Marzo 2023: Inhaler – IT WON’T ALWAYS BE LIKE THIS (2021)
Data di pubblicazione: 9 luglio 2021
Registrato a: Narcissus Studio (Londra)
Produttore: Antony Genn
Formazione: Elijah Hewson (voce, chitarre, piano, tastiere, programmazioni), Josh Jenkinson (chitarre, tastiere, percussioni, cori), Robert Keating (basso, tastiere, cori), Ryan McMahon (batteria), Martin Slattery (piano), Andrea Cozzaglio (piano), Antony Genn (percussioni, tastiere, drum machine)
Tracklist
It won’t always like this
My honest face
Slide out the window
Cheer up baby
A night on the floor
My king will be kind
When it breaks
Who’s your money on? (Plastic house)
Totally
Strange time to be alive
In my sleep
“Quando ho deciso di suonare, mio padre non mi ha aiutato”
(Elijah Hewson)
Che non sia facile essere figli d’arte è cosa risputa. Ci sono tantissimi esempi di carriere letteralmente schiacciate dal peso e dalla popolarità di alcuni genitori che per i figli che decidono di intraprendere la stessa strada è decisamente complicato non solo farsi notare, ma soprattutto togliersi di mezzo l’etichetta di essere “figlio di”. Non fa eccezione in questo Elijah Hewson, figlio Paul Hewson, meglio conosciuto come Bono, il leader degli U2. Il terzogenito di casa Hewson ha intrapreso un percorso artistico in ambito indie rock, con reminiscenze revival post punk agli inizi degli anni ’10 del nuovo millennio, più o meno in contemporanea con l’inizio della carriera da attrice della sorella Eve, che ha esordito niente meno che con Paolo Sorrentino a fianco di Sean Penn in This must be the place. Stando però a quanto sostengono i due ragazzi, pare che Bono e sua moglie abbiano tentato in tutti i modi di dissuaderli dall’intraprendere carriere artistiche, probabilmente perché sapevano che la loro eventuale popolarità sarebbe stata accostata alla celebrità del leader degli U2.
Ad ogni modo gli Inhaler (nome scelto per via dei problemi di asma di cui il leader del gruppo soffriva da piccolino) sono un fenomeno interessante per il rock giovanile degli ultimi anni, seppur si muovano in territori molto derivativi. Giungono al disco d’esordio dopo aver pubblicato tutta una serie di singoli ed ep, video promozionali, e aver preso parte ad importanti festival di musica alternativa.
It won’t always be like this condensa tutti i singoli e le prove che gli Inhaler han provato a fare sin dai primissimi passi, un po’ come fu Boy per gli U2. L’album si apre con l’incalzante title-track, densa di sintetizzatori anni ’80 e una progressione armonica e ritmica che ricorda certi Muse più pop. Si prosegue con il synth pop di My honest face, con quell’appiglio new wave dei primi Interpol, mentre Slide out the window si muove sinuosa in un ritmo funky-soul andando a lambire certe cose dei Primal Scream. Cheer up baby è una canzone che vorrebbe essere un inno generazionale, e che nelle chitarre ricorda addirittura i Cure più pop, mentre il video vorrebbe ricordare quello di I will follow degli U2. A night on the floor giunge con il suo spumeggiare sonorità prese dal pop psichedelico di fine anni ’80, tra gli Stone Roses e i Primal Scream. My king will be dead è una ballata semiacustica che ha molto a che fare con i Radiohead o addirittura i primi Coldplay. When it breaks prova a rialzare il tiro adrenalinico richiamando gli Strokes. Poi giunge Who’s your money on? (Plastic house) con i ritmi funky e le onde sintetiche a reggere per metà canzone, per poi spezzarsi in una dimensione estatica e sospesa da ricordare i Radiohead degli anni ’90, anche nel cantato di Elijah che ricorda molto quello di Thom Yorke. Totally è un altro pezzo che tenta l’approccio funky, e che probabilmente ricorda molto i Coldplay più recenti. Strange time to be alive è una scheggia psichedelica che anticipa il finale affidato ad In my sleep, con quelle chitarre sporche e un tantino lo-fi alla Strokes.
Probabilmente non c’è nulla di veramente originale in questi solchi, ma non si può certo rimproverare alla band la mancanza di talento e il gusto per il rock di un certo spessore. Il loro album d’esordio è bello e promettente, nella speranza che il gruppo sappia crescere nel modo più opportuno, dimostrando di non essere solo la band del figlio di Bono. Benvenuti!