Aprile 2021: Devendra Banhart – REJOICING IN THE HANDS (2004)

R-1483193-1582194771-5246.jpeg

Data di pubblicazione: 24 aprile 2004
Registrato a: Los Angeles
Produttore: Michael Gira
Formazione: Devendra Banhart (voce, chitarre, piano, effetti sonori), Vashti Bunyan (voce), Paul Cantelon (violino), Thor Harris (percussioni, vibrafono), Julia Kent (violoncello), Joe McGinty (organo, piano), Steve Moses (percussioni, batteria)

 

Tracklist

 

                        This is the way
                        A sight to behold
                        The body breaks
                        Poughkeepsie
                        Dogs they make up the dark
                        Will is my friend
                        This beard is for Siobhán
                        See saw
                        Tit smoking in the Temple of Artesan Mimicry
                        Rejoicing in the hands
                        Fall
                        Todos los dolores
                        When the sun shone on vetiver
                        There was sun
                        Insect inside
                        Autumn’s child
 

La mia è una musica pop non tanto popolare
(Devendra Banhart)

 

Poesia surreale, testi metafisici improntati su una spiritualità naturalistica, panteistica, e uno stile musicale decisamente eclettico: sono gli elementi della musica e della visione artistica di Devendra Banhart, uno dei cantautori più importanti dei primi anni 2000.
Cresciuto in Venezuela, ma trasferitosi poi a Los Angeles, nella sua musica ha saputo far confluire diversi elementi provenienti da tutte le estrazioni sonore con le quali è venuto a contatto, dando forma ad uno stile personale e così ricco di sfumature. Venne scoperto da Michael Gira degli Swans, che poi è diventato il suo mentore e protettore, producendo il suo primo album folk lo-fi Oh me Oh my… The way the day does by the sun is setting dogs are dreaming lovesongs of the christmas spirit, e che soprattutto lo mise in contatto con l’ambiente alternativo americano. Nel 2004 Devendra Banhart fece il salto di qualità della sua carriera arrivando a pubblicare ben due album, Rejoicing in the hands e Nino rojo in contemporanea. Due dischi “gemelli”, del quale in questa sede teniamo presente soprattutto il primo per la maggiore personalità, grande profondità, sia nei testi che nelle interpretazioni, e che soprattutto lo rese un artista adulto.
Rejoicing in the hands vive sempre di quello spirito lo-fi che caratterizzava il primo disco, ma ne accentua le sfumature, ne arricchisce il suono, e soprattutto presenta delle canzoni di sublime bellezza, a cominciare proprio da This is the way che apre il disco, tenera e aspra nello stesso tempo. Segue un’intensa A sight to behold, arricchita da alcune sublimi linee di violino, e soprattutto da un’interpretazione magistrale da parte del suo autore, risvegliando lo spirito di Nick Drake. The body breaks si flette struggente seguendo invece lo stile di Daniel Johnston, mentre in Poughkeepsie si diverte a citare Elvis Presley. Segue ancora una insidiosa Dogs they make up the dark, una toccante Will is my friend, e una scanzonata This beard is for Siobhán. In See saw si rispolvera l’antica attitudine di Tim Buckley, mentre Tit smoking in the Temple of Artesan Mimicry vive di linguaggi legati a mistiche lontane. Lo schizzo della title-track profuma di Mike Softley, mentre Fall è un schizzato folk-blues acido. Todo los dolores vive di legami con la sua anima latina, e l’avant folk di When the sun shone on vetiver splende di luce propria. Il disco procede ancora con le incursioni jazzate di There was sun e Insect inside e si chiude con la struggente e pianistica Autumn’s child.
Questo era il ritratto di un artista maturo, che aveva dimostrato di avere classe e talento, e che sapeva districarsi tra tutta una serie di generi differenti tra di loro. Il ritratto di un artista che aveva poi saputo replicare in grande stile nell’ambizioso Smokey rolls down thunder canyon del 2007, ma poi perdersi man mano con i dischi successivi, che invece navigavano nel manierismo. Ciò non toglie però a Devendra Banhart l’essere stato un grande artista del nuovo millennio, rispolverando l’antica arte della canzone d’autore, sempre fuori da tempo!

 

Aprile 2021: Devendra Banhart – REJOICING IN THE HANDS (2004)ultima modifica: 2021-04-29T07:15:31+02:00da pierrovox

Potrebbero interessarti anche...