Marzo 2020: Cristina Donà – TREGUA (1997)

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Data di pubblicazione: Febbraio 1997
Registrato a: Milano
Produttore: Manuel Agnelli
Formazione: Cristina Donà (voce, chitarra), Manuel Agnelli (chitarra acustica, chitarra elettrica, organo, campionamenti, pianoforte, percussioni, wurlitzer, vibrafono, cori), Marco Barberis (batteria, rullante), Bruno Briscik (violoncello), Mox Cristadoro (spazzole), Mauro Giovanardi (armonica), Xabier Iriondo (chitarra elettrica), Ferdinando Masi (batteria), Tim Power (basso), Giorgio Prette (batteria), Maurizio Raspanti (basso, percussioni)

 

Tracklist

 

                        Ho sempre me
                        L’aridità dell’aria
                        Stelle buone
                        Labirinto
                        Raso e chiome bionde
                        Le solite cose
                        Piccola faccia
                        Senza disturbare
                        Ogni sera
                        Risalendo
                        Tregua

 

Il mio approccio alla scrittura è intenso, vario
e a volte criptico
(Cristina Donà)

 

L’epoca del grunge e delle cosiddette rrriot girls giunge anche in Italia, trovando nelle figure delle carismatiche Carmen Consoli e Cristina Donà due perfette interpreti dello spirito che animava quel movimento rock determinato, “femminista” e poeticamente aggressivo.
Cristina Donà, cantautrice appassionata di musica sin da tenera età, e cresciuta a pane e rock (tra i suoi amori musicali si annoverano Sinead O’Connor, Joni Mitchell, Tom Waits, Bruce Springsteen, Michelle Shocked, gli U2; questi ultimi poi particolarmente condivisi con suo marito, lo scrittore Davide Sapienza), è stata per tanto tempo la promessa femminile dell’indie rock italiano di fine anni ’90. L’incontro con Manuel Agnelli si rivelerà particolarmente determinante per la carriera della cantautrice lombarda, da diventare lui stesso produttore e musicista del suo disco d’esordio, Tregua.
Questo disco sta al rock indipendente femminile italiano come Rid of me sta a quello inglese, facendo di Cristina Donà la “PJ Harvey del Belpaese”.
E infatti di umori simili è intrisa l’iniziale Ho sempre me, che apre le danze in modo aggressivo, tra distorsioni e atmosfere sulfuree. L’aridità dell’aria invece si accosta su melodie più delicate, che non disdegnano di salire di tono, su un tappeto sonoro pop rock, e un falsetto finale struggente. Stelle buone invece torna a ricalcare terreni congeniali alla prima PJ Harvey, attraverso riff saturi e ritmiche incalzanti, e liriche grondanti frasi d’amore tormentato. Labirinto invece è in tenue acquerello, dove la fanno da padrona organo e piano, e note pizzicate, richiamando alla memoria un certo Robert Wyatt. In Raso e chiome bionde ci si accosta a trame che riportano a Carmen Consoli, mentre per Le solite cose le atmosfere tornano spumeggianti di umori psichedelici, raga e visionarietà orientale. Piccola faccia invece dal canto suo è una canzone semplice, leggera e brillante, con melodie carezzevoli e basi sonore dettate dallo spazzolare sul rullante e tappeti di tastiere. Senza disturbare però apre al lato ironico e teatrale di Cristina Donà, riflettendo sulla condizione femminile nel mondo del lavoro. Ogni sera invece si riappropria di sonorità hard grunge, piuttosto comuni di quel periodo, mentre in Risalendo torna a farla da padrona il suono di un organo chiesastico, che apre ad una melodia tanto vicina a Jeff Buckley. Chiude il disco la tormentata title-track dedicata a Kurt Cobain.
Il disco ottenne importanti riconoscimenti, tra i quali il Premio Tenco del 1997 come miglior album d’esordio, il Premio Max Generation, e il riconoscimento della fanzine Musica e Dischi, oltre al consenso importantissimo di Robert Wyatt, che segnalò il disco alla rivista musicale Mojo.
Cristina Donà continuò il suo percorso con il più intenso e personale Nido (sempre prodotto da Manuel Agnelli) e Dove sei tu, che segnò una particolare ricerca della maturità musicale. Da segnalare anche la buone prove de La quinta stagione. In ciascuna di queste prove la Donà ha saputo dimostrare di avere non solo un grande talento e una grande propensione alla scrittura e all’interpretazione, ma di essersi decisamente meritato il suo posto d’onore nel panorama rock italiano, tra i più grandi protagonisti.

 

Cristina Donà non ha l’aria della cantautrice rock venuta dall’underground: la sua figura fa semmai pensare a un‘attrice drammatica, di quelle che “vivono” i ruoli così intensamente da apparire austere e impenetrabili“.
(Federico Guglielmi)

Marzo 2020: Cristina Donà – TREGUA (1997)ultima modifica: 2020-03-16T10:51:14+01:00da pierrovox

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