Giugno 2022: Pere Ubu – THE MODERN DANCE (1978)

The modern dance

 

Data di pubblicazione: Gennaio 1978
Registrato a: Claveland Reconding, Suma Studios (Claveland)
Produttore: Ken Hamann
Formazione: David Thomas (voce, oboe, percussioni), Tom Herman (chitarra, cori), Allen Ravenstine (sintetizzatore, sassofono), Tony Maimone (basso, piano, cori), Scott Krauss (batteria), Tim Wright (basso)
 

Lato A

 

                        Non-alignment pact
                        The modern dance
                        Laughing
                        Street waves
                        Chinese radiation
 

Lato B

 

                        Life stinks
                        Real world
                        Over my head
                        Sentimental journey
                        Humor me
 

 

Continuo semplicemente a correre,
senza sapere l’esito della corsa
(David Thomas)

 

The modern dance si muove principalmente nei regni dell’alienazione industriale e dell’ansia. Pere Ubu si concentra sulla morte dello spirito e della mente, una morte dovuta non alle armi nucleari o agli stivali d’acciaio, ma ai meccanismi economici e sociali. Il loro sound, iniziato come garage rock vecchio stile, è mutato con la follia collettiva e il fatalismo della band. Pere Ubu delinea la contaminazione della musica e con essa la mente moderna: rumore elettronico, chitarre non accordate, voci goffe, contorte e mostruose. La loro danza barbara alterna bagliori ritmici e forme libere con il suo sassofono, le tastiere, le chitarre, lo sfogo della violenza schizofrenica tra le nevrosi urbane.
Un fischio penetrante inizia Non-alignment pact, il baccanale di apertura. Il fischio si immerge in un’estenuante danza tribale composta, se può essere considerata composizione, strimpellate di chitarra dissonanti, elettronica distorta e la voce goffa e furiosa di David Thomas. Spinto da martellamenti metallici e fumo eruttante, The modern dance è un affresco primitivo della fabbrica e degli uffici. Un collage di folle distorte e registrazioni televisive ha creato l’atmosfera inquietante ma ottimista.
Laughing si apre con una jam jazz gratuita di sassofono, chitarra e batteria prima dell’inizio della voce. Il pezzo esplode in un boogie disumano e barbaro. Trasportato da una nuvola nociva, Street waves rievoca la ciotola di polvere del deserto nucleare. La chitarra esplode in attacchi apocalittici a velocità supersoniche. Thomas raglia e urla la visione della band della distruzione finale. Onde elettroniche inondano la folla esultante di Chinese radiation. La chitarra vaga senza meta mentre Thomas delira, ogni tanto schiaffeggia un pianoforte.
Vestigia di Peter Laughner, Life stinks si trasforma in un flusso di coscienza disperato ed epilettico o ciò che ne resta. Il Real world meccanico vede la band nella sua forma più composta. I ronzii di interferenza dietro le percussioni sincopate e la chitarra stridente suggeriscono una bizzarra fusione tra macchina e uomo. Over my head è una lenta liturgia di disordine e disperazione. Il synth di Ravenstine ronza ovunque, pieno di speculazioni ansiose. Sentimental journey è il manifesto filosofico della band e forse l’apice dell’album. Una massa amorfa di sassofono stridente, strimpellare di chitarra, synth dissonante e cemento musicale circonda la sonnolenza di Thomas. La miscela di dadaismo, psichedelia e componenti aleatori si trasforma in un ibrido industriale, rappresentativo delle sue perversioni e perturbazioni. Humor me conclude l’album con una breve discoteca nichilista fondata sulla tremolante fiamma di un sintetizzatore e sulle grida di Thomas.

 

Giugno 2022: Pere Ubu – THE MODERN DANCE (1978)ultima modifica: 2022-06-27T08:48:00+02:00da pierrovox

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