Maggio 2019: The Troggs – FROM NOWHERE (1966)
Data di pubblicazione: 25 luglio 1966
Registrato a: Londra
Produttore: The Troggs
Formazione: Reg Presley (voce, ocarina), Chris Britton (chitarre, cori), Pete Staples (basso, cori), Ronnie Bond (batteria)
Lato A
Wild thing
The Kitty cat song
Ride your pony
Hi hi Hazel
I just sing
Evil
Lato B
Our love will still be there
Louie Louie
Jingle jangle
When I’m with you
From home
The jaguar & the thunderbird
“I Troggs erano decisamente avanti col tempo”
(Reg Presley)
Per molte persone i Troggs sono stati una band da singoli, ed in un certo senso è così. Ma il punto è che quei singoli erano un vero e proprio terremoto per tutta la cultura popolare degli anni ’60. Nel periodo in cui i Beatles stavano letteralmente stravolgendo il mondo col la musica beat e le loro esplorazioni, i Troggs non erano certamente da meno. Alcune delle loro canzoni erano destinate a lasciare segni profondissimi, e soprattutto sconvolgenti. La loro proposta altro non era che un beat potente e prepotente, macchiato da sonorità ruvide e garage, e da melodie che entravano nell’immaginario collettivo come una sorta di chiamata alle armi.
In un’intervista rilasciate prima che morisse, Reg Presley sostenne che i Troggs avevano anticipato quella corrente devastatrice andata al potere con i Ramones, e difatti non ci sentiamo di dargli torno. Come si potrebbe se si ascolta il giro armonico serrato di Wild thing? Poco più di due minuti di “musica selvaggia”, destinata a cambiare il tutto. Un inno generazionale al netto di My generation o (I can’t get no) Satisfaction. Ma poi ci ritroviamo anche cosette come The Kitty cat song, e il suo fervore favolistico, mentre la serrata cavalcata beat di Ride your pony corre alla velocità al fulmicotone. Hi Hi Hazel trova melodie e sonorità tanto care a Ray Davies, bagnata di umori british. I just sing è un bellissimo pezzo beat psichedelico, che farà la sua bella figura persino in Falso movimento di Wim Wenders. E il garage blues di Evil chiude il primo lato di ciò che è il loro album d’esordio.
Our love will still be there è sorretta da un sinuoso giro di basso e alcuni accenni acidi delle chitarre. Poi giunge la cover di Louie Louie di Richard Berry, qui stravolta con sonorità sporche e dense di elettricità. Jingle jangle riflette i suoni del periodo, andando tra i Byrds, Bob Dylan e i primi Beatles. When I’m with you è un’altra ballata scanzonata, quasi alla Gene Kelly, o a metà con i Kinks. From home è un altro pezzo proto punk, tra i cui solchi non è difficile intravedervi i semi che germoglieranno negli MC5 o negli Stooges. Si chiude con The jagar & the thunderbird con il suo incedere surf.
Si, erano una band da singoli, ma anche una delle band più importanti e seminali di tutta la storia del rock. Saranno in tanti a raccogliere le lezioni da loro impartite, fino alla riscoperta del rock psichedelico negli anni ’80, dai Rain Parade ai Galaxie 500, fino ai R.E.M., che infatti a più riprese suoneranno la bellissima Love is all around nei loro concerti acustici. Forse avrebbero meritato maggiore popolarità, ma di certo la leggenda è conservata!