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Colore e forma

“Il capolavoro dell’ingiustizia è di sembrare giusto senza esserlo.”
Platone

Mi ha sempre affascinato la filosofia. La mia formazione è umanistica, è stato, quindi, naturale accostarmi ai grandi filosofi. Lo scopo? Non trovare risposte, ma domande, interrogativi.

Etica, morale ed estetica, mi hanno reso per certi versi rigido e stranamente scostante.

Il mondo vive un dualismo millenario.

Giustizia contro ingiustizia.

Negli ultimi post ho descritto la ferocia dell’ingiustizia umano contro se stessa e contro tutti gli esseri viventi.
Mi chiedo, c’è una carenza di giustizia nella nostra moderna società? Direi di sì.
E ancor peggio!!! Sono reali e tristemente attuali le parole di Platone. Esempio: la guerra diventata giustizia e salvezza dei popoli.
La retorica. Bella invenzione! Lo è stata, finche le parole bastavano a risolvere i conflitti.

Oggi avevo intenzione di lavare via le immagini evocate nei giorni scorsi. Raccogliere un pò di bellezza e goderne i riflessi. Come quando si raccoglie un fascio di margherite o girasoli e si adagiano su un vaso, poi messo su un tavolo. Lo scopo di quel vaso di fiori, è, dare agli occhi un pò di colore e bellezza. Con tutto quello che si legge e ascolta in giro è inevitabile accostare il vaso fiorito ad un coltello insanguinato. L’uno non riesce a vivere senza l’altro, perché è altrettanto inevitabile che la nostra mente si addolori e soffri per il male, come gioisce per il bene.

È un’esigenza irrevocabile, quindi, programmare (inserire) un pensiero felice o creativo, tra un post cupo e l’altro, inserire un respiro di vita tra un denuncia e l’altra, una violenza e l’altra.

Chi legge ha la sua natura intima e un modo tutto suo di evocare la gioia.
Da qualche mese a questa parte si è aggiunta una irrefrenabile vitalità nella mia vita, fatta d’amore puro: Frida.
Anche ora che scrivo sento il suo calore. Dorme serenamente sotto la scrivania.

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Frida è una gioia, un amore che sgombera parecchie nubi nere. Il resto è colore e forma.
Ognuno sceglie la sua.

 

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Il mio mare.

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Brividi d’azzuro

L’altalena.
L’altalena è tante cose, è tante età e le età sono memoria, quindi l’altalena è memoria.
Forse non lo sapete, l’altalena è anche un’opera teatrale, scritta da un grande sceneggiatore e poeta siciliano Nino Martoglio.
Martoglio scrisse L’Altalena o Voculanzicula nei primi anni del Novecento. La commedia narra la storia di una giovane orfana, Ajtina, che abbandonata dal cosiddetto fidanzato, Mariddu, cerca conforto ed aiuto nella famiglia di lui, non trovandolo nella madre, Donna Flavia, ma soltanto nel fratellastro, Neli. Mariddu, ingelositosi, la ferisce e viene arrestato. Quando esce dal carcere vorrebbe riallacciare la relazione, ma Ajtina, a quel punto, preferisce il fratellastro Neli che durante quel lungo periodo, l’ha aiutata ad andare avanti con grande generosità, palesandole il suo amore seppur con tanta timidezza.

L’altalena è anche una canzone di Orienta Berti.

L’altalena è quindi tante cose, è e rimane, però, un brivido, un brivido di gioia che attraversa il tempo, che tu sia un bambino di 8 anni o un adulto di 50, quel brivido ti acchiappa il cuore, lì, proprio lì, in quel preciso momento, quando i piedi sono cosi alti che l’unica cosa che vedi è il cielo azzurro e le bianche nuvole.

Sapete non solo a noi piccoli esseri umani piace l’altalena e non solo?!

https://youtube.com/shorts/MruriEZYl9M?feature=share