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Tormenti

Ripasso e riscrivo.

Cose belle? Cose brutte?

Vedremo.

 

“Un timoniere di valore continua a navigare anche con la vela a brandelli.”

Lucio Anneo Seneca

 

Un paio di giorni fa, finisco un lavoretto e vado in soggiorno. Non vedo Frida. La cerco.

Intravedo la sua sagoma accucciata nel balcone, mi avvicino e mi accorgo che il suo muso è completamente deformato.

 

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Dopo lo shock iniziale, la prendo e mi precipito in clinica, per fortuna la veterinaria ha aspettato il nostro arrivo. Erano quasi le 20:00, una fortuna averla trovata ancora in loco.

Una reazione di certo ad una puntura d’ape o vespa, a volte ne volano tra i fiori del balcone e Frida ha il vizio di mangiarsele.

La sua reazione è stata, nonostante tutto, da Pit, “forte”, giocava e correva come sempre. Considerando che ci sono individui che fanno profilassi anti epidemia solo per una puntura di zanzara, ce da ammirarla.

Una cosa – la piccola – soffre, come noi del resto.

 

Il caldo.

 

Cara amica, vorrei essere altrove, magari in un luogo come questo:

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Mai più si muoverà

in quest’ora che s’indovina afosa.

Da: Ora sia il tuo passo.

Eugenio Montale

 

L’estata è questo, è caldo, è afa. L’unica cosa che amo dell’estate e la sinfonia di Vivaldi, tutto il resto è: tedioso e insopportabile tormento.

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Assenza

Eccomi di nuovo.

——— Parte 1 ———

Domani visita oculistica.
Qualcuno potrebbe domandarsi, e allora?
Me lo sono chiesto? A chi può interessare il problema medico di uno sconosciuto?
Avete certo i vostri di problemi, e non è mai consigliabile ascoltare i lamenti di altri.

“Soffrire senza lamentarci è l’unica lezione che dobbiamo imparare in questa vita.”
Vincent van Gogh

Vincent potrebbe aver ragione.
In realtà piccoli e semplici dimostrazioni di gentilezza li ho ricevuti in questo mondo fatto di bit.

Al di là della percezione che ho delle persone, sempre, poco positiva.

Mi rimetto e mi sono sempre rimesso alla buona fede di chi scrive.

Voglio credere, posso credere, ho bisogno di credere.

Perché questo nuvoloso pensiero?
Un motivo c’è?
Un motivo che ha radici nella quotidianità dei contatti personali.

Esiste un detto tragico e spietato che riflette un mondo personale. Un mondo che in una logica eticamente sana non avrebbe possibile di esistere.

Parenti serpenti.

Ieri, come spesso accade la domenica, io e la mia compagna siamo andati a trovare mia madre e di conseguenza mia sorella (stesso palazzo piani diversi).

Come certo avete avuto modo di scoprire dalle tante lucette che tappezzano i balconi delle nostre vie, sta per arrivare Natale.

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Sapete che succede quando arriva? Si inizia a discutere del 25, del 26, del 31 e 1, in termini di pranzo e cene.
Ieri seduto nel divano, totalmente pacioso e sornione, mi sono ritrovano ad ascoltare i dialoghi tra mia madre, mia sorella ed una zia venuta in visita.

Se viene lei io non vengo.” o “quando mi vede neanche mi saluta, quindi non c’è alcun motivo di invitarla alla cena di Natale.
Non vi sto a raccontare i dettagli sarebbe tedioso e inopportuno, vi scrivo solo che ci sono quattro sorelle, due non si parlano, direi anzi che si odiano a morte, di conseguenza si sono create due fazioni, perché le altre due sorella vanno d’accordo una con una di quelle che non sopporta l’altra sorella, l’altra con l’altra litigiosa (scusate il gioco di parole) le due che non si odiano naturalmente si vedono anche con le altre sorelle litigiose, senza però la presenza di quella con cui vanno d’accordo… avete capito qualcosa?
Un casino, che non ha molto senso dal mio punto di vista.
La cosa che rende tutto ancor più stupido è che anche i figli delle sorelle litigiose per solidarietà non si salutano e di conseguenza non si parlano.

Uno (anche più di uno) per giunta a volte fa finta di non vedermi, pur di evitare il contatto e salutarmi (e mia madre non è neanche una delle sorelle litigiose). Quando non può farne a meno, perché inevitabile, fa il seriamente gentile. E qui torno al pensiero iniziale. Quanto è vero questo semplice atto di gentilezza?
La falsità del buonismo è vera quanto la verità della cattiveria.

Sinceramente non mi creo e non mi sono mai creati questi problemi. Di mio sono sempre stato solitario e riservato, non salutarmi cosi come salutarmi, per me è uguale, non mi offendo, né provo risentimento, qui purtroppo subentrano le mie ridotte capacità comunicative e di socializzazione dovute allo spettro asperger.
Trovo anzi tragicomico questo cercare di prendere le parti dei genitori e commettere lo stesso errore.

Piccoli atti di gentilezza. Neanche il Natale è capace di dispensarli certe volte.

Non posso, quindi, non ripensare a chi mi scrive e mi ha scritto qui.
Agli abbracci (scritti) che accompagnano i piccoli atti di gentilezza nel prendere a pensiero la mia vista e la sua problematica.
Ognuno a suo modo, Ely, stella, OGR (sempre più menestrello di sensazioni), Rosy, Alf, realizzano quello che il sangue non riesco a fare a dire o semplicemente sentire.

Ed è triste questa cecità, questa sordità che il sangue cede alla vita.

E poi surfinia: “Penso ai familiari lontani. A pericoli o minacce possibili e imprevedibili. Sono stufa di vivere in un mondo pericoloso e vedo cose belle in quantità troppo esigua per compensare anche in minima parte tutto questo orrore. Tu, caro amico, fai parte di queste ultime. La tua sensibilità, la tua empatia e la tua intelligenza. Mi spiace tanto per quello che stai passando.
Bellissimo attestato di stima che rivela la grande sensibilità di una donna che avrebbe motivi per essere più che dura con la vita e il falso buonismo così difficile da scovare a volte cosi vicino che ti accarezza e sorride.
Non che le altre anime non abbiano un altrettanto istinto sensibile. La materna impronta, quella che solo l’amore riesce a generare è visibile in ogni piccolo atto di gentilezza che offrite.
La differenza è nella natura della parole, nelle storie che si raccontano.

Esporsi al giudizio è un atto altrettanto gentile e amorevole, un atto di gentilezza e amore verso la storia che è condivisione, a volte, persino, esempio.

“Spesso nel giudicare una cosa ci lasciamo trascinare più dall’opinione che non dalla vera sostanza della cosa stessa.”
Lucio Anneo Seneca
   

Finora ho scritto opinioni che sono riflessi di pensiero. Come giungere alla sostanza delle cose?
Come oltrepassare il limite del giudizio e giungere all’assenza?

Assenza.

“Essere mezzo cieco è peggio che esser cieco, perché si vede quel che ci manca.”
Victor Hugo

È Natale, cosa manca?

La risposta a questa domanda apre un mondo che per adesso tengo da parte.

——— Parte 2 ———

Frida.

Sapete cosa non manca in questo periodo? Le giornate piovose.

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E lei è pronta per lunghe e solitarie passeggiate.

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Sospiri

“In tre tempi si divide la vita: nel presente, passato e futuro. Di questi, il presente è brevissimo; il futuro, dubbioso: il passato, certo.”
Lucio Anneo Seneca

Guardando i post precedenti, mi sono ritrovato a scorrere le pagine a ritroso fino al primo post.
4 parole contro le 943 dell’ultimo.

TUTTO INIZIA DAGLI OCCHI

Questo il primo pensiero condiviso. Da questo mi è nata una lugubre considerazione. Se tutto inizia (a mio parere) dagli occhi, tutto, dove o come finisce?
Mi verrebbe da scrivere da un sospiro.

“Ero a Venezia sul Ponte dei Sospiri; un palazzo da un lato, dall’altro una prigione; vidi il suo profilo emergere dall’acqua come al tocco della bacchetta di un mago”
Lord George Gordon Byron

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Considerato oggi il ponte dell’amore o il ponte degli innamorati, la leggenda vuole che scambiandosi un bacio sotto il suo arco su una gondola nel momento preciso in cui il Campanile di San Marco fa sentire le sue campane, si assicura il proprio amore all’eternità!

Il Ponte dei Sospiri è uno dei luoghi più romantici di Venezia. A dispetto del nome i sospiri a cui fa riferimento non sono, però, i sospiri degli innamorati.

Ai tempi della serenissima il ponte dei sospiri veniva attraversato dai condannati o dai detenuti in attesa di giudizio. Trascinati a volte in catena dagli uffici dei tribunali di Palazzo Ducale alle Prigioni o viceversa, i sospiri erano, in realtà, i lamenti per le dure condanne che questi dannati ricevevano dalla giustizia del Doge.

Perché vi sto raccontando tutto questo?

Non certo per descrivervi la bellezza architettonica, che di certo vale, del meraviglioso ponte veneziano.

Ci sono luoghi che sono unici per bellezza e storia e poi ci sono luoghi che entrano nell’anima perché raccontano solo noi.

C’è un posto nel mondo dove il cuore batte forte, dove rimani senza fiato per quanta emozione provi; dove il tempo si ferma e non hai più l’età.
Quel posto è tra le tue braccia in cui non invecchia il cuore, mentre la mente non smette mai di sognare.
Alda Merini

Ricordo, quasi tutti, i luoghi del mio amore. Ricordo il luogo dove le ho dato il primo bacio, il luogo dove lei, finalmente, dopo tanti no, ha risposto sì, ricordo il primo luogo dove la macchina nel buio ha sostato. Difficile, è, ricordare il momento in cui, l’amo, è sbocciato, la consapevolezza di quel momento, se devo usare le parole di Seneca, è una certezza che unisce i tempi dell’anima.

Accorgersi di esser innamorati, è accorgersi di non esser più soli.

Ogni tanto ho bisogno di ricordare che la vita è anche poesia.

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Non sentirsi amati

Ieri la mia compagna mi ha raccontato che una sua collega di lavoro si è separata dal marito, non scendo nei dettagli, da quel che ho capito per trascuratezza, uno o una trascurava l’altra o l’altro. Chi ha iniziato? Probabilmente dopo un pò di tempo, tutto, diventa reciproco, poco importa, quindi, accusare l’uno o l’altra.

Una parte, però, voleva la separazione (lui), l’altra no (lei).

Brutto, quando si è in conflitto sulla fine di una storia o la continuazione di una storia d’amore.

Non sentirsi amati.
Per l’uomo esiste anche una componente fisica che sembra non poter esser messa di lato.
Non sentirsi soddisfatto.
Se la donna non si concede si è in difetto di qualcosa che va riempito in un modo o nell’altro.
Credo che in molti casi, anche la donna, subisca questa mancanza, non voglio condannare una parte rispetto a l’altra, ma l’uomo credo subisca più questa influenza, questa tentazione. Lo reputo, semplicemente, un fatto di autocontrollo, la donna riesce a controllarsi di più.

Non ho idea cosa la psicologia asserisca in relazione a questi comportamenti.
La mia logica mi suggerisce che il problema in molti casi è nei preliminari.
In che senso?
Ci si concentra sull’atto finale, la penetrazione, lì, si impegna tutto il pathos e l’emozione, tralasciando quel che molti definiscono, “il gioco della seduzione”, le attenzioni che servano non ad arrivare al letto, ma ad arrivare a sentire che lei o lui e quel che desideriamo.

Molti si accendono troppo facilmente, altri troppo lentamente.
Alla fine ci si perde nella routine della quotidianità, tra piatti da lavare e spazzatura da buttare.

L’epilogo, purtroppo, si conclude spesso con la separazione.
Non posso avere la certezza che la trascuratezza affermata dalla mia compagna sia quella sessuale, ma dubito che non ci sia di mezzo, anche, questa sfera.

Ridurre tutto al sesso, potrebbe agli occhi degli austeri e perbenisti essere riduttivo, il matrimonio, in fin dei conti, si basa sull’amore e far l’amore è un atto che trascende il sesso.
Nella teoria sono d’accordo.

Richiamo ancora una volta il buon Seneca che saggiamente diceva: “Non è libero chi è schiavo del proprio corpo.

Potrei citare Jung di certo più ferrato sull’argomento: “La più parte degli uomini è eroticamente cieca, poiché commette l’imperdonabile malinteso di scambiare eros con sessualità. L’uomo crede di possedere la donna quando la possiede sessualmente: ma mai la possiede meno di allora. Infatti per la donna la sola relazione che conti è quella erotica. Per lei il matrimonio è una relazione con in più la sessualità.

Il problema di molte coppia è in quelle frasi iniziali.

Fammi godere” troppo egoistica.

Ti faro godere” troppo altruistica.

La frase perfetta:

Godiamocela” per i puri di cuore “amiamoci”. 🙂

AMARSI NELLO STESSO TEMPO

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Egoista

Non mi sono mai dilungato troppo sulle notizie che il mondo ci regala, sì qualche interazione, opinione ogni tanto l’ho concessa giusto per delineare una posizione. Ma per il resto ho sempre condiviso mie esperienze. Ieri discutendo con un parente prossimo ho sottolineato che non ero d’accordo su una sua posizione e mi sono beccato un bel egoista.
Non crede di esser un egoista, all’apparenza probabilmente sembro scontroso e indifferente ma è un atteggiamento di difesa costruito negli anni.
Non vi sto a raccontare l’argomento non è importante, nulla di vitale, mi soffermo su come è facile essere utili quando fai quel che dicono gli altri e invece esser inutile e magari egoista se non assecondi i loro desideri. Non scrivo nulla di nuovo e forse ho già discusso probabilmente l’argomento, non ricordo.
Ma è irritante.
Un povero cristo (come esclamava mia nonna) può pensarla diversamente?
“Il nostro primo dovere è di non seguire, come fanno gli animali, il gregge di coloro che ci precedono.” Lucio Anneo Seneca.
Conformismo e anticonformismo, è alquanto esagerato lo so paragonare il mio episodio al conformismo e all’anticonformismo. Ma in generale penso che ogni pretesto è buono per affermare un’idea, possibilmente in modo pacifico e sensato.

Personalmente penso che in giro c’è tanto sfruttamento morale e non solo. Se hai abbastanza confidenza diventa per alcuni facile, dal dito prendersi il braccio e approfittare della situazione e poi reagire in modo meschino e violento ad un rifiuto. E per quanto cuore metti, la voglia di reagire con la stessa moneta c’è. Non sapete quante volte ho preso a pugni un muro o a calci una sedia per evitare di usare una faccia o un culo.

L’ho scritto qualche post addietro: “Il dono lasciato dal dolore è e può essere, se si riesce a leggere il male per quel che è, la sensibilità. E dove un occhio guarda con sensibilità, un fiore può sbocciare, una speranza può nascere e aggiungo un rifiuto con amore può esser accettato.

Immenso G.

Buon inizio di settimana a tutti.