Un incontro…. con Voi tutti!

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Auguro Buon Natale a tutti i membri di questa comunita’!

Un augurio speciale lo dedico a tutti coloro che hanno sfogliato fino ad ora il mio blog e mi hanno regalato il loro tempo; un augurio tenero ed affettuoso lo dedico a tutti coloro che hanno invece partecipato attivamente con la loro presenza, con le loro domande, con i loro messaggi privati e che hanno soprattutto avuto la pazienza di seguirmi.

Rivolgo i miei piu’ caldi e sentiti auguri ai miei amici, a coloro che hanno dimostrato attenzione, comprensione, fiducia ed affetto nei miei confronti.

I veri protagonisti del mio blog non sono i miei “incontri” ma siete VOI,  Voi che  leggendomi e interagendo come me INCONTRATE ME.

Un grazie quindi a tutti Voi dal profondo del mio cuore! AS

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Un incontro….. nel sogno!

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Ho ancora il ricordo intatto di un bel sogno! Un incontro surreale fatto nelle prime ore del mattino mentre fuori la neve si diverte a spennellare il tetto di bianco.

Chi ero nel sogno? Ero una casellante! Mi avevano assegnato il posto di custodia di un passaggio a livello che non era ancora regolato automaticamente. Ad ogni avviso di campanello della stazione centrale dovevo chiudere manualmente le sbarre e rialzarle appena il treno fosse passato. Non era un lavoro troppo impegnativo anche se gli orari a volte erano imprevedibili ed io dovevo alzarmi di notte per effettuare la chiusura del passaggio a livello.

Mi avevano assegnato una casa a due piani piuttosto grande per me sola che avevo deciso di trasformare in una piccola pensioncina per le persone che dovendo scendere alla stazione e riprendere la concidenza del treno successivo e desideravano rifocillarsi un po nell’intervallo. Abitavo a piano terra mentre al primo piano avevo 4 camere che avevo reso funzionali per i clienti che desideravano pernottare una notte. A piano terra avevo un grande salone con angolo cottura e un bel camino acceso. La stanza accanto era il mio piccolo ufficio dal quale ricevevo le comunicazioni dalla stazione centrale.

Drin, drin, drin! Era la comunicazione sonora che un treno era in arrivo e io dovevo uscire fuori per chiudere le sbarre del passaggio a livello.

Accadde un giorno che nel riaprire le sbarre notai un camion di color zafferano dal quale scese un uomo. Aveva un cappotto nero e un cappello in testa. Si avvicino’ e mi chiese se avevo ancora una stanza libera per trascorrere la notte prima di riprendere il lungo viaggio verso Coopenaghen. Gli mostrai la camera e la trovo’ soddisfacente. Mi chiese se anche il pasto in camera era incluso ma io risposi che di solito i clienti  andavano a cenare in paese dove trattorie e pizzerie non mancavano ed erano a due passi dalla piccola stazione dove io abitavo.

La sera stessa decisi di preparare per cena una bella polenta con un sugo di ragu’ e salsicce, faceva molto freddo e nevicava cosi un piatto sostanzioso e caldo mi avrebbe riscaldato un po’. All’improvviso qualcuno busso’ alla mia porta era l’uomo con il cappotto nero che con una scusa banale entro’ in casa e quasi sfacciatamente si tolse il cappotto avvicinandosi ai fornelli. Ammicco’ un sorriso intrigante e alla fine si offri’ di apparecchiare tavola. Insomma non so come accadde ma fini’ per cenare con me. La cosa accadde naturalmente e con un certo piacere fisico di averlo vicino a me. Aveva un modo di fare molto raffinato e gentile,un  modo di parlare elegante e cordiale, non una parola di troppo, mai, eppure i suoi sguardi dicevano di piu’.

Non riuscivo a vedere il suo volto, coglievo i suoi sguardi, i suoi sorridi ma non la complessita’ del suo viso; notavo le sue mani affusolate e curate, il suo modo di tenere il bicchiere, quella risata sonora che contagiava anche la mia, insomma  piccoli dettagli che mi mettevano a mio agio.

Dopo qualche bicchiere di vino e di liquore ci trovammo seduti sul divano davanti al camino con una bella coperta di lana. Mi trovai a raggomitolarmi vicino a lui mentre mi raccontava della sua vita, una vita sempre in viaggio, ogni citta’ straniera diventata la sua citta’ e lui amava tutte le citta’ che per lavoro aveva dovuto visitare. Io ero rapita dalle sue parole, dai suoi racconti di viaggio e mi stringevo sempre piu’ a lui come se volessi impossessarmi delle sue conoscenze, delle sue esperienze e il mio corpo respirava il suo corpo. Il mio corpo vibrava al ritmo delle sue emozioni. Il mio viso era reclinato sulla sua spalla mentre lo ascoltavo, tuttavia percepivo il suo respiro caldo e avvertivo le sue parole che diventavano sempre piu’ sussurrate e mi trovavo a vivere un’incantesimo, fin quando sollevandomi il mento  le nostre labbra si incontrarono.

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Un incontro ….. un regalo!

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Vorrei ringraziare di cuore un caro amico che segue con interesse il mio blog ed in particolare le canzoni che condivido. Grazie, grande intenditore di musica! Grazie per questo omaggio natalizio che mi dedichi: “Notturno” di R. Cocciante.

Il fantastico connubio tra la magia di Chopin  e la poesia  di Cocciante crea una melodia paradisiaca. La voce mi regala, nel suo progressivo crescendo, intense emozioni. Nell’alternarsi di attimi romantici e momenti cupi sento che l’armonia musicale diventa arte pura!

Sorridimi …. per un tuo sorriso spunterà la luna                                                   parlami ….. per ogni tua parola sboccerà una stella.                                                     ……………………………………………………                                                                              Stringimi …. che voglio avere voglia di scappare
lasciami …. che voglio avere voglia di tornare!

Un incontro…. una collaborazione!

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Quando un incontro, fatto per caso, diventa una bella collaborazione a 4 mani. Una mattina recevetti un messaggio: “che ne pensi di un incontro in bianco?” Ed io incuriosita risposi: “perche’ no?”. Ben non sapendo chi fosse o cosa volesse intendere per incontro in “bianco”, mi lasciai tentare dall’idea.

Dopo la mia risposta lui mi scrisse questo:

“Decise di isolarsi dalle sue sorelle Sirene, le famose e ben note Sirene del Golfo di Napoli  perche’ si sentiva diversa. Lei era diversa! Voleva capire, imparare, scoprire e diventare qualcosa di piu’ di una sirena. Aveva gia’ subito la mutazione da sirena volatile a sirena acquatica ma  il suo desiderio era adesso diventare  di colore bianco ed “acquosa”. Ispirata dalla sabbia circostante ne  prese qualche manciata e si cosparse tutto il corpo; nulla doveva rimanere carne tutto doveva essere “bianco” ed  “acquoso”.  Rimase per giorni in quello stato di “mummificazione” e nemmeno il canto delle sorelle che danzavano nelle acque del mare ammaliando i marinai  le fece cambiare idea. Che senso aveva, diceva a se stessa, danzare nel mare se poi non si puo’ essere acqua??? Non si puo’ assaporare quella dimensione acquatica, sentirsi salata, fredda, o calda o percepire la presenza dei pesci che fluiscono nel loro  viaggio perenne??? Rimase a lungo in quello stato meditativo, immobile, in attesa, imbalsata nella sua sabbia bianca, fin quando un giorno  un poeta si sedette accanto a lei.”

Io continuai ed entusiasta portai a termine il racconto scritto insieme.

“Si sedette accanto a lei e senza notarla incomincio’ ad intonare una musica soave con il suo rudimentale strumento musicale che assomigliava alla lira.  Quella musica divina la risveglio’. Lei apri’ gli occhi e si guardo’ intorno. Nel muoversi il fruscio fece voltare il poeta che si meraviglio’ di vedere una tale creatura accanto a se’.  Lui le disse con grande sorpresa: “ma tu sei una meravigliosa creatura bianca!” Non pote’ farle miglior complimento! Era quello che aveva sempre desiderato anche se si trattava solo di sabbia bianca! Incominciarono a parlare e lei senti’ che poteva confidarsi con il poeta e gli racconto’ cosa voleva diventare: non solo bianca ma anche acqua. Lui le disse che con la musica poteva diventare tutto quello che lei desiderava.

Aspettarono insieme la notte fino all’apparire della luna perche’  in quel momento lui avrebbe suonato per lei una celestiale melodia e lei nel riflesso della luna sarebbe diventata bianca. Cosi’ accadde!

Il giorno dopo il poeta la porto’ a visitare le rocce bianche e grigie di Capri e lei, sotto l’effetto della musica del poeta, diventava bianca e grigia. Sembrava quasi che quella musica poetica facesse emergere tutti i colori che erano nascosti dentro di lei e che uscivano a poco a poco a seconda delle note che suonava divinamente il poeta. Il poeta sapeva non solo toccare le corde della lira ma anche del suo animo piu’ intimo. Lentamente lei acquisi’ tutti i colori dell’infinito e il suo corpo, ancora fatto di carne, palpitava di emozionanti sfumature. Il desiderio di diventare acqua stava svanendo. Lei stava diventando donna.

L’ispirazione fu reciproca piu’ lui suonava ispirato da lei, piu’ lei ispirava lui con i suoi poliedrici colori femminili che venivano dal profondo della sua essenza carnale.”

Ringrazio vivamente “ildivinomarchese4” per l’opportunita’ che mi ha offerto di essere creativa  e per la piacevole collaborazione e pazienza dimostratami. E’ nato cosi l’incontro in bianco!

 

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Un incontro ….. un ricordo!!

Dicembre: i primi freddi mi riportano con la memoria alle belle gite in comitiva sulla neve e i miei pensieri volano volano lontano ai primi spontanei amori. Ma questa volta non raccontero’ la mia storia ma sara’ questo video e questa canzone straordinaria a raccontare  la storia mia, e di tante ragazze come lo sono stata io, a raccontare la delicatezza e la tenerezza di un primo amore. Un ricordo che non si puo’ dimenticare!

Bella domanda…..

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“Tu, proprio tu,  specialista di incontri potresti dirmi quali differenze ci sono tra un incontro virtuale e uno reale?”

Sorrido!! Grazie per la bella domanda e per il divertente appellativo di “specialista”. Nella Tua domanda leggo quella piacevole ironia che mi mette di buon umore. Bene vediamo di rispondere.

Secondo il mio punto di vista e la mia esperienza posso dire che i miei sensi governano e guidano ogni incontro. In un incontro reale tutti i sensi si attivano mentre in quello virtuale solo alcuni.

Quando incontro una persona nel reale, qualunque essa sia, e’ come se avessi davanti a me un arcobaleno di colori e i miei sensi quasi non sanno dove poggiarsi o fermarsi. Quando tutti i sensi si accendono allora non si distingue quasi piu’ nulla non ci si riesce a godere la bellezza di un colore singolo perche’ subito quel colore si fonde con il successivo. Cosi dalla vista sensoriale si passa alla sensazione che il gesticolare sollecita, e improvvisamente alla vibrazione della voce che si diffonde e confonde nello  sguardo intenso che accelera i battiti del cuore.

Nel caso invece di un incontro virtuale e’ come se mi trovassi dinnanzi ad una pagina monocolore e pochi sono i sensi attivi, in quanto la vista manca, il linguaggio corporeo e’ assente, l’udito non puo’ ascoltare il suono delle parole e cosi non mi rimane altro che impossessarmi di tutte quelle sfumature monocromatiche che un incontro virtuale offre.

La differenza potrei dire non sta tanto nel tipo di incontro che mi accade reale o virtuale ma nel risultato finale. Dopo un incontro reale sono sfinita come se i miei sensi avessero scaricato le batterie e la mente fosse autorizzata a mettere ordine, il che spesso la mente fa piu’ confusione che ordine, mentre nel caso di un incontro virtuale quella pagina monocolore diventa un meraviglioso quadro di sfumature e prende la sagoma di una persona vera.  I miei  sensi ne escono affascinati, rigenerati, stimolati, incuriositi e fortificati e la mente non ha acceso.

Per concludere ti posso dire che la mia capacita’ di sentire gioca un ruolo determinante negli incontri che mi accadono ma non tutto dipende da me.

Ci sono infatti rare e speciali persone che riescono a far uscire il meglio dalla mia sensitivita’ mentre altre addirittura il peggio!!!

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