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Che vi posso raccontare?

Come temevo l’allontanamento porta con se l’ombra dell’indifferenza.
Finché scrivi e ti dedichi ad un argomento, ad un’attività, il desiderio ispira l’azione. Ma se ti fermi! Dimentichi e rischi di non provare più la voglia di continuare.

Non ci voleva questo stop.

Che vi posso raccontare?
Fino a pochi mesi fa, riuscivo a stare davanti al pc senza gli occhiali da vista, semplicemente con i normali occhiali bifocali. Solo per leggere caratteri piccoli usavo gli occhiali da vista, oggi non riesco a leggere nulla con i bifocali, sono diventato una talpa. 🙂

 

talpa

Comunque la vita prosegue, direi, abbastanza normalmente.

Frida è entrata negli 11 mesi, è adulta. Il carattere è leggermente cambiato, è diventata testarda e un pò disubbidiente.
Abbiamo io e la mia compagna visitato alcuni centri d’addestramento.
Tutti consigliano (obbligatoriamente) di usare il collare a strozzo o semi strozzo.

La mia compagna è relativamente d’accordo, pensa che sia l’unica soluzione per educarla prima che sia troppo tardi. Ha più esperienza, probabilmente ha ragione, io non ho mai avuto cani, non so che significa aver a che fare con un cane disubbidiente.

L’idea di infliggere dolore a Frida per correggere il suo comportamento non mi entusiasma.
Non sono mai stato d’accordo con l’uso di questo strumento.
Non sono, però, un educatore e i cani, sono cani, a detta degli addestratori.
Questa è una frase ricorrente, frase che mi ha colpito, bisogna ricordarsi che sono cani e non umani. Il collare a strozzo serve per educarli e ricordargli il morso educativo della madre.

 

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Ma vaffanculo >:(

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Passaggi

Rientro dopo parecchi giorni, scrivere mi manca, ma ho buoni motivi per diluire la mia presenza in questo spazio.

Una scelta per preservare i miei occhi, il medico insiste al che io eviti il più possibile l’uso del Pc.
Cosa in realtà impossibile visto che molti progetti passato dal PC, in sostanza, quindi, devo ridurre l’uso, evitare quel che è fuori dall’ambito professionale.

Quindi per adesso mi tocca entrare a distanza di tempo. Scrivere mi porta a passare tanto tempo davanti al pc, soprattutto la sera.

E la sera che i pensieri si fanno più fitti e il silenzio porta in superficie ciò che i rumori quotidiani nascondono.

Avrei da scrivere tanto, soprattutto sul periodo che sono stato costretto a stare bendato.
Niente TV, niente PC, niente passeggiate, solo silenzio alternato a musica.

Difficoltà reali nel passare da una stanza a l’altra. Percezione totalmente nuova. A volte strana, curiosa, altre volte terrificante.

Non c’è il pericolo di perdere questo bene assoluto (la vista), la prevenzione è stata efficace, ma servono accortezze.
Ad una certa età i sacrifici, sono necessari, per evitare che questa macchina perda pezzi.

Alla prossima.

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Quel che ho

“Se desideri vedere le valli, sali sulla cima della montagna. Se vuoi vedere la cima della montagna, sollevati fin sopra la nuvola. Ma se cerchi di capire la nuvola, chiudi gli occhi e pensa.”
Khalil Gibran

Vedere, un verbo che ho vissuto con emozione, contrastante emozione, in questo ultimo periodo.

Ho già scritto di occhi e vista, in un lontano post: Occhi

Dal problema non si guarisce, semplicemente, ci si adatta e si vive prendendo le dovute precauzioni (mediche).

La prospettiva, però, cambia quando ti viene tolto qualcosa che più di tutto è scontato, più di ogni altra cosa è tuo, ti appartiene.

L’emozione e la riflessione che scaturiscono sono diverse.

Ti possono togliere internet, togliere la tv, togliere l’auto, persino il lavoro e con esso il sostentamento. Non hai la stessa reazione. Non è la stessa cosa. Non è come perdere qualcosa di prezioso e unico come la vista o l’udito.
Paradossalmente ti senti, però, più derubato se ti sottraggano il cellulare, l’auto o il lavoro, si arriva, persino, ad impazzire se la donna o l’uomo che hai accanto ti abbandona.

Non so se ha senso il discorso che ho appena scritto?
Sono stato una settimana senza poter vedere, stranamente i pensieri che mi sono affiorati in mente non sono stati quelli che immaginavo.
Mi vedevo, per restare in tema, disperato e affranto ed invece. La paura c’era e c’è, ma non la disperazione.
In questa situazione mi sono accorto di quel che ho, non di quel che mi è stato tolto.

P.S.
Voglio ringraziare chi mi ha mostrano affetto e vicinanza in questo momento particolare, non era scontato o dovuto:
La sempre presente e vitale elyrav, la sempre sorridente e ottimista OgniGiornoRingrazio, la sempre sensibile e materna stelladelsud16 e l’anima che più mi somiglia la struggente surfinia60.

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Occhi

Ho già avuto modo di scrivere di sguardi, di occhi e visioni, in un post ho anche descritto l’arrivo nel mio comodino degli occhiali per leggere. La vista.

“Ogni uomo confonde i limiti del suo campo visivo con i confini del mondo.”
Schopenhauer.

I limiti con l’età creano confini ed ereggono trincee è inevitavile. Da anni, direi oramai, mi sottopongo a controlli visivi, la prevenzione è, intelligenza oltre che prudenza.
Mi è stato diagnosticato un glaucoma, lo so da una settimana oramai, quando penso a questa parola, penso alla cecità. Il medico mi ha rassicurato che nella maggior parte dei casi se preso in tempo, questo rischio è inesistente, se ovvio si seguono le cure.

Le metafore sulla vista sono infinite e acuminate come lame.

“Occhio per occhio rende il mondo cieco.”

Saggio e indimenticato Gandhi, oggi più che mai servirebbe una figura con il suo cuore.

La paura c’è, percepisco il peggioramento e l’idea di perdere la vista, lo ammatto mi fa tremare.
Che dire mi mancava un’altra paura, non sia mai mi potessi sentire solo o per un’istante pensare che tutto andava bene.
Mi viene in aiuto la logica come sempre, e il mio cuore che mi parla e come sempre anch’egli cerca di aiutarmi a capire e sentire con la giusta visione. 🙂

“Non c’è mai perdita senza insegnamento, quindi raccogli quel che ti verrà donato da questa consapevolezza e ama, l’amore riempie non toglie mai. La paura ha ali per volare e condurti, lì, dove i pensieri diventano strutture e le parole echi per conversare. La vista del cuore, la mia visione non ti verrà mai tolta e finché osservi il mondo con i miei occhi ci sarà luce anche nel buio più tetro.”

La paura c’è, ma sono fiducioso che i miei occhi riusciranno a resistere anche a questo bullo.

E sì, tornano sempre nei miei pensieri i bulli, in giro ce c’è stanno parecchi, piccoli e grandi, alcuni grandi come Nazioni. La sfida più grande è sempre vincere se stessi, il bullo ha un potere che è nostro, noi concediamo quel potere, il potere di sopraffarci e solo nostro è il potere di sottrargli dalle mani la violenza, trasformando la paura in un angelo capace di mostrare compassione, mostrare resilienza e persino il dolore del nostro sangue.
Tutti, tutti dicono, urlano, scrivono che vogliono, desiderano un mondo senza violenza, persino chi combatte, afferma di combattere per un mondo senza violenza. Finché si risponde alla violenza, finché si rende viva la violenza, essa sarà voce per le nostre paure, respiro per le nostre incertezze.

Bullismo-gli-interventi-psicologici-di-aiuto
Mi rendo conto leggendomi di esser retorico e inutile, c’è rabbia verso il mondo e cerco di nasconderla con belle e nobili parole.

Meglio il silenzio.