Luglio 2019: The Dandy Warhols – THIRTEEN TALES FROM URBAN BOHEMIA (2000)

The Dandy Warhols - Thirteen tales from urban Bohemia

 

Data di pubblicazione: 12 giugno 2000
Registrato a: Portland
Produttore: The Dandy Warhols
Formazione: Courtney Taylor-Taylor (voce, chitarra), Peter Holmström (chitarra), Zia McCabe (tastiere), Brent DeBoer (batteria, cori), Phil Baker (basso), Meg Bobbitt (voce), Vince DiFiore (tromba), Erik Gavriluk (organo), Joe Kaczamarek (organo), Eric Matthews (tromba), Anton Newcombe (chitarra), Troy Stewart (slide guitar), Dj Swamp (scratching)

 

Tracklist

 

                        Godless
                        Mohammed
                        Nietzsche
                        Country leaver
                        Solid
                        Horse pills
                        Get off
                        Sleep
                        Cool scene
                        Bohemian like you
                        Shakin’
                        Big indian
                        The gospel

 

Il più gioioso disco rock che potreste sentire
(Keith Phipps)

 

Un disco che è diventato un successo enorme per via della pubblicità, ma che invece conteneva tra i suoi solchi qualcosa di più. Perché forse sono in tanti coloro che hanno sentito il garage irresistibile di Bohemian like you alla tv per una nota compagnia telefonica agli inizi degli anni 2000, e sotto sotto qualcuno si sarà chiesto chi fossero questi giovani ragazzi che suonano sixties all’alba del nuovo millennio, tanto da trovare melodie che entrano immediatamente in testa e un giro armonico irresistibile.
I Dandy Warhols sono un gruppo alternativo americano che ha saputo ben fondere l’antico spirito del rock’n’roll con le esigente dei nuovi stili. E non è certamente un demerito l’aver per un attimo ingannato il grande pubblico delle pubblicità con qualcosa che rimanda a territori meno convenzionali (un po’ come successe ai White Stripes con i Mondiali di Calcio del 2006).
Thirteen tale from Urban Bohemia è il terzo disco della compagine americana ed è un gran bel disco, una sorta di calderone in cui i Nostri si sono divertiti fondendo le solite influenze dei dischi precedenti in un contesto stavolta decisamente maggiore. Quasi interamente scritto da Taylor-Taylor, l’album viaggia sulla solita falsariga di un rock filo britannico arricchito da psichedelia e garage anni ’60, chitarre ridondanti (spesso e volentieri si presenta un intreccio acustica-elettrica molto bello) e quel tanto che basta di atmosfere “drogate” e volutamente scazzate.
L’opener Godless si presenta bene, col suo arrangiamento vagamente “western” e la chitarra acustica molto discreta e piacevole; segue Mohammed, percussioni in vista ed atmosfera orientaleggiante. Nietzche è la prima a sfoderare le chitarre elettriche, Courtney canta utilizzando un registro monocorde, come se fosse ipnotizzato, influenzato da qualcosa. Un rumore elettronico di sottofondo ci accompagna per tutto il pezzo, creando una patina volutamente fastidiosa nel ritornello. Bel numero. Arriva poi Country leaver, pezzo pseudo country che ci introduce ad una scanzonata Solid e ad una aggressiva Horse pills. Sleep è un semplice bel lentone acustico accompagnato dal falsetto di Courtney, Cool scene è invece più sostenuta. Shakin’ è un “rockettino” caotico che sembra un incidente frontale tra i Vines e i Blur, mentre Big indian sembra rubata da un taccuino di Noel Gallagher e lascia spazio al finale di The gospel, pezzo incredibilmente lento e allucinato, quasi una marcia funebre imbottita di anfetaminici.
Un grande lavoro, che lanciò i Dandy Warhols nel panorama rock internazionale e che, a distanza di anni, non stanca dopo ripetuti ascolti.

Luglio 2019: The Dandy Warhols – THIRTEEN TALES FROM URBAN BOHEMIA (2000)ultima modifica: 2019-07-04T09:51:11+02:00da pierrovox

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