Febbraio 2024: Philip Glass – GLASSWORKS (1982)
Data di pubblicazione: 1982
Registrato a: Green St. Recordings (New York)
Produttore: Kurt Munkacsi & Philip Glass
Formazione: Philip Glass (organo elettrico), Fred Zlotkin (violoncello), John Abramowitz (violoncello), Seymour Barab (violoncello), Larry Wechsler (corno francese), Sharon Moe (corno francese), Michael Riesman (piano, sintetizzatore, organo), Jon Gibson (sassofono), Richard Peck (sassofono), Al Brown (viola), Julian Barber (viola), Linda Moss (viola), Lois Martin (viola), Maureen Gallagher (viola)
Lato A
Opening
Floe
Islands
Lato B
Rubric
Facades
Closing
Philip Glass è considerato uno dei compositori più prolifici e influenti del ventesimo secolo. Artista estremamente versatile, che non solo ha fondato un suo gruppo musicale, ma ha scritto numerose opere, sinfonie, canzoni, poesie e colonne sonore di film, tre delle quali hanno stato candidato all’Oscar. Il suo lavoro si lega a diversi generi, tra cui: elettronica, ambient e rock. Glass ha collaborato con molti artisti in passato, da David Bowie a Brian Eno, dai Portishead, David Byrne a Aphex Twin, che possono essere visti come influenze per Glassworksm senza dubbio la manifestazione del classicismo moderno.
Sebbene minimalista, Glassworks ha ancora la capacità di evocare forti emozioni e immagini. Opening e Closing sono in qualche modo simili in termini di composizione. Entrambe le canzoni condividono lo stesso senso degli arpeggi di pianoforte morbidi e aggraziati, ed entrambi trasmettono un’emozione molto forte. Opening è più malinconico, gentile e doloroso, mentre Closing aggiunge angoscia a queste emozioni. L’apertura e la chiusura sono quasi ipnotizzanti, nonostante il suono tenda generalmente a rimanere lo stesso.
Subito arriva Floe e si viene immediatamente portati via dal pianoforte cullante e introdotti a tempi in chiave in costante cambiamento stratificati con fiati, sintetizzatori, archi e clarinetti. Island è più lenta, più serena. Island poi si collega con Rubric, che decolla in un mondo di nuovi suoni, tutti dominati dagli ottoni. Facades ha un suono più denso e ricco.
Glassworks è davvero un passo nel mondo dei compositori moderni. Philip Glass ha composto così un’opera generalmente considerata più “pop” tra le altre composizioni classiche, riuscendo a trasmettere emozioni solo attraverso la sua orchestrazione.