Maggio 2021: Parliament – MOTHERSHIP CONNECTION (1975)
Data di pubblicazione: 15 dicembre 1975
Registrato a: United Sound (Detroit), Hollywood Sound (Hollywood)
Produttore: George Clinton
Formazione: George Clinton (voce), Calvin Simon (voce), Fuzzy Haskins (voce), Ray Davies (voce), Grady Thomas (voce), Gary Shider (voce), Glen Goins (voce, chitarra), Boosty Collins (voce, basso, chitarra, batteria, percussioni), Fred Wesley (fiati), Maceo Parker (fiati), Michael Brecker (fiati), Randy Brecker (fiati), Boom (fiati), Joe Farrell (fiati), Cordell Mosson (basso), Michael Hampton (chitarra), Tiki Fulwood (batteria, percussioni), Jerome Brailey (batteria, percussioni), Gary Cooper (batteria, percussioni, cori), Bernie Worrell (tastiere, sintetizzatori), Debbie Edwards, Taka Kahn, Archie Ivy, Bryna Chimenti, Rasputin Boutte, Pam Vincent, Debra Wright, Sidney Barnes (cori)
Lato A
Funk (Wants to get funked up)
Mothership connection (Star child)
Unfunky UFO
Lato B
Supergroovalisticprosifunkstication
Handcuffs
Give up the funks (Tear the roof off the suckers)
Night of thumpasorus peoples
“Prendo molti stili, prima ancora che diventino popolari,
praticamente prima che li facciano i giovani”
(George Clinton)
Fra i più grandi dischi della Parliafunkadelicment Thang: ritmo, ritmo e ritmo. Disco ritmato, e scanzonato, e ritmato ancora. Forse il disco più bello di questa formazione. Funky perfetto così come l’esecuzione. Oltre a Clinton e Bootsy Collins ci sono Bernie Worrell, i fratelli Brecker ai fiati e Maceo Parker, oltre ad altri musicisti. È pura gioia! Non si può neanche parlare di forma-canzone, non sarebbe esatto. Un groove inevitabile potente martellante, con una melodia perfetta in aggiunta.
Il gruppo ottenne un ottimo successo commerciale, grazie soprattutto al capolavoro Give up the funk (Tear The roof off the sucker) e completò quel processo che li consacrò a band di culto, in senso letterale vista l’aura simil-religiosa che guadagnarono le loro esibizioni. Clinton era il Primo Ministro del Funk, il pubblico l’insieme dei suoi adepti. Si pensi al ritmo, ai riff graffianti e ipnotici ripetuti all’infinito, al groove che succhia l’energia e l’adrenalina fino a lasciare l’ascoltatore indifeso e disarmato. Si pensi ancora una volta all’Africa e alle danze tribali, alla bamboula e ai tamburi. Tradizione e innovazione (il suono complessivo del gruppo, in particolar modo di Bernie Worrell) si fondono insieme. Mothership connection è semplicemente ritmo!
