la vita nascosta

percepisco
il sangue mio elevato in fioritura
da acqua e luce primaria
benedetto

278
NEL GIARDINO D’INFANZIA

risalgono dal cuore giorni analfabeti
a dire l’urlo della rosa
l’insaziato stupore

e i me stessi
a spiare
dalle crepe dei muri o
a giocare tra losanghe di luce

in un tempo che lento rimonta

279
ANGELI DI CARTA

gli occhi un po’ stanchi
vedo nel mio cielo volare
gli angeli di carta di Rafael
mi pare udirne
il profumo i celesti canti

oh mi vengano in sogno
queste creature fiammanti
le fraterne ali
a coprire
le miserie degli umani

Rafael Alberti, poeta spagnolo – 1902-1999

280
LEVANTE

levante del cuore dove
rinasci

la mente in espansione
la tua
empatia
tutto un mondo che trasloca
nel lasciare la casa del corpo

la penna tuo viatico
vita a fiorire
in un mare d’amore-endorfina

281
COME LO STELO

(Giovedì Santo)

primavera ha le mani
piene di fiori
ma come lo stelo
il cuore mio si flette
in arida aria

282
LE VELE

le vele le vele
decantate dal visionario di Marradi
sui verdi mari del sogno
dove prende l’anima il largo

bianca schiuma ti spruzza
chiarore selenico
dipinge di poesia il cielo

Dino Campana, poeta, di Marradi – 1885-1932

283
SE SEGUI LA PISTA

raggio nella carne
l’altro che di te
preesiste

è avvolgerti d’ombra
il suo ritrarsi
se segui
col lupo
la pista del sangue

284
SENZA TITOLO

fine del giorno
inargentata sul mare
-negli ultimi guizzi
di luce palpita
il cuore delle barche

e la vita? si perpetua
-la vita non può morire

impregnata fin nel verde
dei frondosi rami
casa degli uccelli

la casa è il secondo corpo
-così
strato su strato
i malli dell’anima

questo mondo
l’altro
-da cui beve energia


LO SGUARDO VELATO

2016

LA VITA NASCOSTA

285
L’ESISTERE SPECCHIATO

con lo stillicidio
del tempo a subire
questa piaga dalle nove porte

ma a te presente
il Sé -il celeste- l’esistere
specchiato: vita che si guarda
vivere

un mondo in un altro

Le nove porte: gli orifizi del corpo secondo la Bhagavadgita

286
UN DIO CIBERNETICO?

vita asettica: grado
zero del divino Onniforme
-ma la notte del sangue
conserva memoria di volo

vita
sovrapposta alla sfera celeste
regno d’immagini
epifaniche

emozioni
elettroniche

eclissi dell’occhio-pensiero

287
NEL PAESE INTERIORE

nel paese interiore
eiaculo i miei sogni –
vivo una stagione
rubata al tempo -mimesi
icariana sul vetro del cielo-

nel paese interiore
brucia il mio daimon
di febbre e di luce

288
DELL’INDICIBILE ESSENZA

dell’ indicibile essenza
noi sostanza e pienezza

solleva l’angelo un lembo
di cielo:

in questa vastità soli
non siamo: miriadi
di mondi-entità ognuno
in una goccia
di luce

289
ANGELI CADUTI

fuori dal cielo
bevvero l’acqua del Lete

ora
non sanno più chi sono

presi nella ruota
del tempo
mendicano avanzi di luce –
curano
le ali spezzate

per risalire nell’azzurro

290
PRESENTIRE

finirà qui tutto
il visibile
-col panorama dei sensi

a sopravviverci voce
di sangue in un non-tempo
inconoscibile

l’astronave-di-luce
tra cirri e nembi e corpi
celesti

291
L’ALBERO

di Te
il dito
la saliva il fiato:

ri-fiorire vita
in cuore disabitato

e gli esecrandi
crimini? non
ricordi

dal sacrificio estremo
l’Albero di sangue
si è ingemmato

sopra uno
sconquasso di secoli

292
EPIFANIE

vita che si guarda
vivere e ci guarda
vita che si pensa ed è

-riflessa vita che
apre la fronte del mattino

ed è esistere
nel suo ricrearsi

epifanie

293
FARSI INFINITO

in apparente spaziotempo
un infinito sospeso

-sogno fatto
carne

la vita è alfabeto del tempo
da sillabare
vuoto di forme – ombre

nel bianco respiro
dalle labbra quest’anima s’invola

294
L’ABBRACCIO

(in dormiveglia)

si concentra ed espande
l’amore in quel vivere-morire
delle prensili braccia
sospensione apparente carne e cielo

295
IL SOGNO DI TE

in una sospensione lucente
ride la tua immagine d’aria

nella fodera del cuore
ho intagliato
il sogno di te

sulle ali del vento le parole
che ti dedico

296
LA CASA DELLE NUVOLE

ha bisogno di manutenzione -sai
per produrre versi come miele
-vanno oliati gl’ingranaggi
verificata la tenuta
perfetta dell’ossatura
l’efficienza della struttura

tenerla in ordine come
un condominio

ma tu la ritieni come fosse
di proprietà esclusiva:

contenitore di sogni
è risorsa a cui chiunque
può accedere -ti basta?

297
DI QUA DEL VELO

(non qui né altrove:
semplicemente essere
nel Tutto
-porta della conoscenza)

di qua del velo di maya
trottola del tempo
consuma il suo perno

nella palpebra del sole
un embolo d’ombra dimora
che insanguina il vento

298
MOMENTI

di cos’è fatta la vita-energia
se non di momenti
rallentati
-per cui è un girare in tondo
su te stesso

o forse
di virgole di sangue
e amore
rapprese in un grido
sul vetro del cielo

299
NELL’UNO

dal Tutto
ritrovarsi nell’uno
a vivere il sogno della carne

il sangue che cavalca il vento dove
crescono i passi

lacerato dalle lancette
d’un orologio interiore
un Lazzaro a sollevarsi da cento morti

300
IL SOGNO DI DIO

in seno a cieli
di cui non è memoria
assai prima del corpo
quando già da sempre era la Parola

il sogno di Dio

il Suo soffio

poi la fatidica
domanda “dove sei
Adamo”

e furono
i cieli
capovolti

301

BRANDELLI D’AMORE

falesie di pensieri
tesse ragno di luce

vertigine: come
sarà senza il corpo
-serbata la vita
nella Pietà del sangue

solo espanso
pensiero saremo?

ci consoli certezza
di portare in salvo brandelli
d’amore

302
GL’INTOCCABILI

sì onorarli
i morti che
ci perdonano con un velo di pietà

quelli che sognarono
il loro eldorado
ragazzi degli anta presto
dipartiti

ora di qualcuno
d’essi verrà detto
era un pezzo di pane
-anche se di certo avrà
portato con sé i suoi scheletri

o si saranno nell’altra
dimensione dissolti

303
INFINITUDINE

parabole di carne

siamo archi tesi
nella mano
dell’eterno presente

noi
nel divenire appoggiati ad una
spalliera d’aria

304
DISTACCO

giungere dove ogni
linea s’annulla
un brivido bianco
e sei altro

fiume
che perde nel mare
il suo nome

…………………………………………..

TRANSITI E SOSPENSIONI

305
INANELLATI ALEGGIANO PENSIERI

(la fatica dello scrivere)

inanellati aleggiano pensieri
si frantumano ri-compongono
tu aureolato di fumo
a lasciarti corteggiare
dal misterico chiarore d’una
complice luna

rima sì rima no baciata o
interna e che suoni

un corpo-a-corpo con la parola

intanto

di Selene un dardo
il foglio trapassa
dove ristagna esangue
poesia

306
DALL’IMMAGINE INFRANTA

(a Danilo Dolci)

risalire dall’immagine infranta
-quella dopo
la caduta-
dove è voce
del sangue la ferita del cielo

limare le parti
non combacianti
con la figura del divino

innamorato
dell’uomo nuovo
tu guardi al bambino

che tende
le prime radici nell’aria

307
FIORE DI POESIA

‘lo gnaolio dei gatti
in amore tra gugliate di luce’

belli sti versi
che leggo sorseggiando
un drink ma dove
vai a parare me lo dici?

timore della pagina bianca?

scandagliare devi
macerarti
immergere le mani nel sangue
a far nascere nuovo fiore
di poesia

musica
che arrivi al cuore

308
CREATURA DI SABBIA

io non io esisto
di qua di là dello specchio -una
distanza mi separa: vivo mi
avviluppo in un sogno
lucido

Sogno sono di me

io creatura
di sabbia

309
QUELLA SOSPENSIONE

non già l’appagata
sorpresa ma in vita
tenere l’attesa
cullare
il desiderio
-avrebbe forse
sentenziato il saggio
de ‘I Ching’

sentire nelle vene
serpeggiare
il prolungarsi d’un’attesa
lancinante ma dolce

trattenere quella
sospensione lucente
simile a stillicidio
che scavi la pietra

I Ching – Il Libro dei Mutamenti

310
LIBRO DI POESIE

aspettare per farne
-forse- un “mattone”? o subito
licenziarlo
libercolo smilzo?

alle spalle
l’assedio degli anni: mi spingono nella
strettoia -o foce-
dell’ignoto

gioco
col tempo che resta
a sfidare la morte

visti non visti
i giorni
sciabolate di luce

a sfogliare mesi anni

311
MIMESI

icaro e le ore
acrobate
dove spegnere
inconfessati ardori

il “grido”
espanso
che nell’aria trema

l’angelo
è di cenere

312
FAME

tutto relativo
non Dio
non la fame

ho visto un’ombra
aggirarsi tra i rifiuti
non era un cane randagio
era
un uomo

pro(re)gresso?

la giustizia
artiglia urla
fame di Dio

313
NERO DELLA NOTTE

(a un dissoluto)

punto di non ritorno?

quale
sprofondo ad accoglierti

non sai più
chi sei
dentro giorni perduti

ah ti trapassi una spada di luce
ti canti nel sangue
un angelo
che ti aiuti a grattare il nero
della notte

a sollevarti
dal tuo sudario
di morte

314
VERTIGINE

‘donnez moi
dammi una scala per il paradiso’
dicevo
in dormiveglia e ancora
quali nonsense
aborti di parole frasi
sconnesse

strascichi
bave

era uno scivolare
in me senz’appiglio

come
affetto da demenza
senile o
scoprire in me il bimbo
accoccolato nella mente

315
MIGRANTE

il ragazzo lasciato bocconi
sull’arenile
sembra dormire
avvolto dal manto della notte
gli lava dalla salsedine
la parte del viso
un cane randagio

ora non sentirà più i morsi
della fame

è sazio di cielo

sul corpo un fremito di stelle

316
DEL SOGNO

linea di divisione
-luna del sangue
a ricreare ancestrale
luogo-non luogo

ectoplasmi

-cerchio del sogno

asimmetrico volo

317
ASSOCIAZIONI

i nasi all’insù contro la luce
livida d’un cielo che non promette
un rondone rimasto impigliato
chissà come sbatte furioso le ali

strana associazione
d’idee se va la mente
al ‘falco alto levato’ di Montale

[Le parole virgolettate nell’ultimo verso sono tratte da Ossi di seppia, 1920-1927.]

318
CONOSCO LE VOCI

(a tutte le vittime per la giustizia)

conosco voci che aprono strade
di libertà e amore
conosco i nemici della luce
che aizzano i cani neri della notte
lacerando i sogni di nuovi mattini

conosco i nomi
dei poeti assassinati
che dal sangue han levato la voce
-i loro j’accuse
come lingue di fuoco

conosco la “fame” dei senzavoce
il profondo dove si apre il grido

319
L’ALBERO DI GIUDA

tagliando per la pianura
non trovavi più il cuore

sulle punte delle stelle ti volevi
trafitto
e il sangue quasi ricamasse
una scritta ingloriosa

ma il tuo albero
ecco venirti incontro

e già il cappio
vederlo
-sinistro

320
PRIMA DEL GESTO

(altra visione di Giuda)

ti saresti ubriacato col prezzo del sangue
soffocando nel vino
quella lacerazione infinita

ma avresti solo ritardato la fine

prima del gesto estremo
scacciasti via da te quella luce
a guisa d’angelo

non potevi saperlo
eri scritto nel Libro per un ruolo
ingrato
-sulle labbra ancora il fuoco
del bacio

[Giuda Iscariota, secondo Giuseppe Berto, nel romanzo “La Gloria”, aveva una missione da compiere e non è morto dannato.]

321
LUCE E OMBRA

se posso
mi cerco un posto all’ombra
-non m’ispira il tipo lucertola-
ti guardo attraverso gli occhiali
scuri mentre leggi per ore
distesa su uno scoglio

ha un che d’incantesimo
questa sospensione palpabile nell’aria

linea d’ombra e luce
a separarci
ma metti i tuoi ridicoli puntigli

322
STANZE

le notti inzuppate di sogni
quando
nonsense veleggiano
sulle ondivaghe acque dell’inconscio

o ti vedi seguire
una successione di stanze
e ti perdi e ti ritrovi
in un’altra realtà-sogno o dimensione

323
ISOLE

concatenarsi di sequenze evanescenti
sognare di te tu di me ma mai
questi mondi paralleli s’incontreranno
li inghiottiranno onirici buchineri
così le nostre vite
trasversali un fondersi di corpi
ma isole
gli universi dell’anima mondi
di celeste fuoco che si sfiorano e
mai
combaciano

324
UN CIELO BIANCO DI SILENZI

(L’ortografia)

punto sul vivo
da strafalcioni
anche il foglio sembra aggricciarsi
attraversato da una fuga d’ immagini

in un bailamme di fonemi -dalle acque
del sogno a risalire strambe
parole nell’aria di cristallo-

illividisce
un cielo bianco di silenzi

325
LO SPAZIO D’UN SOFFIO

schegge di voci
di abbandono

il pallore di luna riflette
nel bicchiere luce ubriaca

occupi
lo spazio d’un soffio

in fine consegnerai
il nome

326
POESIA-FINESTRA

dici poesia intendi finestra

affaccio dell’anima
bagnata da alfabeti di lune

è finestra su un mare aperto
poesia

per l’orecchio del cuore-conchiglia

327
IL TUO VOLARE ALTO

l’anima spando sulla terra
a ricambiarmi una solitudine
ampia come il cielo

mi appresto a gran passi agli ottanta
e ancor più poesia ti canto
-del mio sangue azzurra ala

ai confini della sera in quel
farneticare che richiama la morte

il tuo volare alto
come preghiera

328
IL SALUTO SPEZZATO

[11 settembre: a 15 anni dalla strage]

tutti ricordano dove si trovavano
in quei fatali attimi
quando il cielo si oscurava
ingoiando cenere e odio

tutti
ricordano -i superstiti- l’ultimo gesto
-uno per tutti la mano levata
quel saluto spezzato

come il battito dell’ora in cima
alla torre

come il pulsare del cuore
straziato

329
ULISSIDE

(l’ispirazione)

prende forma la vela
dalle profondità inconsce
la governa ulisside
o forse si lascia guidare

sull’infinito mare del sogno

speculari all’acqua
emergere vede parole

il fonema del canto
su curvature di luce

330
NEI MIEI SOGNI

c’è un donnone nei miei sogni
mi perdo fra le sue grandi mammelle
piccolo piccolo mi faccio e
come scricciolo
mi c’infilo
nel suo caldo grembo

al riparo degli tsunami del mondo

331
UN SECCHIO DI STELLE

un secchio di stelle
acqua e pensieri
ondivaghi e le stimmate
di te
nella memoria come sangue
rappreso

nel fondo a ravvivarsi
ali
e venti aquilonari
l’ingoio di soli su orizzonti
di fuoco

332
L’ACCUMULO

Tu non persegui
chi usa bilance false
lasci gli si ritorca
l’ingiustizia e l’oro
diventi capestro o ruggine

ahi l’accumulo
cui spezza il cerchio
la morte

333
NOMADE D’AMORE

gli occhi luccicanti
delle finestre
contro la lavagna della notte
che disegna arabeschi
di mistero

dove ti porta il filo
dell’immaginario o del
sognare

dove
questa strana ma feconda
inquietudine
serpeggiante nel sangue
tutti i libri letti i mari
solcati -odisseo tu
nello spirito- dove
questo cuore nomade
d’amore
ti porta

334
LA TUA VAGA ESSENZA

tocco in sogno la fiorita
riva delle tue braccia:
è una dolce pena questo lieve
sfiorare la tua vaga essenza
a un lunare complice chiarore

335
IL GRIDO

non altro che
raccogliere su foglio
il Grido l’amaro
sangue -morte per acqua-

parole a segnare
vergogne

dall’alto spettrale
silenzio su vite
lacerate

336
CASA DI RIPOSO 2

-nella vita chi non si dà muore
mangia se stesso- sentenzia
il “saggio” in degenza

la nuvola
di vapore dalla cucina offre
un che di magico un familiare
tepore

là fuori un mondo che vive
la recrudescenza dell’inverno – gli alberi
orfani di foglie e canti
.————————————————-

ASIMMETRICI VOLI
(2016-2017)

337
HITCHCOCK

mi ha squarciato la carotide
un solitario uccello nero
sparito poi alla vista
nel cielo di cobalto

distratti mi oltrepassavano i passanti
mentre mi dissanguavo

sul marciapiede
il sangue disegnava arabeschi
del sogno
-degni
del genio di dalì

338
QUEL SUSSULTO DEL SANGUE

come
non trattenere il muto grido che sale
fin dal midollo delle ossa
per te Nina ora come stella
del cielo
come quel sussulto
del sangue a non espandersi
in vasti echi
contro muri di cristallo
in questa solitudine che artiglia

morta in me l’attesa
e il giorno azzurro
e il vento e l’odore di te
oggi
che del sangue sei grumo raccolto
negli occhi

339
L’ANGELO

(conversione di San Paolo)

l’angelo sognai
sulla via di Damasco
aprirmi l’altra faccia del giorno
caddi bocconi in estasi
vedevo gli alberi camminare
tutto il mare
in una brocca

340
IN SOGNO

si amalgama il sangue
con alfabeti d’acqua
se inattesi
risalgono
dal mare i miei morti
nell’alone di luna

341
CHISSA’ FORSE UNA NOTA

un rebus di parole
frammenti
di nonsense emersi
dal sogno non del tutto svaniti
tentare di farne una
poesia?

ma è come volere
estrarre sangue dalle pietre

quel gabbiano che ora vedi danzare
sulla spuma dell’onda
-non certo uscito
dal tuo sogno-
chissà non ti porti nel becco
una felice nota

342
COME OSTIA DI LUCE

[Ai martiri della cristianità, che hanno combattuto la buona battaglia.]

irta di rovi
la “parete” inclinata del cielo

vi lasciaste brandelli
d’anima e pelle
ora
il sangue a fiorire
come ostia di luce

343
ULISSIDE

ordito del tempo-maya
isso la vela
per terre
in sogno intraviste
risillabando
palpiti di soli
miraggi d’eldoradi
-la prua che fende
le onde
esce dalla coda dell’occhio

344
LA GRANDE AVVENTURA LA VITA

impastato di sole tu
senza paese
di terra e cielo sei
ricorda ti veste dignità

ancor giovane hai braccia
forti
per capovolgerla la vita
esci dall’inedia solleva
sulle larghe spalle i tuoi figli
fagli scoprire
gli orizzonti
dove grida la luce

345
DELL’EDEN

proiezione sei e lamento
come d’animale disperso

a trapassarti una spada di luce

riflesso di Vita vera
se dell’eden
ti abita solo
quella vaghezza come in sogno

346
LA SVOLTA

impalpabile
mistero è a volte la vita
come il sogno
coi suoi criptati messaggi
da decifrare

ti senti pedina
sulla scacchiera
in un magico sincronismo

ed è la svolta
che poi
ti rivolta la vita

347
QUI DA DOVE GUARDI

gratifichi la stima
di te con un éclair
insieme le ingoi
quelle morti per acqua
tutto già visto già ingerito

pure
cos’è che d’irreale aleggia
nell’aria vitrea qui
da dove guardi
giro piatto d’orizzonte

348
NELLA PIENEZZA

asessuato angelo
dall’immarcescibile aureola
so chi sei ti riconosco
venendomi in sogno
angelo mio specchio
io di te riflesso
nient’altro anelo
che riunificarmi
a te nella pienezza

349
LEVANTE

[leggendo David Maria Turoldo]

quanta pena
-Cristo- per togliere
il pungiglione alla morte

quando
si apriranno i cieli

e l’alba
per noi sarà luce
frontale?

350
NULLA SI PERDE

se
di sé
fu a innamorarti
una melodia ora smarrita
nel tempo

vedrai tornerà –
sì tornerà all’orecchio del cuore
viva come allora
valicando gli anni alle spalle

pure
ogni essenza potrai ritrovare
che ti appartiene
varcato che avrai il muro del tempo

come l’odore della salsedine
del legno bagnato

o -sublimati-
quello della pelle
dell’amore

351

L’ESSENZA

inadeguati noi
gettati nel mare-mondo
legati ad una stella di sangue

noi siamo l’alfabeto del corpo
che grida
il suo esserci

noi essenza degli elementi

appendici della terra

labbra del cielo

352
NON DOMANDIAMO

non svegliamo le lune di vetro
assopite
nella valigia dei nostri spostamenti

da dietro il velario
esse non sanno
dirci se siamo assoluti

non domandiamo

tantomeno alle stelle
a sbiadire nella prim’ alba

e noi
nomadi d’amore
non si sa dove poggiare il capo

353
SPALLIERA D’ARIA

s’adagia ad una spalliera d’aria
l’anima monca

in occhi di verdecielo
una luce analfabeta

invertigina l’essere in questo
slontanare

ma il nome è da sempre
nel seno di Dio

354
CHI PUO’ DIRE

[a un ragazzo degli anni 60]

non certo beata
gioventù
-chi può dire
cosa s’agita in un profondo fitto
di grovigli freudiani

volevi uscire da te
ti attrasse il salto nel vuoto

“non entrambi i polsi legati
un’intera nottata a fissare il soffitto
no non faccio del male ora
neanche a me stesso”

poi il fiotto di luce
a investirti
e le venti candeline -simboliche- da spegnere
non era l’ora che partissi dal mondo
quel mondo che ancora ti chiamava
nel suo grembo di cenere e oro

355
DELTA

dove è grido rappreso
la voce del deserto

si dirama l’essere
aprendo
di solitudine le braccia rotte

356
A SPECCHIO DI CIELO

fraternizzo con Campana
se anelo al silenzio
in un gran porto chiuso ai mali
del mondo

dove a specchio
di cielo sia riflessa
unicamente la bellezza

[Dino Campana, “Canti orfici”.]

357
I SOGNI ALLA DERIVA

insieme a questo corpo
vedrò staccarsi i sogni -quelli mondani
su vascelli di nuvole-
andare alla deriva
sopra un mare che più non m’appartiene

358
UN’ALA D’ANGELO

propedeutico è l’abbraccio
bellezza nell’umano
che schiude mondi ignoti

un’ala d’angelo vibra
sulle schiuse labbra
a sigillare nuova vita

359
ESTASI

[gli ultimi giorni di Paolo (Saulo) di Tarso]

ovunque mi seguivano i tuoi occhi buoni

l’anima
affacciata sul Tuo sangue lucente
ha danzato per il tempo che restava

360
DIETRO IL VIOLA

non hai un appiglio
mentre
a superarti è una luce blanda
anneghi in un mare vasto
di ossimori
come un film sfocato
questa vita in controsenso
quasi una
finzione o solo
apparenza
dietro il viola della memoria
affondano nel nulla i tanti io

361
L’IMPRONTA

ricominciare da qui: dove l’occhio
del cuore
segue la curva della luce

dove si schiude la rosa
tra cristalli di gelo -mentre
lasci l’impronta del “fare”
anima

ti fondi nell’azzurro
rapito dal canto di Silesius

[Angelus Silesius – 1624-1677 -; poeta e mistico tedesco.]

362
LA SLAVINA

perla nel cuore del Gran Sasso
il “quattro stelle” non esiste più
ghermito dalla mostruosa
mano di ghiaccio

meglio la sorte dei sopravvissuti
ti dici
e ancora sperare
sotto la neve una voce udire
pensi ai familiari perduti
deglutendo caffelatte e lacrime

[tragedia del 18 gennaio 2017]

363
SILLABE

(visione)

mettere ordine
nei cassetti della mente
non trovare una pagina volata chissà
vedi rotolano giù
dall’emisfero destro parole ubriache
mentre sul bordo
delle orbite
piccioni piluccano sillabe s-cadute

364
CAVALLI DI NUVOLE

i primi smarrimenti: quando ti sembrava
dovesse cascare il mondo
-disegnavi angosce o voli
pindarici nell’aria

da una feritoia ti guardava
un pezzo di cielo
-tu ragazzino -ricordi-
rifugiato in una baracca
a smaltire l’ “onta” di una derisione
non sapendola costellata di prove
la tua stella

intanto
cavalli di nuvole
a sequenza
dicevano la vita leggera

365
NEL SANGUE DELLA PAROLA

ti fai strada nel sangue della parola
al primo chiaro con la luna
che spiove sui tuoi fogli

d’indicibili fonemi s’imbeve
ora la nuova fragile
tua creatura

366
IN MAGICO DEFLUIRE

peschi un verso dal fondo del tempo
tuo non più tuo
come una matrioska altri ne nascono
in magico defluire

non sai mai dove
ti porta poesia

altri ne scaturiscono che
da dentro premono
spingendo contro il costato
grembo dove sosta un dio minore

e devi gestirne
l’impeto di sangue e luce

367
PALPITI

la parola graffiante
ferita viva lascia nel bianco

l’anima in luce
di sangue
si china sulla bellezza
mentre
rossi palpiti annoda
un navigar di vele
sull’aperto mare del sogno

368
DA UN ALTROVE

a volte la tua vita la pensi
come fosse
in mano a un vento che t’avvolga
in un mantello di luce

tu che in azzurre volte
ti perdi: dimmi cosa
senti da un altrove?

forse
lontananza che richiama
un altro Sé?

369
DOVE NASCE UNA POESIA

non puoi sapere come e dove nasce
una poesia – arco
teso dell’essere che

sulle ali del vento
corteggia il sogno e
pentagrammi disegna

mentre la Musa
come una Venere
esce da un bagno di liquida luce

370
SCRIVI SUL VENTO

non vedi di là del tuo naso
se ridimensioni la trave nell’occhio
dove l’ego veleggia
per terre di conquista

corri sul filo di abissi
di vanagloria

il tuo sogno
cattedrali di nulla

girasoli accesi ed arco-
baleni pare t’invitino
stolto che te depredi
del bello

metti in tavola
pane e rancore

disamore scrivi sul vento

371
VERITA’

non scritte sull’acqua
le mie parole

pure mi nascondo
come l’inchiostro simpatico
mi paleso a chi mi sa
leggere tra le righe

sarebbe
dare perle ai porci
uno sbandierarmi ai quattro venti
per chi è sordo
alla stregua dei potenti

372
L’ACCUMULO

ti preoccupi per il vestito? e
per l’oro nei
forzieri dove urlerà
la ruggine?

la so quella certa
malattia contagiosa
serpeggiarti nel sangue

guarda i gigli
del campo – Lui dice

e
ti senti come chiuso
all’angolo

Lui: ti fidi?

mai hai visto un sì benigno Cielo
accoglierti

373
PER VOLARE

pensa: sono appena passato “di là”
eppure
non me ne sono accorto

vi si sta d’un bene ed è come
in un sogno
tanto ma tanto più vivido

ora
aspetto soltanto di vestire
un corpo fatto d’aria

per poter
volare

374
PAROLE

parole sulla bocca
dell’alba
in dormiveglia mentre
inizi l’interiore viaggio

cavare sangue
da neo-nate parole
in seno a un dio
non visto

dove sale la luce

375
VELE DI NUVOLE

escono fonemi
dal ventre della notte
quasi ectoplasmi
nell’alone di luna

saltabeccanti passeri
sbocconcellano
interpunzioni vaganti
con vele di nuvole

376
VELARIO

amare è fatica

caduta delle braccia

ma dal peso
mortale un cielo ci nasce

strappa dunque
il velario volgi lo sguardo
sul monte
al Cristo trasfigurato

agli ultimi
della terra

377
DISTACCO

ti fai fragile foglia
appoggiata ad una spalliera di brezza

378
FANTASIA

entravano nella cruna del sogno
salendo su per il naso
vele e gabbiani danzanti sulle creste
nei mari di Melville

era voce d’acque a lenire giorni
feriti
nell’anima a perdere

379
ARCO D’AMORE

noi siamo proiezione di Dio
e come angeli incarnati
del nostro Sé
similmente di noi
i nostri figli

-frecce scoccate oltre
il corpo
dall’arco teso dell’amore

380
ACQUA E MEMORIA

in cadenza di respiro
acqua e memoria
siamo
scafi a solcare oceani
del periglioso esistere

su un vento salato
s’invola
la sacralità della parola

381
DIETRO IL VELO

splende rosacea luce
sulla bocca dell’alba

miriadi
di stelle nascoste alla vista

come la vita
dietro il velo della morte
-a cogliere
aneliti d’infinito

382
LE VOCI REMOTE

un’accoppiata
di parole o una frase
sentita o letta risuonano e
sono una fitta
nella mente che inizia a elaborare

il letto del fiume
è un sudario
che raccoglie le voci remote
delle anime in sogno fermatesi lì
sotto la luna menomante
di Seferis

Ghiorgos Seferis, poeta greco – 1900-1971

383
LIQUIDA

è striscia di luce verde
la mente
mentre la forma
assumi
dell’involucro-status quo

alchimie del sangue
nel vestire la vita

il chi-sei
serpeggia
si morde la coda

384
PRIMAVERA

si posano le uve dei suoi occhi
su silenzi sospesi
teneri corpi come giunchi
dondolano nella luce
sognando la vita altra

—————————————–

VITA TRASVERSALE

LE VOCI REMOTE

2017

1
LE VOCI REMOTE

un’accoppiata
di parole o una frase
sentita o letta risuonano e
sono una fitta
nella mente che inizia a elaborare

il letto del fiume
è un sudario
che raccoglie le voci remote
delle anime in sogno fermatesi lì
sotto la luna menomante

2
ONDIVAGHE MACERI PAROLE

quando ti rigiri tra le lenzuola
-ondivaghe maceri parole
dove latita il cuore-
somigli al gabbiano ferito
che solo in sogno ritrova
il suo mare – la vita altra

3
SOGNO DI CUPIDO

aleggiavo “per l’aere”
-io figlio di Venere- o
era il mio doppio incorporeo che
con molte frecce al suo arco
germinava amore

vedevo
nel tempo di Veneralia
in un cielo quasi dipinto
splendere carnale fiamma

[Veneralia: festività romana celebrata il I° aprile, dedicata a Venere Verticordia (“che apre i cuori”).]

4
FUOCO AZZURRO

lascia che sia
più che naturale
da una forzatura un pastrocchio ne verrebbe
come l’idea di ritagliare lettere
per “confezionare” una poesia

fa’ che sia lei
a visitarti col suo azzurro fuoco
ti salga fin dalle viscere
ti cali nell’humus della parola

5
LA GRANDE AVVENTURA LA VITA

“marinaio col mal di terra”
se mai ne perdessi il gusto -della vita

dal cuore della zolla il verde grida
sempre vita rinasce
all’infinito

lei è mamma-chioccia
-travalica la morte col suo tepore-amore

6
GENERAZIONI

eccoti un ectoplasma ovvero
un antenato
a sentenziare da un aldilà
-non sapete neppure vestirvi

-bella forza: voi con i vostri
doppiopetti
vi credevate dio in terra o guappi
noi
casual-cibernetici
della libertà siamo bandiera
grida il rosso
del nostro sangue nelle piazze

per le ginocchia aria di primavera

7
ELUCUBRAZIONI

dicono esce dalla testa
il corpo astrale parto della mente

è sempiterna la mente
come il reale che in sogno appare

liquida luce – oltre
la mente solo ombra o niente

8
PRIMAVERA CANTERINA

di verde in chiome folte
natura si riveste

a specchio di sole -sangue
di primavera-
becchetta
l’immagine nell’acqua
il chiurlo e ti fa il verso
se abbozzi un motivetto

9
L’ESTRO

rischiava la galera chi
procurava cibo
ai fantasmi era l’editto
del castello

pure
l’intrepido ragazzino
Arthur R. giocava il tutto
per tutto pur d’avere in cambio
versi “divini”

o più probabile fosse
solo un sogno e lui stesso sogno
nel sogno e i versi
parto del suo estro

10
MONDO DI LUCE

m’invitano i miei morti
a una uscita fuori porta
amano
farmi partecipe del loro mondo
m’avvedo
dagli occhi lucenti e i sorrisi complici
ch’è molto molto gradita
indispensabile quasi la mia presenza
ché senza orfani sarebbero
e tristi forse
pur essendo estraneo al loro mondo
di luce

11
IO SONO IL MARE

danzi su creste d’onde
gabbiano Jonathan
io sono il mare l’immenso
desco su cui ti posi
-ti guizza nel becco preda lucente-
io sono il mare tua madre
se in burrasca
vieppiù in simbiosi siamo
ti abbraccia il mio cuore trasparente
di salsedine

poi per l’azzurra volta
ti vedo svettare – verso
profondità di cieli

verso quella
libertà che aneli

12
L’INNOCENTE

già l’immagino i titoli
“classe 41 – stecchito da una raffica”

ho a volte il pallino
-farneticare dell’età-
che d’improvviso qualcuno mi spari
da un’auto che rallenta e poi via
-come in una scena da gangsters
-è fantasioso ma
freddamente reale

dove -si sa- a pagare
è chi non c’entra un bel niente

13
FUMATORI D’OPPIO

figure inconsistenti
come carta bruciata
sbriciolata d’un soffio

e
alberi che camminano
capovolti e navi
di nuvole

visioni aleggianti nelle
stanze del tuo sangue

Jonas
preso nella rete dei
fumatori d’oppio

14
SE QUALCUNO E’ A SPIARTI

lasciartele scivolare addosso -dici-
distaccarti sempre più dalle cose
finanche da questo

corpo: vederti presente
a te
come nel sogno – quasi
evanescente

sogni
e sei sognato –
mondi speculari

vedi: se
qualcuno è a spiarti

non sei che tu
da un altrove

15
SOGNARMI

sull’otto orizzontale
librarmi etereo

piume d’angelo a coperta
di cielo

16
SE LASCI CHE LA VITA

il moscerino che taglia nella luce
del monitor
l’ultima tua poesia riveduta

sembra imbeversi
del sangue delle sillabe

in questo minuscolo essere
smarritosi
nella sua realtà-sogno

vedi te stesso se lasci che la vita
ti conduca lungo
i labirinti viola della mente

17
TRASMIGRA IL TUO GIORNO

compiacerti dei tuoi beni?
ma dimmi cosa ti porti
di là?

lasci pure questa veste
oggi affidata nelle mani
dei “restauratori”

-la vecchiezza un obbrobrio!

ecco vedi trasmigrare
il tuo giorno
in sudari di calce

18

ED E’ SANGUE IN LUCE

esilio di carne
anse d’ombre

ed è sangue in luce
l’ancestrale fiorir
d’appigli

a schiudere il giorno

19
SIMBIOSI

di notte sto bene con me e l’altro

sono io l’altro che -c’hai mai
pensato?- non proietta ombra
ombra di me è il sogno

come un bambino
avvolto dal regno delle ombre
affido tutto me stesso alla notte

20

COMPLICE L’OMBRA

non un posto al sole
non m’ispira il tipo lucertola

ora dove sosto
un venticello spira
che mi pettina i pensieri
aggrovigliati
nel cielo della mente

dove un abbozzo
di poesia inizia
a mettere ali

21
IL LA’ PROPIZIO

quando sperimenti il fantastico e
non focalizzata l’immagine salta
sul video della mente

quando magari
è Borges a darti l’abbrivio
il là propizio
dal suo cielo d’esagoni e sfere

[ultimo verso: ispirandomi a “Finzioni”, di Jorge Luis Borges]

22
DOVE PALPITA IL SOGNO

da una dimensione parallela
il Sé in me rispecchia
la sua primaria origine
punto dell’eterno
dove palpita il mio sogno
di carne e cielo

23
TESTIMONI

di sole indorate
distese a maggese
ricamate di fiori di sangue
per mano assassina
tramante nell’ombra

vòlto al cielo: testimone
non “profeta” di
panegirici
fulminato a due passi
dal luogo di culto
le mani ancora nell’atto
di benedire

-come in un tempo sospeso
l’oscillare di grani
di rosario

24
LA CARA MUSA

ti ci arrovelli ma non trovi soluzione
ti ha lasciato a metà la cara musa

sei come quell’albero reciso
la cui ferita bianca
non si vede sanguinare

25
SIC TRANSIT

confidare
nelle cose che passano
è appendere la vita
al chiodo che non regge

è diminuirsi la vera ricchezza
-arrivare all’essenza

lo scheletro la trasparenza

26
RICORDA

[ispirandomi a David Maria Turoldo]

sei granello di clessidra
grumo di sogni
peccato che cammina

ma sei amato

immergiti
nella luminosa scia di chi
ti usa misericordia

ritorna a volare:
ti attende la madre al suo
nido

ricorda: sei parte
dell’Indicibile – sua
infinita Essenza

pure
nato per la terra
da uno sputo nella polvere

27
AD ALTEZZE SEGRETE

(volontariato)

spendersi
in un percorso di amore
il cuore aperto ad altezze
segrete

sperimentare l’Altro da sé
nel diversamente abile – pasta da
modellare: ci affondi
le mani e ci rivolti
la vita

lui ti ricambia con l’oro
di un sorriso

28
CLOWN

la tua magia è fumo
che vola sul tempo
fra palpebre d’aria

l’ora si fà elettrica
nel cielo
di un capriolare d’umori

29
ESPANSIONE

il sogno è proiezione? o
sei tu in veste onirica
uscito dal corpo?

sognare è un po’
essere già morti

come
nell’oltrevita
e l’essere si espande
si sogna moltiplicato
in fiore atomo stella

appendice? o
espansione è il sogno?

30
NUDO ALLA LUCE

è velo che cadrà la carne

rendere fruttuosa la morte
“perdendo” la vita

rovescio
dell’io tra nome e senza nome

ma è l’amore che mi sceglie

-nudo
alla luce

ho sognato d’essere trasparente

31
QUELL’ETA’

siamo quelli
di un’età ahimé biasimevole
se la moglie impreca
per la camicia ricamata di sugo

“l’altra faccia”
-a firma di arabeschi
di sangue sulle strade-
quell’età da sballo

32
ALLUCINOGENI

corrono brividi nel sangue psichico

dentro l’occhio di Selene ondeggia
distorto volto d’angelo

bruciarla la vita sul filo
della notte liquida

33

SANTO CHE SOFFRI

Amore inchiodato alla croce
Sole che apri spiragli
nei cuori di carne
Luce che accechi i potenti

t’incontriamo nel povero
ma non ti conosciamo
come Pietro al canto del gallo
cosa mai saremmo senza di te
che hai sepolto per sempre
la morte
chi mai saremmo se
di te facessimo a meno

l’ultimo giorno verrà
e noi perduti
perduti per sempre senza di te

Santo che soffri
che ci ami fino alla morte

[Il titolo è preso da Ungaretti]

34
TUTTO E’ PREGHIERA

una farfalla è una farfalla ma
tutto un mondo nella sua essenza

la natura
riflesso del cielo è preghiera
ogni respiro ogni sangue
vòlto verso l’alto è lode

l’anima nel suo profondo
in segreto s’inginocchia e piange

35

SPRAZZI DI LUCE

non riesco a saziarmi di Te

penetri nella
mia vitrea solitudine
con sprazzi di luce come
attraverso una smagliatura

36
LA CARA MUSA 2

giungerà con quest’aria incendiata
tra un ghiacciolo e un bagno la cara
musa latitante da giorni

intanto afose notti
inzuppate di sogni
hanno complice una luna menomante

37
DIETRO UN’ALBA CADMIO

ha dipinto nel tempo il suo
“capolavoro” di nulla?
-spuntato
da duemilanni il suo pungiglione

dietro un’alba cadmio il nero dove
ogni volta la ricacciamo
-nell’oceano di energia
miseramente essa si spegne

l’humus si nutre
di vermi e foglie: non si rinnova
la vita mangiando se stessa?

in un palpebrare di luce
del sangue l’aprirsi in fiore

38
SU ASSONNATE RIVE

su assonnate rive uno scorcio
si frange di tuo vissuto: i tanti
io disincarnati i tanti
ingoiati – non hanno più
ombra che nel sogno
nell’onda del sangue

39

VIVE UNA LUCE

vive nell’akasha una luce che
custodisce quel mosaico che dici
destino

tu sei l’ombra
del Sé: l’alterego o se vuoi
l’angelo che
ti vive a lato nei
paradossi della vita

40
FRATTO IL TEMPO

fratto il tempo dove
è ritrarsi di vita
come da risacca l’onda

il mostro a tratti
ghermisce la memoria
che vuole eradere ricordi

l’angelo è cenere
dove gridano ustioni
di luce

41

INVETTIVE

[a Padre Pio, tacciato di impostura]

una parola un fendente

minimizzi

l’orgoglio un ordigno
inesploso

carità
ti accompagnerà nella polvere

42
TENTO VERSARE VERSI

tento versare versi
sulla chiara facciata del foglio

“navigare di nuvole pigre” -questo
l’incipit
ma ahi cara musa
son già qui arenato

potrei imbastire una rima
tipo fiore-amore o
scrivere il verso più bello
dettatomi in sogno

pure
fibrilla nel sangue un qualcosa
che non saprò dire

43

NELL’OLTRE

imprigioniamo paure
in mantelli marchio privacy
ci genuflettiamo
a ipocriti sorrisi

nell’oltre
non ci son porte e chiavi
è tutto -in trasparenza-
un fondersi di sguardi

44
COL TUO CORPO D’ARIA

[A Mirta Rem Picci, 44 anni, suicida il 17.7.17.]

ti attirò lo strapiombo del vuoto
mentre mani cercavano afferrarti

un buco nel cuore hai lasciato Mirta
al tuo amorevole amico

ora
danzi il flamenco che amavi
col tuo corpo d’aria

e da un altrove “detti” poesie
quelle
che non hai avuto il tempo di scrivere

45

CASA DI NUVOLE

a volte non è ancora poesia
ma la sua forma possibile

lasci che fluttuino parole
che essa prenda sangue e voce

ti lasci condurre e non sai
dove ti porti
-dimorerà
la poesia
forse in una casa di nuvole


TRASMIGRA IL GIORNO

46
TRASMIGRA IL GIORNO

compiacerti dei tuoi beni?
ma dimmi cosa ti porti
di là?

lasci pure questa veste
oggi affidata nelle mani
dei “restauratori”

-la vecchiezza un obbrobrio!

ecco vedi trasmigrare
il tuo giorno
in sudari di calce

47
IL GRIDO

non lasciare ch’emerga
il mostro come da abissi
marini fa’ che affoghi
nel suo sangue

rabbuia nelle vene il giorno:
grido che tende
levarsi nell’aria rossa

48
INFINITE VITE

infinite vite possibili
ha forse l’anima
quel che è detto da taluno
l’essere moltiplicato

mai si chiude il cerchio?

è come traversare innumerevoli
porte nei meandri dei sogni
o abbandonarsi a visioni
di déjà vu

non si chiuderà il cerchio se
come si sa
è del Demiurgo un continuo creare
infiniti
mondi-entità col solo sognarsi

49

QUEL SORRISO

senti la vita quasi fosse
apparenza in vaghezza di sogno

l’anima è spersa dove fitta
trama d’ambiguo s’incaglia

ah le uve dei suoi occhi: uno spasmo
di luce – una spina nel sangue

e quel sorriso -oggi
che ti sorprendi a inseguire ombre
in cerca del suo profilo-
ti si trasfigura in un graffio
difficile da decifrare

50
SEGUENDO L’OMBRA

i tavoli tra ombra e sole dove
sedeva chi più non c’è

la mente è in fermento
nel lento giro del sangue
in questo scorcio di cielo

mi sposto seguendo l’ombra
seduto a leggere Brodskij
mentre
lo sciabordio dell’onda mi culla i pensieri
che vagano
sul filo di versi in fieri

mi distoglie
il ronzio di una mosca: salto un rigo
nero della pagina

il libro si chiude di scatto
sul giorno azzurro

51

MEMENTO

la luce si spalma
dentro la parola
che di sé vive:

a ricordarci la bellezza

lasciarci impregnare
di fascinazione
nell’orfanezza del sogno

52
SANTIAGO

traversare il ponte sull’Atlantico
t’ispira qualcosa
che appunti in un angolo sicuro
della mente

dopo
per davvero
guardi in un modo diverso le cose

è quello stupirti
amando l’Amore

il cammino di Santiago
finisce nell’Oceano

[percorso Fatima – Santiago di Compostela]

53

L’ASCETA

è nell’invisibile dice
l’architettura dell’essere –
perfezione la carne che si
trasfigura

il resto è apparire o maya: mondo
i cui regimi e regni andranno
capitolando – insieme a chi
li rappresenta

54
SUL CANCELLO

drappo viola dalla finestra affisso
sul cancello di fronte: un altro vicino
agli ottanta è andato a miglior vita –
non ritirerà più
il giornale al mattino
il passo pesante il fiato corto

unificatosi col suo doppio
ha lasciato qui la zavorra

55

EROS E THANATOS

far l’amore e la morte sono in stretta
connessione:
l’appagamento è un dolce morire

attimi che sembrano infiniti
perché amore e morte si abbraccino

come la terra nel suo grembo accoglie
le foglie cadute

56
CRONACA

“in luce di sangue vita ti diedi
e tu l’hai gettata nel cassonetto”

ahi quel cielo di carta stampata
che s’indigna sotto gelida penna!

57

SCORCI DI SETTEMBRE

scorci di settembre è l’ombra
a dominare i posti prima assolati
che trovavi nelle tue uscite

familiare ti è l’ombra ed è
dissonanza se ti sorprende
il pensiero di quel bambino che
dopo il crepuscolo ha paura del buio
e se non mangia arriva il mammone
con tre tocchi -sotto il tavolo

[mammone: in gergo è l’orco]

58
IN TE LA LUCE

s’inginocchia in te la luce

ti dividi
nelle due dimensioni:
dreamtime e corporea insieme

a sorvegliarti è l’Occhio
interiore –
il tuo doppio di perfezione celeste

[dreamtime: il tempo della creazione]

59

ANGELO DELLA LUCE

adagiati creatura del sogno
sulla curva del nostro abbandono

la lontananza è ferita insanabile
un cielo d’astri divelti

e tu balsamo sei
-tu orifiamma tu altezza
sognato stargate-
dove voce insanguinata c’inchioda

dalla caduta

60
LUCE ALTA

luce alta – paiono
incendiarsi le finestre degli hotel

un altro caffè
spezza la mattina –
strilli
di bambini in pineta lampi di
sole tra il fogliame

“Dio c’è” è la scritta sul
muretto che delimita la spiaggia

dichiararlo a cuore aperto:
ché un miracolo
è la vita

61

QUALCUNO TI CONOSCE

-non credi in un dopo? e
in un prima? e il mondo
pensi s’è fatto da solo?- ti chiedo
e tu t’aggrappi agli specchi

ma nulla va perduto
sai:
Qualcuno ha contati
tutti i tuoi capelli

davanti
a un pericolo mortale

un’invocazione ti salirà alle labbra?

62

IN VAGHEZZA DI SOGNO

ti rigiri e vedi -in vaghezza di sogno-
un te estraneo vagare
per strade buie e vuote
come un sansebastiano a trafiggerti
gli strali della notte – senti
recalcitrare
in te l’uomo vecchio -ah convivere
con gli umori di un corpo-zavorra-
ti avvedi d’aver perso le chiavi
di casa mentre un gallo
canta
in lontananza ed è l’alba

63
PIU’ D’UNA VITA

convivere con gli umori
di un corpo di morte

dall’animalità all’angelo: questa
l’impervia salita

più d’una vita se dal sangue
fioritura sia d’ali levate:

ogni passo ne perdi una piuma

64

ULISSIDI

andare per procellosi mari in cerca
del proprio nome l’origine
la loro Itaca

coglierne forse la voce nella
cavità del cielo
insufflate le narici da un vento salino

quel battere del sangue
di cui si parlerà a un nuovo approdo

e i morti? quelli che sono
parte del loro cuore alla ventura?

entrati nel mito
essi custodiscono
quel mai perduto nome

65
FORSE UNA NUBE

(a Pierluigi Cappello)

mi accoglierà un non-luogo
non più inalerò resina di abeti
alle finestre degli occhi colombe
bianche si poseranno
mi abbraccerà vaghezza
forse una nube vorrà dire casa

66

DI STAGIONI DI SOLE

ho sognato mio padre -non è giunto
il tuo momento- mi ha detto

di nuovo agli alberi cresce
la folta chioma
è tempo dei gatti in amore
-il ciclo si ripete della vita

quante ancora ne restano
di stagioni di sole -mi domando- di quel
sole che si spande come liquido oro
sul tavolo a cena

67
FIUME D’ECHI

rotte voci e forme
impermanenti
sotto luna menomante

anime siamo
che si cercano

fiume d’echi
la cui scia
porta con sé il lamento
di nomadi d’amore

68

VANAGLORIA

la forma assumi dell’involucro-
status quo
mentre a preesistere
in te specchiato
è quel pizzico di vanagloria
ingannevole capriccio
che rimonta a un giro di vento

69
IL GRIDO 2

resilienza questo vivere
morigerato e anse d’ombre
dappresso dove annega il grido

sudate notti e sogni
scollati da grigie albe

e chiederti
se non sia impari lotta
aggrapparti a rupi erose dai venti

70

LE MANI AFFONDI

in emorragie di non-senso
ricacci al fondo il Sé
superiore
uniformandoti al mondo
le mani affondi
nel sangue delle convenzioni
mentre
all’angelo lucente del sogno
tarpi le ali
facendolo all’alba svanire

71
FONEMA

insufflato dal dio
passa come un vento di mare
il ricercato fonèma

che nel sogno dispiega le ali
di scintillante bellezza

72

CUORE DI PAGLIA

è dell’umano il tempo
non certo dell’anima e ti pare
d’esser sempre giovane anche se
vicino agli ottanta il fisico non rende

se cavalchi
un’emozione ecco spunta una lacrima
e senti capriolare
questo cuore di paglia

come un imberbe a prima cotta

73
RICAMBIO D’ALI

va controtempo in un ricambio d’ali
l’angelo insozzato di mondo

nel sonno del giusto
abbevera le radici
del sangue della luce

74

QUEL SENTIRTI

può piacere quel po’ d’intontimento
in banchetti interminabili
col capotavola
che devi urlare per farti sentire
due parole per darti un contegno
col tuo dirimpettaio
non toccando temi impegnativi s’intende
controllando i freni inibitori
una comunione di anime allegre
ma tutti i commensali alla fine
si resta perfetti estranei

poi fuori il freddo pungente
a sollevarti il bavero e
quel sentirti un cane di nebbia che vaga
che ha perso la strada

75

ETERNO PRESENTE

kronos esce dal mare
prenatale

il domani è un imbuto
dove fluiscono gli oggi
coi sordi tamburi del sangue

dove in fondo
agli specchi annegherà la
realtà
relativa: lì il mondo che

si vede
rovesciato

76

SULL’ACQUA

sul grande mare del sogno
veleggiano i miei morti
gli occhi forti di luce
con un cenno m’invitano
al loro banchetto sull’acqua
d’argento striata

m’accorgo di non avere
l’abito adatto
cambiarmi rivoltarmi
devo
vestire l’altro da sé

77
INQUIETI FUOCHI

nuvole a stracci nell’azzurro
curve ariose di voli

vastità di te solo: figura
inespressa lacera ombra

ti aspetti una eco un suono
in questa sospensione

inquieti fuochi son gli occhi dell’anima
mentre guardi
un gabbiano staccarsi dal tramonto

78

LA REGIONE DEL SOGNO

la via regia puoi dirla
vita trasversale
nell’ondeggiare di curve di luce

del pensiero allucinato
vedi prendere vita
le figure surreali di dalì

e ancora da questa

infinita vastità del sogno
emergere gli angeli di rafael
o le eccelse visioni
di blake su uno sfondo viola

[Via regia: definizione di Freud del sogno; Rafael Alberti, poeta spagnolo]

79

E IL VENTO S’IMPIGLIA

(soliloquio)

in meditazione ti trovo
assiso sui gradini del tempo

chi interroghi
sotto una luna menomante?

vedi

e se fosse soltanto un apparire
questa vita

protendimento di un luogo della mente

dove passano navi di nuvole
in sogno e figure
evanescenti e il vento

che s’impiglia in grovigli di foglie

80

L’INVERNO DEL CUORE

[mancanza dello stato di grazia, ovvero aridità d’ispirazione]

sentirsi disabitato

simile a quell’albero nudo
da cui son fuggiti i canti

vivere
di stelle spente

81

FEDELE ALLA VITA

mia vita
senza rete t’appigli
alla Bellezza intaccabile

a quella del cuore e alle
armoniose figure della danza
o del cavallo nel bianco salto

finché ti chiedi dov’è
lei l’ irraggiungibile
non tutto è perduto

voltato sei sul giusto
versante lucente ancora
una volta – vita

fedele alla vita

82

IL GRAFOMANE

sei tu che graffi con la penna
questi fogli che raggricciano
come una bianca pelle

i tuoi quaderni riempi
per lasciare ai posteri parola di Dio
mentre qualcuno da lassù

guida la tua mano
a riempire fogli e fogli
come in trance

vivi di grandiose visioni celesti
e anzitempo contempli
di Dio il volto

[Jakob Lorber, si definiva “lo scrivano di Dio” – mistico e chiaroveggente sloveno, 1800 – 1864.]

83

NELLE NUVOLE HAI CASA

dimmi Nina: che vedi
tu che hai casa nelle nuvole
tu che sai il linguaggio dei voli?

forse
la giovinezza spezzata
che ora in lampi di déjà vu ritorna?

o
rivivi nel cuore
verde dell’acqua

che ti vide sirena emula del canto
di odisseo

-rapimento
dei sensi
che in sogno ancora mi seduce

84

IL POZZO DEI RICORDI

come la volta celeste
s’immilla di presenze il sogno

in questa moltitudine
la tua
cerca il non rassegnato cuore

ma è beffarda sequenza
come seguissi
la velocità d’un treno

forse la tua figura è sepolta
in fondo al pozzo dei ricordi

da cui risale flebile
eco

85
DUE NOTE

e come puoi oggi accennare
a quel motivetto che ti arrovella
se non è la mente
sgombra da impellenze che artigliano

restano due note nell’aria
monche
e il canto strozzato come d’un
barbagianni

mentre abita
il cuore
una danza di foglie

86

QUELLA PARTE DEL MONDO

[la sorte degli immigrati morti nel Mediterraneo]

è un presentito bianco grido
il cielo proiettato su
quella parte del mondo: un mare
tappezzato di cadaveri

agghiaccia il sangue mentre
la forchetta è nell’aria

o
non smuove la vista e
l’assuefazione è sovrana?

87
SOGNO

è calda l’acqua dell’oceano
ove sono immerso come quando
ero nello stato prenatale

traquillo nuoto non ansia mi prende
anche se scorgo solo
davanti a me l’orizzonte

ed ecco
vedere venirmi incontro
i miei morti portati sull’acqua

e
madido di luce destarmi

88

L’ELEMENTO CELESTE

tornerò ad essere pensiero espanso
quando dalla scena
sarò sparito
dove si curva all’orizzonte il mare

sarò forse atomo
fiore o stella e

in estasi

mi unificherò all’elemento che da sempre
mi appartiene

89

UN ARCO SULL’INFINITO

dal non-luogo che immagini
non potrai quel giorno
farci un fischio per darcene notizia

se sarai per davvero
passato a “miglior vita”
mettendo a frutto le esperienze
secondo gl’intimi
desideri irrealizzati quaggiù

e se vestirai un corpo
d’aria e sarai arco
teso sull’infinito

90

DOVE L’ANGELO

un dove di trasparenza t’assale
ti entra nei sogni

azzurro soffio di vento
sul sangue psichico

luce ferita
dove l’angelo con ala pietosa

i crudi patimenti copre e il tuo cuore


AFFLATI
2018 – 2019

1

SPERDUTAMENTE ALTROVE
(2018)

un intrico di rami
fitto a mo’ di tetto -quasi
a contenere la dolce indolenza
d’un meriggiare montaliano

vastità di te solo
a spandersi
in un infinito galattico

saperti
così sperdutamente altrove

2

CALVARIO

(a San Massimiliano Kolbe)

portavo le mie quattr’ ossa sul calvario
accomunato alle migliaia di sventurati
lungo i binari della morte

ti parlo
a nome di chi nome non aveva
ti parlo dalla regione del dolore
con la bocca dei morti

ove germogliano fiori
di quel perdono che non è dei vivi

3

SILLABE

pilucca sillabe
la mia anima di carta

l’attraversa noetica luce

ammicca la musa nell’azzurro
dei miei vaniloqui

epifania di voli

4

LE SCALE DI MONTALE

quante volte ho sceso scale
pensando a “quelle” di Montale
-ancor giovane ti senti e il braccio
non l’ hai voluto-

e quella certa luce a flettersi
sulla mia dolce indolenza
nel sentirmi chiedere che si fà
stasera

voglia non ho di uscire -ci assediano
gli anni- sediamo sui gradini
del tempo sotto una luna menomante

(2018)

5

IN UNA SOSPENSIONE LUCENTE

dormire abbracciati -io che non
riprendo sonno-
il glu-glu-glu di colombi
sul terrazzo-

a inondarci la bianca luce
delle stelle che andranno a svanire

una mosca è il verso che mi ronza
in una sospensione lucente

sento che creando noi si viva
d’ infinito

6

COSA VUOI NE SAPPIA

(parla un agnostico)

tu dici
il sopra è il sotto citando I King
ma cosa vuoi ne sappia
di capovolti cieli e dell’essere
“rivoltato” a un colpo di vento

erudiscimi allora e dimmi
cos’ è la verità tu che non
la ritieni un optional

io so soltanto di terra
e non ho baricentro

lascia perdere l’anima e dimmi
se qualcuno mi ha chiesto di nascere

7

IN SOGNO

vedevo di dalì il Cristo pie(a)gato
gli orologi molli danzare
mutando forma
i lunghi colli
di modigliani curvarsi
e gli uccelli di mantegna invadere
il mio studio
lasciando deiezioni

ancora intinto nel giallo
il pennello di kandinskji

[Opera di Dalì: “Cristo di San Juan de la Cruz”, 1961]

8

GEOGRAFIA DI GRAFFI

dirò di quella volta
che l’ondata mi strappò
come una gigantesca mano
dallo scoglio

pensavo fosse finita
mentr’ero sballottato
come una cosa

poi mi guardai
la geografia di graffi

e mi toccai
inebetito

9

COME NUVOLE PIGRE I PENSIERI

di quei momenti che
come nuvole pigre i pensieri
veleggiavano verso isole di spleen
nell’essenza del sogno

e lei tenerezza
in sorrisi di rose
ad aprirti il cuore nel passare
come un arco nel cielo

10

LA SCRITTURA

torna sulla terra
pensa alla
realtà degli ultimi ai
margini

i voli non fanno
per noi
lasciamoli ai sognatori

la tua penna sia invece un fuoco
a trapassare l’essere -voce
di chi non ne ha

e la scrittura

-angelo di giustizia- si elevi
in luce

11

ORIZZONTI DI PALPITI

il cuore a specchiarsi nel grido
di luce mentre stormi
d’ uccelli
disegnano asimmetrici voli

e
si mutano in forme d’ animali
le nuvole

l’ urgenza di ricreare orizzonti
di palpiti
su tela o bianco foglio

l’ arte
è un viatico per restare
immortali

12

L’ASSENTE

è nella natura delle cose
-dici quasi rubandomi
luce dagli occhi-

che la foglia maceri rinasca
sul ramo e allo stesso modo
l’assente

ha il suo “posto” etereo e
d’ un sangue e una voce vive
come invisibile radice

13

HIKIKOMORI

stiamo pulendo le strade dai sogni – tutto
così asettico e

ora non sappiamo dire
i ragazzi dove appenderanno i loro
aneliti

senza saper vedere
il giallo d’ una foglia
raccogliere il grido d’ un gabbiano

il virtuale li reclude
-hikikomori- nelle loro stanze
sempre più in tenera età

e il cuore annaspa

senz’aria

14

LUNGOPO’

noi due mi dici
siamo della stessa pasta
-quanto a me non so dire i difetti
la trave nel mio occhio

le anatre abboccano
le nostre briciole
tra dorati riflessi e giochi d’acqua

tu
ti mantieni bella e gli anni non sciupano
questa luminosità del viso

mi chiedo quanti inverni
ancora nelle ossa
che gemono nelle giunture

15

AUTUNNO

amore vagabondo dicevi
di smemorate carezze
nei primi versi giovanili

perché poi vagabondo
oggi non te lo spieghi

tempo
uggioso diresti uguale
mestizia
a ottenebrare il cuore

ripensi con nostalgia
alle corse tra sciabolate di sole
nella verde età fuggitiva

autunno è la stagione dei morti

17

ULISSIDE

occhi di terra e di cielo
e oceani
occhi ove vive
noetica luce
a sognare procelle e bompressi

e
un’itaca lontana

esce dalla coda dell’occhio
il tuo vascello
a circumnavigare terre di mistero

ed è casa
di mare aperto
l’anima del viaggio

18

I PASSI IN CADENZA

sei la mia spina
Rosa
pelle di pesca

ti elevi e danzi
sopra le nuvole
a corteggiarti le stelle

invidiano
gli angeli i tuoi passi
in cadenza

tra archi di luce

19

LISTA D’ATTESA

e siamo in lista d’attesa
dici con un mezzo sorriso
-dall’angolo del labbro la stessa
sigaretta mai accesa

anche vivere è un vizio che
-aggiungi scherzoso- ci dovremo
togliere un giorno

ed è umano chiedere se
possibile una dilazione al
Pantocrator

spiralante il pensiero – navigano
gli occhi in un mare
d’aria

20

IL COMPROMESSO

(divertissement)

l’hai adocchiata da tempo
la bella villetta
in cima alla collina
col suo bel giardino
e tanto verde intorno
dove possa correre
felice la tua cagnetta
e tu a fare footing

non vorresti fosse un sogno

hai anche studiato
la planimetria
sei pronto per il compromesso
e accendere un mutuo

ma di’: non corri troppo
dentro il tuo sogno e
ti comprometti?

21

IN QUESTA VITA CHE VIVI

l’angelo veste una parabola
di carne

egli
la tua entità lucente
la tua statura

luce della vita messa negli occhi

22

SENZA TITOLO

un’alba cadmio
apre spazi
inusitati nel cuore

usciti dal sogno
beccano sillabe
gli uccelli di maeterlinck
in un cielo di vetro

da un luogo non-luogo
le uve dei tuoi occhi
chiamano il mio nome
genuflesso nella luce

23

NELL’OLTRE

[Parla il ragazzo che ha perso la sua amata in un incidente.]

il tuo sangue spanto -Nina-
che intinge
di deliranti arabeschi le mie notti bianche

e quell’ albero con i cuori incisi
a sopravviverti – le radici impregnate
del nostro amore

ma tu anima di stella
sei nell’Oltre

24

NEI CIELI DI TORINO

nei cieli di Torino
promette pioggia livida luce

uno sguardo di sottecchi
al vicino di panchina
mentre leggo Kavafis

-le dà fastidio il fumo?-
al mio cenno spegne
garbato come ne trovi pochi

la metro e sei al centro
Porta Nuova la trovi
intasata di affaristi ed extra-
comunitari
un cappotto liso fa da coperta
ad un barbone e il suo cane

ad uno sputo è in sosta
una testarossa fiammante

tra i morti e i viventi
il mondo ha denti aguzzi

25

IL ROVESCIO

spossato sono dal mio sogno
non mi sovviene per quale ragione
nell’ondivago moto del cuore
mi disperavo e
come un agnellino piangevo

il sogno dicono
è il negativo del reale
il pianto è gioia
e lo stesso sarà entrando nell’orbita
di cieli dell’Oltre?

il rovescio dunque
di questa realtà che ci appare
per speculum in aenigmate?

mi aspetto buone nuove
prosit!

26

SOGNO DALINIANO

(splendenza rubata da un
non-dove -mi dico- questo

piccolo universo racchiuso
nel profondo di noi piccoli
universi)

mi ero
annullato in pensieri allucinati e

in un abbaglio di figure

Gala e Mae West mi sorridevano
sdentate

[Tra i famosi dipinti di Dalì: Gala, di origine russa, sua moglie e musa; Mae West, attrice, New York 1893 – Los Angeles 1980.]

27

DI LUCE DI SANGUE

sostanza
sei di luce e di sangue

le cellule cambiano di continuo e
non sei più lo stesso di prima
-com’ è ogni ciclo in natura

ma eco
insopprimibile in te risuona
d’immortalità:

sempre a
superarti

a superare d’un passo la morte

28

ANGELO

angelo icona della volta
che mi vedevi da lassù
la testa all’ indietro
a contemplare i lineamenti perfetti

nei tuoi occhi vedevo palpitare
il cuore della Bellezza e
m’ incantavo

poi per paura
del male del mondo
la sera mi rifugiavo nel sogno
di te e toccavo il cielo

quando
dopo la mia accorata preghiera
venivi a visitarmi

29

ANSE D’OMBRE

anse d’ ombre
notte bevuta sudata notte
un grumo di sangue la parola
nel bailamme l’anima dissolta

sogno sputato
l’essere svuotato di forme

ad un cielo muto appeso il grido

30

L’EGO

non è che fumo
il tuo riflettere se
al tuo (d)io t’ inchini

l’ interpellarti cade nel vuoto
come un assordare di cristalli

inutile imbiancarle
le pareti pregne
d’ insormontabili retaggi

31

TUTTO E’ ANCORA POSSIBILE

ti senti altrove e il più
delle volte fuori dal coro

ti chiedi se -nell’ordito della vita dove
si spezza la parola- ti sei perso
qualcosa – vorresti allora
rovesciarti come un guanto

riconoscerti come il
fuori del tuo dentro

aprirti a un’ alba che
diradi questa
corolla di tenebre

e sai che tutto
è ancora possibile

32

COSI’ ESISTE LA PAROLA

così esiste la parola
nutrita del sangue degli dei

prende il largo quello che si dice
afflato o musa ispiratrice
alla scoperta di fonèmi

fa cerchi concentrici
nel lago fondo dello spirito

33

ALLUCINOGENI

stato d’ incantesimo
inventarsi un cielo
delirio che
sanguina luce

l’ anima travestita
a farsi pseudo-
incarnazione di un sogno

breve estasi – amara
al “risveglio”

34

LATITANTE LA MUSA

sillabe cadute dagli occhi
l’ingoio di stelle a svanire

“credi resistere ai piaceri della tavola
ma dai che hai -fidati-
il colesterolo buono”:

questo
salvi dal tuo dormiveglia – relitti
a galleggiare sul mare ipnagogico

tenti trarne una poesia
giri in tondo con le parole – latitante
la musa

35

MIGRANTI

segni indecifrabili
lasciano lungo il percorso
come orme sulla sabbia

è stato un miraggio
la terra promessa

negli occhi pezzi di cielo
a dire l’ avverso destino

resta un muto grido
di scatole nere sepolte nel cuore

36

DI GIORNI A PERDERE

nel bailamme di giorni a perdere
in virtuale ti giochi
la vita testa e croce
all’altezza di precipizi
ti avvolge il manto del vento
cogliere il fiore-essenza del tempo
dirti se l’esistere sia
quasi finzione o sogno

37

IN BILICO

giungeremo
nell’Oltre dove le ombre
parlano col vento

increduli e colmi
di lucente meraviglia – noi resi
impalpabili
essenze e vieppiù reali

tanto che ci parrà un sogno
l’aver attraversato
nella carne la morte

nel circolo del sangue
noi in bilico

un piede nel mistero

38

ALLO SPECCHIO

ho un rospo-invettiva
mi sta lì
lo raccolgo in un foglio
intanto lascio gridino le pietre

per la bellezza deturpata e
il suo esse-o-esse
per i figli del progresso dio-boomerang
dai chiusi orizzonti e una vita
di passi perduti

per l’uomo e il suo specchio
dai mille rebus irrisolti
dove confluisce la sua storia

intanto la luna
non più ispira rime e sogni

divorano topi famelici
la polpa del mondo

39
INDIVISA SOSTANZA

sono indivisa sostanza
dimora delle origini
porto il respiro di voci
tra ramate ombre

nelle trame del vento
lascio si dilegui la morte
mi vivono nella carne
illimitati cieli

mi ustiono di rosacea luce

40

QUANDO L’ANGELO

quando l’angelo verrà a chiamarti
discreto senza tromba
e avrai lasciato questo corpo frale
-burattino senza fili-

aleggerà nel cosmo la tua essenza
col bagaglio di esperienze e sogni
(quei sogni che non muoiono mai)

sarà un capriolare
di dolce vertigine

come immergerti in una pace amniotica

41

LA DOMANDA

l’abisso capovolto della croce

duemila anni
e il grido vano lacera l’aria

“Padre perché”

sasso
gettato nel lago del mistero
la domanda

a toccare una
impercettibile
morte apparente

42

A DARE SMALTO A UN SOGNO

silenzio allagato di luna – una
silhouette nella mente ondeggia
e gli arzigogoli
a dirmi vano
il ricordo sgualcito dal tempo

dalla foto color seppia
mi guardano
i suoi occhi velati di mestizia

-ah l’assedio degli anni
e il cuore
a dare smalto a un sogno sbiadito

43

SOGNAI ATLANTIDE

vaghi e ondosi pensieri
risucchiati in nero gorgo
si fecero sogno-incubo e
il sangue gridò sugli orizzonti perduti
mentre la mostruosa mano dell’oceano
ghermì in un baleno
intere terre sommergendole
e l’antica città sparì

solo un gabbiano planato
sulla bianca cresta laggiù
sembrava farmi il verso

44

CON GLI OCCHI DELL’OLTRE

con gli occhi dell’ Oltre
ci guardano i morti

e tu avvolto nel sudario
delle convenzioni
tu che ti pieghi nello specchio
nel dirti quali ombre
il tuo cielo offuscano e

quale trave ri-cresce
nel tuo occhio

con lo sguardo dell’ Oltre
ci vedono i morti

se stessi e i vivi
gli è dato perdonare

45

LA MANO DELL’ANGELO

(leggendo una poesia datata)

-ma è mia questa poesia?-

avviene che il sangue dirami
il suo flusso e il cuore
sia per un attimo terra
di nessuno

le immagini tornate alla luce
poco a poco
si fanno riconoscere

come rispolverate
dalla mano dell’ angelo

46

UN RICCO NATALE

(essenza in fuga è il cuore
a disperdersi
tra luminarie ed epifanie del nulla)

mi sovviene quel Natale
che l’ angelo si staccò da me
per chinarsi benevolo
sul derelitto sotto i portici all’addiaccio

fu il calore in quel giorno santo
a farlo sentire ancora
persona

[“epifanie del nulla”: espressione presa in prestito da un amico poeta]

47

DALL’INERZIA

scuotersi dall’inerzia: vegliare
con le lampade accese
nel turbinio del mondo

olio non manchi della saggezza
mentre
come acqua di fiume scorre il tempo

a riva
non cali densa tenebra

48

LO SPIRITO DELLE COSE

quell’ essere consanguineo
con lo spirito delle cose – non sai a volte
che smarrimento ti prende

vivi in una bolla
di vaga luminosità e
ti si confonde il sangue con l’indaco
del cielo

l’inerzia ti tende
la mano ma senti che tutto
può ancora accadere

49

NO MAN’S LAND

ti lasci scivolare addosso
le avversità o le mille e una fake
news nonché le tragiche
morti per acqua

il movimento eludono gli occhi
di un volo
sotto una luna bislacca

sei terra di nessuno
dove non battono i tamburi del sangue

50

NEL MISTERO LUCENTE

non vedrai più per speculum
in aenigmate
assorbirà la tua essenza il Tutto

nel suo mistero lucente
sarai nella danza la danza
sarai sull’arcobaleno del cielo

sarà come abitare una casa sul mare

con lo stridio dei gabbiani e nel
sangue vivrà per sempre il fiore
della passione

ti sorprenderai
di aver contribuito a dare al mondo
la bellezza

51

RELATIVO IL TEMPO

relativo elastico
il tempo -sovvengono
gli orologi molli- i tuoi busillis

aleggiano sul vuoto
annegano
nel sangue della clessidra

annaspi nella spirale
del tempo uroborico – idolo del nulla
il tuo io si frange negli specchi

52

COME NELLA PRIMA LUCE 2

diciamo che non sai
da dove è venuta l’origine
di tutto

solo che sei
orfano di Dio

dai voce alla notte
sognando di uccelli
che volano in fondo agli specchi

e ti avvolge la bolla
di un tempo non-tempo

come nella prima luce

53

CADERE DAI CIELI DEL SOGNO

cadere dai cieli del sogno
fino allo stato di coscienza
-che ha occhi per riconoscere
il frutto proibito

avanzare su filo teso
acrobati tra nuovi barbari
votati all’arrivismo
in un battesimo di deliri

cala il sole ingoiando i sogni
la concupiscenza va di fiore in fiore

la bellezza è sfigurata e
la poesia annaspa

54

DIMENTICA

[mi giunge voce in sogno del Glorioso]

tutto dimentica come Io ho dimenticato

nelle tue preghiere mi supplichi
di liberarti dalle catene della carne
mentre urla il sangue
le “piaghe” in questo scorcio d’anni

e come può non accoglierti la luce
se tu da questa hai origine?

ti dico dimentica
i bianchi deliri della solitudine
i voltafaccia
dei giorni perduti

dimentica
come io ho dimenticato
sulla croce

55

PER STUPIRSI

per stupirsi bisogna
fermarsi

l’impossibile si fa
possibile

riconoscere ciò che sembra
umanamente assurdo:

l’anziana rimase
gravida – la vergine partorì

stupirti –
come sentirti

scricciolo sul palmo della
Sua mano

56

ETERNO PRESENTE

Lui il Giusto l’ ha in tasca
la morte

dunque niente
paura: quel che diciamo
il nulla
non esiste

di terra e sangue
anelito e cielo siamo

oggi è il sempre
eterno presente

57

LA ROSA DI SANGUE

in sogno spio se
riesce a passare “qualcuno”
per la cruna
Dio non è stanco
mai dell’uomo

gl’ insulti gli sputi
gli scivolano addosso
Lui perdona sempre perché “non sanno”

sempre viva è la rosa di sangue
e splende di bellezza

58

LE ISOLE DEL SOGNO

un certo alone di magia ti avvolge
ed è quello stato di grazia
che ti fa veleggiare su navi di nuvole
verso le isole del sogno

a risillabare
fonèmi e palpiti t’ invita
la musa dai generosi seni

sotto una luna ammiccante

59

CHI CI DIRA’

chi ci dice dove
sarà la nostra essenza

non lo sapremo
che di là

forse
spogliata dell’ io
convoglierà nella memoria cosmica

dove arde il sangue
col palpitare degli astri
in un continuum di vita

cosa saremo
chi ci dirà?

60

IN UN TEMPO SOSPESO

in un tempo sospeso
resta appesa la sillaba
a una goccia d’ inchiostro

quella che non sai dire

che si avvita nei gorghi
dell’ immaginario e si dibatte
per uscire da sé

il nudo respiro
lo avviluppa
un lenzuolo di sogni

61

FRAMMENTO DI STELLA

da altro sangue
a convergere i nostri destini
e tu dicevi
“trentaquattro all’alba”
di giorni da sgranare

poi Nina frammento di stella
a renderci lieta la vita

e
a reggerla tutt’oggi
siamo noi i bastoni
in un mondo dagli orizzonti incupiti

62

NELLA TUA CONTINUIRA’

ci stai ancora bene nel tuo soma
malgrado la spada di damocle degli anni
spiace un giorno
lasciare i cari libri e
l’ “abitudine” alla scrittura

ma nella tua continuità
la mente espansa
avrà infiniti collegamenti e
sarai tu il motore di ricerca

sarai nel Tutto e tutto
è te -cos’ altro più-

63

C’E’ DEL BUONO

sempre ci si trova
a scalzare la morte
noi umani o la foglia la rosa
damascena

si riveste ad ogni ciclo
la natura – ingiallito
grida il cespuglio il verde nuovo

c’è del buono che ci salva: trovi
allo sportello
chi un sorriso ancora dona

64

COME MONNALISA 2

simile alla monnalisa
che il tuo sguardo segue se ti sposti

è musa risvegliata l’idea latente
che in modo misterioso ti prende
corpo e anima

allora dallo stato di grazia
ti lasci portare al guinzaglio

65

DUE NOTE 2

due note
insistono nella mente
risalendo da un altrove in sogno

inducono
a una mestizia
che non sai dire

come quando intenerisce
il cuore
abbeverandosi a un filo di pietà

66

PER NASCERE FARFALLA

rivolti convenzioni
ti affidi all’inaspettato che
abita ogni tua cellula e sangue

rovesci il senso
del mondo: strato su strato
risali
cieli

per nascere farfalla

67

UN CANTO NELLE VENE

scompariremo

sì – la verità ci attende

spariremo alla vista
per essere altro: forse
vaghezza di nuvola o
sorriso di fiori

saremo volti
che galleggiano
sulla superficie del sogno

e avremo nelle vene un canto

68

Il BELLO CHE HAI DENTRO

(a una madre)

sarai o già sei musica e luce
se vivi per il bello
che ti fa vibrare le intime corde

pensi è un miracolo questo
fagottino che ti trovi in braccio
che dorme come un angioletto

nessuno potrà strapparti
il bello che hai già dentro

che ti supera

69

FIORE DEL SOGNO

fiore del sogno
ricamato di nonsensi
su sbavature di ossimori

sequenze di figure
daliniane
uscite dalla bocca della notte

fiore del sogno
che apre oblò
sul bello o sulla follia

70

SAPREMO

sapremo – io di te tu di me dei nostri
scheletri nell’armadio
di ciò che non ci siamo detti
delle ammutolite coscienze nell’ora
alta delle scelte
dove si curva l’orizzonte dei pensieri

sapremo – non per speculum
in aenigmate: trasparenti saremo

71

E OGGI CHE MI RITROVO UOMO FATTO

padre che sei rimasto di me più giovane
consumato anzitempo
una vita sul mare e le brevi
soste col mal di terra

avevi la salsedine nel sangue

così presenti
mi restano le rare passeggiate
mattutine e mai che mi avessi preso
per la strada in discesa
a cavalcioni sulle spalle

di carezze non eri capace

e oggi che mi ritrovi
uomo fatto
sai: mi fa male quel distacco

72

CONOSCERO’

[ispirandomi a David Maria Turoldo]

non oso toccare
il Tuo amore: rendimi
bianco come neve

per quel giorno che
mi si schiuderà la porta
che mi tiene nella morte

invadendomi la luce

allora
conoscerò
come sono conosciuto

73

DIRE DEL SOGNO

dire del sogno
di orologi molli e
di allucinate visioni
dell’inconscio che s’apre a ventaglio
portandoti a guinzaglio lungo
corridoi asettici senza
interruzione di porte

sentirti avvitare
nella vertigine
capriolare nell’orbita
di stato ipnagogico

risalire
al grembo-casa di mare

74

LO SPAZIO DI UN VOLO

ahi i ponti sgretolati
o pure considera quelli
detti collanti di carne e di sangue

e il desiderio che
si fa arco d’amore
filo teso d’acrobata

all’altro capo sei Nina

e mi vedi adesso
varcare fra nuvole in sogno lo spazio
di un volo fino alle tue braccia

75

DEJA’-VU

a perforare il bianco silenzio
l’ eco d’ un gemito lungo
corridoi e alle volte
di camere d’ albergo dei suicidi

v’ è un qualcosa d’ ancestrale che torna
per condurti dove sei già stato

nel tuo profondo il pendolo oscilla
dì una vita trasversale

76

PER STUPIRTI

in extrema ratio
ti aggrappi a curve di sguardi
per poterti ancora stupire

conoscenza è dall’alba dell’uomo
il primo anelito

in un cielo di silenzi
il tuo richiamo si spezza

77

SE AMORE SCRIVI

salverà il mondo
la poesia? no di certo non è cosa
immanente: il suo grembo è di celesti
aneliti ed è voce
di conchiglie che fa eco nei sogni

è la smorfia del clown
il bacio
condito di lacrime in un addio
l’ala d’angelo che perde una
piuma se senza il cuore “amore” scrivi

78

L’ENIGMA

il bambino col nasino all’insù
lo sguardo è un punto interrogativo
-i suoi perché

vagano nello spazio -alati- e
cristallizzano

altro l’Enigma
-racchiuso in una bolla-
altro i perché
dall’antichissima voce
alveo di siderali lontananze

-è il sogno il nostro specchio?

-dietro il velario di carne
chi siamo?

79

L’ IMMAGINARIO

[Leggendo “Finzioni” di J. L. Borges]

l’ immaginario apre al volo e a squarci
di vite trasversali

realtà sfumanti
nel mistero: parvenze a rapirti
in insondabili cieli d’ esagoni e sfere

porte spalancate
a risucchiarti
in innumerevoli stanze

fino agl’ inaccessibili meandri
del sogno

80

UN VAGO SCANDIRE DI NOTE

ti stringe il cuore un vago
scandire di note
legate a quel ricordo di lei
reciso dalle forbici del tempo

con l’imbarazzo del ragazzo imberbe
le lasciasti due versi d’addio

chissà non sia nell’aria
la risposta e la porti nel becco

il gabbiano
che scorgi al mattino
lambire le creste dell’onda

o solo plani
a inalare respiri
d’amanti dei fondali

81

ONIRICA

altro il reale mi dico –
a trapassarmi una lama di luce

mi sveglia un’accecante
finestra-specchio

mi vive ancora una distesa
di mare
a riempirmi di serenità –
vedevo venire dal largo
i miei morti che mi sorridevano gentili

non mi sentivo carne ma solo sogno
sapevo d’essere

82

PROFUMI NINNOLI 2

[sindrome di Stendhal]

profumi pinzette ninnoli
la collana sulla specchiera
resta a dire il gesto
dell’indossare

spesso
nelle sere vuote
una mano ti attira nella tela
effigie di lei e il suo sudario

ma peschi solo sogni
di ragno
dentro la vertiginosa trama

83

NELL’ULTIMO SANGUE

ora nell’ultimo sangue
è il vuoto delle braccia

ma sai non è difficile
far rivivere
la tua figura dall’ali recise:

un po’ mi consola
la visione
di te languida riversa
sull’amaca

mentre gli uccelli ti cantano
sulla testa

84

UN NON SO CHE

a volte
un nonsoche ti attira
come lo scandire di versi armoniosi
o la luce di uno sguardo

ci vedi un mare
aperto e

pescatori cotti dal sole
a prendere a morsi la vita
sognare la morte

un bimbo che piange
una donna che aspetta il suo uomo

tutto un mondo ci vedi

non sai spiegarlo
questo incantamento che ti fa star bene

questo amare la vita

85

LA VERGINE

se lo mangiava con gli occhi
il suo bambino
riscaldato dal fiato animale

dovrà -nel dolore della luce-
bagnare di lacrime i piedi della croce

Mater dolorosa – et
admirabilis

tu dal celeste manto

davanti agli ultimi ritocchi
Raffaello
insonne ti guarda rapito


DELL’INDICIBILE
2019

1

SINCRONISMO

[ispirandomi a Jung]

quando dici
nel posto giusto al momento giusto
-o sbagliato se vuoi- e ti chiedi
cos’ era a spingerti:
fatalismo o un
sincronismo d’ eventi

certo
non potevi non passare
da lì in quel preciso istante
-prestabilito?-

dove ad incrociarti era il tuo
alterego

2

A NUOVA PRIMAVERA

[la carenza dell’ispirazione]

sono quello spazio
che ti dice bagnami
del tuo humus come una terra
abbandonata

che implora
di ridonarmi luce
nutrirmi coi fonèmi che conosci

farmi sentire vento
che sulle ali conduca alfabeti
come una preghiera

ah rimpiango quel sillabare
di palpiti di soli
che ora in sogni monocromatici
mi appare irraggiungibile

implora
quel vuoto spazio che sono
di farmi rinascere a nuova primavera

3

LA TENTAZIONE

immagina quanto debbano
sembrare infiniti
gl’ istanti della carne che urla

quando
in due è diviso l’essere

entrerebbe in te un mare
sul cui fondo
ti avviluppano tanti tentacoli

se bastassero le braccia incorporee
della mente

a liberartene

4

NOI OMBRE STAMPATE

album – libro bianco
di noi ombre stampate

vi è sospeso
il rosso grido
del fiore che anela aprirsi

fiore della nostra essenza
sdoppiata
nel tempo piegato su
quello specchio di tenebra

di figure estinte

5

ANCHE PER VOI

salgo sulla croce anche per voi disse con gli occhi
rivolto a quelli che lo inchioderanno
anche per voi che ancora nei secoli
mi schiaffeggiate sputate
negando la vita buttandola tra i rifiuti
aizzando popolo contro popolo
sotto tutte le latitudini
salgo sulla croce anche per voi
che mi sprecate nelle icone
per voi nuovi erodi/eredi della svastica
che insanguinate la luce delle stelle
oscurando la Notte della mia nascita
anche per voi potenti della terra
razza di serpenti
che non sopportate di sentirmi nominare
dal mio costato squarciato fiumi di sangue
tracciano il cammino della storia
la mia Passione è un solo grande urlo muto
di milioni di bocche imploranti
dinanzi al vostro immenso Spreco
con cui avete eretto babeli
di lussuria come cultura di morte

VENTO SALINO

[ispirandomi a
“Febo, cane metafisico” di Curzio Malaparte.]

alla mia cagnetta piace inalare
il vento salino

quando sulla battigia
la lascio libera e
lei va veloce come una saetta

poi arresta la corsa e
naso all’insù -lo sguardo
un punto interrogativo-

scruta un cielo carico di nubi

forse ci vede figure
strane – forse animali

come succede a noi umani

7

L’ALBERO INTAGLIATO

il bosco brulica di vita –
primavera l’albero
intagliato

lo abbraccia la luce – pende
dal ramo il sapore di un addio
il suo palpitante sanguinare

come la ferita di un tronco
fulminato

8

DI FIAMMEGGIANTI PALPITI

(ad Alda Merini)

di fiammeggianti palpiti
dicevi garbata
e a un tempo sanguigna

cantando
lo spazio dell’anima

dei voli asimmetrici e
di amori tuoi devastati

cantavi

mentre ti fuggiva
dagli occhi la vita

d’albe di sogno la luce
vedevi salire ai Navigli

e senza remore
nudo esponevi
del tuo sangue il fiore
martoriato

9

DA UNA PARABOLA

una terra “dove
scorrono latte e miele”?

breve
il tempo – vedi è già sera

prostrato
dinanzi alla Sua splendenza
di “roccia spirituale”

la voce odi che
disarma:

“dammi il tuo cuore”

10

ABBRIVIDISCE UN CIELO

un cielo abbrividisce bianco di silenzi

guarda Signore come mosche annegano
i tuoi figli – un mare di cadaveri

niente più scuote sorprende
-agonia del mondo

quando finirà: ancora e ancora
speculano sulla pelle dei miserabili
gli scafisti trafficanti di morte

11

FEBBRE AZZURRA

del senso del bene
che ti prende per mano o del
sentire indicibile
suggerito dall’angelo che non vedi

febbre azzurra
di quell’agitarsi nel sangue della musa
o dell’infinito spazio
della mente aperta al sogno

quando chiami i morti
la cui empatia
ti dona uno stato di grazia
che oltre il giorno perdura

12

NO MAN’S LAND 2

l’incognita dell’ora – sempre
a metà strada noi che siamo
terra di nessuno:

il fratello oscuro
che s’agita nel sangue

a mimare
il dolore del cosmo

penetrati da tutto il freddo
del mondo –
immersi nel mistero di noi

13

CHI TI CREDI

(contro la prepotenza e la superbia)

usi il plurale maiestatis
ma chi ti credi
aureolato tu di vacue
onorificenze
che col lupo segui la pista
del sangue

nightmare per te se
ti fronteggiasse un davide

ad abbattere con fionda quel tuo trono
di tracotanza

anche le pietre canterebbero – sì!

14

L’AFFRONTO

oltre l’età
dell’oro o della incoscienza
sbattiamo la faccia contro la notte

il primo impatto
forse quando
ci si isola perché ci hanno
gratuitamente derisi

e non sappiamo quali
“affronti” o spine o ferite
tenga in serbo la vita
per noi

sotto un mutevole cielo

15

IMMAGINI PASSEGGERE

la composizione dell’apparire
di cui è fatto il mondo – maya
se vuoi o fuoco dipinto

in questo vortice d’ombre
noi siamo
a noi stessi estranei: forse polvere
di stelle o solo immagini
passeggere

specchiate in un vacuo sogno

[fuoco dipinto: da un verso di Maria Luisa Spaziani]

16

LA LUNA NEL BICCHIERE

al quartiere della movida
addentano luccichii
bevono la luna nel bicchiere

dopo l’alto livello dei decibel
un silenzio striscia lungo i muri
tra vertigini di ebbrezza

chi saprà decifrarli
i respiri spezzati dove la parola
impastata annega

e nel cuore
incenerisce la carezza di un dio

17

LE PAROLE LEGGERE

come pensate
vogliono subito uscire nell’aria
posarsi sulla pagina-lenzuolo
sotto tante lampade

vite in fieri
chiamano legami

fan ressa una
scrematura è tuttavia
pressante

si cercano nel sangue
in epifanie di luce

18

MESSAGGERI

se li richiamiamo alla memoria o
solo diciamo il loro nome

ci rassicurano coi loro
impercettibili sussurri

per dire
eccoci

messaggeri incorporei
aleggiano su altri mondi – recepiscono

echi di tante entità –
vogliono dirci: “non siete soli”

19

GLI SPONSALI

(impressioni da un matrimonio)

banchetto luculliano e la musica
a palla il sorriso ebete da
“bicchiere di troppo”
lo spellarsi delle mani
il bacio casto la lacrimuccia
e

prima che il tempo li sciupi
l’indomani i fiori
andranno ad onorare i cari
familiari passati a miglior vita

20

SEI L’ATTESA E LA FERITA

Dio ti sognò e fece
del tuo sangue una cattedrale
sede del co-creare

sei l’attesa e la ferita
-da te così distante

fatto di abissi capovolti
e frammenti di memoria – cavalchi
il dorso del mare

dove un’itaca chiami senza voce

21

LE PAROLE

le parole giacciono avvolte
in sudari
toccate dalle mani dei morti

neo-nate
le scrive il mattino
sulle ali del vento

concepita dalla notte-madre
sanguina luce
quella che credevi smarrita

22

ED E’ UN PRESENTIRE

siamo buchi neri
affamati di cielo

ed è un presentire
come una mano sulla spalla
il doppio celeste che
chiama dall’ intime fibre

estrae dalle viscere la memoria e
la custodisce nell’ akasha

attende il ricongiungersi
nell’ abbraccio cosmico

23

COME ONDE DI LUCE

il già e il non ancora
la prima venuta e la seconda

quando
i cieli si apriranno e

come onde di luce o
purezza d’ angeli

schiuderà la parusia atomi
di verità

24

I POETI

i poeti “maledetti” vanno via presto
neanche il tempo di assaporare la gloria
-gira nella testa un celebre verso
di Bellezza o di Rimbaud-

vogliono mostrarci il passo d’addio
affacciati a un cielo carico di futuro

25

SOSTA

ricalchi i miei sentieri
riflettendoti in ogni mio pensiero
angelo che da me sei
invocato
da che ti so nell’oltre

tanto somigli -uno
stravedere?- a quello della volta
che da bambino in estasi guardavo
naso all’insù per ore

oggi -pesano gli anni e aspetto
il ritorno al grembo- mi crogiolo
s’una pietra ancora calda di sole

nel giorno che declina

26

LA SPINA E LA ROSA

sin dalle acque creaturali
prerogative del cuore
la spina e la rosa

emersi da naufragi-di-sangue siamo
fioriti dagli occhi – prima
di trasmutarci nell’aria

la luce una velata “ferita”
rosa che s’asconde

27

FANTASIA 6

che se mi chiedessero
ti piace la vita da clochard
in un certo senso approverei: non fosse
altro che per sentirsi libero
come un uccello senza il burocratico cappio

(ma vedere un poveraccio morto all’addiaccio
sì che ti stringerebbe il cuore)

i vivi mangiano i vivi e i morti
sono concime per la terra

un giorno
mi piacerebbe spuntasse almeno un fiorellino
all’altezza del mio cuore rinsecchito e nero

28

IN UN DOVE RIFLESSO

(dedicata alla donna)

affido alla pagina
questo grido inchiodato

te lo vedo
in un dove riflesso

materializzarsi nel braccio
a inane difesa dai colpi ciechi
del vile

affido alla penna
il raccapriccio
per la rosa di sangue che si espande

in questi tempi oscuri

29

LA FORMA DELL’ACQUA

il nostro sangue si confonde con l’indaco
dove il volo d’ una rondine s’ eclissa
dietro una nube

camminiamo con i piedi nella morte
-chi più cosciente chi meno-
siamo

senza bandiera terra di nessuno
-la forma dell’acqua
è quella che la contiene

30

D’ ISPIRATA LUCE

le ali azzurre della fantasia
sono vele ora e ti vedi
odisseo
a solcare i grandi mari
lambire inesplorate
terre
le vergini terre del sogno
dove s’imbeve il nascere
d’ ispirata luce

preludio alla bellezza

31

LIBRO SACRO

la riga nera balza dalla pagina
è cuore sanguinante
soffio dello Spirito che accoglie

è la piaga del costato
delle mani trapassate dai chiodi

produrrà i suoi frutti
non sarà polvere nel vento
la Parola fatta pane

32

GLI ALBERI DANNO UDIENZA

il noi è scalzato dall’io
l’altro neanche più lo si calcola
la sacralità della vita è una favola

le nostre menti che
per secoli d’arte e bellezza
hanno gettato al di sopra della notte
ponti di luce

ora annaspano in un vortice mortale

palpita la terra tradita
gli alberi danno udienza agli gnomi

33

VITA ZINGARA

ama passare interi pomeriggi
appollaiato sull’albero preferito
con la frescura delle foglie
dove nella pace gli nascono poesie
o si diletta a contemplare per ore
la lunga teoria di formiche amiche
che sanno dell’aria e del sole
non del peso della vita

un’ idea
sarebbe trasferire nei suoi versi
insieme all’asimmetrico avanzare
l’ istinto conservativo
nel loro ben ordinato universo
nonché la frequenza dell’atto
sessuale
di cui si dovrà documentare

quest’ uomo ama la vita
zingara senza cappi
gli mancano solo un paio d’ ali

34

GEOMETRIE INGANNEVOLI

(della tentazione)

giorni si dipanano
in geometrie ingannevoli

il maligno si cela tra le pieghe – tu
percorri lo scintillante sentiero
dove l’esistere
s’ imbeve delle radici della luce

lui è lì a spiare mentre
inconscio ti pieghi nello specchio

35

APPARENZE

qui
di noi solo apparenze
-ridimensionati siamo
-acqua e memoria un sogno di volti

delle nostre ali -dalla nascita-
abbiamo perso ogni tanto una piuma

e la chiave del cuore
-ahinoi- dimenticata in soffitta
tra arnesi fuori uso
mangiati dalla ruggine

36

RILEGGENDO

rileggendo capita mi sorprenda
la mia penna

sangue o inchiostro?
-quando le scrissi le parole

pareva aleggiassero
guidate da una mano d’angelo

o emergeva dal sogno il loro
criptato alfabeto

così dai fonèmi
ero portato al guinzaglio

37

IN DIVENIRE

vorresti
levitasse l’anima in cerchi
espansi nell’etere
mentre rappresi restano
negli occhi pezzi di cielo

cadono voci
come in frantumi di cristalli

su mari aperti -vedi-
si scrive la vita picara

38

COME CAMMELLO

come cammello da cruna
o porta stretta passerà
di là il sangue genuflesso
l’ Eccelso adorando ?

esulteranno allora le tue ossa ?

chi a dirti di capovolti cieli
-rovescio dell’ apparire-
se non l’angelo inavvertito ignorato
nei giorni grassi

39

IL CUORE DELLA LUCE

(Monna Lisa)

più che lo sguardo in sé
lo avviluppa il cuore della luce
entrando nel quadro

quella luce enigmatica che
lo seduce come musica lieve
sottofondo di un oltretempo

a saziare il suo cielo

un mare aperto in quegli occhi
d’inesprimibile incanto

40

CAINO

hai levato il braccio
e hai capovolto i cieli

dai recessi del sangue
rimonta la melopea selvaggia

hai sul collo il fiato di colui
che abomina la Croce

e ti trascina nel vortice osceno

41

SEMBIANZE

aiuta la vecchia foto seppia
se non ti venisse in sogno lei:
si perdono i precisi contorni
non di rado nel labirinto interiore

ah ricreare di palpiti un vago
sentire
nel tempo caduco che mastica
sembianze e ricordi

come quando nell’ immobile luce
su un’ altalena si dondolava la vita

42

SCATOLE NERE

scatole nere nel cuore sepolte

hanno banchettato i pesci nel ventre
del relitto ignari che la storia
del mare abbia un sangue e una voce

sul fondale il salone
è un acquario dove sullo specchio
piace immaginare
-resistita al tempo- una scritta
buffa col rossetto -ma jolie-

la coda dell’ occhio
ha impresso
un ovale di donna ottocentesca

43

PALPEBRA DEL CIELO

(estiva)

giocare con le nuvole
raffiguranti capre o cavalli

confondersi queste con i pensieri
allucinati di uno stato ipnagogico

lungo il nastro autostradale

per te l’estate si è chiusa
con un forte temporale agli scorci di luglio
con ombrelloni divelti e fuggi fuggi

a chi dirai
non ci sono più stagioni – sì
che ammicca una palpebra del cielo

44

BARBARIE

vedi passarti l’ esistere – vivi
il fuori del tuo dentro – ti
appare “un sogno la vita”?
-e il dolore quello

del corpo crocifisso
o lacerato da cavalli in
direzioni opposte? ti fai

un film entri in un’ era
di barbarie

tuttavia la nostra
a quella -ahinoi!- s’ ispira

(Pedro Calderòn de la Barca – 1600-1681 – “La vida es sueño”)

45

IN UN DOVE

in un dove che non sappiamo
dicono c’ è festa perenne
il vino giammai manca
è il sangue della fratellanza

in un oltre che non conosciamo
il leone giacerà con l’agnello
noi abbracceremo
senza braccia chi ci aggrada
in una cosmica kermesse
dove non vi sono cuori ostili

46

APEIRON

la luce-energia
fatta densa
nella materia si oscura

di che siamo fatti dunque?
energia del cosmo
stretta a imbuto
in un tempo rallentato?

forse

corpi-in-prestito che
si leveranno dal letto di tenebra

per sfociare in un
altro mare?

47

LA VERGINE 2

la bellezza che ti colse
rosa d’amore
t’imporporava il viso di fanciulla

era il fiat
la bellezza fatta persona

ala d’angelo
a custodirti
non ti preservò dalle brutture del mondo

Mater dolorosa
pie(a)gata eri ai piedi della croce

48

POESIA E’

la poesia è traduzione
da una lingua sconosciuta

è dall’ Origine –
dal Verbo

è lettere storte sull’acqua

poesia è del vento e della foglia

è il cuore delle stelle o la musica
della pioggia sulle tegole

la fiamma che arde
della nostalgia di Dio

49

SI LEVAVA ALTO NELLA LUCE

(a Pablo Neruda)

sia il tuo verso la ferita
a farsi nuova voce – lettera
di fuoco – j’accuse

(nella terra di sangue e d’ amore
si levava alto nella luce
il tuo Canto generale

a cui facevano coro i morti ammazzati)

50

DA QUEL DOVE CHE T’HA ACCOLTO

(certe volte sembrava che un punto
ci attraesse oltre le nuvole – o
almeno così era per me)

e dunque anche tu
adesso mi precedi
varcando il mistero
con la valigia di sogni

non mi aspetto un fischio da quel dove che
t’ ha accolto

-per te sempre estraniante
a ragione: essendo noi
mortali

51

CANTO DI SIRENE

la normalità non esiste: la vita
è una continua sorpresa
in luce-ombra navigante nel sangue

saltate le coordinate
-farfalle di fumo- niente

di più facile che canto di sirene
svii
dallo scavo del profondo ove il Sé

si manifesti

52

VERRA’ IL TEMPO

c’ è tempo e tempo
quello della gioia quello del dolore
la vita ti ha insegnato a piangere

non puoi chiedere di essere liberato
se è stabilito
che il cornuto ti debba stare dappresso
con la tagliente sua lingua biforcuta

verrà il tempo
-oltre il tuo lento morire-
a rimarginare le ferite della luce

ora nello specchio
vedi agitarsi le ombre dei tanti
io vissuti

i tuoi errori

53

LEVARSI IN FIORE

(la crisalide si posa
sulle dita dell’alba)

muore
l’animale resta l’entità
dell’ origine

Mente infinita espansa
inondata di luce

ed ecco l’anima levarsi
in fiore

54

CORTEGGERO’ LA BELLEZZA

trasvolerò mari d’aria
tra galassie interstellari
stanco di questo mondo ipocrita

troverò assegnato un posto
secondo i meriti
dove abiterò per sempre

lì corteggerò la bellezza
presentita mai conosciuta
sulla terra

55

LA PAROLA CHE SANGUINA

colgo la parola che sanguina:

scrivo la vita che
si alterna tra naufragi e
benedizioni

ulisside impenitente
rammendo le mie vele
reduce da viaggi psichici

ho dimestichezza con la morte
con la stessa naturalezza
del mio sapermi eterno


TRASPARENZE
2019- ’20

1

GIOBBE

Signore liberami
da questa gravezza della carne
-ora mi pesano gli anni
come macigni-

ascoltami – quando
il sangue grida le ferite della luce

ed io come giunco mi piego
in arida aria

2

MUSICA SACRA

mi attirarono le note dell’organo

il tempo si era fermato e
fu come uscire fuori da me
uno sconosciuto luogo di pace
mi accolse

non era sogno o visione: quella musica
sacra era divenuta parte
di me del mio spirito

mentre mi avvolgeva una luce
noetica
in empatia con gli angeli e i morti

3

L’EGO 3

apri il giorno
come una scatoletta
-usa e getta

ti affidi alle vacuità dell’oroscopo
la tua nonchalance
dove ti porta
il cul-de-sac che imbocchi
ti si ritorce in un grido

ti dico svuotati
abbandona l’io: fa’
che confluisca nell’immenso mare
del noi
dov’ è condivisione

ché svii da quelle insidie
dell’ abbraccio mortale

la vita ti sia una colomba
che si posi sulla mano

4

NECROSI

cos’ è che ti cresce?
fa senso vedere – cellule
morte si autoespellono
attraverso il dito in
sudorazione

porti con te questa escrescenza
pendula a mo’ di piccola
cresta o mini-veliero se
ci lavori di fantasia

infine la bruciatura e
te ne liberi

al limite -pensi-
eliminare le impurità è forse
aspirare all’angelo

5

L’AMORE CHE SAPPIAMO

l’amore dal volto della Bellezza
quello che avvicina
all’assoluto

non è di qui

l’amore che sappiamo
quello che ci lascia un cangiare di nuvole
ad adombrare aride spiagge

ci assalirà con un vuoto
ad ogni sospiro

dolore d’ una perdita
dall’ origine del mondo

6

IN QUESTO GIORNO STORDITO DI LUCE

in questo giorno stordito di luce
il mio lavoro incessante
di sole

per gli ultimi
i senza voce
i perseguitati che Lorca cantava

per i bambini scandalizzati
dal prelato

-meglio per lui dice il Vangelo
legarsi una pietra al collo

il mio è questo grido che rilancio
contro le sbarre dell’ indifferenza e
la viltà di chi trama nel buio
di una notte di pietra

di chi gira sul proprio asse
ombra che sanguina nel vento

di chi segue la pista del sangue
e ha il passo pesante
sopra la tenerezza

canto per la dignità dell’uomo
che fa della sua insopprimibile libertà
ali di luce

a lambire le fonti del sogno

7

DELL’IMMAGINARIO (DEL SOGNO)

li vedevo salire dal mare
dal grande mare aperto
i miei morti che dispensavano sorrisi

era esplicito il loro invito
lo si leggeva negli occhi forti
di luce

ma una vocina dal di dentro
mi diceva
che non era giunto il tempo

8

BOCCHE DI CHITARRE

alla sua morte per fucilazione
anche le chitarre emisero lamenti –
a un ordine dei generali
dalle loro bocche uscirono insetti
bibliofagi
a divorare pagine e pagine
di versi sparsi per il mondo

ma lo spirito del popolo è vivo
la memoria è vasta come il mare –
venne ricomposto il poema
insanguinato
fino all’ultimo rigo-respiro

si può uccidere un poeta
non la poesia

(Federico Garcia Lorca, 1898 – 1936)

9

IL CASO E’ QUEL PER CENTO

tutto è convenzione e il caso
è quel per cento che fa il destino

se ci troviamo
nel posto giusto al momento giusto
-o al contrario- è quella
sincronicità indimostrabile

che fa ruotare i mondi e noi
non siamo che
mistero a noi stessi

piccoli astri

Sincronicità: concetto di Carl Gustav Jung, 1875-1961

10

TRA LA BESTIA E L’ANGELO

tra la bestia e l’ angelo
corda tesa sull’ abisso

nel divario della mente dove destrieri
scalpitano inesausti
bivaccano i tuoi fantasmi

o si mimetizzano tra
la fantasiosa tappezzeria dei divani

semmai si annoiassero sai
dove trovarli: a giocare ore
e ore con le nuvole

tenendo al guinzaglio i sogni

11

LE IMPRONTE CHE HAI LASCIATO

fermatosi il giro del tuo sangue
non avrai più nome né voce

le impronte che hai lasciato?

impigliati ai rami
fra cirri e nembi

l’essenza dei tuoi versi sparsi
i ricordi i sogni gli io che fosti

forse dal fondo dello specchio
riaffioreranno

-in una luce ferita-
quelle immagini a un moto del cuore

12

IN QUESTO MOMENTO SOSPESO

il guanciale intriso di sogni
tu languida ti volti per un bacio
come calamite i corpi si attraggono
lenta c’ inonda la luce dell’ alba

sembra quasi
che la pineta affacciata sul mare
ora entri nella nostra camera -noi
rami in un ricambio di foglie-

anche in questo momento sospeso
si può sentire un assaggio d’ eterno

13

NEI CIELI DELL’INCONOSCIBILE

e in quel momento ora x
è solo un restituire
consegnare le ferite
alla terra
la luce degli occhi al cielo

e
farsi plurale

ponti di luce nella Mente espansa
a invadere e aprire varchi

dove ali di un già presentito
sogno -aperte
per il volo-

si librano nei cieli dell’inconoscibile

14

PICCOLI MONDI

essere in sintonia
-cuore e mente-
con l’universo

come nel sogno abbandonato
il corpo -noi piccoli mondi
nell’alto mare aperto:

ulissidi
a lambire
terre dell’inconoscibile

nella pienezza dei sensi

15

LA POESIA CHE CI SALVA

la poesia
è la bellezza che ci salva
da questo stare inadeguati nel mondo

vedi
con la poesia non si scherza
(a parte palazzeschi e qualche altro)
essa vuole nascere dal sangue
macerarsi nel profondo fino a
mettere ali

non lo crederai ma i fonemi
aspettano solo d’ essere chiamati

la costruzione
va da sé dev’ essere armonica
come un diapason
col traboccare delle emozioni

16

NUGOLI D’ANIME

riposano i corpi mentre la notte
ha tra le braccia nugoli d’ anime
rivolte verso la stessa fonte di luce

ondivaghe
fuori dal guscio esse aleggiano
insinuandosi nei meandri del sogno
si trovano a percorrere
corridoi interminabili

o tra vertigini di spazi
a capriolare
si trovano in ambienti familiari
rivivono déjà-vu

17

RINASCERE NEGLI OCCHI

all’inizio nel tempo
primigenio
il primo stupore in un volo

ai piedi dell’angelo
sarà poi precipizio della luce

ma si resta
nella memoria della rosa
che vuole rinascere negli occhi

18

A GUIDARTI LA MANO

vedi un gabbiano planare – tu
assiso s’ uno scoglio nella
calura di luglio qualche verso abbozzi

sarà tautologico ma è quanto
ti sale da dentro:

“siamo di terra ma lo sguardo dice
la celeste origine – la sua
luce dove l’anima dimora”

è aspirazione alla bellezza
a guidarti la mano:
non con inchiostro ma col sangue
scrivi

19

A PRESCINDERE

questo uscire rientrare nell’alveo celeste
è racchiuso in un tempo
rallentato
un lampo nel cuore dell’ universo

t’ è stato messo nel cuore il senso
dell’eterno – a prescindere

ogni giorno ti riscopri vivo
come il seme

20

AL PARCO 2

gli prepari il posto a tavola
come quando era in vita lo senti
vicino gli parli in sussurri e
con dolcezza

son passati tre anni da quando
lo portavi in carrozzina al parco
-nell’incipiente primavera gli alberi
mettevano folte chiome-
e ogni tanto ti fermavi
per asciugargli un filo di bava pendente

ricordi
le sue parole: chi non si dona
mangia se stesso

21

ALBA

nella luce che sale
generosa sei
come musa che l’abbrivio dà
col primo verso

-aria
di vetro – parola sospesa

come andare in mare aperto

sogno o stato di grazia

22

ALLE PORTE DEL MARE

cicatrici di luna il rosso grido
delle estati lunghe sulla pelle
quando liberavi le ansie
inchiodate alle porte del mare
di sandokan emulando nelle
ore di canicola
le scorribande a perdifiato pei vicoli
cerbottane e bandane
prestandosi al magico
rituale
con vele e bandiere
panni stesi nell’accecante sole

23

ANCHE TU A PRECEDERMI 2

un salto a volo d’angelo
a superarti nella luce

una luna assonnata
ti sovrasta –
ammiccano stelle

anche tu
a precedermi -amico di penna-
sulla via dell’Inconoscibile – uscito
sei dal cerchio d’ombra

dal quadrante dove batte
l’ora del mondo

24

ANDANTE

dopo l’ultima pioggerellina
i saltabeccanti passeri
muovono una piccola danza sul mio davanzale

troveranno le briciole della mia colazione

m’immagino in sottofondo
un andante di vivaldi

e
nello sdilinquire del cuore
mi si apre il cielo

25

ANELITI D’INFINITO

è la vela rossa della Passione
a prendere vita nel tuo sangue spanto
nella luce

ti dai d’amore in aneliti
d’infinito
anima persa per rive sfiorite
negli occhi

26

ANTINOMIA LA MORTE 2

rinfranca il pensiero d’essere
immortale -e già dalla ferita della
creazione lo sei-

la morte ti cerca?
uscito dal guscio tu sarai altro

l’anima libera sarà dai lacci
lo spazio mentale onde di luce e amore

niente d’ imprevisto se la morte
non ti sorprenda più della vita

27

ASSONANZE 2

aureolato di fumo
vaga il pensiero nei meandri del sogno

s’aggriccia il foglio sotto
l’impulso della penna in cerca
della giusta assonanza o
d’una metafora felice

in enfasi il cuore
s’abbevera
alla fonte generosa della musa

28

BREVE IL TEMPO

ti ricorderanno un giorno?

ti sorprendi
a evocare oggi i tuoi fantasmi

altro tempo

età dell’oro quando
il sangue sparpagliato nella luce
semidio ti levavi
come in volo

ora ingrigisce il giorno

chi a ricordarti?

29

CIELI CAPOVOLTI

nel cavo del grido
deflagra rombo di tuono e
scalpitano nella testa
destrieri impazziti

egli non vede
più il corpo della madre
solo cieli capovolti e

accovacciato in un angolo
della parete che separa
vita da vita

trascorre le ore vuote suonando
l’ocarina

30

COME INVISIBILE RADICE

ricordi
ventenne o giù di lì:
pane amaro i primi timidi
tentativi
ti vedi chino
su fogli e fogli fitti
i pindarici voli
le cadute

come invisibile radice
quel virgulto
negli anni
ha preso vita e sangue

31

COME NELLA PRIMA LUCE

si è
legati al cordone del sogno
quello viscerale – che ci vede
come nella prima luce

destare in noi l’angelo
svogliato – lasciare si schiuda
il fiore dell’anelito

in un canto – che abbracci
la sacralità della vita

32

CONTROSENSO

no non ha senso questo tempo
frantumato fra le dita
-c’inseguono le lancette di kronos

i bambini giocano all’ikea
e non nei prati
i genitori hanno tempo solo per loro

cosa pensa -se pensa- quel pesce che agonizza
soffocato dalla plastica? che questo
è il peggiore dei mondi possibili?

33

COSA DICE IL CUORE

fu il caso o il destino
a farli incontrare
all’uscita del discount sotto l’ombrello

lei la sua verve
lui il suo magnetismo
prima che se ne avvedessero
erano finiti a letto

quanto durò la storia se storia fu?
dalla sera alla mattina – un lampo

cosa dice il cuore
dove ti porta non lo sai spiegare

34

COS’E’ LA POESIA

la poesia è indefinibile
fa tremare i polsi
è l’abbraccio di un albero
il sorriso di un bambino

la poesia
nasce dal sangue e ha dimora celeste

quando si partorisce una poesia
ti si aprono i cieli

poesia
è dove l’angelo perde una piuma

35

CRUNA DI LUCE

come quel file danneggiato che non
si riesce a eliminare: diciamo un po’ simile
lo stato d’ animo di chi non si sente
realizzato ed è la sua anima
un buco nell’immenso

ti sarà capitato un file corrotto:
ti sta sui cosiddetti ed è come
la vita che gira in tondo -i suoi
ingranaggi che non combinano

-ma dopotutto un file
è un file -dici

quel suo bel titolo ‘cruna di luce’
“chiave” non ha e nemmeno
il cammello ci può passare

36

C’E’ DEL BUONO

sempre ci si trova
a scalzare la morte
noi umani o la foglia la rosa
damascena

si riveste ad ogni ciclo
la natura – ingiallito
grida il cespuglio il verde nuovo

c’è del buono che ci salva: trovi
allo sportello
chi un sorriso ancora dona

37

DA CHE SEI NELL’OLTRE

corpo -dicevi-
di esperienze ricettacolo?

smesso che hai quell’abito -soma-
il tuo Sé manifesti
che attraversi i mondi

da che sei nell’ Oltre
rinato come a primavera
l’albero nudo

38

DA UN IMPERSCRUTABILE SENTIRE

ti attraversano come una luce sottile:
sono sempre con te i tuoi morti
mai andati svaniti -ci crederai?-

saldano le tue radici
“vivendo” con te ancora: ubiqui e
onnipresenti

da un imperscrutabile sentire
puoi percepirne al tuo fianco la presenza

sono essi a suggerirti in un soffio
semmai ti giunga
una ispirazione

sostano dentro gli specchi

si fanno tuoi consiglieri
quando non sai deciderti
sul colore di un maglione da indossare

allucinate presenze
ti accompagnano in quel mondo parallelo
ch’è la regione del sogno

39

DAL MIO POSTO PROTETTO

mi “nascondo” nel corpo

da me emergono alfabeti
afflati
enunciate sillabe

mentre
questo che mi contiene
ha un piede nella morte

dal mio posto protetto
complice una luna che m’ispira
mando messaggi di luce

a volte
me li suggerisce un angelo

40

DAL SUO SANGUE SI LEVA ALTO

(ad Aung San Suu Kyi)

non violentate più la primavera
del suo giovane sangue
non pugnalate la colomba
del suo cuore aperto alla
compassione

non schernite più la disarmante
verità che proclama
aizzandole contro
i mastini della notte

dal suo sangue si leva alto
il grido di fierezza
all’ unisono con l’ oppresso popolo

.

[Sul finire degli anni ‘80, Aung San Suu Kyi fonda la Lega Nazionale della Democrazia. Il regime birmano la condanna agli arresti domiciliari per 5 anni, poi per altri 15, e infine a 3 anni di lavori forzati, prima di essere liberata definitivamente. Viene insignita del Premio Nobel per la Pace nel 1991.]

41

DALL’IMMAGINE SPEZZATA

risalendo dall’immagine
spezzata
fino all’ultima ferita
in un sol grido rivivono
squarci d’identità che furono
te

li inghiottirà una
fuga di luci
bava
di ragno a
tesser latitanze

42

DEGLI ABUSI

strillai come un aquilotto
di lacrime inondai il banco:

sollevato da terra
per le orecchie
dalla capa ‘e pezza Angela
(spero oggi un angelo)

per aver iniziato il quaderno di bella
con un grossolano errore

-abusi oggi come ieri
solo che un tempo erano “sommersi”

.

(capa ‘e pezza: in gergo la suora; Angela, nome fantasia)

[il grave errore consisteva nell’aver scritto “geofrafia” invece di “geografia”.]

43

DI FOSFENI E NUBI

a labbra di luce poesia mi desti
da assonnate rive

vaghezza
vi transita di fosfeni e nubi
ove intoccabili sogni
dimorano

44

DI LUCE L’ABBAGLIO

colma la bocca
di luce l’abbaglio
della veste

sentivo nelle ossa un fuoco

come lazzaro
mi sono levato
e andavo leggero come nell’aria

45

DI PALPITI DI LUCE

bianca colomba si posa
su creste di pensieri

invertigina l’essere
tra fluttuanti sillabe
in un capriolare di palpiti di luce

46

DI QUA DEL VELO 2

(non qui né altrove:
semplicemente essere
nel Tutto
-porta della conoscenza)

di qua del velo di maya
trottola del tempo
consuma il suo perno

nella palpebra del sole
un embolo d’ombra dimora
che insanguina il vento

47

DI SGUARDI E’ IL SOGNO

di sguardi è il sogno o polvere
della creazione noi polvere
del sogno noi sogno di Dio

tra intermittenze
di fòsfeni veleggia
l’ “occhio” per inesplorati lidi

48

DOVE L’ANGELO 3

ti dici quale angelo – quello
delle favole? mentre nel cuore
ti alberga il grido stridulo
del risentimento

-nell’ordine cosmico
è il boomerang che non vedi

dov’è l’angelo ti dici
semmai salga dal fondo
di te a illuminarti?

vieppiù continui a respingere
mani tese
in un cielo bianco di silenzi

49

D’UN SOGNO

casa sul mare dove vidi
la luce
sulla porta un ritaglio di cielo
a visitarmi i miei morti
venuti sembra
dal mare
sorridermi mentre
mi vedono
con naturalezza librarmi
falena contro il soffitto

50

EMARGINATO

quest’uomo: tristezza
d’albero nudo
avanzo di vita aperta
ferita

-occhi scavati
che perdono pezzi
di cielo

quest’uomo
puntato a dito
quest’uomo fatto
torcia

per gioco

51

ENERGIA COSMICA

(a Stephen Hawking, in memoria)

ci partorì un oceano di energia
noi minuscoli granelli
finita infinità

dai buchi neri insondabili
forse nuovi mondi
nascono – inarrivabili

soli
non siamo in questa
vertiginosa vastità

in infiniti
cerchi
spaziamo

[finita infinità: da un verso di Emily Dickinson]

52

FASE REM

aprono il mondo della mente
facendosi presenze
i dolci animali d’acqua e cielo

nel vortice di luce
ti si rapprende negli occhi il volo
e l’argenteo guizzo

appena desto
-assimilando ancora frammenti
di visioni-
chiederai all’onda all’uccello al vento

la chiave l’origine che
dall’apparire traspare

53

FONEMI

nella bocca della notte
-la luna sopra il petto-
il letto è un mare dove sillabe
perdono sangue

“e il naufragar” non è che di parole-
carne slabbrati fonèmi

a far piovere
nelle tasche del cuore

54

HIKIKOMORI

un vivere a ritroso
le spalle all’oriente
dove
cresce la luce
vuoto delle braccia
vite
separate
tra l’ombra e l’anima

.

Hikikomori: in Giappone sono oltre un milione.
E’ il fenomeno di ragazzi che vivono di “rapporti” virtuali chiusi nella loro stanza fuori dal mondo.

55

IL BUIO DEGLI ANNI

(a tutte le vittime per la giustizia)

negli occhi delle primavere
violentate
il buio degli anni
di piombo
la pioggia di sangue

la vostra morte
luminosa

il sangue delle vostre primavere
di là dal buio
dell’ora
ecco levarsi alto
come un urlo
al centro della storia


IL CIELO E’ TERSO
(2020)
56

IL CAMMINO

il sognare di sé che si sogna – forse
così la vita

perché il cammino – dici

breve il tempo
per cercarti:
trovare l’ anima –

quella luce ch’ è in te il dio
inconoscibile

ti passano davanti
le sequenze
dei tanti “me stessi” trascorsi

ma già sei altro

57

IL CIELO E’ TERSO

la coda dell’occhio il gesto
come a voler scacciare una mosca
ed è un fuoristrada
a investirmi alle spalle

entra la luce
il cielo è terso – mi dò
il buongiorno

mi risponde a breve
il borbottio della moka

58

IL GRIDO CHE SALE

era forse quell’embolo
ad allagare di visioni la mente
tutto quel rosso
come un mare di sangue

e il grido a salire
dalla vertigine del sogno

-e se sogno non era?

trovarsi diviso
tra reale e irreale –
nelle vene del buio una danza
di folletti

59

IL GUARDIANO DEL FARO

sembra toccare il cielo
attraverso la grande vetrata

gli fa visita il gabbiano
unico amico
al crepuscolo alla stessa ora
nel becco l’argentea preda

l’uomo del faro:
non uno stravedere
come il ragazzo l’ ha sempre sognato
tra spume d’ onde e uccelli marini

altro è
questo solitario
leggendo nel profondo:

senza amici per poter
chiacchierare: una ferita
la perdita della compagna
morta qualche anno prima di parto

la sua Nina

ora gli pare di vederla
tra le ombre della sera quando
si accendono le stelle

60

IL NOSTROMO

narrava dei suoi viaggi
-il mare a cullarne le memorie-
i porti toccati e lasciati
Oslo Amsterdam
le taverne ove non mancavano
scazzottate come nei film

le volte ch’ era cielo di tempesta
con gigantesche creste d’onde
-negli occhi gli si leggeva
raccontando
che bastava un niente a morire

avvolti dal fumo
della sua pipa di schiuma
noi ragazzi ne eravamo rapiti
-ci passavano nello sguardo velieri lontani

Jim il nostromo egli era
per il borgo natio
-occhi di cielo e cuore
grande come il mare

61

IL RIFLESSO

m’abbaglia l’accecante
riflesso d’un lunotto

tengo la strada – poi
il tunnel mi da pace

e m’acquieto con le note
di stardust

esco nella luce come destato
dal sonno della morte

62

IL SANGUE SULLE PIETRE

baluginio d’albe su vuoti
orizzonti – sale

la luce sui nomi perduti

filo spinato
taglia la memoria insonne

inani fughe

ancora grida il sangue
sulle pietre

63

IMPOSSIBILI APPRODI

-orza alla banda!-

la faccia cotta dal sole
il marinaio
tende a quegli approdi impossibili
apparsi solo nel sogno

la terra è ancora lontana

facile perdere
la rotta fare naufragio

se non “credi” senza vedere

64

IN TRENO

lei immersa nelle righe
nere mentre il paesaggio
-alberi case- fuggiva

sbirciavo il titolo
era in inglese – un
mattone a vederlo

distolse altera lo sguardo
lei biondo- platino e sola

conciliava un sonnellino
ora il monotono
sferragliare

65

IN UNA GOCCIA DI LUCE

s’arresterà questo giro del mio sangue
lo sguardo trasparente riflesso
in un’acqua di luna
sarò pietra atomo stella
mi volgerò indietro sorridendo
delle ansie che scavano la polpa dei giorni
delle gioie a mimare maree
nullificate di fronte all’Immenso
allora non sarò più
quell’Io vestito di materia
navigherò il periplo dei mondi
corpo solo d’amore
in una goccia di luce

66

IPOTESI DELL’IMPOSSIBILE

combatti contro i mulini
a vento delle ipotesi
ti vedi quel filo d’aquilone
tenuto da un bambino e
toccare il suo cuore e il cielo

o quel bimbo ti vedi
tenuto dal genitore per mano

o ancora -tra fremiti d’ombre-
quel figlio prodigo
che ti torna in sogno: che anni
scavalca a ritroso

per chiedere perdono
al padre sul letto di morte

67

ISOLE 2

s’aggrovigliano mai combaciano
come i fili d’una ragnatela
in composizioni improbabili
tramate forse nei sogni

in un alone di luna evocano i morti
fan gesti propiziatori

sono intrecci di mani di sguardi

anime che si cercano

68

L’ESSENZIALE

arrivare all’essenziale: via
il superfluo (lo sa bene il poeta – un
sansebastiano trafitto
sul bianco della pagina)

così il corpo: si giunge
col vento azzurro della morte
al nocciolo: all’Essenza: non altro
della vita
che avanzi in pasto al suo vuoto
famelico –
quando nella curva
del silenzio
essa avrà ingoiato la sua ombra

69

L’OMBRA

negativo di me mio vuoto
in proiezione mi copia con inediti
profili tagliati nella luce – se dal
di fuori la spiassi mi direi sono
io quello?

pulviscolare ha i contorni
del sogno e i suoi fòsfeni
si spezzetta se riflessa inafferrabile
fantoccio mi diventa
pure mio vuoto mia metà

che estinta con l’ultima sua luce
rientrerà nel corpo- contenitore
unificata con la terra – senza un grido
tutt’uno con la morte –
senza perché – solo ombra

70

LA BELLEZZA DELL’ANGELO

con l’avanzare degli anni
senti sempre più il distacco da tutto – ogni
cosa ti lasci scivolare addosso
-come il sogno ch’è a svanire

oggi preghi lo Spirito del cielo
ti faccia luce:
ti mostri l’azzurro sentiero

per la bellezza dell’angelo

71

LA DOMANDA DEL SANGUE

sordi alla domanda del sangue
noi
sotto un cielo bianco di silenzi

le parole rimaste in gola
cadono
come un infrangersi di cristalli

in nostra vece
sentiremo forse gridare
le pietre

72

LA LUCE ESSENZIALE

punti all’ esteriore
e non alle cose del cuore?

vedi: non ha consistenza quanto
non nasca da radice
del sangue o semmai sopravviva
di effimero lucore

essenziale quella luce
ch’ è la bellezza della rosa
immortale
palpitante tra le mani

73

LA LUNA DEI POETI

ho la luna dei poeti
-pesci sull’ imum coeli-

scivola
la barca della passione
verso terre di mistero

pesco sogni di ragno
nell’ intreccio di parole
nate sulla bocca dell’ alba

mentre
uno sbuffo di vento
porta afflati d’ amore

74

LA MANO DISEGNA NELL’ARIA

la mano disegna nell’aria
il suo profilo indugia
su bocca naso e occhi

la mano della mente ben conosce
quei dettagli come la madre
che l’ ha generata – Nina stella
del cielo che mi cammina nei sogni

ora sono aghi
che trafiggono
nell’ accendersi nel sangue
la mai sopita passione

mentre la mente disegna
dove fermenta il cuore

75

LA MUSA LATITANTE

dalle vene del buio
-dove a raccoglierti
vuol chinarsi l’amore-

defluisce arido sangue

stai come
quel gabbiano dall’ala spezzata

che non sorvolerà il suo mare

76

LA PAROLA NUDA

mi seduce la parola enfatica
-sia d’amore o quella che
(d) enuncia

che s’attorce al cuore in un nodo
di passione

parola
nuda come la verità – mio faro

brilla
nel buio come stella
di fuoco

e non la puoi estinguere

77

LA PASSERA

memore della bella accoglienza
me la trovo sul davanzale ogni mattina
per “condividere” la colazione

è d’un piumaggio lucido e vellutato
l’ho chiamata “nerina”

sempre puntuale
precisa come un orologio svizzero

chissà mi chiedo
chi troverà ad accoglierla quando
anch’io avrò messo “un paio d’ ali”

78

LA PISTA DEL SANGUE

sconvolgere i cieli
vorresti?
rapportare il mondo
con l’ asettico tuo doppio?

chi vuoi che spezzi
per te una lancia
se vai col lupo
seguendo la pista del sangue

in modo sistematico
vedrai crescere detrattori
a stigmatizzare le tue fisime

uomo di cartone

79

LA STANZA DEL CUORE

custodirvi l’essenza
primaria –
il suo fiato il suo mistero

è creativa la stanza del cuore:
la vedi tappezzata
dalla immensa pagina del mare

dove scrivere i sogni
con l’inchiostro della notte

vi respirano sinergie d’altre
dimensioni

80

LA STANZA VIOLA

la stanza viola della mente
veste l’anima
del quadro in cui ti perdi

dalla tela vedi crearsi
iridescenze -e il sangue
si spande nei colori-

presenze
daliniane
erompono dal sogno

81

LA VERITA’ E’ UN LUSSO

la verità è un lusso dice quel padre
che non ha ottenuto giustizia dopo anni
per il figlio falciato in una rapina
trovatosi per caso lì in quel frangente

dice -un sasso sul cuore-: forse
è di un altro mondo la verità
-tutto come sempre
insabbiato prescritto

nessuno sa –
e sulle coscienze crescono peli

82

LA VITA INFINITA

con l’avvicendarsi degli anni
si risvegliava in te il bambino
negli ultimi tempi
c’era sempre lei a rifarti
il letto a tagliarti la carne
il tuo angelo
premuroso
che non ti perdeva di vista un momento

eri un omone- bambinone
te ne sei andato troppo presto
quel giorno vedevo al tuo capezzale
nei tuoi occhi cerulei veleggiare
la vita infinita

83

LA VITA INTERIORE

dirla “potenziale” questa mente
fin quando non sarà espansa
e unificata nella primaria
origine

di sogni e di pene
-scritte su cieli di carta-
e di effimere gioie
come la felicità che sempre sfugge

lei si nutre

abbeverando del sangue
della passione
la vita interiore

84

LACERAZIONE

ragazzi strafatti
che han preso la china d’una vita
contromano

ragazzi che s’ attraggono
e vivono come se
non vivessero

invecchiano dentro gli specchi o da
hikikomori

abita il loro sangue una notte che
si lacera all’ infinito

-le famiglie:
da raccoglierne i pezzi

ragazzi che bruciano
bruciano come candele

85

LATITANTE LA MUSA

sillabe cadute dagli occhi
l’ingoio di stelle a svanire

“credi resistere ai piaceri della tavola
ma dai che hai -fidati-
il colesterolo buono”:

questo
salvi dal tuo dormiveglia – relitti
a galleggiare sul mare ipnagogico

tenti trarne una poesia
giri in tondo con le parole – latitante
la musa

86

LE SFIORITE RIVE DEL CUORE

le sfiorite rive
del cuore e la verde
età fuggitiva

ahi i segnacci
rossi sui quaderni

-simboleggianti nell’inconscio
gli errori adulti che
ti segnano la vita

e in lampi di ricordi
quella corsa
dei grembiuli come ali

in voli bianchi verso
casa

87

LE VOCI REMOTE

un’accoppiata
di parole o una frase
sentita o letta risuonano e
sono una fitta
nella mente che inizia a elaborare

il letto del fiume
è un sudario
che raccoglie le voci remote
delle anime in sogno fermatesi lì
sotto la luna menomante

88

LEI DALLE SNELLE CAVIGLIE

avvenne in me un parapiglia
si sconcertarono i miei neuroni
come lei apparve -il rigoglioso seno e
le giunoniche forme- nel suo incedere al
Valentino

ogni tanto in sogno rivive
evanescente figura

inarrivabile
lungo la coda dell’occhio
lei dalle snelle caviglie

89

LO SGUARDO VELATO

dò i miei “occhi” a quel che passa
in questo scorcio di tempo che mi resta
d’intenerimento

la stessa
luce la losanga sul letto
la goccia pendente
dal ciglio lo sguardo velato

ora come allora

quando
“morte ti colse fior
di giovinezza” scrivevo
ventenne o giù di lì

-ah ridicolaggini

90

LUCE COSMICA

il suo sguardo benevolo che
abbozza un sorriso lieve
dalla vetrata della cattedrale
illuminata lassù

mi ricorda l’angelo
sulla volta del soffitto
quando da bambino ero
cagionevole e a letto

oggi
mi sorprende un moto
di commozione

nel dilatarsi il cuore
in una luce cosmica

91

L’ESSERE-PENSIERO

l’ angelo o essenza
primeva
in veste d’apparire

in amore converte
il suo fuoco ancestrale

è ubiquità ed ali l’angelo
o essere- pensiero

astronave di luce che
circumnaviga cieli interiori

92

L’AFFLATO

si leva
da un’ alba rossa di passione
l’ afflato del cuore

quasi ad alleviare
-volo lieve di farfalla-
le brutture del mondo

asimmetriche tracce
lascia la poesia ch’ esprime
l’ angelo- farfalla

93

L’ALBERO

di Te
il dito
la saliva il fiato:

ri- fiorire vita
in cuore disabitato

e gli esecrandi
crimini? non
ricordi

dal sacrificio estremo
l’Albero
di sangue
si è ingemmato

sopra uno
sconquasso di secoli

94

L’AMORE E’ UN VOLO

l’amore è un volo
che si stacca dai tuoi tramonti
e lascia una mesta dolcezza

come virgola di fuoco
quel dolore che si ferma negli occhi

sulle ferite -sai-
lavora a tuo favore il tempo

95

L’ANGELO 3

s’inzacchera le ali nella melma
del contingente
minimo sette volte in un giorno

si prende cura come una seconda madre
di chi gli fu affidato alla nascita
dalla Misericordia divina

arcobaleni e nubi son la sua dimora
transitoria

si piega sul tempo umano –
lo senti se ascolti
sostare nel buio delle vene

96

L’ANTAGONISTA

aprii la valigia
era piena di libri e di sogni
di vaghe nuvole e stanche lune

gli chiesi se leggesse poesie
arricciò il naso: -non mi nutro di quella
“manna” il mio cielo è di pietra e
non ne vedi angeli affacciarsi
né madonne

-non siamo -noi due-
della stessa razza

io
da opportunista
nello scrigno non porto chimere

97

L’OMBRA (ALTRA VERSIONE)

davanti
dietro di lato s’ allunga
si spezza se riflessa

in acqua mutilato corpo
mi ripete
negativo di me profilo
esangue

finché vita
avrà
da estrema obliqua luce

98

L’ORDINE DELLE COSE

nel momento del distacco dirai
forse impropriamente
“è mancato” – invece d’ un accorato
“ci abbracceremo nell’ altra dimensione”

mancato sì alla scena
del mondo

com’ è giusto per l’ ordine delle cose
’apparenti’

la stella nana la formica

99

L’ORIGINALE

si perde
armonia nel rifare una nuova
poesia da una datata:
ne risulta un vaso incrinato

allo stesso modo ogni
esemplare è intoccabile:
è dall’origine

della foglia la foglia- madre
come la pensò Iddio –
così la parola
così la natura

toccare i geni è una bestemmia
che sale al Cielo

100

MANIFESTO

ritagliare dai giornali
lettere cubitali
per farne una poesia- manifesto

già vedi uomini- sandwich
popolare le piazze
il rosso grido di denuncia
abbasso x viva y

-sordi i governanti
al lamento dei poveri

vedi: giungerà il momento
in cui
si abbatterà repentino uno
tsunami

a rovesciargli la poltrona

101

MARE D’ERBA

con l’ avanzare degli anni
riduci sempre più il percorso
delle tue camminate

giungerà il momento
di affacciarti solo sull’ uscio
o dalla finestra vedere l’ immensa

distesa di verde e nello
stravedere la scambierai per quel mare
che ti vide nascere

-ti brilleranno gli occhi andando
col pensiero alla fanciullezza gaia

ora quella luce è fuggita

lascerai
impregnato quel mare d’erba
di amori e pene ed eterei voli

102

MARINA

sull’onda bianca della pagina
inavvertita la musa
come un’ala si posa e
si china discreta
a ricreare di palpiti un vago
sentire di mare

103

MEMORIA DI VOLO

memoria di volo
dell’ antenascita – quando l’ angelo
benigno si piegò
nel vestire la carne

ora nello smarrirsi dei mattini
in un’ aria di vetro
da memoria si torna a essere
sogno

a raccontarci è l’ infinito
mare

104

MI STRACCERA’ UNA MANO

sto incollato
a un muro
vi resterò forse fin quando
m’imbavaglierà una reclame
di nonsoché o forse
mi straccerà una mano ignota
ma sarò ancora la voce
di chi non ha voce
sarò il suo sangue
che urla attraverso
i miei squarci

105

MIMESI 2

mutevolezza come
di nuvole

-parabole
-alchimie del sangue

mimesi icariana
la giovinezza frale

-nei suoi umori
intinta

la penna di Goethe

106

MORTE BIANCA

al paese (le donne avvolte in scialli
si segnano ai lampi)
hanno saputo di Valter
volato
dal traliccio angelo senz’ali

“non venire a mettere
radici -scriveva al fratello-
qui anche tu nella
città di ciminiere e acciaio: qui dove

mangiamo pane e rabbia

dove si vive
in mano a volontà cieche”

107

NEL FIUME DI LUCE

forse
veleggiando nel fiume di luce
anche loro i morti ci sognano
per non annoiarsi

dove cade il giorno
come un vibrare in nudità di sguardi
piegati sul cuore della terra

il loro bianco respiro

108

NELL’UNO

dal Tutto
ritrovarsi nell’uno
a vivere il sogno della carne

il sangue che cavalca il vento dove
crescono i passi

lacerato dalle lancette
d’un orologio interiore
un Lazzaro a sollevarsi da cento morti

109

NELL’ANIMA BAMBINA

come non ricordare il rifugio
del passerotto intirizzito
le mani a giumella e il caldo fiato

o il micino di pochi giorni
lucido di saliva
portato in bocca da mammagatta

come non riconoscere
le tracce lasciate
sul sentiero teatro di giochi
e l’acuto
richiamo della madre
la tavola apparecchiata
inondata da sciabole di sole

immagini vive custodite
nell’anima bambina

che ancora ti chiamano dal buio
fondo degli anni

110

NELL’ARIA VEGETALE

si aprì il mattino azzurro
nell’aria vegetale
come un mare nel seno del cielo
e da una costola
per lui Egli la plasmò
dalle sinuose forme
a far tondi gli occhi vogliosi
d’un amore tendente alle
stelle

——————————————-

AFFLATI
(2020)

111

NOI DUE

chi resta
avrà dall’altro da lassù lo sguardo
o dai recessi dell’essere dove
si presume
risieda l’anima

chi resta alzerà gli occhi al cielo
in un atipico silenzio
rassegnato

un’altra primavera e
nuovamente
guarderà il glicine fiorire
si domanderà
dove stanno i ricordi vissuti
pezzetti di cuore

sa che tutto è
un eterno presente

112

NOTTE LIQUIDA

orfanezza del cuore
su sfiorite rive
occhi
come laghi in fremiti di vita

dove
distorto volto d’angelo traspare

lanciarsi anima e corpo
nell’ebbrezza della notte liquida

113

OCCHI DI PARADISO

quel giorno che ci hai lasciati
parlava il tuo sguardo muto
-occhi di paradiso

quel giorno
l’angelo ha colto il tuo dolore
e lo ha appeso ad una stella

ora tra arcobaleni e vento
il tuo aquilone

sparito nell’infinito

è come volesse cercare
lì il tuo cuore

114

PAROLE 2

parole sulla bocca
dell’alba
in dormiveglia mentre
inizi l’interiore viaggio

cavare sangue
da neo- nate parole
in seno a un dio
non visto

dove sale la luce

115

PIU’ D’UNA VITA 2

convivere con gli umori
di un corpo di morte

dall’animalità all’angelo: questa
l’impervia salita

più d’una vita se dal sangue
fioritura sia d’ali levate:

ogni passo ne perdi una piuma

116
PRIMAVERA 2

capita che il bosco mi parli
ogni volta che abbraccio il “mio” albero

-risale
a un rito atavico
l’abbraccio: patto di luce- amore-

mi parla -il bosco-
tendendo le mille sue braccia
nell’espandersi in canti che allargano il cielo

la casa degli uccelli
si fa allora santuario del cuore

empatia
che mi congiunge
all’esplosione della fioritura

come fossi io nell’albero

117

PROFUMI NINNOLI

credi non sarà così per sempre
non come qui a guardare
per speculum in aenigmate

quel non riuscire a focalizzare
il profilo di lei
come quando la vedevi sbucare
da dietro la curva
della strada al ritorno dal footing

tra le altre suppellettili
ora a prendere polvere
sulla specchiera stile ottocento
profumi pinzette ninnoli

la collana
orfana del collo esile

il guardarti in tralice nelle sere vuote
lei da una foto sfocata

118
PROVE DI VOLO

anneghi
nell’effimero d’una vita marginale

tenti nell’indaco prove di volo
-fino a che dura il sogno

da quale parte è la verità ti chiedi
nei momenti lucidi

119

QUALCOSA VERRA’

qualcosa verrà
in quest’ora anodina
a farsi sangue e presenza
il bianco a violare
ricamandolo di fonèmi e voci

da sirena ecco si veste
la musa
su onde a sognare
-incoronata di nuvole vaghe

come un’eco
quel melodioso canto

che si negò odisseo

120
QUALE IL TUO NOME

quale il tuo nome nel registro
della Luce
quale la tua figura
inespressa

questo non aversi
come morire sognarsi
in seno a cieli
di cui non è memoria

caduto il velo
un ri- trovarsi
moltiplicato

121

QUELLO SQUARCIO DI CIELO

in grazia creativa mi sento
oggi che mi è clemente il tempo
-nuoto nel mio
immaginario

nell’approssimarmi agli ottanta
non mi fermo a fare bilanci
o scongiuri
né mi guardo indietro

solo il giorno
predestinato aspetto
e tanto più inimmaginabile

sarà quello squarcio di cielo
-ad attirarmi a sé

122

REPERTI

lui -il “cornuto”
che continua a lavorarci contro-
lo vedemmo nelle case della morte
col fumo della carne bruciata

lo riconoscemmo nella “bestia”
umana

dopo gli anni orrendi oggi
un museo: in mostra scarpe
valigie occhiali e
una montagna di capelli

i reperti
della vergogna

non sogni o finzioni quelle “nuvole”
ma

dalle fumate si sa che a levarsi
erano ali d’angeli

123

RICORDI

confondersi del sangue col colore
dei papaveri nel sole

ampie distese a perdersi
mentre all’orecchio del cuore
a far capolino una
melodia nel tempo andata

ricordi

ci si appiattiva scalzi col fiatone
nell’erba alta
dopo una volata e

in levità d’angeli
quasi non si toccava terra

124

RISILLABARE PALPITI

risillabare palpiti
di soli e
generare amore dove
il cuore mette ali

elevarsi come aquila
negli’ infiniti cieli

annullarsi del pensiero
guru in stato di
levitazione

125

ROSA IL TUO FIATO

rosa il tuo fiato
fragranza di bosco la tua pelle ambrata

apparivi sirena
distesa s’uno scoglio

allucinazione forse

mi facevi un cenno
mentre il cielo s’apriva in una luce
aurorale

come il tuo sorriso

126
SAREMO

il sangue starà
circumnavigando il periplo dei mondi
quando l’io non esisterà più

cosa saremo nessuno può dire

saremo nel Tutto
dove tutto ha nome armonia

forse
non aureolati – fioriti
nelle braccia di Dio

come nella prima luce

127

SCAMPOLI

rimanere in essere
incapsulati in una vita
ch’è copia
sfocata dell’Originale

dimezzata vita: scampoli

pure
zampillo d’acqua viva
dall’Io subliminale

la difficile luce

128

SCHEGGE DI PENSIERO

sai d’ essere schegge di pensiero
per unificarti alla Mente- madre

dove sei già stato vuoi tornare
ma non ricordi il “dove”

tornare
da dove ti sei staccato

come la foglia che
riprenderà ad abbeverarsi di luce
dopo essere macerata nella terra

129

SCRIVERE SULLA SABBIA

scrivere con la luce
la vita la morte
vestire di primavera i gigli

non così l’uomo
dal suo primo apparire

preso nel vortice
delle cose
egli scrive su sabbia l’avere

-nel cuore la paura
del bambino

130
SCRIVO SULL’ARCOBALENO

scrivo sull’arcobaleno
dove il mio angelo è assiso
in veste di musa

egli mi suggerisce parole
macerate nel sangue
che mi si nascondono

alla “vista”

a volte dall’arco-
baleno cade una sillaba
ed io la recupero

riprende vigore

all’angelo traspare un sorriso
che si fonde col mio fiato

131

SE AVRANNO VOCE

ed è pleonastico il tuo dire
i tempi son cambiati e
alle piante seccano
i timidi germogli

i pesci son gonfi di plastica e
i cieli di cenere
e i mari piangono coi miei occhi

lasciare parlino i fatti
se voce avranno
in una -lesta?- inversione di tendenza

132

SE INDIETRO TI VOLTI

era solo un sogno – sarai
come la moglie di Lot mi disse
se indietro ti volti

accondiscesi sebbene
controvoglia: ribellione mi
corse nel sangue

altri vedevo passare
per la via della “prova”

ora tramutati in statue – che prima
di me ridevano

133

SENZA TITOLO 5

le cose
mi chiamano e la morte
è lontana

vastità contemplo

l’anima
è il verso del gabbiano
nel lambire l’ onda

134

SENZA TITOLO 6

un’alba cadmio
apre spazi
inusitati nel cuore

usciti dal sogno
beccano sillabe
gli uccelli di Maeterlinck
in un cielo di vetro

da un luogo non- luogo
le uve dei tuoi occhi
chiamano il mio nome
genuflesso nella luce

135

SIESTA

di sé t’innamora il perfetto
endecasillabo
“meriggiare pallido e assorto” –
rilassante quasi a conciliare
il sonno

di qua dove sei
la pineta – di là il mare –
chiudi il libro di Montale
e gli occhi

contro l’ obliqua luce fra i rami

in te mezzo assopito
ora perdura
il dondolio delle altalene
e dei teneri corpi

quasi fatti d’aria

136
SOLITUDINE

si è al punto che
ogni giorno
è uno in più a dar scacco alla morte

-finché ci siamo- la candida
filosofia dell’anziano

il consueto giro pomeridiano
per godere un po’ di sole

non si muove foglia
ma voglia il cielo
risparmiargli una solitudine feroce
che scava come goccia nella roccia

137

SOPRA IL SENSO DELLE COSE

chi può conoscere
meglio della terra i morti

l’inverno col suo bianco manto
il silenzio copre e il loro cuore

oltre orizzonti di palpiti
vegliando aleggia
il mistero
sopra il respiro dei vivi

sopra il senso delle cose
come un sole freddo

138
SPAMPINA LA ROSA

turbine avanza
in un batter di ciglia – deserta
la piazza solo una gatta sotto
un’auto acciambellata

han lasciato i vecchi
il loro gioco di carte

più in là la bellezza
deturpata

al crocevia del grido
la rosa spampinata

139

SPLEEN 3

lo scoglio
e tu
come un tutt’uno
quasi sul ciglio
del mondo avvolto
in una strana luce

labbra di cielo
questo
contatto di sole

vedi nell’aria
marina
un gabbiano planare
su una solitudine
che ti lacera
all’infinito

140
SPLEEN 4

brusio di voci

galleggiare di volti
su indefiniti fiati

si sta come
staccati
da sé

golfi di mestizia
mappe segnate
dietro gli occhi

vi si piega
il cuore
nella sanguigna luce

141

SUL FILO TESO

camminando su filo teso
se la mente vacilla e
s’affaccia su orrido abisso

Tu lo sai –
è l’altro me a cui
ho dichiarato guerra per onorarti

son diviso e ogni pensiero contrasto
se emerge non da sangue

e come potrebbe
la pianta ripudiare la radice? e la corolla
che s’apre alla luce odiare la luce?

142
TEMPO-SOSPENSIONE

tempo elastico
gli orologi molli di dalì
tempo- sospensione l’aprirsi del fiore
tempo di blake
sospeso nel balzo
lucente della tigre
tempo diluito non- tempo onirico
tempo dilatato che
scandisce deliri di luce
in una tela di van gogh
tempo sospeso
immobile indolore
felicità animale

143

TRIPUDIO DI LUCE

aspetto l’ ineluttabile
disfacimento della veste

come l’ albero delle
foglie

quelle macerano
l’ albero è albero

il suo sangue in letargo
attende

un nuovo tripudio della luce

144

TU MADRE DEL MIO SILENZIO

tu madre del mio silenzio
tu cattedrale del sangue
indiato

-poesia- apri lunghe sospensioni
e varchi
e archi di luce ricrei
tra ciglia d’amanti

tu fai spuntare fiori tra le pietre
preservi un raggio di sole

per gli occhi persi
del povero cristo
nei giorni anodini

145

TU REGINA DELLA NOTTE

sei nelle mie corde e metti ali
a sorvolare questo male oscuro
d’un mondo fatto a pezzi
tu regina della notte

poesia che ti sveli
al lume d’una luna menomante

l’anima è inclinata nella luce

ci salverà la bellezza?

146

ULISSIDE 4

occhi di terra e di cielo
e oceani
occhi ove vive
noetica luce
a sognare procelle e bompressi

e
un’ itaca lontana

esce dalla coda dell’occhio
il tuo vascello
a circumnavigare terre di mistero

ed è casa di mare aperto
l’anima del viaggio

147

UN CIELO DI PALPITI

si punterà verso
il non- luogo dell’ Inconoscibile
intrisa la vela del sogno
del sangue della passione
uscendo dalla bocca della notte

-e siamo grumo e infinito

vivo di palpiti sarà quel cielo
tenerezza di madre ad accoglierci

148

UN NOME UNA VOCE

un alone di mistero emana
dai lampioni sul lungopò la sera
ectoplasmi o perdute
identità pare s’aggirino
sui viali battuti solo
da qualche meretrice

pensi
possa ispirarti qualche verso
quest’atmosfera impalpabile e attendi
riconoscibili
un nome una voce
che ti salgano da dentro

149

UN SORRISO

vedi l’allodola planare
il suo volo un immaginario arco
lascia nel cielo

“l’albero lo riconosci dal frutto”

pensi
come curiosamente ti sorprenda
quel detto dei Vangeli

e come
il dimenticato aspetti solo
come pane un sorriso

-ti vedrebbe
come un angelo qui sulla terra
che gli allevii la ferita viva

il sorriso è l’inizio
-lo sai

150

UN VENTO DI OSSIMORI

posizione fetale: ideale per lasciarti
abbracciare da morfeo – in una
sospensione lucente – la mente

assediata da iperboli
grandi come case
e da un vento di ossimori

151
UNA POESIA TIPO QUELLA

fa sorridere una poesia tipo quella
di Neruda “ode alla cipolla”?

se ne cogli la vera profondità
penetrando fin nella radice
della terra da cui è nata

sentirai l’ebbrezza del sangue
che canta alla luce gemmante
come una celeste musica

indorato dal caldo sole
quel bulbo
finirà sotto la mezzaluna
con lacrime

-companatico dei poveri
s’ usa dire

152

VAGHEZZA ERA O VISIONE

quell’attraversarti la mente
da nonsense e surreali figure
daliniane
come uscite da un sogno

perdevi la percezione del tempo:
davanti a te
un lungo corridoio asettico
senza interruzione di porte

era come entrare nella morte –

infine sfociare
bagnato di luce

in altra vita –
sogno nel sogno

153

VERTICALITA’

dolore non solo quello
da carne- urlo animale
ma sublimato
negli assi della croce
guardando in divenire
là dove conduce
Passione per la porta stretta

154

VIAGGI

“il più bello dei mari” quello
ancora da navigare o solo
sognato

così la poesia
più bella si dice
sia quella ancora da scrivere

viaggi
da odisseo viaggi mentali

apertura a ventaglio
dei sensi
in una immersione nel sé

[I° verso da Hikmet]

155

VISIONE

su di te vedi piegato il cielo
dalle leggiadre braccia
ti sale su per le narici
la barca di cristallo della
passione
veleggiando sul filo del respiro

nella camera della mente
non è detto non t’appaia l’angelo
dell’ affresco
che ti rapì quand’ eri bambino

156

VITA CENTUPLICATA

tu nelle braccia di Dio
rapita nel sole
piccola Margot

tu rosa vestita per la vita

quella vita che
non ti fu dato vivere

ora
centuplicata

credimi
immergermi vorrei in quel Sole
che nel sogno in barlumi ora
intravedo

157

VITA CHE TI SVELI

assisa sul bordo della luce
vita che abbracci
infiniti orizzonti
vita riflessa
che non sai dire se vivi
o sogni
vita in esilio finché abiti nel corpo
vita genuflessa
a adorare il sole- maja
di luce
che apri la fronte del giorno
vita- vuoto affamato

sii te stessa
“vita fedele alla vita”

rigenerata dalla Croce
Vita che ti compi
che ti sveli

158

VITA NASCOSTA 2

il muro d’aria che divide
luogo e non- luogo
o solo quell’esistere sognato
che torna come déjà vu

qui solo apparire:
l’essere è vita
parallela – nascosta

159

VITA VISSUTA

aria ferma

di pomeriggio quando le ore
si dilatano e in una chiazza
di sole un gatto acciambellato
sembra sognare

i volti raggrinziti
dei vecchi che giocano a carte
dicono vita vissuta

ti distolgono
dal sovrappensiero bianchi voli che
si staccano dal tramonto

160

L’ETERNA LOTTA

in una bolla d’ inganno è racchiuso il mondo
c’ è sempre un pugnale nascosto
tra le pieghe della veste

appare come animale onirico
il maligno
o travolge come un maelstrom

ogni volta che
il Cristo bagna le sue anime di luce

-tutto Egli dimentica sulla croce

161

SU SFIORITE RIVE DEL CUORE

mea culpa? – considera
la pagliuzza non la trave

in bianchi cieli la sua anima s’impiglia
tra certezze effimere e un nodo
scorsoio l’ego si fa

mea culpa?

lungi da lui
quell’animo candido che
simpatizzerebbe con i morti

su sfiorite rive del cuore
un gabbiano solitario plana

162

APRE ALL’ARIA LA ROSA

si leva il mattino azzurro
carezza la riva della luce

sull’ orlo dell’ abisso la rosa
apre all’ aria i suoi petali

arco d’ amore

lei la vita
nel suo mettersi in gioco

163

COME NELLA PRIMA LUCE

figure – paesaggi -la voce
nomina le cose
come nella prima luce

vi assegna un’anima
-gli oggetti
si fondono ai corpi – familiarizzano
coi gesti

giovane è la vita nel prodigio
dei fiori

164

BUCO NERO

(ad una corrispondente immaginaria)

aspettando una risposta che non arriva
-ma forse sei entrata in un buco nero
dalle vicende del mondo assai lontana o
posso immaginarti già di là
a corteggiare le stelle

l’ultima poesia
che forse non leggerai
è infarcita di alcuni paroloni
filosofeggianti

benché sappiamo sia vitale
nel rivederla
fare opportuni tagli

come fa con noi questa vita
nel modellarci

165

LE VOCI REMOTE

il letto del fiume
è un sudario
che raccoglie le voci remote
delle anime in sogno fermatesi lì
sotto una luna menomante

166

CONSIDERAZIONI

che Egli sia nato in primavera
non al freddo e al gelo
-come alcuni studiosi ipotizzano-
nessuno può dirlo

(convenzioni degli umani: il periodo
i festeggiamenti per prima
la pancia e il sacro viene poi
banalizzato)

e che Egli
sia nato di pelle scura
è probabile

-ma perché fare distinzioni
di colore


OLTRE L’ESILIO
(2021)

167

VIRGOLA DI CIELO

tu dici dopo non c’è più niente
-e la coscienza?
quella che ti fa dire sono persona

-che nell’aria stretta si fa
virgola di cielo-

no
non la distruggerà nessuno neanche
il fuoco

168

INCANTESIMO

donna dei boschi: occhi
di cerbiatta – la sua

anima di foglia
di sé m’innamora

169

QUEL CHE SI DICE TSUNAMI

ingegnarsi per bypassare quel che si dice
tsunami interiore pari al lutto
di una persona cara

elaborarlo mettendo in campo
l’autocontrollo (yoga) e
spruzzate di benevolenza e
autoironia – sviando
il testacoda dei sensi

lasciarsele scivolare addosso
le cose

destarsi allora con altri
occhi

170

LA LUNGA ATTESA

-alla fine
è dura questa coda da scorticare-
gli scriveva trepidante d’ attesa

come se lui dovesse
tornare dal fronte
(era
in trasferta per tre settimane)

-sai:
la bambina la sento
come sorridermi in grembo –
sogno i suoi dolci occhi azzurrocielo-

171

MOMENTI D’INCANTAMENTO

entro ed esco dalla tua anima
dove dimorano pezzi di me
un odore di pini ci avvolge
-certo lo senti anche tu-

i nostri passi sul viale accecato di sole
-un grido di gabbiani e l’ascolto
del mare in una conchiglia:

questi i momenti
d’ incantamento
fermati dal nostro amore imperituro

172

DOVE SEI

sparire nel nulla
è l’urlo della rosa dischiusa

consola a tratti un palpito
di luce selenica
che abbraccia il ricordo
ravviva empatie

gentile il velo spiegato
dell’angelo

su un lato del cielo

173

IL TUO GARBO

forse solo nell’ oltre saprò –
si scioglierà l’ enigma – e intanto
i tuoi modi garbati che ritornano
nella camera viola della mente
mi sorreggono per il tempo a me concesso

mentre perso sono
nel perimetrare il vuoto che lasci:
un’ ombra feroce
mi strappa all’abbraccio del sangue

il buconero risucchia
presenze umori respiri

non il tuo garbo che in me
non si cancella

174

FRAMMENTO DI LUCE

(ispirandomi all’ “Aleph” di Borges)

siamo un frammento di luce
particella dell’Altissimo

tale splendere
ha attraversato i mari dell’anima
toccato terre
inesplorate care all’odisseo

indiviso frammento
custodito nel profondo di noi

l’aleph che unifica i mondi

175

CIELO STRAPPATO

c’ è sempre una donna dietro
una fiaschetta di whisky tenuta
nascosta – semmai per illudersi
di lenire
la lacerazione di quella mancanza

un cedere
all’ebbrezza e alla lunga trovarsi
più che uno straccio

sulla specchiera
profumi ninnoli a far bella
mostra di sé

mentre un cielo strappato
raccoglie il muto grido

176

LA GIOVINEZZA

e sì che nell’alta
vegetazione
si nasconde un cuore di paglia
-solo a vederla
svoltare l’angolo
sono le fatidiche farfalle
e l’onda del sangue che rimonta

ah i lunghi meriggi a passare
tra sciabolate di sole

nella verde età fuggitiva

177

NELLA PRIMA LUCE

ci accorgeremo che non siamo
esistiti che nel pensiero

è la mente che crea – essa si
materializza in ciò che vuole

nel grembo del cielo fu l’ immagine
del primo uomo che
Dio sognò nella prima luce

178

LA SACRALITA’ DELLA VITA

il male si sa è la grande
ferita -ma c’ è
tanta fede discreta:

il cui fervore equilibra
i piatti della bilancia

si dirama il sangue della passione
in direzioni inaspettate
mentre

la sacralità della vita ha ali
d’ aquila
a librarsi imperiosa sulla
banalità del male

179

IN QUESTO CIELO BIANCO DI SILENZI

non ti vedrò più Nina
se non in vaghezza di sogno –
oggi mi nutro come un passero
dei tuoi scritti di luce che aprono
su universi solo a te noti

e che forse ospitano la tua
essenza mentre mi appare
delinearsi il tuo volto
in una nuvola vagante

in questo cielo bianco di silenzi

180

OLTRE L’ESILIO

il più bel giorno è quando
oltre l’esilio della carne
mi verranno incontro i miei morti
e i parenti giunti da lontano

a qualcuno scapperà una lacrima e
nell’estremo saluto c’ è chi leggerà
con voce tremante alcuni versi

“ti sei staccato come foglia
adagiata su una spalliera di brezza”

181

DA UN ALTROVE

e tu a lumeggiare le mie sere
anima di candore e di sogno

si fa conca il cuore
ad accogliere
dei versi dettati da un altrove

182

SOSPENSIONE LUCENTE

lente figure d’ animali in sogno
t’ appaiono le nuvole – mai
somiglianti l’ una all’ altra

e le gocce della pioggia:
sono sempre diverse cadendo
anche se ti sembrerà incredibile

tutto così singolare – unico

vedi:
in una sospensione lucente
lo stacco dell’ uccello dall’ albero
traccia un irripetibile arco
d’ amore nel vasto cielo

183

MARE APERTO

mare-anima
sognata dai primordi
in infinito creare

fa vela il cuore
per l’azzurro pelago

184

LA POESIA

(da un po’ che non brucio
della sua luce:
non mi prende febbre
di quell’ agitarsi del sangue)

tento qualcosa del tipo: “la vita
ti ha tarpato le ali Nina
rosavestita – ora
è il vuoto delle braccia”

questo l’incipit
ma ahi
è latitante la musa che
non mi dà il “la”

plana un
gabbiano da me non lontano
chissà non porti nel becco quel
verso che mi manca

185

QUEI VERSI PERSI

[nel percorso col bus verso Brescello]

poi di ritorno a sera
carta e penna o se vuoi tastiera
il bianco che ti fissa
e ti ci perdi
un muro
la mente un muro
provi con un verso
impreciso poi un altro
ma no non era così
che l’avevi pensata
eppure ce l’avevi tutta lì
come una cantilena tra veglia e
sonno negli occhi la confusa
striscia bianca sulla destra
ed eri in uno stato di
tortura-goduria
trattenendoli ancora quei versi
ma ora niente
un muro la mente
risucchiati da un buco nero

186

COVID-19

(navigano migliaia di morti
sotto la volta viola della mente)

questa “bestia” viene dalle bestie
-così dicono i
ricercatori (?) – pipistrelli serpenti et
similia

e
così ancora una volta -certo
per altri versi- come quando
il primo uomo entrò nella morte

scende
in campo il nemico
invisibile: il serpente ingannatore

187

L’ANIMA CHE SCRIVE

uscita dal margine del foglio
ove ha sostato per un tempo-non-tempo
ora sorvola il mondo piagato

dove sola
immacolata piuma in luce resta

188

AFFLATI

la scrittura si traduce in genesi
di fonèmi – espansi
in luce accensioni del sangue e voli

orifiamme o altezze
pari ad afflati d’ angeli

189

IL DOPO

ci aspetta sempre
un dopo: il di là
da venire

aria di nuovo aleggia
negli occhi – che ci
sorprenderà – e

ancora non sappiamo se
croce o delizia

189 a

IL DOPO 2

distacco dal corpo -dall’ albero
della foglia

abbrividire della rosa appena
colta e non sapersi di
bellezza effimera

190

VITA LEGGERA

una vita in leggerezza
ragazzi galleggiano sugli eventi
sfidano la morte

se c’ è un dio? – il suo silenzio –
il corpo i sogni un tutt’ uno
col digitale

-uffa ‘sto ciuffo alla elvis che non tiene!
manate di gel

-ma è
sorpassato ritrovi oggi
la cresta da gallo
cedrone

191

MAROSI

marosi mangiano l’ arenile

sulla linea cielo-mare
un battello dove suonano un blues
-l’ urlo del vento disperde
le struggenti note

plana e becca
la cresta bianca un gabbiano

leggo s’ un muricciolo e
mi confondo tra le righe
-mi si specchia come in sogno
il mio “doppelganger”

192

MOMENTO

in un silenzio ovattato
filtrano
le prime luci dell’alba

ancora viva la voce dei morti
venuti a visitarti in sogno

a rigirarti ti trovi
in intrecci di piedi di mani

-il morso
della carne

-labbra che si cercano

193

CREATURA

sembra che il solo sguardo
la mantenga in vita
la sua creatura

ché Lui la pensò
ancor prima di sognarla
in forma ed essenza

poi del sogno
il suo farsi
carne e respiro

194

UN DIO MINORE

(a battesimo d’ inchiostro
un dio minore -molto
ma molto minore)

quella “balaustrata”
a cui s’ appoggia verso dopo
verso

il mio estro -musa
malinconica non troppo-

(Balaustrata di brezza/ per appoggiare stasera/ la mia malinconia. G. Ungaretti)

195

IL GRIDO

si fionda nel buconero della carne
l’ angelo caduto:

materia densa non più luce
lo veste il Grido-rimpianto
che si sfilaccia in un tempo rallentato

(vita non è che ossimori
e stelle di latta
vita spezzata come lama
nell’acqua:

vita incompiuta
nell’immenso: puoi dirla infine
un dettaglio

pure
un amore disperato)

196

DEL SOGNO

anche il sogno è vita – con le sue
-dicono- doti divinatorie ma attira
anche quell’annullarsi quando
non sei ostaggio di morfeo e sprofondi
nel nero seppia assoluto

mentre
intorno a te vivono le cose
e tu non sei più che un tronco
portato dalla corrente


MARE APERTO

(2021)

197

ORIONE

da tempo i libri di mitologia
sono soppiantati dai videogiochi –
negli occhi dei ragazzi
non più l’incantesimo di un cielo
percorso dal Carro celeste e da Orione
-che annaspa
in un mare nero seppia

198

M’ INDUCEVA L’ESTRO

poeti si nasce? – non sapevo
d’ esserlo quando m’ induceva
l’ estro a scribacchiare su carta
da zucchero e alzavo gli occhi al cielo
per un gioiello da carpire
al divino

199

LAGHI DI MISTERO

ombre stampate – ombre
a vestire figure
passeggere

luce degli occhi
ai primordi -ritagliata
nel blucielo – ove

immergersi
in laghi di mistero

200

CONGETTURE

più che terra mi dico
un cielo in frammenti
il sogno e la ferita

siamo

più in su quel levarsi
dell’ onda che ci avvolge
il punto zenitale
della luce

201

MARE APERTO

ho un “posto” dove andare -che
mi aspetta-
a cui fanno eco non sirene ma aneliti
dove
nella morte apparente
spasima la composizione della luce

ho un luogo che
mi aspetta: come andare in mare aperto
con la bussola del cuore

202

COME ENTRARE NEL DIPINTO

cavalcare onde irrazionali
di nonsense onirici
come entrare nel dipinto e
vedere da una nuova
angolazione ri-creata dall’ occhio
il confondersi del sangue coi colori

203

ALZHEIMER

la memoria s’ è addormentata nell’ anima –
la memoria che come un fuoco inestinguibile
ti faceva dire io sono

ora non sai più chi sei
e perdi la strada di casa

giorni e notti attraversano
le tue ossa e
la tua voce si è rotta nel vento

e se al mattino tì sporgi dietro i vetri
è per vedere solo ombre o fantasmi
come in un sogno ininterrotto

204

ISPIRAZIONE

cos’ è l’ ispirazione se non
un qualcosa che urge nel sangue
prima di vedere la luce

una folata di vento
e sei il vento
una vampata di fuoco e sei il fuoco
-con spasimi d’ anima vivi le cose

parole come lacrime
cadono dagli occhi della mente
solo qualcuna
preziosa si posa
ai piedi dell’ angelo

sul bianco immacolato del foglio

205

ANELITO

(sfogliando Salgari)

quella porta che apri sull’infanzia
ha gli echi del mare e il caldo
rovente di scogliera che ricorda
il tuo passo inquieto ribelle
i tumulti del sangue

resiliente
come l’ insonnia della vela
per il buonvento

206

LA VITA SCORRE

la vita scorre
e quel senso
sempre del fugace
in ogni cosa

ma il mare
il mare è nel cuore di Odisseo
che si interroga
a specchio del cielo

l’uomo
è per la meraviglia

207

OLTRE IL VISIBILE

anima siamo con un corpo frale

la beltà è fiamma sotto
la cenere:

di là dal visibile
a dircelo è il cuore
dove discreto l’ angelo ci affianca

208

PAESAGGI INTERIORI

tu dici
la vita è della morte
vita che indossi
che mastichi e ti mastica

la chiave o il
rovescio -sai- è quella
“vita fedele alla vita” – ad aprirti

paesaggi interiori
ritagliandoti uno spicchio di cielo

209

L’ ETA’ SPAVALDA

il volo degli aeroplanini
con su scritte indecenze o
un candido complimento
e la destinataria avvampa
dal primo banco c’ è chi lascia
cadere la penna
per guardare le mutandine della prof
poi fuori come scalmanati allo
squillo della campanella
e ahi ci scappa l’occhio pesto
innato senso
di rivalità tra bulli
per una bocca di rosa

210

NONSENSE

il pensiero allucinato ti apre
varchi daliniani di nonsense

anche la tua figura si deforma
come gli orologi molli

e il cuore si libra
sul fiato
del dove e del quando

211

IN INFINITO ESPANDERTI

(a Gabriele Galloni)

ti vedo con fare garbato
rivolgerti ai morti tu che anzitempo
sei dei loro sei come loro
tu che ne scrivevi chiedendoti
“in che luce cadranno”

tu cuore amante dell’ ignoto
alla sua riva in infinito espanderti

(tra virgolette il titolo di una sua opera – 2018, RP)

212

NON SEI DEI LORO

nel chiuso della stanza o
di pomeriggio nel sole
da un po’ ti sorprendono
a parlare coi morti – questi
non tornano e tu non sei
dei loro -ancora-

sono spirito (ma di essi
poco si sa) -ubiqui
ti leggono il pensiero e a volte
giocano con le nuvole – quando
nelle tue pareidolie
ti pare ravvisarli

213

LUNGO UN FIUME D’ECHI

quel che accade “deve” accadere?
stabilito dall’alto
o da occulta trama?
e il libero arbitrio allora:
è al 50? al 30?

vestiamo le possibilità
le decisioni sofferte
tra gorghi del sangue

sarà un caso ma
trovarci di qua della strada
invece che di là
potrebbe ribaltarci la vita!

siamo tenui fiammelle
lungo un fiume d’ echi

(“caso” o quella definita “sincronicità” junghiana)

214

CONDONO

“condono” dici?
se era massacrato – una maschera
di sangue
la persona: un solo grande urlo

guerriglia urbana –
la pelle rischiano
gl’ inviati del tg
tra lacrimogeni e
manganelli che fendono l’ aria

abuso
di potere: come vuoi
chiamarlo
-un nuovo caso Cucchi
come tanti altri cristi in croce

215

UTOPIA

presi in un giro mortale
lasciare tra le mani
trascorrere le ombre della sera

utopia
raccogliere i frammenti di una vita
in un numerabile infinito

(primo verso: parafrasando Ungaretti)

216

L’INFERNO

(mala tempora ed è belzebù
a guidare la danza)

l’inferno è sulla terra
è l’ uomo stesso a crearselo
da quando caino alzò la mano sul fratello
da quando fiammate di odio
aizzano popolo contro popolo
per la supremazia di nazioni
e nascono come funghi velenosi
nuovi satrapi

(le vittime a migliaia
le raccoglie Dio nelle sue braccia –
giammai può il suo Amore
contenere l’ inferno)

esso
è in terra se vedi annegare
negli acquitrini la bellezza

217

PER UNA VOLTA

(quasi una preghiera)

volesse il cielo una volta
mi conducesse il mio angelo e
in una visione ipnagogica
sentirei il mio sangue espandersi
ai quattro lati della terra
a forma d’ una grande croce

sentirei allora
esplodermi il cuore
in tanti frammenti d’ amore

ma sono un peccatore

218

A VOI MORTI

mi rivolgo a voi
morti usciti dalla morte
voi non più in morte-vita
vivi ben più che i vivi

siete in noi e in nessun luogo
lontanissimi e vicini

lungi da voi ripercorrere
i meandri della memoria
perdervi e ritrovarvi
e ancora perdervi
nei dedali delle passioni
fuggevoli

è l’ atavico sangue a dire
“sono” –
è ritorno all’origine: come
nella prima luce

219

L’ INCONOSCIUTO

vertigine dei numeri
all’ infinito

tanto più che i granelli
di sabbia

così gli universi
le miriadi di mondi

l’ aleph: il punto
inconosciuto dove Dio li vide
specchiati nel Suo Sogno

220

LE PAROLE NON DORMONO

le parole non dormono
cercano il loro sangue
incessanti si affacciano
alle finestre degli occhi

nude presenze emerse
dal fondo dove è coro
di voci che sanguina
in luce

221

IL VIAGGIO

vedi aleggiare
il tuo soma d’ aria
a varcare confini di mistero

ulisside
su rifiorite rive
d’ un’ itaca celeste

222

MATTINO

nello specchio del comò
si guarda una luna sghemba – prima di
dissolversi

indugiano nel sangue
sfilacciati sogni –
si attende supini
mano nella mano
che cresca la luce

e c’ inondi col suo
buongiorno

……………………………………….

ASSONANZE
(2021)

223

PIETRA DI SOLE

scintilla il sogno
sopra la vita ondivaga

luce affebrata
accompagna
questo scorcio d’ anni

nel meriggiare ti accoglie
una pietra calda di sole

224

NEL SUO SEGRETO

non senti il grido della terra?
la natura si rivolta
araba fenice
la sacralità
della vita violata
è intatta

non è la notte del mondo

la rosa
ha in sé nel suo segreto
la bellezza

225

SECONDA VITA

all’alba svaniscono i sogni?
o sono parte di noi
insediati nell’ intime fibre
come una seconda vita
disincarnata?

attori-spettatori
secondo la “via regia”
trovarsi alla stazione o in
riva a un mare cristallino
-déjà-vu che ricorrono
in placida naturalezza

via regia: definizione di Freud del sogno

226

I POTENTI

“beato chi pratica la giustizia”:
i potenti voltano la faccia
i potenti operano al buio
non sopportano la luce che li acceca
ogni opera buona
di chi è troppo “umano”
è sasso d’ inciampo
i potenti dileggiano
chi osa parlare
d’ amor fraterno
al grido del povero
prostituito alla vita
oppongono un ghigno feroce

227

LE PAROLE

imbastire dei versi e
renderli appetibili? suvvia
non cercarli attendi
che vengano a te come in sogno
propiziatorie parole
neo-nate
dal sangue emerse
in luce

228

L’ APPAGAMENTO

(visione)

ti accoglie un mare di luce
e sei come appagato
di tutto
tu essendo tutto nel Tutto
ti si apre lo sguardo su
infinite dolcezze
mai sognate nemmeno
in alveo materno
la trasparenza del cuore
ecco librarsi sulle
corde del fanciullo
luminoso

229

NATALE PRAGHESE

(da una omelia)

la maestra imprigionata
la verità bendata
-macché! tutte fantasie!
-Gesù bambino non esiste!

di qui
il tumultuare in crescendo
di quei piccoli cuori:

e a quelli -i miscredenti-
sarà stato negato l’ abbaglio
di luce che avvolgeva

le anime innocenti

quando esse chiamarono
all’ unisono il Verbo incarnato

230

LA VITA SI GUARDA

la vita si guarda
vivere specchiata essendo
dell’ Oltre il suo rovescio

solo
apparire – geme la
natura: non senti le doglie
del parto?

231

INCANTAMENTO

sorprendete sempre
voi palpiti mutati in versi
se il cuore ha un balzo per una
metafora felice

come quando il bambino
gli occhi ridenti
spalanca per la novità
delle ciliege appese alle orecchie

232

FEMMINICIDIO

tempo di ribollir del sangue
e cielo e terra si tingono di rosso
l’abbaglio della lama tra la folla
impossibile sfuggire ai fendenti ciechi

l’ attimo dopo
lui è rivoltato in sé
-non più lo stesso-
nel proprio tragico buio

233

SENTO QUALCOSA IN ME

sento qualcosa in me
che non è di questo mondo
mi trapassano gli strali delle
convenzioni ma nella
curva degli occhi tremano
frammenti di stelle – stimolo
la mia innocua follia
nel segreto degli specchi dove ali
d’ angeli leniscono
l’ ebrietà del sangue

234

L’ INGANNO

-che vuoi da noi?
-sei venuto a rovinarci?

vedono i loro progetti
mondani contrastati
da quest’ uomo che si dice dio

le sottigliezze dello spirito
maligno si attivano dal primo
uomo e continuano a infierire
con danni irreparabili

-che vuoi da noi?

il male lo credono il bene
in quella loro cecità

235

DI LUCE E SOMMESSI GRIDI

è quasi fatta
tutta in dormiveglia come
nella testa una musica – poi
da eliminare i nonsense o
addomesticarli vestirli
ché diano colore

emergono i fonèmi dal fondo
tu li prendi di slancio e sono gonfi
di luce e sommessi gridi

236

CHISSA’ DOVE SEI

abbracci avvolgono il cuscino
gioca un raggio di luna
tra i tuoi capelli
ti guardo
dormire – penso
chissà “dove” sei ora

tu che ami i viaggi
interstellari
tu immersa in un
senzatempo
d’ esagoni e sfere

(ultimo verso: ispirato a J. L. Borges)

237

L’ISPIRATRICE

dopo forse più d’ un migliaio
dettate dall’alto o dal profondo
di te ti chiedi
se a crearle non sia stato
un altro e non tu:
specie delle più
datate non riconosci la mano

l’ispiratrice vagheggia nella
testa in auto per strada o
si nasconde tra le pieghe
del divano e
nei momenti più inattesi ti dà
la mano

stornando uno scialbo esistere

238

DAMMI CUORE (PREGHIERA)

dammi ancora tempo
tempo per sognare
altre vite
tempo per
arcobaleni e luce e voli

e che io fedele sia
alla verità

alla fine
dei giorni che non debba
vergognarmi di me

dammi altro tempo – dammi
dolore
per gli ultimi
dammi cuore per gli ultimi

239

L’ALBERO

l’abbraccio è scala al cielo
l’albero che si sente abbracciato
ti è grato con la sua ombra
nel rinvigorire
nell’incipiente primavera

è casa degli uccelli
che sentono
anch’essi il fraterno “contatto”
-sei nella
natura tutta che freme
di vita

240

DIVAGANDO

senza pentimento
strappai le poesie giovanili -sarà
capitato a tanti- altre poi
ripudiate

pezzetti di versi
continuano a svolazzare farfalle nell’ aria
nuove poesie germogliano
come alberi o fiori

241

NELL’ARMADIO 2

l’altro giorno nell’armadio
non trovai uno scheletro ma
in una giacca appesa da anni
un foglietto con alcuni versi
scritti in grafia minuta

li avevo
nelle stanze della mente
dapprima cullati poi
un po’ persi un po’ ripresi

vi vedevo le vele del sogno
andare su mari aperti
ulissidi cotti dal sole
legati a canti di sirene
mogli a tessere tele all’ infinito

e
molto altro: visioni
dissolte nel nulla

chissà quei versi
avessero preso forma
ne sarebbe uscita una piccola perla

no – diciamo
una cosa decente
ad essere onesti

242

NELL’INCERTA LUCE

nel sangue degli echi
i tuoi franti aneliti
le cicatrici di luna e il rosso
grido delle estati che non
vogliono morire

le pieghe dei ricordi
a vestire sorrisi di sole

ora galleggi
in questo brusio di vita
mentre una vecchia pietra ti accoglie
ancora calda di quel sole
che lento annega

e ti attardi
nell’ incerta luce

243

RELATIVO

dall’apparire dello ‘strisciante’
inganno convenzioni lussuria
i pilastri del mondo

relativo il tempo
come il soma come la morte
(il morire: una scrematura)

non del mondo l’Assoluto -che
è vita nascosta

244

VISIONE

siamo mare aperto
espandersi dei sensi
in onde di luce

la nostra stella
custodisce
i vergini sogni

245

SIESTA

(barlume di ispirazione)

quel che resta nella mente
dopo il dormiveglia non è
che balenìo o nulla

tale presentire ha
l’ accortezza
di non immediato svelarsi: resta
nel limbo

sgusciante si cela
tra pieghe del divano
la voce della
tivù rimasta accesa
lo disorienta

246

UN GIORNO SENZA TEMPO

quando stavo per “andarmene”
sentii tirarmi per i piedi

io nel sogno io sogno
criptato

un giorno senza tempo
nella meridiana di sole

ero
tra gli angeli e i morti

247

CENERI E KRONOS

ti parrebbe certo fuori luogo
durante un lauto pranzo se
ascoltassi di morte e di ceneri

-io le custodisco in un’ urna
-no guarda preferisco
le disperdano in mare o nell’aria

pensa: siamo niente – a divorarci
kronos -occhi
di vento e pulviscolo nell’aria

tra un boccone e l’altro
guardando oltre questa
morte che ci attraversa

248

IL FIORE DEL SEMPRE

(ispirandomi a una conferenza di Rudolf Steiner)

vivessi pure cent’ anni
non saprei mai chi sono
laddove l’umano m’ inibisce
la memoria dell’origine

pure urge in me un essere
superiore – il fiore-del-sempre – che
mi sarà rivelato
quando
si aprirà all’ eterno
il trasfigurato corpo

249

LE PAROLE TI FANNO VOLARE

quell’ immaginoso
come in un sogno ad occhi aperti
è un ondivagare di due versi nella
mente domani forse se ne
aggiungerà qualche altro
le parole ti fanno volare
ma la concisione vuole
sia detto “tanto con poco”

empito che sale
come una piccola marea
da attentamente vegliare

250

RITORNARE

ri-tornare?
per ancora sanguinare?

a sfiorarci una felicità
effimera
a trapassarci gli strali
del destino

quando la gioia piena?

giunta l’ ora risparmiaci
la “ruota” se fosse nei Tuoi piani – e
che la morte sia una

accoglici per sempre
nell’alveo Tuo d’ amore

(la ruota si riferisce al samsara)

251

NAUFRAGO DI SOGNI

cosa incresciosa
quel periodo no
dell’aridità d’ ispirazione
-capita a tutti- e ti vedi
impoverito
annientato come
disteso bocconi sull’arenile
naufrago di sogni

252

STATO DI GRAZIA

non lui che scrive
non volute le parole emergono
dai recessi di un dove
viscerale
e in quel mentre si ritrae la morte –
è lo stato di grazia
per chi viene detto poeta
o costruttore di sogni

253

QUESTO AVVICENDARSI DEGLI ANNI

le volte che ti coglie sonnolenza
frammisti brevi tratti allucinati
la testa reclina sulle braccia

lento meriggiare assolato
il ronzio
d’ una mosca e voci indistinte dal cortile

e questo avvicendarsi degli anni
come una marea che ti porta

ma ancora t’ accora -inno
alla vita-
un non raro cinguettio sul davanzale

254

VAN GOGH

certo
si può dire di lui che fu uno
toccato dalla grazia
se il senso del tempo spalmava
la follia sulla tela
col giallo a invadere visioni
allucinate

255

ETERNO PRESENTE

ho sognato una piazza la sua
circolarità senza confini
forse dava nell’altra dimensione

chiamava il mio sangue l’aleph
di borges il suo eterno
presente – dove sei tutto e il Tutto
è te – dove il Figlio
rinnova le sue lucenti piaghe
cogliendo i perduti

256

AFA

vene esplose di questo giorno d’afa

me ne sto seduto s’una pietra
ancora calda di sole
rimuginando pensieri

come nuvole vaganti

-nell’immaginario
ora capre ora angeli-

257

I LIBRI

le tue creature
hanno un respiro una voce
mai che si annoino
sebbene in ombra
vivono nel cuore della luce
i loro sguardi attraversano muri
i dorsi nelle vetrine hanno occhi
sempre vigili
ristà il sangue delle sillabe in una
malcelata calma

258

CERTO E’ L’ETA’

se oggi ti senti in buona parte
appagato è il caso di chiederti dove
sarà finita quella spericolata
baldanza esibita per i soli suoi occhi
-lei distesa sull’amaca
lo sguardo intinto nell’azzurra luce

certo è l’età che avanza e
forse nei sogni t’incontrerà quell’io
dal tempo ormai divorato

259

IL POSSESSO

-guarda: tutto questo sarà tuo

-ah padre padre
che non ci hai saputo amare

mi trapassano gli strali della tua freddezza

le cose? non danno sicurezza
schiavo ti fanno

non hai considerato
la grande apertura alare che dà
la libertà di amare

260

COME ANGELO

è un soffio la vita e già ti vedi nella
dimensione nuova dove tra le “beatitudini” non c’è
moneta né caffè né vino cui non sai
fare a meno e neppure
ha effetto la farina del diavolo
non esiste l’amplesso come lo si pratica
essendo tu come quell’
asessuato angelo che pare
strizzarti l’occhio dalla volta

261

OCCHI PULITI

questo stupido mondo da cui ti fai condizionare –
non ti sentirai del mondo se levando
lo sguardo in sù vedrai l’immenso
specchiato nei tuoi occhi l’azzurro penetrarti
quell’azzurro che è nel tuo nome

in te
stupito d’essere
come quel bimbo occhi-puliti
che vuol toccare la luna

262

MAYA 2

la sera viola inghiotte
tra le anime e le pietre
apparenze di te di me

si leverà un grido dalla cenere che siamo
a chiedere dov’è la vita quella vera

263

IL VERSO

sai
per ore mi sono arrovellato chiedendomi
se dovevo lasciare o eliminare un
articolo in un verso

ridicolo? mania di
perfezione? no – ti dico –
il verso perché tenga
deve dire armonia
respirare lungo come il mare
scorrere come sangue vivo
nelle vene del cielo

inebriarsi
morire rinascere
in una smemorante dolcezza

264

FRAMMENTI DI UNA VISIONE

ali di luce
s’invaghisce dell’angelo il cuore
senza voce sordo
ad ogni mieloso canto di sirene

itaca è negli occhi
il ritorno l’approdo
per l’indicibile altro da sé

265

SUI SESSANTA CREDENDOMI UN RAGAZZINO

sui sessanta credendomi un ragazzino
saltai in malo modo una staccionata
e mi ruppi il setto nasale

riandando addietro mi vedo
smaniare per tom sawyer
quando mi esibivo in acrobazie
sconsiderate per i soli occhi
di una graziosa becky thatcher

266

SU MARI APERTI

l’anima
una finestra sull’immaginario
in espansione dei sensi

azzurrità di cieli
a invadere gli occhi

è senza tempo
il viaggio
su mari aperti

267

LA CONCA DEL CUORE

mani a giumella
ad accogliere
umori del numinoso

giammai
siano infangati
dalle cloache del mondo

268

INGREDIENTI PER UNA POESIA

prendiamo una manciata
di metafore
alcuni ossimori
degli appropriati enjambements
togliamo qualche
fronzolo che stona
il tutto condito
con spicchi di luna

ingredienti per fare una
poesia
ma che nasca dal sangue
come un fiore
panacea sia
per gli occhi
dell’anima nuda e sola

269

RICUCIRE LE ALI

espandere la parte
divina quella detta
anima
bistrattata non di rado quaggiù

ricucire le ali
per contagiarsi di bellezza

270

LA MEMORIA E’ UN GRIDO

(Auschwitz – Birkenau – Mauthausen)

non è dei morti ricordare: la memoria
è svanita col fumo della carne bruciata

ai vivi le notti
spaccatesi alla volta del cuore

la memoria è un grido
inesausto
che corre nell’aria
su prati di sangue

271

ARBORESCENZE

scrivere su fogli d’aria
ai piedi della notte
dove evanescenti
veleggiano i sogni

arborescenze dell’anima

umori sospesi
sulla bocca di un dio minore

272

RESTARE IN BILICO

restare in bilico
tra quel po’ d’intontimento e
una giusta lucidità
il discorso del capotavola
la cui lungaggine
è latte alle ginocchia
la gimkana dei camerieri
-ascelle sudate e
sorrisi smorti- che
si aggirano tra vacue presenze
il quadro infine
è una recita smodata

273

IL GIOCO

averlo nel sangue
sin dallo stato fetale
scrivere “lettere” sulla sabbia
come nostro Signore
truccarsi con barba di nerofumo
emulando un improbabile sandokan
da adulti i giochi del sesso
per stuzzicare l’ “appetito”

intanto
nella fantasia edonistica

vaghezze di nuvole
fanno la vita leggera

274

YIN YANG

sei la mano destra
che non sa della sinistra
il buio la luce
cerchi
in un alone di mistero
il tuo nome alle origini
nomini
la bellezza della rosa
colta sul ciglio del mondo

275

LA PORTA

il cammello inginocchiato
passa per la porta stretta

vi si passerà se spogliati
di tutto

gli altri: “voi non vi conosco”

276

SIAMO OLTRE

siamo oltre: una parte
di noi già nell’oltre
senza saperlo – intangibili
come nei sogni

qui in-consistenza d’ossa
e sangue non si traduce nella
“persona”: di lei è
l’intaccabile: la sbiadita copia

277

NIGHTMARE

preso nel vortice
sentirti cadere dalle nuvole
vaganti su l’empire state building
muri di carta ad avvolgerti
strati e strati togliendoti l’aria
nel cervello versi criptati
come da profondità inviolabili
da ogni lato nonsense
a lacerarti come strali di luce

278

L’ABBRACCIO

sopra il letto piove luce di stelle
mi giro sulla destra per stampare
un bacio sulla gota dell’amata
lei mi corrisponde con un abbraccio
e dire ne sono passati tanti
di anni ed è come fosse ieri

un gallo canta in lontananza ed è
l’alba


DIETRO IL VELARIO
(2021)

279

AVEVO IN MENTE UNA POESIA

stamattina avevo in mente una poesia
stasera
non ricordo più nemmeno un verso

ho lasciato il foglio bianco
con flebili echi d’un mezzo secolo e

ora rammento solo una pioggia di luce
di stelle sopra il letto
e il caldo abbraccio di lei

sullo schermo della mente
un vissuto che sembra ieri

280

ASPETTATIVE

vestono
il rosso della passione
le svolte del cuore

un volo alto
è richiamo
di aspettative in divenire
in un mondo devastato

281

SENZA TITOLO

sono malato d’azzurro

sarò
putrefazione? non “io” certo ma questo
involucro che indosso

mi abita un luogo-non-luogo e sono
invasato d’azzurra luce -oh mio Dio!-
corteggerò le miriadi di stelle
che hai posto nel cielo e

sarò sgabello
ai Tuoi piedi

282

LA BEFFA

ho sognato che
fiammelle erano le dita
che benedicevano
del santo protettore di quel luogo
impronunciabile
lo portavano in processione il santo
lungo la strada stretta in discesa
qualcuno cedette la statua
finì in pezzi
l’ultima beffa
le armi che portavano addosso

283

UN BUCO NEL CUORE

lasciammo l’intima essenza
nella dimora dell’eterno

relativi
sogniamo epifanie di voli –
ed è un buco nel cuore
la bellezza mancata

284

SCOPIAZZARE

meschino espediente -parole
d’altri potrebbero
rivoltartisi contro come jene

cosa risulterebbe infine? una
poesia non-poesia –
né carne né pesce

nemmeno cercarla
devi
tra parole vaganti nel sangue
sarà lei
disponibile
quando meno te lo aspetti

285

DETRATTORI

non si può fermare
lo sbocciare della rosa
se vuol dischiudersi
anche nel gelo
nuda
disarmante

contro i detrattori di
bellezza – che

splendenza emana e
armonia

286

NELLA FINE L’INIZIO

(a Tiziano Terzani)

riconoscere nella fine
l’inzio – di questa
vita il negativo o rovescio

in quel tempo
non trovarsi -ahinoi- ubriachi
di mondo

287

PER UN RICAMBIO D’ALI

Lui ci culla
sul mare della misericordia
della sua carezza di madre
noi siamo indegni

manda a noi abbrutiti
l’angelo per un ricambio d’ali

ma l’impulso icariano
è brivido
che corre nelle vene del cielo

288

DI NOI

di noi
mostriamo esigua vita
più l’esteriore che
quella che ferve nel sangue

i viaggi mentali i sogni
mistero ch’è appannaggio
di proprietà esclusiva

-la testa reclina
il nostro fido ci guarda attento
come cogliesse pensieri

289

IL VINO

il vino del vangelo
è quello delle vene aperte
su cui si posero labbra
di madre

prima che il cielo si oscuri
prima della fine del tempo

“bevete tutti da questo calice
di sangue”

290

PRIMA LUCE

i sessi unificati
vestiranno la grazia angelicata

quella della prima luce

291

L’ALTEREGO

il soffitto ti si fa cielo
nel pregare
angeli ti scendono nel sangue

quando ancora ieri
abbrutito covavi
rancori verso te stesso e il mondo

amore
era parola vuota: eccoti ora
specchiato nel tuo doppelganger

che ogni volta
annega
nel lago della sua spocchia

292

ALLA STAZIONE

nell’intravedersi da lontano
agitare festosi le braccia

come volersi levare
nell’aria – uccelli di passo

293

SI SPERA

si spera che la morte ci trovi vivi
parafrasando un celebre detto di marchesi:
si spera: ché l’uomo
spesso è al di sotto della bestia
(erode/erede della svastica)
a voler oscurare la notte della Nascita
-mentre il mondo continua a girare in tondo
senza un fine catartico

294

IL LUOGO ACCANTO

dovevo immaginarlo
nulla di cambiato
è solo il “luogo” accanto
dove ci si trova trasparenti

come mi sono visto
in sogno una volta nell’altra vita

295

AI PIEDI DELLA NOTTE

un nodo d’inquietudine sospesa
si scioglie ai piedi della notte
sotto una luna ammiccante
l’amore è come l’ansimare del mare
s’abbevera del sangue delle stelle
aduna in sé il sentimento del tempo
vòlto dove è dolce la luce

296

ANGELO DELLA VOLTA

benevolo mi eri
novenne o giù di lì
ché dalla volta mi dettavi parole
di luce per poesie rimaste nell’aria

indicibili voci erano
d’un oltretempo
ove si schiude tremulo il fiore
che porto in me d’eterno

297

IN VESTE D’ANGELO

l’atto dello scrivere
è stato di trance: esci
dal soma e ti cali
nell’immaginario

che in veste
d’angelo una lanterna
ti presta
per i fonemi

298

SOGNI

ti sei visto ancor giovane
più d’una volta esibirti
in acrobazie per i soli suoi occhi
(lei sull’amaca capelli di grano)
o le volte prendere treni
in corsa o librarti contro
il soffitto o disfarsi la
carne fino allo scheletro

-è la sola mente che crea
un oltretempo

gioco iperbolico
quella volta che nel “luogo accanto”
Ungà ti fece un cenno
per dirti
questa poesia la puoi migliorare

299

MEMENTO

bau e miao
la parola gliela leggi negli occhi
ma come tutto il regno animale
essi non si affacciano sulla loro morte
a cogliere
il proprio limite

(forse nel dopo
si è
quel che si fa e si pensa –
e dunque rispettiamo
le creature viventi
inconsapevoli – occhi di stelle)

300

DI LA’

“di là un qualcosa ci sarà” –
“qualcosa” dici?
non basterebbe lo elevassi all’infinito
o meglio: è un infinito dilatarsi – immagina

quel che si dice
Assoluto: non vi sono porte da aprire
né privacy né pass da nascondere
non tracce da seguire – impossibile perdersi

e ancora: è un compenetrarsi
di eterei corpi – dove il
virtuale/appendice dell’uomo
è un sogno senza coda

301

ANIME FERITE

( è boomerang nell’ordine cosmico
il male e il bene che si fa)

raccoglie il Signore le anime ferite
col mestolo della compassione *

laddove non si smorzano striduli
echi a insanguinare il vento

*rifacendomi a un verso di Gregory Corso

302

IN TE L’IMMENSO

quest’allumare d’anima che
senti come vastità
di rifiorite rive

questo accogliere in te
l’immenso

oltre l’esilio di carne
franta

303

DIETRO IL VELARIO

che siamo –

un fremito – come quello che avvertì
il primo uomo – in questo volteggiare
d’anime erranti

maschere in una
pantomima –

dietro il velario
dove s’apre il grido
della bellezza ferita

riconoscersi

304

PENSO DUNQUE SONO

sono pensiero: ché pensare
non è soggetto al soma
non un organo altro è la mente

lei è ariosa
bramosa di voli
in quella sequenza di figure
quando la nuvola scherza col vento

305

GLI ULTIMI GIORNI

essere di pietra – per sopprimere
quell’ urlo chiuso nelle ossa

“lasciare
che i morti seppelliscano i morti”

no non ci sarà più tempo
per piangere:

già vedi come funereo lenzuolo
penzolare il male dall’alto ramo

306

KERMESSE

marzo le strade ammantate
di coriandoli -magia per i bimbi
si è un po’ bambini anche noi
sbizzarrirsi in maschere da folletto
il gattino col fiocchetto
la ottantenne con un palmo di belletto
l’apparenza è sovrana
il gusto è g(i)usto
truccarsi in bruttezza è bello

307

SOLITUDINE

livido cielo è l’ora
del crepuscolo il vecchio
spalle curve bavero alzato
col suo dolore imbavagliato
lascia la panchina – se lo farà
un bilancio
tornando verso casa?
sguardo svuotato
ha lasciato pezzi di cielo: solo
con l’affetto dei gatti (ci divide
la cena)
le frequenti
notti bianche
conta le ombre sul soffitto
che assumono sembianze strane

308

L’ESSERE E IL NULLA

“credo nella resurrezione della carne”

pensa all’essere impermanente ma
anche che l’ “essere” non cade nel nulla

l’esistere è da sempre

pensi: ed è già essere per sempre

l’essere può frangersi in un gioco di specchi
ma non cadere nel nulla

il nulla non esiste

309

VISIONE

neanche il tempo di pensarlo
e ti ritrovi
immerso in fondo all’oceano
lotte sanguinose avvengono
tra pesci di grandi dimensioni
quelli minuti sembrano sorriderti
la triglia ti fa l’occhiolino
la supremazia è la regola
negli abissi dell’oceano
come avviene in superficie
con gli umani
tra pesci piccoli e grandi

310

D’EMPITI

di fonemi
indiarsi

d’empiti

a capriolare nell’aria
presenze

ancora in fieri in ondivago
sogno

311

MENTORI

ledi armonia se nel
voltarti
chiedi vaticini agli
iperurani

mentori della volta
celeste dal volto
rasserenante

312

QUASI ESTATE

sole ad asciugare le ossa
e i panni in un’ora

il vecchio sofferente aspetta
il sole della morte

giocano bambini alle giostre
sotto l’occhio vigile

non si può morire in giorni come questi:
non ti aspetti

che il criminale si svegli al mattino
e inneschi la bomba nel nome di un dio

313

LA FERITA

si è assuefatti impermeabili
ad ogni evento il più cruento
asettica aria asseconda un vuoto
di umori non fosse per il grido
della pianta alla radice
la sua ferita bianca

314

DA QUANDO LA MANO

tra fiammate d’odio disumanante
aggriccia il cuore del mondo

da quando la mano di caino
si levò e fu un rovinio di cieli
continua a splendere il sole
su acroteri del nulla
e l’uomo a vestire simulacri

si grida alla giustizia mentre
il piatto della bilancia pende
per la vergogna dell’homo sapiens

315

FOGLI-AQUILONI

impregnati dell’humus dell’estro
del vasto respiro di cielo
svolazzano s’impennano appena
liberati dall’artefice dei versi
-suoi non più suoi-
a volerli divulgare per il mondo

316

ASSONANZA

dov’è resettata
da ogni ammennicolo la mente
lì è itaca del cuore

vi è assonanza
coi tuoi morti
risaliti dal mare a custodirti

317

FUORI DALL’ORDINARIO

la realtà non è da sé
è la mente che la crea
asseriscono alcuni illuminati

va da sé
che ti stimolano pensieri
fuori dall’ordinario

mentre un gabbiano ti fa il verso
sorvolando l’immaginario orizzonte

318

DEI MIEI DETRATTORI

(Diocleziano, uno dei più odiati della storia)

lasciai alla terra il corpo-zavorra
da cui forse con sollievo mi trassi

se sia ala d’angelo a coprirmi
il disonore -si dirà- ora che
s’una misera tomba s’accanisce
dei miei detrattori il ghigno
feroce e lo sputo

319

ANIME CHE SI CERCANO

(ispirandomi a Borges e Pessoa)

anime che si cercano
vestite di apparenza
siamo: forme passeggere

giriamo in tondo senza
mai trovare il centro

lontani da noi siamo

sulla pagina del cielo una mano
d’aria scrive di noi
e delle nuvole

320

IN QUESTO GIORNO CHIARO

(25 aprile)

s’estende a macchia di leopardo
il tuo palpito rosso
su campi a maggese a perdita d’occhio

libertà è un’apertura di vento
in questo giorno chiaro senza sconti

321

INCANTO

i dolci animali d’acqua terra e cielo
a volte evanescenti prendono forma nelle nuvole
nel mare del cielo un tonno guizzante
assume sembianze sull’onda lucente
il bimbo sogna guardando estasiato
ippogrifi e delfini in lenta sequenza
pende dalle labbra del nonno che gli parla di quando
noè trasse in salvo dal diluvio tutte le specie

322

DAL NIGHTMARE

uscire di forza
dal nightmare bucando l’aria –

la riuscita
se in parte è già tanto: trovarsi

nel letto della vecchia casa
d’infanzia

sogno dentro il sogno

323

L’INFINITO DI NOI

dentro di noi siamo
un infinito ma confuso: una
“finita infinità”
per dirla con la dickinson

percepiamo a tratti
andiamo come ciechi – vediamo

“per speculum in aenigmate”

e ci sogniamo

324

INTATTO LO SPIRITO

ho ripreso in mano le poesie giovanili
alcune rifatte altre modificate
con severi tagli senza rimpianti

ispirazioni bucoliche vestite di primavera o
di autunnali malinconie

vi è rimasto intatto
lo spirito degli alberi e del vento

la resina la radice linfa da cui vita rinasce

325

CHA LUCE

che luce bagnerà
i nostri morti – che amore – se l’uno
nell’altro si specchieranno – se
si sogneranno: ti chiedi

se con l’orecchio del cuore
la provvida Madre ‘udranno’:

“mangiate di me e non avrete
più fame”

326

CHI ERAVAMO

enigma la vita
siamo non siamo

chi eravamo: dimenticato – solo

incarnata nostalgia
restiamo

della bellezza sulla fronte del giorno

l’urlo del fiore
immarcescibile nella luce

327

L’INDICIBILE PARTE DI CIELO

indicibile la parte di cielo
ch’è in te e ignori

basta
che solo un verso o poche note
ti richiamino
a una strana forza interiore:

e cessi
di sentirti mortale

328

ALBERI CHE CAMMINANO

il cieco della parabola vide
quel giorno
allucinate figure
uomini a forma d’alberi che camminano

(anche se oggi
quasi nessuno li “vede”: santi
di questo tempo)

329

CON L’ANIMA NUDA

con l’anima nuda o corpo
etereo lei mi vedrà

mi attraverserà l’aria

senza scheletri nell’armadio
nella nudità che siamo
di me altra “visione” avrà?

e io di lei?

ci ritroveremo asessuati angeli?
ci accoglierà pienezza?

330

PER POCA FEDE

vertigine dei giorni vuoti –
ci si trova appesi ad una fune
se apriamo la cerniera della notte

il tempo
ci volgerà le spalle per non
esserci fidati abbastanza

e la luce non ci conoscerà

331

RIFLESSO

(il soma: “appendice” del cielo)

siamo solo pensiero
non espanso

frammento della Mente che
crea universi-mondi

(riflesso questa vita
che si guarda vivere:

un mondo in un altro)

332

FANTASIE (IPOTESI DELL’IMPOSSIBILE)

la vita

un giorno puoi sentirti
come un marinaio col mal di terra

e il giorno dopo trovarti
ad annegare in mezzo metro d’acqua

333

LAVAVO LA VESTE

trovai ch’erano fastidiose mosche
ronzanti nella luce della preghiera

a non dar peso
imparai dopo lacrime e sangue

lavavo la veste
invischiata nelle panie della notte

———————————————————

DIETRO IL VELARIO
(2021)

279

AVEVO IN MENTE UNA POESIA

stamattina avevo in mente una poesia
stasera
non ricordo più nemmeno un verso

ho lasciato il foglio bianco
con flebili echi d’un mezzo secolo e

ora rammento solo una pioggia di luce
di stelle sopra il letto
e il caldo abbraccio di lei

sullo schermo della mente
un vissuto che sembra ieri

280

ASPETTATIVE

vestono
il rosso della passione
le svolte del cuore

un volo alto
è richiamo
di aspettative in divenire
in un mondo devastato

281

SENZA TITOLO

sono malato d’azzurro

sarò
putrefazione? non “io” certo ma questo
involucro che indosso

mi abita un luogo-non-luogo e sono
invasato d’azzurra luce -oh mio Dio!-
corteggerò le miriadi di stelle
che hai posto nel cielo e

sarò sgabello
ai Tuoi piedi

282

LA BEFFA

ho sognato che
fiammelle erano le dita
che benedicevano
del santo protettore di quel luogo
impronunciabile
lo portavano in processione il santo
lungo la strada stretta in discesa
qualcuno cedette la statua
finì in pezzi
l’ultima beffa
le armi che portavano addosso

283

UN BUCO NEL CUORE

lasciammo l’intima essenza
nella dimora dell’eterno

relativi
sogniamo epifanie di voli –
ed è un buco nel cuore
la bellezza mancata

284

SCOPIAZZARE

meschino espediente -parole
d’altri potrebbero
rivoltartisi contro come jene

cosa risulterebbe infine? una
poesia non-poesia –
né carne né pesce

nemmeno cercarla
devi
tra parole vaganti nel sangue
sarà lei
disponibile
quando meno te lo aspetti

285

DETRATTORI

non si può fermare
lo sbocciare della rosa
se vuol dischiudersi
anche nel gelo
nuda
disarmante

contro i detrattori di
bellezza – che

splendenza emana e
armonia

286

NELLA FINE L’INIZIO

(a Tiziano Terzani)

riconoscere nella fine
l’inzio – di questa
vita il negativo o rovescio

in quel tempo
non trovarsi -ahinoi- ubriachi
di mondo

287

PER UN RICAMBIO D’ALI

Lui ci culla
sul mare della misericordia
della sua carezza di madre
noi siamo indegni

manda a noi abbrutiti
l’angelo per un ricambio d’ali

ma l’impulso icariano
è brivido
che corre nelle vene del cielo

288

DI NOI

di noi
mostriamo esigua vita
più l’esteriore che
quella che ferve nel sangue

i viaggi mentali i sogni
mistero ch’è appannaggio
di proprietà esclusiva

-la testa reclina
il nostro fido ci guarda attento
come cogliesse pensieri

289

IL VINO

il vino del vangelo
è quello delle vene aperte
su cui si posero labbra
di madre

prima che il cielo si oscuri
prima della fine del tempo

“bevete tutti da questo calice
di sangue”

290

PRIMA LUCE

i sessi unificati
vestiranno la grazia angelicata

quella della prima luce

291

L’ALTEREGO

il soffitto ti si fa cielo
nel pregare
angeli ti scendono nel sangue

quando ancora ieri
abbrutito covavi
rancori verso te stesso e il mondo

amore
era parola vuota: eccoti ora
specchiato nel tuo doppelganger

che ogni volta
annega
nel lago della sua spocchia

292

ALLA STAZIONE

nell’intravedersi da lontano
agitare festosi le braccia

come volersi levare
nell’aria – uccelli di passo

293

SI SPERA

si spera che la morte ci trovi vivi
parafrasando un celebre detto di marchesi:
si spera: ché l’uomo
spesso è al di sotto della bestia
(erode/erede della svastica)
a voler oscurare la notte della Nascita
-mentre il mondo continua a girare in tondo
senza un fine catartico

294

IL LUOGO ACCANTO

dovevo immaginarlo
nulla di cambiato
è solo il “luogo” accanto
dove ci si trova trasparenti

come mi sono visto
in sogno una volta nell’altra vita

295

AI PIEDI DELLA NOTTE

un nodo d’inquietudine sospesa
si scioglie ai piedi della notte
sotto una luna ammiccante
l’amore è come l’ansimare del mare
s’abbevera del sangue delle stelle
aduna in sé il sentimento del tempo
vòlto dove è dolce la luce

296

ANGELO DELLA VOLTA

benevolo mi eri
novenne o giù di lì
ché dalla volta mi dettavi parole
di luce per poesie rimaste nell’aria

indicibili voci erano
d’un oltretempo
ove si schiude tremulo il fiore
che porto in me d’eterno

297

IN VESTE D’ANGELO

l’atto dello scrivere
è stato di trance: esci
dal soma e ti cali
nell’immaginario

che in veste
d’angelo una lanterna
ti presta
per i fonemi

298

SOGNI

ti sei visto ancor giovane
più d’una volta esibirti
in acrobazie per i soli suoi occhi
(lei sull’amaca capelli di grano)
o le volte prendere treni
in corsa o librarti contro
il soffitto o disfarsi la
carne fino allo scheletro

-è la sola mente che crea
un oltretempo

gioco iperbolico
quella volta che nel “luogo accanto”
Ungà ti fece un cenno
per dirti
questa poesia la puoi migliorare

299

MEMENTO

bau e miao
la parola gliela leggi negli occhi
ma come tutto il regno animale
essi non si affacciano sulla loro morte
a cogliere
il proprio limite

(forse nel dopo
si è
quel che si fa e si pensa –
e dunque rispettiamo
le creature viventi
inconsapevoli – occhi di stelle)

300

DI LA’

“di là un qualcosa ci sarà” –
“qualcosa” dici?
non basterebbe lo elevassi all’infinito
o meglio: è un infinito dilatarsi – immagina

quel che si dice
Assoluto: non vi sono porte da aprire
né privacy né pass da nascondere
non tracce da seguire – impossibile perdersi

e ancora: è un compenetrarsi
di eterei corpi – dove il
virtuale/appendice dell’uomo
è un sogno senza coda

301

ANIME FERITE

( è boomerang nell’ordine cosmico
il male e il bene che si fa)

raccoglie il Signore le anime ferite
col mestolo della compassione *

laddove non si smorzano striduli
echi a insanguinare il vento

*rifacendomi a un verso di Gregory Corso

302

IN TE L’IMMENSO

quest’allumare d’anima che
senti come vastità
di rifiorite rive

questo accogliere in te
l’immenso

oltre l’esilio di carne
franta

303

DIETRO IL VELARIO

che siamo –

un fremito – come quello che avvertì
il primo uomo – in questo volteggiare
d’anime erranti

maschere in una
pantomima –

dietro il velario
dove s’apre il grido
della bellezza ferita

riconoscersi

304

PENSO DUNQUE SONO

sono pensiero: ché pensare
non è soggetto al soma
non un organo altro è la mente

lei è ariosa
bramosa di voli
in quella sequenza di figure
quando la nuvola scherza col vento

305

GLI ULTIMI GIORNI

essere di pietra – per sopprimere
quell’ urlo chiuso nelle ossa

“lasciare
che i morti seppelliscano i morti”

no non ci sarà più tempo
per piangere:

già vedi come funereo lenzuolo
penzolare il male dall’alto ramo

306

KERMESSE

marzo le strade ammantate
di coriandoli -magia per i bimbi
si è un po’ bambini anche noi
sbizzarrirsi in maschere da folletto
il gattino col fiocchetto
la ottantenne con un palmo di belletto
l’apparenza è sovrana
il gusto è g(i)usto
truccarsi in bruttezza è bello

307

SOLITUDINE

livido cielo è l’ora
del crepuscolo il vecchio
spalle curve bavero alzato
col suo dolore imbavagliato
lascia la panchina – se lo farà
un bilancio
tornando verso casa?
sguardo svuotato
ha lasciato pezzi di cielo: solo
con l’affetto dei gatti (ci divide
la cena)
le frequenti
notti bianche
conta le ombre sul soffitto
che assumono sembianze strane

308

L’ESSERE E IL NULLA

“credo nella resurrezione della carne”

pensa all’essere impermanente ma
anche che l’ “essere” non cade nel nulla

l’esistere è da sempre

pensi: ed è già essere per sempre

l’essere può frangersi in un gioco di specchi
ma non cadere nel nulla

il nulla non esiste

309

VISIONE

neanche il tempo di pensarlo
e ti ritrovi
immerso in fondo all’oceano
lotte sanguinose avvengono
tra pesci di grandi dimensioni
quelli minuti sembrano sorriderti
la triglia ti fa l’occhiolino
la supremazia è la regola
negli abissi dell’oceano
come avviene in superficie
con gli umani
tra pesci piccoli e grandi

310

D’EMPITI

di fonemi
indiarsi

d’empiti

a capriolare nell’aria
presenze

ancora in fieri in ondivago
sogno

311

MENTORI

ledi armonia se nel
voltarti
chiedi vaticini agli
iperurani

mentori della volta
celeste dal volto
rasserenante

312

QUASI ESTATE

sole ad asciugare le ossa
e i panni in un’ora

il vecchio sofferente aspetta
il sole della morte

giocano bambini alle giostre
sotto l’occhio vigile

non si può morire in giorni come questi:
non ti aspetti

che il criminale si svegli al mattino
e inneschi la bomba nel nome di un dio

313

LA FERITA

si è assuefatti impermeabili
ad ogni evento il più cruento
asettica aria asseconda un vuoto
di umori non fosse per il grido
della pianta alla radice
la sua ferita bianca

314

DA QUANDO LA MANO

tra fiammate d’odio disumanante
aggriccia il cuore del mondo

da quando la mano di caino
si levò e fu un rovinio di cieli
continua a splendere il sole
su acroteri del nulla
e l’uomo a vestire simulacri

si grida alla giustizia mentre
il piatto della bilancia pende
per la vergogna dell’homo sapiens

315

FOGLI-AQUILONI

impregnati dell’humus dell’estro
del vasto respiro di cielo
svolazzano s’impennano appena
liberati dall’artefice dei versi
-suoi non più suoi-
a volerli divulgare per il mondo

316

ASSONANZA

dov’è resettata
da ogni ammennicolo la mente
lì è itaca del cuore

vi è assonanza
coi tuoi morti
risaliti dal mare a custodirti

317

FUORI DALL’ORDINARIO

la realtà non è da sé
è la mente che la crea
asseriscono alcuni illuminati

va da sé
che ti stimolano pensieri
fuori dall’ordinario

mentre un gabbiano ti fa il verso
sorvolando l’immaginario orizzonte

318

DEI MIEI DETRATTORI

(Diocleziano, uno dei più odiati della storia)

lasciai alla terra il corpo-zavorra
da cui forse con sollievo mi trassi

se sia ala d’angelo a coprirmi
il disonore -si dirà- ora che
s’una misera tomba s’accanisce
dei miei detrattori il ghigno
feroce e lo sputo

319

ANIME CHE SI CERCANO

(ispirandomi a Borges e Pessoa)

anime che si cercano
vestite di apparenza
siamo: forme passeggere

giriamo in tondo senza
mai trovare il centro

lontani da noi siamo

sulla pagina del cielo una mano
d’aria scrive di noi
e delle nuvole

320

IN QUESTO GIORNO CHIARO

(25 aprile)

s’estende a macchia di leopardo
il tuo palpito rosso
su campi a maggese a perdita d’occhio

libertà è un’apertura di vento
in questo giorno chiaro senza sconti

321

INCANTO

i dolci animali d’acqua terra e cielo
a volte evanescenti prendono forma nelle nuvole
nel mare del cielo un tonno guizzante
assume sembianze sull’onda lucente
il bimbo sogna guardando estasiato
ippogrifi e delfini in lenta sequenza
pende dalle labbra del nonno che gli parla di quando
noè trasse in salvo dal diluvio tutte le specie

322

DAL NIGHTMARE

uscire di forza
dal nightmare bucando l’aria –

la riuscita
se in parte è già tanto: trovarsi

nel letto della vecchia casa
d’infanzia

sogno dentro il sogno

323

L’INFINITO DI NOI

dentro di noi siamo
un infinito ma confuso: una
“finita infinità”
per dirla con la dickinson

percepiamo a tratti
andiamo come ciechi – vediamo

“per speculum in aenigmate”

e ci sogniamo

324

INTATTO LO SPIRITO

ho ripreso in mano le poesie giovanili
alcune rifatte altre modificate
con severi tagli senza rimpianti

ispirazioni bucoliche vestite di primavera o
di autunnali malinconie

vi è rimasto intatto
lo spirito degli alberi e del vento

la resina la radice linfa da cui vita rinasce

325

CHA LUCE

che luce bagnerà
i nostri morti – che amore – se l’uno
nell’altro si specchieranno – se
si sogneranno: ti chiedi

se con l’orecchio del cuore
la provvida Madre ‘udranno’:

“mangiate di me e non avrete
più fame”

326

CHI ERAVAMO

enigma la vita
siamo non siamo

chi eravamo: dimenticato – solo

incarnata nostalgia
restiamo

della bellezza sulla fronte del giorno

l’urlo del fiore
immarcescibile nella luce

327

L’INDICIBILE PARTE DI CIELO

indicibile la parte di cielo
ch’è in te e ignori

basta
che solo un verso o poche note
ti richiamino
a una strana forza interiore:

e cessi
di sentirti mortale

328

ALBERI CHE CAMMINANO

il cieco della parabola vide
quel giorno
allucinate figure
uomini a forma d’alberi che camminano

(anche se oggi
quasi nessuno li “vede”: santi
di questo tempo)

329

CON L’ANIMA NUDA

con l’anima nuda o corpo
etereo lei mi vedrà

mi attraverserà l’aria

senza scheletri nell’armadio
nella nudità che siamo
di me altra “visione” avrà?

e io di lei?

ci ritroveremo asessuati angeli?
ci accoglierà pienezza?

330

PER POCA FEDE

vertigine dei giorni vuoti –
ci si trova appesi ad una fune
se apriamo la cerniera della notte

il tempo
ci volgerà le spalle per non
esserci fidati abbastanza

e la luce non ci conoscerà

331

RIFLESSO

(il soma: “appendice” del cielo)

siamo solo pensiero
non espanso

frammento della Mente che
crea universi-mondi

(riflesso questa vita
che si guarda vivere:

un mondo in un altro)

332

FANTASIE (IPOTESI DELL’IMPOSSIBILE)

la vita

un giorno puoi sentirti
come un marinaio col mal di terra

e il giorno dopo trovarti
ad annegare in mezzo metro d’acqua

333

LAVAVO LA VESTE

trovai ch’erano fastidiose mosche
ronzanti nella luce della preghiera

a non dar peso
imparai dopo lacrime e sangue

lavavo la veste
invischiata nelle panie della notte

…………………………………………………..

SOSPENSIONI

2022-2023

1

MARE APERTO

parvenza: “luogo” altro: il sogno
che muove ondivaghi sensi

gesti evanescenti
volteggi – voli

l’anima è un mare aperto

2

IL MARE ERA UNA FAVOLA

“non vorrei più uscire da questa
dimensione eppure basterebbe
come altre volte
stringere forte gli occhi e…”

ma voglia non ne avevo – poi giocoforza
mi ritrovai quasi deluso nel mio letto

avevo lasciato un mare che era
una favola
un’immensa tavola
imbandita per i gabbiani a frotte

3
AMO L’IDEA

più che amarla amo l’idea di lei

stato d’essere: che s’impregna
di bellezza interiore

si ammanta di una luce affebrata
mentre mi poggia la testa
nell’incavo della spalla

e
se combacia col mio pensiero mi chiedo

dove saremo domani

quando il mondo per noi sarà sparito

4

IL POETA

cavalli d’aria – virgola di fuoco il
pensiero saettante: vederti un
sansebastiano trafitto
da strali della parola

5

VITA SOMMERSA

in onde dell’inconscio
si sdipana
l’illusione ipnagogica e

nel gioco sempre inedito delle
immagini
emerge vita sommersa

come ombra che si rompe nell’acqua
mossa

6

L’INTIMA ESSENZA

rifarti gli occhi davanti
a foto che rispolverano anni
di cui puoi dirti contento
a voler fare un bilancio onesto

-non vasi di pandora-

ma per contraddizione
stornare la realtà con l’immaginario
ti sembra più congeniale:
per lasciarti sfiorare

dal difficilmente percepibile

7

DELLE VANITA’

I
non hai mica visto la Madonna – se
sei andato in estasi per uno
scalmanato che si agita sul palco

-emulo sei
sbavi per il successo

II
“vedi tutto questo? sarà tuo se…”
cogli l’intenso e breve
l’offerta allettante – il “se” ti eccita lo temi

ah inganno
del mondo che nasconde una mano
nel sangue dei papaveri

8

I TUOI SANTI

corda tesa tra la bestia e l’angelo

scala al cielo per
l’Assoluto

c’è sempre
l’iconoclasta che

lascia osceni echi nel sangue

dileggiando i santi che
tu Nina preghi incessante

9

DISMESSO L’ABITO

(visione)

dismesso l’abito
mi accompagnarono i cari estinti
portatori di umiltà

non parole la bocca colma
di luce

percorrendo la via per l’eliso
non si toccava terra

10

SE TENDI OLTRE L’ORIZZONTE

riserva novità la mattina
se tendi oltre l’orizzonte
lo sguardo assuefatto ai naufragi

11

QUALE LIMITE

(parla un intellettuale)

[a tutti gli oppressi dai regimi]

aveva appena letto
che subito arricciarono il naso
quelli che si conformano

all’ultimo verso
uno sbieco incrociare di sguardi

aveva superato il limite?
quale

forse della paura

candidamente
parlava di libertà

quella che accende le stelle
sopra un oceano d’amore sconfinato

12

VITE ALTERNATIVE

(s’affaccia la notte su
vite alternative
freudiana “via regia”)

nel balzo lucente
della tigre
trema la bellezza immaginata

(“La tigre” è una famosa poesia di William Blake).

13

LA VERGOGNA

serpeggia sinistra eco
in un cielo stravolto
mentre nel mondo esplodono sogni

dalle emittenti: scoperti nuovi orrori

la vergogna si è nascosta dietro i morti

14

LA COLPA

sono io quel ragazzo che
scappò da casa con poche lire in tasca
e un quaderno d’improbabili versi?

lo sono sì ma dopo sei decenni

non mi riconosco in lui se non nel sogno
ricorrente che al mattino mi lascia
il cuore stretto dall’angoscia

sarà un residuo di “colpa da espiare”
per aver procurato un veleno sottile
a chi bene mi voleva

15

ELUCUBRAZIONI

(l’anima ha le stimmate della vita)

la morte è un artiglio
sulla pelle del cielo

la sperimenta
questo corpo che ci è dato

(corpo dall’invisibile aura
ravvolto nella bolla-anima)

16

VIAGGI PSICHICI

sospeso
alle attese
in dolci smarrimenti

hai dimestichezza con la morte

con la stessa naturalezza
del tuo saperti eterno

17

BELLE PENNE

“non sono poeta” -da altri già
affermato- sì che belle penne hai visto
superarti con tua ammirazione vera

graffiavi fogli riempiendoli
di zampe di gallina

tanto meno eri poeta quando
t’isolavi e all’ombra d’una quercia
t’ispiravi seguendo alti voli

ah quelle velleità custodite
nello scrigno del cuore

18

ESSERE

(ti vien detto di là nell’oltre ma è
molto più vicino intimo)

farti nell’aria stretta
virgola di cielo

essere che scalzi la morte

diminuirti –
per espanderti

19

L’AVVERSARIO

al principio
fu l’nganno – da allora i cieli
capovolti e la morte

chi ci rubò dal cuore
la bellezza originaria?

nella cattedrale del sangue
l’avversario gioca a scacchi
dall’inizio del mondo

20

L’ULTIMA PAROLA

gli furono strappati tutti i figli
come pezzi di carne
-si è provati secondo
il grado di sopportazione
pungolati dappresso dallo
strale del maligno-
Giobbe il giusto lo fu allo stremo
privato dei suoi beni
ridotto a solo guscio grumo di dolore
fino a che non implorò
basta hai vinto è tua
l’ultima parola
Dio del cielo e degli abissi

21

QUANTO AMORE

giunto il momento cosa ti porterai
non suppellettili o libri ma l’amore
che hai saputo dare

non quel lasciarsi vivere
nell’approssimato sogno
di un pesce rosso nell’acquario

22

L’ANIMA TENDEVA

l’anima tendeva alle stelle
quando tu Nina apparivi
rosavestita
stagliata contro un lembo di cielo

ti fermavi nella piazzetta e
ti facevano festa i colombi
planando sul mangime che spargevi

allora
il tuo sorriso era una pasqua
mentre il tempo aveva una sosta

23

OLTRE STRAVOLTI CIELI

(ecologica)

sconsolata la fauna s’aggira
in cerca d’erba buona

chi dirà alla rondine smarrita
non ci sono più primavere
e alla cernia
quello che ingozzi
è rifiuto dell’uomo sconsiderato

questi
cercherà oltre cieli stravolti
nuove terre da violentare

24

LAZZARO

mi addormenterò in Te
finché non mi chiamerai per nome

ora qui mi trovo
un Lazzaro risvegliato da cento morti

sempre
dalle crepe dei muri spunta un fiore

25

NASCITA

più a nascere che a morire pensiero
capovolto dal profondo in dormiveglia
il girasole ebbro di luce dice vita
e tu languida
sul divano mi chiami
per accostare il mio orecchio al tuo ventre
rotondo

come un mondo

26

L’ANGELO

qui sei terra poca cosa
carne e sangue in bilico sul ciglio
della morte
ti porti un anchise sulle spalle

“di là” l’angelo di luce che
ti percorre silenzioso i precordi

verrà
a unificartisi quel giorno
che sentirai cantare le tue ossa

27

UN VERSO

un verso che mi arrivi solo uno
dei tanti gettati nel cestino
da un po’ che non vengo illuminato
sono anziano e ancora affamato
di sogni (più non si dice vecchio)

i migliori versi vengono nella
veneranda età – un esempio è ungà
col suo “taccuino del vecchio” –
quando la mente ancor giovane vibra
sul pentagramma dei sogni

28

COLPO DI SONNO

sentirmi inclinare da un lato
mentre davanti al pc “guardo” un film
e per una strana associazione di idee
pensare per fortuna non guido più

non per un colpo di sonno ma l’abbaglio
rischio reale per il distrofico
di andare fuori strada

29

L’OASI

conti sulle dita
della tua vita le fasi
ne rimpiangi la prima
prima della luce

quando
non distingui realtà da sogno e

da sotto le “palpebre”
segui la barchetta di carta
nel tuo cielo-mare amniotico

dove il tuo
orizzonte è un’oasi
da cui uscirai con un grido

30

CANDIDO

ti senti

come una barca nel bosco
un marinaio col mal di terra

non sei di quelli che
saltano la cavallina
ti levi al canto del gallo
un brodino a sera
per scaldarti le ossa

una frase tagliente
ti scivola addosso
non sanguini

31

IL SE’

niente paura saremo
rinati

(e il corpo?
dismesso l’abito d’affanni)

abiteremo il posto primevo
luogo-non-luogo dove
l’altro è il Sé

32

IN TRENO

gambe accavallate la bionda platino
all’anziano vis-a-vis
risveglia sopite voglie

alberi case fuggono via
lo sferragliare induce sonnolenza

33

IMMORTALARE

immortalare il momento – la
foto è sfocata

immagine
scivolata nel gorgo del tempo

così di te: appesa
all’attimo
dietro l’occhio un’ombra stampata

34

MALGRADO TUTTO

cervelli vuoti a perdere
si schiantano contro un albero
o un palazzo facendo parkour
malgrado tutto le piste
da sci son sempre frequentate
(non v’è manna senza ingegno d’uomo)
i monti si vestono
sempre meno di bianco
l’uggia pervade anche il cuore
lascia a desiderare il sorriso del sole

35

IL CILIEGIO

(in memoria di A.)

ad ogni morte c’è resurrezione

primavera: davanti casa il ciliegio
è fiorito – tu aleggi
sopra la tua morte apparente

36

PILATO

oggi Cristo potresti vederlo
su un barcone tra gli emigranti
o al valico di frontiera
portando insieme a loro la croce

come in un sogno atroce
vedrai pilato distogliere lo sguardo
dalle purulente piaghe

ci si dovrà aspettare forse
discendano “gli dei”
su un mondo malato?

37

MI ATTRAVERSA IL TEMPO

non ho difese alla luce
porto occhiali scuri
dormo poco e male

sempre più brevi le passeggiate

il tempo mi attraversa
la testa
che sperimenta nuovi voli
pindarici

38

L’INTOCCABILE

lo scoprono con le mani nella marmellata
e ci si meraviglia se ha spalle
ancora larghe
lui intoccabile coi sacrosanti privilegi
di cui godono i governanti
stiamo lavorando dice
usando il plurale maiestatis
la poltrona quella
non gliela sfilano da sotto
la poltrona è sempre calda

39

IL VIAGGIO

il soma è l’imbarcazione dell’anima
in questo viaggio d’Odisseo

ulissidi lo siamo
a solcare aperti mari

per approdare sulle rive del mistero
di noi

in infinito espandersi
nell’armonia dell’universo

40

UN RAGNO TESSE

uscirai dalla vita con le ossa rotte
dappresso ti sta l’ombra
di serpe che agita il tuo sonno
gli offri i tuoi passi da sonnambulo e
il sudore di sangue emotivo
dove un ragno tesse di versi una tela

41

NUOVE ALI

impastato di terra e sogno
quest’essere scompensato

-gravezza di carne
-invidia di voli

lo attendono nuove ali
a solcare l’indicibile

42

CINICO

sospetti anche della tua ombra
il tuo vagare cane di nebbia
dove ti porta se
rifiuti la mano tesa e
al garbato gli dai “li mortacci”
tu creatura di terra
nell’ora estrema degnerai
il cielo di uno sguardo?

43

PREGHIERA

(Padre Pio da Pietrelcina)

irrorami
della rugiada del Tuo Spirito
questo cuore martoriato

in una violacea alba di passione
indegno mi prostro
sgabello ai Tuoi piedi

44

COME SAREMO

immagina
una luce di mille soli che
è in te e tu nel Tutto

immagina: un’ inconcepibile ma possibile
ubiqua entità
in un donarsi d’amore universale

e ancora
proviamo ad immaginare
Lui che ci rivolta come un guanto

45

ITACA

averle coperte le spalle
le volte che ti giungono strali
dall’alto
dov’è assisa nemesi
che proietta ombre di morte

t’abbeveri alla fonte della grazia
sebbene
non eviterai t’investano
procelle negli anni prima
d’intravedere l’itaca celeste

46

NEL MIO CIELO

le belle nuvole che
vestono forme d’animali
i cari animali d’acqua terra e cielo
i cumuli i nembi io li vedevo
nel mio cielo con occhi innocenti
lassù incantati
immaginando quella la sede
del paradiso

47

ALLUMARE

il non detto esplicito tocca
più del dire – dal profondo
un allumare

(il sasso gettato dal capriccio
della musa
apre cerchi nel lago dello spirito)

48

PROIEZIONI

proiezioni del Suo pensiero siamo
vaganti tra realtà e sogno – in cerca
d’un’isola felice – viaggio
nell’infinito di noi

isole noi stessi – pure
ognuno anello d’una
catena senza inizio e fine

49

CUORE APERTO

pagina aperta
cuore aperto: la poesia è di tutti

la parola spira col vento
-vento di luce-

espone la sua ferita
creaturale

50

DOMANI CREDI GIUNGERA’

come canta vasco
a questa vita non sai dare un senso
domani credi giungerà
un come un quando

all’alba
le finestre avranno occhi
nuovi per la meraviglia
espansa nella misterica luce

51

COME IL SEME

domandarci se siamo
bolo di questa vita

o come
ungarettiane foglie

o semmai ci troviamo
a galleggiare sulla superficie di un sogno

un chiederci
qui disorientati — mentre

come il seme nella terra
ci si aspetta di nascere alla luce

52

L’APPROCCIO

ai primi tentativi
tremavo come una foglia
la vocina mi diceva buttati
anche a rischio di una sberla
ma se usi le buone maniere
(te le avranno pure insegnate)
sta di fatto che ogni
volta mi bloccavo — poi negli anni
mi emancipai e oggi mi viene da ridere
mi spiegò a suo tempo un’astrologa
che la causa era una brutta opposizione
venere-giove prima e settima casa
già alla nascita
e che coi transiti di lì a breve veniva a sciogliersi

53

FEDELTA’ ALLA VITA

(ad Aleksandr Solženicyn)

fatti per la meraviglia
la tenerezza
l’amore

alla gerarchia e all’odio
opponiamo
il tuo j’accuse in virgole di fuoco

una vita
fedele alla vita
-allodola trafitta-

54

IN ONDIVAGO ESISTERE

impregnato di Spirito Santo
mi specchio nella città eterna
in ondivago esistere del sogno

55

SILENZI D’ACQUE

silenzi d’acque –
langue
la luce –

e smemora

un grande lenzuolo avvolge
gli alberi le case

56

L’ACQUA

bere “l’acqua” dell’essere amati

“dammi da bere” disse
alla donna del pozzo – Lui stesso

acqua divina
inesauribile fonte

57

L’OLTRE

non essere
da nessuna parte

esigenza di espandersi

l’oltre
è un oltre in sé che urge

come fiume alla sua foce

58

L’INASPETTATO

mi sveglio e
vengo da un altro mondo mi dico
un posto a lato o non-luogo dove
non c’è cosa voluta ma tutto
è possibile
come librarsi contro il soffitto
o guidare l’auto nell’aria con
un cielo dai colori mai visti
specchiato su placide acque
tutto possibile se ti conduce
per mano l’inaspettato
oh ecco mi sorprende ora
venirmi incontro una grande
farfalla dal corpo di donna


COORDINATE DELL’ANIMA
(2023-2024)

1

NELLA STAGIONE CHE TI SPOGLIA

braccia frondose hai piene d’uccelli
levate al cielo come inno alla vita

il forte abbraccio è il mio grazie di esistere

nella stagione che ti spoglia
il fuggire dei canti mi fa triste il cuore

2

POESIA E’ NEGLI OCCHI

poesia è
negli occhi profondi di una donna
è la leggerezza della piccola danza
del passero sul davanzale
è la fogliolina che spunta dalla terra
poesia è
il neonato attaccato al seno o l’attesa
della mamma sull’uscio
è l’interrogativo nello sguardo
di meraviglia del bambino
poesia è chiedere scusa
è l’abbraccio sospeso nell’immobile luce

3

SPLEEN

irrazionale la vita a tradire
in modo inatteso
l’impulso del sangue

macera come foglie kronos
giorni anodini
a ridosso di ombre stampate

squarcerà una nube il sogno
fatto carne? – forse
qualcosa può ancora accadere

4

SENZA TITOLO

primavera ha le braccia piene di fiori
canta con la voce degli uccelli

l’albero in germoglio ti è grato
sentendosi abbracciato
ti ricambia col suo ombrello di foglie

(poi
alla potatura darà un grido
esibendo la sua ferita bianca)

5

IN UN LEVITARE DI ANGELI

immaginazione pura
spalmata nella Mente universale
fatta palpito e sangue

sogno di Dio

un succedersi
di miriadi di mondi
in perfetta armonia

musica delle sfere
inudibile all’orecchio
in un levitare di angeli

6

IL COMMIATO

morire in buona salute
ciò a cui l’anima tende
mentre al capezzale accorrono
compunti i congiunti

-poi al commiato
vien da dire
ad andarsene son sempre i migliori

7

FORGIO FONEMI SUONI

l’alba è una fucina: forgio
fonemi suoni
usciti dalla bocca della notte

mi sfiora il cuore che trepida
un dio o un angelo

8

MADRE CELESTE

nel palpito di luce alta ti levi
tu orifiamma tu stargate
Madre dei derelitti – Avvocata

fa rivivere delacroix
palpabile il Tuo implorare
ai piedi della Croce

9

VISIONE

(ispirandomi a Borges)

una sequenza di figure ti sfila davanti
tu ne afferri per la coda una
quella che hai da sempre sognato

e
proprio per averla scelta
unica e irripetibile
ti si fa sangue e respiro

sfociando nella luce

è l’aleph che cantò il poeta cieco

10

L’INSONDABILE

le pareidolie e l’occhieggiare del sole
tra nuvole pigre

al crepuscolo degli anni
la solita
panchina ancora calda t’accoglie

insondabile il chi-siamo
balenio saettante nella mente

11

PREGHIERA

(a Simone Weil)

nel sentire celeste
– ginocchia piegate –
il cuore vola alto

12

DEUS ABSCONDITUS

la vita è bella ed ogni
nascita è dono e poesia ma il mondo
è in mano al maligno che in
efferatezze ha superato se stesso

da quando il Supremo gli ha dato
carta bianca rientrando in sé

tu dici Dio ce ne scampi
da patimenti e morte d’anima
ma irreversibile la storia
fa il suo corso prima che il fiume sfoci
in mare aperto

prima che il Deus
absonditus
a noi si sveli in tutta la sua Gloria

13

IL MARE HA TANTE VOCI

il mare ha tante voci
di annegati di gabbiani sirene
ha scatole nere sepolte

il mare è nel cuore di odisseo
itaca è ancora lontana e

vi è chi ha mal di terra e narra
ai nipitini di mostri marini e miti
o realtà chissà dove vissute

forse in un’altra vita
rimaste nella mente grumi di sogni

14

RAMMENDI

un’opera buona o una poesia
rammendano gli strappi del cuore
chiudendo antri di buio

l’abito logorato dagli anni
abbisogna di attenzione e rattoppi

è una rete che più non trattiene
i lucenti guizzi

15

DIVAGAZIONI SULLO ZERO E SULLA O

il nucleo l’anello l’uroboro
due zeri abbracciati ti danno
il simbolo dell’infinito
puoi notare
la vocale o di rimbaud
gli ovali dell’ottocento
la bocca spalancata nell’urlo di munch
le bolle di sapone
immagina
gli occhielli delle forbici gli oblò
simili allo zero o alla o

16

IL CUORE SENZA VOCE

(di bimba sepolta da macerie)

sei parte
di un cielo d’occhi

il cuore senza
voce – bambola murata

a sognare librarsi d’ali

17

DOPPELGANGER

(alla maniera di Caproni)

quel giorno
uscirò da me
per incontrarmi

18

L’ESSENZA

la senti fuori e dentro che
ti attraversa – non ha
spaziotempo ubiqua ai primordi:
come nella prima
luce un soffio un respiro

nave astrale
è l’anima che vola

19

AVIGLIANA

era solo ieri guarda ti dicevo
in questa foto di famiglia
sono quello che fa solecchi
e mia madre mi sorride

oggi il lago è uno specchio lucente
ove annegare le ambasce

tu
nello scatto sorridi alle rughe

mentre faccio solecchi

20

ESTIVA

-davvero c’è un’altra vita? o
è solo nella tua testa- pensa

gli scivola dalle mani il libro

ora lontanissima
gli giunge la voce del mare

plana un gabbiano su
una solitudine d’anime

21

IL FIAT

“essere”
più del mondo vissuto

impastati di terra e di Dio –
di Lui il dito
la saliva il fiato

il fiat della luce

rientrare
come scriccioli varcando la “soglia”

baciati dal sole della morte

22

DOVE SONO

è detto il mondo dei più
e noi a chiederci dove
sono ma piuttosto che un “dove”
è uno “stato”
simile a quando sognamo
è percepibile a volte la loro
presenza nei semplici gesti
come impugnare la forchetta o la penna
o quando ci adagiamo la notte
nella loro ombra

23

ESSERE ALTRO

pulviscolo a librarsi nella luce
ferma

il bruco dalla nascita anela
essere altro

24

PARUSIA (VISIONE)

celeste diamante
incrina il vetro
opaco

svelato
il Vero a farci
veri

25

NEI GIORNI ANODINI

nei giorni anodini
quell’aggrapparsi del cuore: un
toccasana o se vuoi appiglio
la poesia

ti sorride un’immagine d’aria
ed è il suo volto ovattato

in un ritaglio del tempo sospeso

26

E POI FA SERA

il foglietto con alcuni versi
finito nella schiuma
della centrifuga

andati
lui più non li ricorda

un “danno”?

e sì
che gli si apre un nuovo giorno
e poi fa sera
e una luna
ammicca

non finisce il tempo
per la creazione

27

ELUCUBRAZIONI

essere – sentire: siamo
nient’altro che pensiero

tutto
dal ciclo delle maree
al gabbiano che coglie
la preda lucente
all’arco lasciato nell’aria
dall’acrobata al gesto
dell’abbraccio

tutto
appendice
del Pensiero

questo gemello di conoscenza

consanguineo della preghiera

28

A SOPHIA

guagliunce’
forse ti resta ancora
l’intercalare delle mie parti

ti chiamavano ‘a scugnizza
poi sei cresciuta

t’immagino
percorrere i vicoli di pozzuoli
l’incedere provocante
del tuo corpo acerbo
slanciato verso il cielo

e ch’aggia fa’
se ho anche gli occhi della mente
e ancora la vivezza dei sensi

29

ISPIRAZIONE

fare spazio
all’urgenza
assecondare l’onda del sangue

passare al crivello le emozioni

librarsi dell’anima in un
azzurro macchiato di rondini

30

FANTASTICANDO

ci si è evoluti
dall’uomo-scimmia o
homo erectus?

Dio si diletta
con la creazione
delle specie più strane

noi mortali
a chiederci se sia nato
prima l’uovo

31

IO SONO LE MIE EMOZIONI
(visione)

-stanotte ti verrò a trovare-
mi ha detto

-eccomi: sono
con soma o senza
le mie emozioni – grumo
di passioni il cuore
staccato da terra

-mi dici
dov’è il tuo pungiglione?

32

SE TENDI OLTRE L’ORIZZONTE

riserva novità la mattina
se tendi oltre l’orizzonte
lo sguardo assuefatto ai naufragi

33

POESIA

luce inquieta
aleggia nei precordi

muore rinasce la parola
sui crinali del sogno dove
la musa è assisa

poesia
è fanciulla che si specchia
nella cattedrale del cuore

34

NUOVE PROSPETTIVE

cumuli-nembi –
le tue pareidolie

specchi nel lago celeste
la tua pena fatta pane che spezzi

col becco vi fa cerchi il cormorano

vagheggia la mente –
t’intoni
col respiro degli alberi

la vita ha nuove prospettive

35

LONTANANZE

tra smagliature del giorno
scruto il cielo – sogno
lontananze

nuove prospettive?
tra pro e contro di pulsioni inverse

la vita imbroglia le carte

risillaba palpiti voci

36

DI SPALLE
(ad A.)

di spalle
ti sento avvinghiata come un ragno

avverto la tua gradevolezza
come l’albero
“quella” del venticello tra le foglie

stavo entrando in un sogno “voluto”
poi svanito

37

SILLABE

conti sillabe sulle dita
settembre il mare ancora invita
il mormorio della risacca t’ispira?
occhi chiusi “anneghi nel tempo” *

*Cardarelli

38

IL LAMPO

arrampicarti sugli specchi
se vuota è la stanza della mente
e lampo non ti è propizio

allumare d’anima
a dar colore a una vita scialba

39

LA COLOMBA

chi più chi meno
si sconta il proprio “purgatorio” qui
come hitler e i satrapi l’inferno
un’ala di colomba taglierà l’aria
quando il tempo sarà compiuto
per accoglierci il seno dell’Altissimo

40

VOLTI

(ti chiedi se agli altri non appari
come te riflesso nello specchio)

volti e volti a ondeggiare in
sequenza da film
volti che s’eclissano

un ovale come se ne vedono
solo una volta in sogno: l’ideale:
frutto d’immaginazione? sia pure

in cadenza d’inganni
scorre la vita fiume alla sua foce

41

RESPIRI DI CIELO

sono assetato di luce

non so penetrare il Suo profondo

ché
di terra sono e inerme

mi si sciolgono le ore come cera

pure
mi vivono dentro respiri
di cielo

42

PADRE NOSTRO

Padre nostro che sei nei cieli

quanto sangue già versato
il Tuo d’uomo-dio
nei ghetti quello del nero
che da secoli ancora grida

Padre nostro che sei nei cieli
quanto ancora da versare
dei nuovi Falcone e Romero
a fare i martiri della storia

Padre nostro
che ci guardi dal cielo
Ti rendiamo grazie noi che baciamo
il Tuo sangue salvifico

43

BOMBA D’ACQUA

la sorprese giù in cantina dov’era
discesa a sistemare
gettare roba inutile pulire
-il cellulare restò a quella data

oggi
inebetito lui si aggira per i viali
si chiederà “Dio perché”
avendo perso la luce degli occhi

vedovo affranto
percorre i margini del tempo
parla con la sua ombra sul muro

44

BOMBA D’ACQUA 2

la catina
era una cabina di veliero sommerso
dove zigzagavano i pesci
del sogno

sogno non era: lei
era dell’acqua: un solo abbraccio

45

DIVAGANDO

la sventola attira gli sguardi
degli avventori seduti al dehor
pensi alla
“bambola” di buscaglione

il solito giro pomeridiano
-breve ormai per l’età-
pensi: è buona decenza
tenere in salute fido
la prostata i denti che ballano

46

QUESTA FRENESIA DI VITA

sempre cerchi il tuo centro
mai soddisfatto ripieghi
sul digitale a tua immagine
(il cellulare
protendimento del tuo braccio)

usi e sei usato
in questa frenesia di vita
vissuta alla giornata
in una gioia feroce:

sei trottola
che gira all’impazzata

47

IN DORMIVEGLIA ALL’ALBA

in dormiveglia all’alba
mi sorprendono pensieri
dove chiama il sangue
lacerato sono dalle foni
tra spirito e carne

ah infine dormire
nell’abbraccio delle stelle indulgenti:
azzurrità
a cui da sempre anelo

48

PARUSIA

alla fine dei tempi
si rivelerà l’arcano
il Santo Spirito ti aprirà le braccia

non da sangue Lo riconoscerai

con la luce non col fango
sarai ri-creato

49

DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE

l’amica guardandomi in foto
“in gran forma!” mi dice e voglio crederci
oltre gli ottanta un vortice d’anni
penso chissà
fra un secolo come sarà
questo mondo in mano a chi verrà
se s’userà per umani fini
l’intelligenza artificiale
se vita sarà ancora “vita”
e il sentimento
manipolato vieppiù svilito ?

50

IL RIFUGIO

sono il cormorano incatramato –
non son capace che d’un amore piccolo
legato come sono alla terra

così per il dolore
fardello da portare se il cuore
è squassato e la carne soltanto
urlo animale

ah un rifugio anelo
come grembo di madre

51

LA VITA LEGGERA

ti dici: va’
dove ti porta il cuore
con la vela della passione
verso terre viste solo in sogno

lungo la coda dell’occhio
nuvole vaghe

a dire la vita leggera

52

SEGMENTI

loro -vien detto- ci vedono di là –
saprò io rinonoscerti?

o saremo un unico fondersi
di luce cosmica?

divago – mi arrabatto tra
le righe

un moscerino attraversa la
luminosità del monitor
segnando in diagonale segmenti
tortuosi

come i pensieri della mente

53

BORDERLINE

avvolto in un mantello di vento
a vivere contromano
senza nervi di ricambio

puoi sentire la vita deragliare
su binari del sangue

54

ALLE ORIGINI

ci verrà resettata questa vita?
e le emozioni e i sogni?

sentiremo in altro modo – forse –

torneremo alle origini
come quando eravamo
non duplicati non infangati: veri

come la prima luce

55

UN VOLGERE D’ANNI

mi sveglia il canto del gallo
non trovo la tua mano
ti sei appena alzata

c’incalza tiranno il tempo
in questo volgere d’anni

benché non t’abbia sciupato
questa luminosità del viso

quanti da aspettare ancora
inverni a gelare le ossa


PROSPETTIVE

1

DISTESE

t’innamori della parola
colomba che sorvola
distese dell’anima

2

I FRUTTI

dal modo in cui vivi
ti costruisci il tuo “altrove”

a cospirare
il bene donato
-l’angelo che in te si svela

sarà tempo di
vendemmia

3

VITA PARALLELA

storci la bocca a chi afferma
di là non c’è niente – consapevole
di una vita parallela

non sai come sia ma vuoi pensarla
un infinito mare di luce
dove vivere una giovinezza eterna

dove la Parola ti accoglie
all’ombra delle sue ali

dove la Sapienza si fa conoscere

4

NASCERE

sempre in bilico sul ciglio
d’ondivago esistere

si è imparentati con la morte
nel solco d’un continuo nascere

5

STORIELLA

lo vedeva sempre all’angolo della strada
suonare l’ocarina
un giorno d’istinto
lo abbracciò gli disse suona per me

bel moro lineamenti latini
-scintilla fu o desiderio? – gli aprì
la sua casa e dopo un buon bagno
finirono a letto

qualche mese dopo la storia
finì
lui uccel di bosco amava la libertà

(storiella dal sapore d’una favola
… ma a volte lo è la realtà)

6

RELIQUIE

a scrivere non la mano
ma la mia radice ferita

testimonianza siano
non lettere storte sull’acqua

o che volteggino eteree
dissanguandosi in volo

ma i momenti che restano
nel tempo appesi al cuore

7

DOC

il turbamento
è graffio sul foglio bianco

artiglia la pelle del cielo
lasciando tracce di sangue

nella notte è un grido osceno

DOC: disturbo ossessivo compulsivo.

8

ERA SOLO UN SOGNO

si apriva il sole
con un sorriso largo
ai suoi dardi
l’abetaia prendeva fuoco
la chioma era fatta cenere

(un natale che si piange
i suoi abeti: te lo immagini ?)

9

SENZA TITOLO (CHIAMALO SOGNO O FANTASIA)

il daimon mi condusse in una città
nella città con un vociante luna park
apri i polmoni mi disse qui
si respira una bell’aria di mare -era
la costa di los angeles?-
fu così che m’imbattei
nell’affascinante marilyn
uscita da un ritratto di warhol

10

QUANTE VOLTE
(disturbo ossessivo)

quante volte scorrettamente Ti chiamo
di notte o fuori casa affaccendato

“non nominare il mio nome invano”

quante volte

scrivo per non soccombere –
un altro me forse spia
questo me “fuori posto”

ah quest’afflizione mi pesa
come un macigno

oh quando mi chiamerai dall’oltre
e starò nella pace
dei tuoi invocati cieli

11

NEL NONSENSE DI ONIRICI PENSIERI

la fanno da padrona i suoi occhi
nel nonsense di onirici pensieri
che sostano su curve e anfratti

uscita dal sogno
si leva in un’alba rosata
ectoplasma o angelo

12

DOVE SEI

purgatorio:
lo vive ciascuno il proprio
il gelo nelle ossa
le stelle fatte cenere
nelle desolate notti

la persona che non vedi e non è
a te accanto ti sembra
sfiorarti a volte con tocco
leggero i capelli

nelle notti dove urla la bestia
dello smarrimento

13

ALBERI RADICI

alberi vedi alberi
mutilati capovolti nel tuo cielo
capovolto

gridano radici

-selva di mani
prensili cupidi sguardi-

a sovrastarli la natura
con le sue infinite vite

di rinascita

14

L’ANIMULA

non ha occhi che per voi
occhioni grandi innocenti
vi leccherebbe anche l’anima

tradendo di voi la parte buona
ve ne liberate lasciando
si maciulli in tangenziale

ancora
non avrà occhi che per voi
la sua animula sempre a perdonare
voi bestie umane-non-umane

15

ELUCUBRAZIONI

se il pensiero è sotteso alla fine
Lui ce la tiene nascosta – e
meno male: ché impazziremmo

nelle ultime sue ore l’animale
si nasconde lontano dagli occhi
al contrario dell’umano

che -se all’addiaccio e solo-
piange
un ultimo abbraccio

16

DOVE VEGLIANO ANGELI

(Colui che tutto il mondo alluma (Dante)

fatti figli nel Figlio
su rive dell’essenza approderemo

allumati d’immenso

dove vegliano angeli
ai cancelli della bellezza

17

VIKINGHI

(ispirandomi alla raccapricciante notizia del gatto torturato nel gennaio 2024)

i nuovi vikinghi
scendono in città
sulle loro harley davidson
danneggiano per soddisfare
la febbre del sangue
terrore dei negozianti dalle vetrine spaccate

scuoiano un gatto vivo
sotto i loro sguardi sconvolti
poi fieri della vigliaccata
tracannano birra scura
stravaccati al bar
le gambe allungate sul tavolo

-gli sguardi persi
dietro notti brave e misfatti

18

APPARENZE E SOGNO

“non di questo mondo”: parafrasando
franco – uno sguardo

al cielo da cui cademmo
ricusando la luce

ci rifugiamo nel sogno – noi
quaggiù apparenze

legati a questo
radicato cordone ombelicale

Franco Bonvini, virgolettato il titolo del suo blog.

19

ERA SOLO UN SOGNO 2

legato alla catena di montaggio
agli ottanta e più che mi ritrovo?
mi vien da piangere

-ma era solo un sogno

(calura estiva e non poter bere
alla fontanella a due passi
ché la linea se ne “andava”…

-era questa
realtà!)

20

GUARDARE OLTRE

And death shall have no dominion. Dylan Thomas

guardare lungo: oltre
la naturale dissoluzione

un’alba rosata ti pettina i pensieri
carezza i progetti del giorno

nulla può la morte
se tendi alla bellezza

21

CADRANNO

“non puoi ‘permetterti’ di essere sfiduciato”
(da una omelia)

le Sue piaghe lucenti dolorano
nei derelitti agli angoli delle strade
a due passi dai palazzi di vetro

il barlume di speranza sarà
un vero tsunami
cadranno ideologie regni potenze

quando si dissolveranno
l’eigengrau *
e la polvere del tempo

e il cuore si placherà
alle porte
della Gerusalemme celeste
.

*Lontani dalla luce della verità, ora è come vedessimo il “colore del buio”.

22

FUGGITI I CANTI
(riveduta)

ho sognato d’essere un bosco devastato

-fuggiti i canti
incenerite le chiome-

in me cadevo con schianti d’alberi

cadevo

23

MURO D’OMBRA

il tuo giro al parco
il canto fitto tra gli alberi t’ispira

e chi lo dice:
potresti andartene domani o
fra degli anni finché viva
questa febbre della passione

e parole ti danzano nella mente
e la rosa vorrà fiorire nel gelo

poi sarà il muro d’ombra

24

LA REALTA’ CHE VEDI

“pensare positivo è il viatico per il viaggio”
f.s.

vedi la realtà
secondo il tuo pensiero

è la mente a crearla
a farla e disfarla penelope imperterrita

sì che realtà è il suo farsi implicito
è lo stacco nell’aria

dello sfrecciare delle rondini o del
salto del cavallo all’ostacolo

è realtà il suo accadere – tutto appare sospeso
quando è già altro

25

NIGHTMARE

vide il suo corpo lanciarsi
dall’empire state building
librarsi nell’aria e non
sfracellarsi restare sospeso
in quel senzatempo
voleva liberarsi del peso
che tiene legati alla terra

annaspò nell’aria destandosi
non trovava più il cuore

26

UN ATTIMO E IL LAMPO

(a Mary)

il ragazzo bruciato sul ciglio della notte
-alfabeto dell’amore malato
a librarsi sulle nere ali del vento

“Mary – o mia o di nessuno”
un attimo e il lampo della lama

(senza il coraggio di rivolgerla su di sé)

27

QUALCOSA PUO’ ANCORA ACCADERE

sempre nutri i tuoi scheletri
anche questo febbraio sta andando
la mente è ancora fervida
negli anni al declino
qualcosa può ancora accadere
un prossimo libro da licenziare chissà
un nuovo sussulto del cuore

28

LA CRUNA

per tantissimi è il purgatorio
altri vivono l’inferno qui

passano per la cruna futuri santi

per tanti
“il paradiso può attendere”
.

virgolettato: film di Warren Beatty e Buck Henry

29

D’UN OLTRETEMPO

di cose sconnesse senza capo né coda
questi dormiveglia per fatue ispirazioni

trattengo d’alfabeti perle d’acqua

una barca di carta su onde dipinte
tiene il mare aperto dei sensi

complice è una luna bislacca
s’uno scenario d’oltretempo

30

MALA TEMPORA CURRUNT

“tutto sbagliato tutto da rifare”
da qualche parte c’è sempre una perdita
come in borsa se l’ago oscilla
sul versante di vacche magre

31

PRIMAVERA

mattina sul lago:
si spalma
sugli occhi la luce
intonano
melodie uccelli di passo

è un fremere di gioia la pineta

32

LE MIE NOTTI

i nonsense dei dormiveglia
alternati
al conteggio delle pecore
(andare al frigo non mi attira)
queste le mie notti
di lettere amorfe
di asimmetrici voli
che si spaccano alla volta del cuore

33

UN CIELO BIANCO DI SILENZI

il tuo “purgatorio”
da scontare in questa vita
te lo sei creato prendendo strade storte

un cielo bianco di silenzi
accompagna il tuo pellegrinare
affamato d’amore

34

I CARI MORTI
(a Gabriele Galloni)

nei tuoi versi i cari morti
si cercano e ci cercano o forse

di noi fanno a meno ché hanno
già negli occhi le radici della luce – quelle

a noi nascoste d’insondabile mistero

35

UNTITLED

il corpo quest’opera d’arte
che governeremo fino alla polvere
le gambe incrociate o
a percorrere una vita in salita
le braccia spalancate come Cristo se
mani non abbiamo che piene di niente
quel pizzico di follia ch’è da tutti
dietro lo schermo della mente
la bocca che sputa sentenze
gli occhi lucenti di voli e vele
per un infinito sogno di terre lontane

36

Nell’ultima ora (preghiera)
Ti riconosco nel bambino ch’elemosina all’angolo
a cui dono una moneta ed un sorriso

Ti riconosco nel carcerato pentito
che vede il sole a scacchi
lontano dagli occhi e dagli affetti

Tu Taumaturgo Tu stargate
Signore Gesù Cristo Guaritore di anime

ora che s’approssima l’ora
Ti prego ricordati di me:

generato dal Tuo seme celeste
consegno nelle Tue mani benedette
la mia pochezza che ai Tuoi occhi splende

37

Sarò foglia

giungendo alla Tua soglia
sarò foglia dondolante nel vento

38

Stanotte

stanotte in bagno
scivolo sul mio vomito
un’imprecazione colorita è scontata
da previsioni una giornata
radiosa mi ripagherà lo spero
mi frulla qualche verso bizzarro
le cose rimandate
la barba d’ una
settimana

fa chiaro mi alzo e una
leccatina avverto al calcagno
della cagna
che dal “piano” di sotto fa
capolino

39

Resurrezione

lasciarsi sorprendere dal divino –
aspersi da acqua e sangue
si è vita nascosta nel Risorto

rotolare di massi
dagli antri del cuore

fino ad aprirsi alla luce
40

Forse con gli anni

forse con gli anni
non ricorderemo più i volti
in seppia custoditi nel baule
né i souvenir
portati dai nonni dall’africa

ma avremo negli occhi il sangue dei papaveri
su distese a perdita d’occhio
quando ragazzini si emulava sandokan
in scorribande spericolate pei vicoli

e viva
ci resterà di quell’età l’ammicco
d’una luna a prime cotte

sotto un mutevole cielo lasciammo
aruspici emettere sentenze
41

Cavalli di nuvole

“scusi mi può aiutare?
che c’è scritto qui non vedo bene”

riconoscente a chi si prodiga più del dovuto
-si vede che ispiro tenerezza
apparendo proprio ‘vecchio’ ai suoi occhi

volano mesi anni:
attraversano il cielo come cavalli di nuvole
che si scompongono a un soffio di brezza
42

Parole in dormiveglia

sfiorandomi la spalla un angelo
all’orecchio mi sussurra lieve:

“superato
lo scoglio spunta luce a oriente”
43

Poesia

ti avviti con lucido delirio
nella ridda di parole –
tra sprazzi di coscienza e sogno
insegui gibigiane echi

ecco sfrondarti
forbici-di-luce:
la pagina è tuo lenzuolo
quando in amplessi cerebrali muori-rinasci

la tua anima-di-carta ricrea armonie
in cuore a spirali più alte

(prima stesura 1995, riveduta 17.4.24)
44

Altre dimensioni

lessi non ricordo dove
-ti parrà strano-
che anche i morti sognano

in diverse dimensioni oniriche
sognano di loro stessi e di noi
-noi morti-vivi
45

Archetipi

(come quando a sera non t’accorgi
cadere nelle braccia di morfeo
così vorresti il tuo distacco ultimo)

il momento imprecisato è punto vagante
nell’aria da cui si diramano linee
imprevedibili del sogno che
luce ridonano agli archetipi e
vita autonoma hanno nel sangue

(prima stesura 2004, riveduta 22.4.24.)
46
L’ultima morte

ogni fine sgomenta
pur nella natura delle cose

dopo tante piccole morti
-ti dici- benvenuta sia l’ultima:
poi non vi sarà necessità di sorta né

dovrai chiedere: avrai sempre
piena la faretra di frecce
d’amore
47

Metamorfosi

sbattevo contro le porte della notte

mi affila oggi un vento
di passione: che dirà la “cicatrice”
se non bene del sé “rivalutato”

ora
che mi vendemmia il tempo
48

Madre celeste

irrorasti i piedi della croce
di lacrime salvifiche

Madre
col tuo manto copri di pietà
i derelitti

Tu dei viventi
avvocata Tu incoronata
49

Dissonanze

(della cervicale)
da qualche anno dormo su un lato
non quello del cuore
evito gli aerei precipizi
della stanza capovolta
.
(degli acufeni)
capita sovente
che ad agitare i miei sonni
siano folletti nella testa
che schiamazzano a più non posso
dilatano l’oscena notte
.

50

Tra ondivaghe ombre

nel sogno è l’essere bilocato
allucinati pensieri assumono forma e volto
si destano dal loro sonno i morti

tra ondivaghe ombre
ti specchi nel tuo doppelganger
51

Era una favola il mare

consapevole di trovarti nel sogno
chiederti se riuscirai ad uscirne
tuttavia volendoci restare
ancora un poco

ché
era una favola il mare
su creste d’onde guizzavano pesci
dalle squame luccicanti nel sole

calavano gabbiani a frotte
52

L’origine

in profondità celesti
plasmati dal cuore del
Suo sogno

in una piena di luce
53

Cielo indaco

deriva del sangue –
.
si staccano dal tramonto
voli di sogni infranti

.
54

D’un sogno

il ricevimento la torta
a tre piani – ci potevi annegare
in quel mare di panna –

“dateci sotto –
let’s go”: così
suggeriva melliflua lei

la primadonna – gambe accavallate
ben tornite – sembrava uscita
dalla copertina di playboy
55

Divagazioni

notti agitate insonni – verrà pure
il “sonno del giusto”

nonsense sfarfallano
fra le coltri

la giornata si allunga
l’albero rinverdisce

——————————————————-

RISVOLTI
(2024)

1

Il compianto

il caro trapassato
vede non visto
i commensali e il posto vuoto

vede gli scheletri
usciti dall’armadio

-lo spirito è tra loro inavvertito

il compianto
è sulla bocca dei congiunti
in decorrenza del “compleanno”

-senza il brindisi
2

Coniunctio

e allora avremo dissolto
insieme allo schermo
di apparenze nomi e forme

con lo scenario della storia
e i fiumi di sangue e di parole

anche il sale delle nostre lacrime

3

Vasi comunicanti

hai aperto la camera e
ti sei visto nel tuo letto -sdoppiato

ti sorprendi? dovresti intuirlo
che ondivago sogno e reale
son vasi comunicanti

e allora: quale la realtà ti chiedi
se è sogno nel sogno o che – trovandoti
uscito da te
4

Naufrago d’anni

accogli da naufrago d’anni
il canapo che ti porge l’angelo

ai sussulti del cuore s’innerva
la deriva del sangue che alluma
5

Dove andremo

(“Solo Tu hai parole di vita eterna”)
di sé l’io ci ha vestiti
da che ci staccammo da Lui
scegliendo l’albero della conoscenza

da allora
ci convoglia a imbuto un tempo fugace
al varco è un vuoto affamato

“da chi andremo”
6

Febbre creativa

inesauribile febbre di Dio
febbre creativa di universi-mondi

febbre per l’uomo di cui
Lui non è mai stanco
7

Ma Rainey

(omaggio alla indimenticabile ‘mother of the blues’)

Ma – un fremere viscerale
lei il blues il ritmo la vertigine

Ma è l’ansimare dell’onda
la bocca del mare gli abissi profondi
è il sudore e il sangue
delle piantagioni di cotone
è il senzatetto è occhi secchi

Ma è il vuoto del braccio
tranciato

portato via col pianto del vento
Ma Rainey, pseudonimo di Gertrude Rainey (nata Gertrude Pridgett; Columbus, 26 aprile 1886 – Columbus, 22 dicembre 1939),
8

Irrazionale

l’uzzolo di annotare dei versi
balenati tra veglia e sonno
cosa volevano dire ti chiedi
lascia che parli il cuore tendi l’orecchio
quando lo senti sussultare
cogline i suoni di un altrove
la poesia al più è irrazionale
ti sorprende alle spalle
9

Mattone di poesie

non scarti niente
metti metti
anche quelle così
nate tra il lusco e il brusco

vuoi farti del male – di’ ?

ti attirerai i critici
messo a nudo sotto tante lampade!

però devi pur riconoscere
che quelli sono scarti
della bellezza dell’angelo
suggeriti in dormiveglia o trance

peccato tralasciarli – ti pare?
10

La parola

t’innamora di sé –
abiti
la parola – ti lasci abitare

in luce di sangue
11

Il linguaggio dei fiori

chissà se loro sentono
di esserci: non come

gli animali o gli umani s’intende
ma in qualche misterioso linguaggio

affratellati con la terra e l’aria
nel respiro dell’humus-madre

sanno -i fiori- nell’ offrirsi
al bacio del sole –

del candore
d’un impalpabile sogno
12

Altri tempi

nell’era del digitale
non trovi più la cartolina a libretto
che ti sorprendeva con la musichetta
né il calendarietto profumato del barbiere
con le foto sexy (vietato ai minori)
né la letterina a Natale sotto il piatto
che strappava una smorfia di commozione al papà
né il pianino a manovella per le vie della città

altri tempi – oggi se cerchi
qualcosa te lo dice google
l’intelligenza artificiale pensa per te giacché
ha un quoziente che ti supera!
13

Turbamento

meridiana a perpendicolo
sull’altro lato un po’ d’ombra
altre -di ombre- a tratti le senti
passeggiare a lato del cuore
ondivaghe e sinistre – invochi
l’angelo ma non t’ascolta
sarà già impegnato ad assistere
un più povero cristo
14

Ribaltato

prostituito alla vita
giunta l’ora un tuffo nel “nero”
di qua vedi buio di là tutto
è ribaltato in vita
trasfigurata
un chiaro accecante
vedi uscire gli scheletri
dall’armadio con larghi sorrisi
15

Vita latente

qui solo apparenza ti dici
il tutto -l’Assoluto- è vita
latente:

la bellezza che mordi
16

Vele di nuvole

vele di nuvole e il cuore
dove ti porta

s’attarda
a svelarsi la musa tra pieghe
dell’anima dove si leva
un’alba rosata – a

celebrare la luce
17

L’albero

sono quell’albero reciso
che mostra senza un grido
la sua ferita bianca

la radice ha ritratto in sé
la parola monca
18

Homeless

ho incontrato per strada un derelitto
nelle tasche solo sogni avevo
-veder fiorire una luce
in quegli occhi senza cielo:
aprirgli la porta e il cuore
19

La passione

aveva le sue “cose” e una luna sghemba
quando lo copriva d’improperi
lui zittiva pensando
di mandarla in quel posto
ma la fiamma della passione lo strappava
dal letto di procuste
d’ogni screzio faceva tabula rasa
e rasserenava il cielo
20

Gli anni oscuri

(alle vittime dell’olocausto)

udimmo dietro le porte pianti ed urla
mentre s’incupiva il cielo
e s’espandeva l’ombra del male

l’aria era nera
del fumo dei corpi bruciati

ora
apparteniamo anche noi
alla terra alle radici al vento

ed ha voce di pietà il cuore
21

Vade retro

“vade retro” ripetevo
in dormiveglia – poi da sveglio:
“nulla puoi se Lui
invoco” – seppur lacerato
da estenuanti lotte – io che abbraccio
ogni giorno la Croce

(affetto da DOC: disturbo ossessivo compulsivo)
22

Quel motivetto

quel motivetto che mi gira a vuoto
e non mi lascia
e mi riporta agli anni andati
quando con un soldo
compravo caldarroste all’angolo

quel motivo che mi accompagnava
nelle scorribande per vicoli emulando
sandokan o il pirata barbanera
-banda d’obbligo sull’occhio-

a fare da sfondo al tempo
d’un’età spensierata

23

Per A.

caro fratello
non ti è stato dato di “giocare” la vita:
appena un affaccio sul mondo
fuori dall’alveo di nostra madre
che hai subito rimesso le ali
per altri lidi

potevamo giocare insieme
io giovincello tu ancora bambino
avrei potuto tenerti a cavalluccio
avremmo corso per i prati
e guardare con innocente meraviglia
la farfalla posarsi su un fiore
o immergere le mani nelle acque del ruscello
e poi ridere ridere
nell’incoscienza dell’età

ora -strappato il velo del sogno-
posso solo ricordarti
nella mia preghiera
mentre tu mi guardi dai cieli
con occhi d’angelo

24

Sul ciglio

(nightmare)

sempre in bilico sul ciglio
a lato voragini e fiamme

il più delle volte non rispondo
più di me stesso:

sono il grido dei perduti

al cospetto dell’Altissimo
sarò giustificato?
25

Non più quei brividi

sono arida sabbia
più non mi lecca l’onda
si è ritirato il mare

non più quei brividi sulla pelle
della musa che latita
propiziassero le braccia a conforto

in queste aride notti
al lume d’una luna controversa
26

Poesia è quando

stasera un film già visto
di bevute e scopate (factotum)
per nulla emotivo o poetico
se la poesia è viva ti domandi:
lei è quando
seduto sul water leggi un libro
o davanti a un tramonto bevi per
dimenticare e ti vien da piangere
-ami bukowski
quando t’ispira cavolate
27

 

—————————————————————————–

© Felice Serino

Le mie poesieultima modifica: 2024-03-26T16:32:51+01:00da norise1