Un incontro…. con i fiocchi di neve!

Avevo promesso a me stessa di dedicare questo anno all’incontro con la natura ed oggi Madre Natura mi fatto  “incontrare” i fiocchi di neve. Sono dalla finestra e sta nevicando vedo quei piccoli battufoli di “cotone” bianco cadere giu’ lentamente. Come sono soffici! Se avessi una lente di ingrandimento potrei vedere la loro forma geometrica le piccole goccioline di acqua ghiacciate che si sovrappongono l’una sull’altra quasi a creare un piccolo mosaico. E’ tutto bianco intorno e la luce sembra piu’ intensa proprio per il colore della neve che la riflette. Qualche uccellino in cerca di cibo lascia le sue piccole impronte sulla neve. La neve mi avvolge nel suo silenzio tutto sembra divenir attutito e il tempo sembra fermarsi. Bella impresa fermare il tempo ma forse qualche volta ci riusciamo, vero? Ci sono momenti in cui si dimentica il tempo e se mi perdo nei miei ricordi allora il tempo si ferma di nuovo. I ricordi sono belli ma desidero andare avanti. I ricordi sono gemme preziose che non si possono cancellare ma non ci si puo’ fermare ai ricordi sarebbe non vivere piu’. Mi sovviene una canzone di Laura Pausini che dice: …. “e continuare ad allacciarsi le scarpe e a ripartire da zero….. E ricordati di te” In effetti e’ cosi quando si vive, si vive davvero e’ sempre un ripartire da zero ma e’ anche un dover continuamente “ricordarsi” di noi, di chi siamo, di cosa desideriamo, di cosa ci fa piacere e di cosa ci fa soffrire. Dietro il nostro pensare, agire, scrivere, piangere, sorridere dietro tutto questo c’e’ un’essenza di NOI a cui non si deve rinunciare. E cosi anche oggi vado avanti perche’ non voglio rinunciare a me. Continua a nevicare, i ricordi di una bimba, di una ragazza, di una donna persa nella nebbia del tempo, sbiadiscono indosso la giacca a vento un bel berretto e vado a giocare con la neve!

“………….E ricordati di te
Quando il mondo ti dimentica
Lascia sempre una traccia
Su un cuore che passa
Che comunque tutto resta
Anche se non te ne accorgi
Puoi trovarli negli occhi
Quei ricordi mai scritti………………”
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Un incontro…. con gli “incontri”!

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Ho riflettuto a lungo su una frase che un mio amico ha citato nel suo profilo:

“la vita non ti da le persone che vuoi, ti da le persone di cui hai bisogno: per amarti, per odiarti, per formarti, per distruggerti e per renderti la persona che era destino che fossi”

Mi appare una delle verita’ piu’ vere che abbia mai potuto leggere finora. Ho scoperto che l’ha scritta Albert Einstein.

Ripensando proprio agli incontri che ho fatto, che ho avuto e che continuero’ a fare potrei davvero affermare che, nel mio caso, sia stato cosi.

Incontri che avrei voluto si fossero sviluppati in altri modi, incontri che avrei voluto avessero avuto un’altra fine, incontri che avrei voluto “evitare” ed invece sono stata costretta a subire, incontri che avrei voluto rifiutare, ma che non potevo fare altrimenti, incontri cosi piacevoli che non avrei mai creduto potessero accadere, incontri magici che hanno scoperchiato una parte di me che nemmeno credevo esistesse.

E ancora adesso mi sento pronta ad affrontare nuovi incontri sempre per mettermi in discussione e meravigliarmi di come mi sto “trasformando”. Non so se mai riusciro’ a diventare la donna a cui ero destinata di essere ma gia’ i piccoli miglioramenti mi incoraggiano ad andare avanti.

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Un incontro …. con un Labrador nero!

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Per un breve periodo della mia vita ho vissuto in un villaggio. Quattro case una chiesetta qualche negozietto che vendeva di tutto: dal sale alle mele dall’aspirina al pane. Non era facile per me adeguarmi a quel “piccolo” mondo venendo da una citta’ grande come Roma. I primi tempi furono rilassanti e piacevoli rallegrati da lunghe passeggiate in quegli spazi verdi, ma con il tempo il bisogno di rapporti sociali reali diventava sempre piu’ una necessita’. Il lavoro lo effettuavo tramite computer cosi spesso mi sentivo piuttosto isolata. Dentro di me il desiderio di contatti umani era sempre cosi intenso e forte ma cercavo di accettare la realta’ e di vivermela al meglio. Fin quando un giorno mi venne incontro il destino. La signora del pianoterra aveva un tenero cucciolo Labrador nero ed essendo influenzata mi chiese un giorno di portarle fuori il cagnolino. Diventammo subito amici io e Ricky e regolarmente cominciai ad aiutare la signora nel portarlo fuori. Finimmo di alternarci nelle uscite per il cagnolino. Quelle uscite furono benefiche per me perche’ ebbi l’occasione di incontrare alcune persone con le quali piano piano instaurai un rapporto amichevole. Erano socievoli ma lo erano diventate grazie al loro cane. E cosi ci si incontrava regolarmente ogni giorno, a  volte persino ci si aspettava e ci si domandava chissa’ perche’ Jo tarda. E poi alla fine eravamo tutte e tutti li presenti al nostro appuntamento ed era bello vedere come i cagnolini grandi e piccoli si divertivano a giocare insieme. Eravamo “uniti” dallo stesso “scopo”.

La mia vita cambio’ mi sentii appagata e sapevo che Madre Natura nelle vesti del bel Labrador mi era venuta incontro ed io La ringraziavo ogni volta che accarezzavo Richy.

Venne il giorno che dovetti lasciare il villaggio e lo feci davvero a malincuore!

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Incontro… con Il Fantasma dell’Opera!

Quando la Poesia diventa Arte Pura, fa elevare e lievitare le mie sensazioni  fino a toccare per un attimo quel confine tra mare e cielo ed avvertire quella intensa emozione di essere un tutto con l’Universo in completa armonia!

Quando brami strane tentazioni

Quando vuoi oscure sensazioni

Nella notte senti

Immensi sogni ardenti

 Notte lieve, colma di splendore

Chiama, senti, offrile il tuo cuore

Guarda gli occhi miei

Come in sogno ti vorrei

Non sarà la luce che davvero vuoi

La notte è dolce musica per noi

Chiudi gli occhi ed arrenditi, adesso puoi

Per salvarti i tuoi sogni infiammerò

Chiudi gli occhi e il tuo angelo sarò

Fantasie nel tuo calice berrò

Notte nera che ti avvolge adesso

Tinte tetre, sei in mio possesso

Vivi e capirai, nell’immenso volerai

Se non hai confini, so che tu lo puoi

La notte è dolce musica per noi

Senti, ormai la ragione muta, fugge via

Coi pensieri di un mondo non più tuo

Volerò dove offenderci non può

Con l’idea che persa in me ti avrò

 Folle scorre velenosa ebbrezza

Dammi, ama, prendi ogni carezza

Resteremo qui, lascia nascere così

Quell’immagine d’amore che tu vuoi

Può tutto questa musica per noi

Evochi, mia musa, se lo vuoi

Sempre immensa musica per noi!

Un incontro….. un film!

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Un mio carissimo amico in un suo commento mi ha citato il titolo di un film. Incuriosita sono andata a vedere questo film inoltre molto attinente alla tematica del mio blog. E’ un film degli anni ’40 diretto dal regista David Lean intitolato “Breve Incontro” (Brief Encounter).

La storia e’ molto semplice: due sconosciuti (un uomo e una donna), felicemente sposati, si incontrano in una piccola ed ordinaria stazione. Sono attratti l’un l’altra e nasce una storia d’amore.

Il film mi e’ piaciuto molto per il suo realismo espresso attraverso scene in bianco e nero alternate a spazi ampi e vuoti (il ponte, il fiume) e personaggi vivi e realistici, gente di tutti i giorni, ma soprattutto mi e’ piaciuto per l’attenzione posta sulla psiche femminile della protagonista . La storia infatti si sofferma spesso sulla battaglia interiore e quel senso di colpa che avverte Laura nei confronti della sua relazione extra coniugale. Il film coglie il senso di disorientamento femminile che una storia di infedelta’ puo’ procurare quel sentirsi scisse in due, come alienate. L’aspetto affascinante e coinvolgente di questa narrazione e’ il monologo interiore di Laura cosciente della sua situazione e dei suoi sentimenti rivelandoci la profonda essenza della natura umana di una donna o delle donne.

Il contrasto vissuto da Laura tra sogno e realta’,  tra volere e desiderare mantiene il pubblico sempre sull’orlo della sorpresa. Si amarenno? Si rivedranno un giorno? Non si sa e questo fa del film un film non solo d’epoca ma un film moderno, attuale. Infatti le tematiche possono essere trasferite persino nel nostro contesto moderno: in quel senso di colpa, di infedelta’, di sogno irrealizzabile che  sono parte della  psiche umana in una forma o in un’altra.

Laura e’ una donna come noi con i suoi dubbi, le sue angosce, i suoi “isolamenti” dalla realta’,  i suoi monologhi interiori, la sua estrema sensibilita’ femminile, le sue  confessioni, e la consapevolezza di un amore impossibile.

Infine secondo me la bellezza del film emerge nell’istante che il regista considera la nascita di questa storia d’amore come inevitabile (doveva accadere) e tuttavia la  eleva ad una altezza tragica di passione e dolore (persino nel saluto d’addio tra Laura ed Alec) attraverso la colonna sonora di Rachmaninoff.

Penso che sia, senza ombra di dubbio, uno dei piu’ bei film romantici che abbia mai visto e ringrazio ancora una volta il mio amico per avermi offerto la possibilita’ di conoscere questa “gemma” nell’immenso universo!

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Un incontro …. alla caffetteria!

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Appena scesi dal treno mi precipitai di corsa verso il binario 13 per prendere l’ultimo che mi avrebbe portato a casa. Ancora con il fiato in gola lessi  il tabellone delle partenze. Il mio treno portava due ore di ritardo. La stanchezza e la frustrazione presero il sopravvento. Mi sembrava che il mondo,  tutto il mondo mi fosse contro! Che stupida sensazione!! Purtroppo  quando i piani non andavano  come me li  aspettavo avvertivo quel senso di impotenza e rabbia profonda. Cercai di fare un respiro profondo e di trasferirmi in una caffetteria vicino alla stazione. La vista di tanti bei pasticcini e torte mi rallegro’ l’animo e ricominciai a sorridere dicendo ironicamente a me stessa “il lato positivo di un ritardo di due ore????” quasi prendendomi in giro.

Ordinai una bella fetta di crostata ai mirtilli e un latte macchiato. Mi accomodai in una poltroncina libera con un tavolino per due persone. Tirai fuori dal trolly il mio libro e tra un sorso e l’altro mi tuffai nella mia lettura. Ad un tratto un ragazzo mi si avvicino’ e mi chiese se parlavo italiano. Risposi con un sorriso, ma sospettosa, chiesi come lo avesse immaginato.

Lui si fece una bella risata e mi disse che aveva sbirciato il mio libro e il testo gli sembra in italiano. Cosi dopo qualche risata si accomodo’ anche lui al mio tavolo e cominciammo a parlare. Veramente fu lui che parlava, sembrava  che avesse tanto bisogno di parlare con qualcuno che lo ascoltasse. Era un ragazzo giovane che aveva deciso di lasciare l’Italia per potersi realizzare. Aveva studiato architettura ma nel suo paese non aveva nessuna speranza di successo. Era contento di essere andato all’estero e di poter attuare almeno il 30 per cento delle sue potenzialita’ ma aveva problemi relazionali. Mi parlo’ delle sue difficolta’ a socializzare con le persone che avevano un’altra cultura e persino altri valori.

Lo capivo, lo sentivo, sentivo il suo disagio, la sua lotta interna, la voglia di divertirsi in un modo che solo gli italiani sanno fare. Sentivo il suo bisogno di parlare con persone che lo capissero. Sentivo il suo desiderio di essere ascoltato, di essere capito. Era dolcissimo in quel suo modo di esprimersi. Mi raccontava anche i particolari piu’ minuziosi, gli anedotti che gli erano capitati e la sua carica di entusiasmo era contagiosa. Era come se mi conoscesse da sempre. La sua voglia di vivere era immensa ma si sentiva imprigionato. Sapevo che non aveva bisogno di consigli aveva solo bisogno di essere ascoltato.  Ed io stavo li’ immersa in quel monologo che diventava un dialogo con il mio sorriso di approvazione. Sentivo la sua rabbia, la sua ribellione che in fondo erano state le mie ma non potevo neanche dirgli di smettere di lottare. E cosi lo ascoltavo. Le due ore passarono piu’ in fretta del previsto.

Ci dovemmo congedare, il mio treno stava arrivando. Salii sul treno ma portai con me l’immagine di quel ragazzo forte e fragile allo stesso tempo. Fu un incontro particolare, io non feci nulla per lui, non gli detti nulla di me, e non gli raccontai nulla di me.  Gli detti solo la possibilita’ di essere ascoltato e lui prima di salutarmi mi disse “grazie adesso mi sento meglio!”

Il mio cuore si sciolse in quel momento, le mie emozioni si allungarono verso di lui, in quell’istante  non c’erano barriere fra me e lui eravamo due esseri umani uguali e in quel attimo pieno di gioia, di abbandono, di “unita’” avrei voluto prenderlo tra le mie braccia, stringerlo forte, forte per comunicargli che non era solo e che non si e’ mai soli su questa terra basta solo “avvicinarci” ma solo con un abbraccio intenso, avvolgente, caloroso avrei potuto comunicarglielo.

Se avessi usato le parole sarebbero state vuote e vane persino inautentiche:  un abbraccio avrebbe lasciato un segno.

Il rumore del treno, l’oscurita’ della galleria le luci che nel corridoio si accesero  richiamarono  la mia attenzione e tra me e me mi sorpresi a considerare se due ore di ritardo fossero davvero state volute dal caso.  Forse … forse niente accade per caso…. forse!

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Un incontro…. con la natura!

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Buon Anno a tutti!

Un sorriso e una bella musica per dare il benvenuto a questo nuovo anno.

Aspettative?

Nessuna, lascio le porte aperte per nuovi incontri. Lascio che tutto cio’ che mi accada sia “un incontro”. Lascio che la natura mi “incontri” con i suoi colori, le sue stagioni, i suoi fiori, e la sua fauna. Desidero che questo nuovo anno sia orientato verso il mondo della natura e del “naturale”.

Dedico a tutti Voi, che mi incontrerete ancora, questo brano di Michel Pépé estratto dal suo Album Elixir d’Amour come un augurio per un anno sereno!