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Tradizioni

Sicuramente ci avrete fatto caso ma manca poco a Natale :-)))
Ho letto da qualche parte che è una delle feste più controverse. Tanto amata e al tempo stesso tanto odiata.

Da quel che dicono è colpa delle luci. Una metafora ovviamente. Le luci hanno il pregio di mettere in risalto ciò che è in ombra e in questo periodo di riunioni, di convivialità, chi è solo, chi soffre di solitudine, si sente ancor più solo, chi ha poco e non può dare e fare tanto, sente di esser ancor più povero.
Poi c’è l’assenza di chi se ne andato per colpa di questi due anni, anche questa è un’ombra che la luce mette dolorosamente in evidenza. Questo è ciò che soffre chi non ama, tanto, questo periodo.

Oggi, voglio, però, soffermarmi sulle tradizioni e i ricordi che esse tramandano.
Il legame più forte che ho con questo periodo è legato al presepe.
La mia spiccata creatività e manualità, mi ha sempre messo nelle condizioni di poter e saper fare lavoretti artistici. Il presepe è una costruzione tutto sommato, molto vicina alle creazioni artistiche.
Composizione, decorazione, elementi che sono alla base di qualunque lavoro creativo, compreso il presepe.

Da tradizione mia madre usciva le decorazioni e gli addobbi, l’8 Dicembre, e negli ultimi 48 anni si è sempre fatto così ed ho continuato a far così, anche quando ho lasciato casa dei miei genitori.

L’8 Dicembre, quindi, ho uscito addobbi, pastori e luci e insieme alla mia compagna abbiamo iniziato a rendere il nostro appartamento più natalizio. Lei si è adoperata sull’alberello, io sul presepe.

Al di là del significato religioso che è relativo, da piccolo, infatti, non capivo la natività e la fede che viveva dietro quel piccolo bambino di plastica, oggi, al di là del significato, è il ricordo che mi spinge ogni anno a prendere i pastori e posizionarli in quel piccolo scenario fatto di carta e cartone. Mi ricorda i nonni, le mie nonne per esser precisi. Per esser corretti, più che precisi, una nonna, l’altra in verità era la prozia di mia madre, per me era la nonna, sempre chiamata nonna e sempre resterà la mia nonna.
Perse da giovane. Le uniche, in particolare la pro pro zia, ad avermi dimostrato amore.
Quell’amore fatto di piccoli atti di gentilezza.

Mia madre mi ha avuto molto, molto giovane. Dietro aveva ed ha una storia triste e dolorosa. Molto giovane, troppo giovane per saper crescere un bambino, troppo ignorante (non lo cito come un difetto, né con disprezzo, ma come una condizione sociale comune dalle mie parti)  per capire le necessità di un bambino.
Mio padre poi, il maschio siciliano. Non era neanche colpa sua, uno stereotipo sociale che purtroppo per lungo tempo ha marchiato gli uomini siciliani. Non sono stati capaci, non sapevano come fare, non avevano l’educazione, mia madre, in particolare, non ha avuto l’esempio di come si dava affetto, si davano carezze, baci, non le ha avute lei, non le ha sapute dare. Ha fatto il possibile, più di quando poteva per prendersi cura di me e mia sorella, ha dato l’immenso amore che aveva nell’unico modo che sapeva fare.

Non voglio rattristare me, né chi legge, quindi, abbandono il racconto e il passato. Ho un ricordo ed insieme ad esso un’emozione, una delicata emozione. Quel ricordo e questa emozione è quel che voglio condividere.
E lo faccio attraverso questa immagine.

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Ciao Nonna