un incontro…con due gabbiani!

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I miei piedi si strofinano con la sabbia ancora leggermente umida della prima mattina mentre me ne sto seduta da sola su una panchina di fronte ad un immenso mare che sconfina all’orizzonte. Il celeste chiaro del mare si confonde con il cielo azzurro pastello, mentre il sole si nasconde tra qualche nuvola bianca. La brezza mattutina mi scompiglia i capelli ma il suo profumo sa di salsedine. Tutto intorno a me e’ solitudine interrotta solo dallo stridio di qualche gabbiano.

Alzo gli occhi al cielo e seguo il volo di due gabbiani che si rincorrono a vicenda per poi planare insieme l’uno accanto a l’altro come se fossero innamorati. Mi perdo nel loro vagare e seguo il loro volo  come se invisibilmente disegnassero dei “mandala” concentrici nel cielo. Chissa’ cosa mi comunicherebbero se io potessi capirli chiedo a me stessa. Il suono del mare e il loro stridio acutizza i miei sensi uditivi e improvvisamente mi rammento di un libro che lessi da piccola ma che rilessi anche da grande.  “Johnathan Livingston il Gabbiano” di Richard Bach un libro che si adatta bene sia per bimbi che per adulti, ma credo che letto da grande si apprezzi di piu’. Mi aveva colpito molto perche’ parlava di liberta’ e del prezzo che ha la liberta’. Raccontava di come ci si possa rendere indipendenti pur restando tra la folla e come si possa crescere liberi da preconcetti e condizionamenti.

Ricordo un passo particolare del libro che citava il concetto  di “perfezione” intesa come la ricerca per il raggiungimento delle nostre potenzialita’. Quindi non perfezione secondo i canoni imposti o precostituiti ma una perfezione che si raggiunge nel coltivare quotidianamente noi stessi. Ci penso sorrido e mi dico “dovrei riprendere il libro in mano”.

Il suono dei due gabbiani interrompe i miei pensieri li vedo di nuovo  volare, spaziare in un cielo senza confini. Volano formando cerchi armonici come se stessero comunicando tra di loro ed io desidererei tanto capire,  il loro linguaggio.  Li seguo ancora e li vedo poi raggiungere il faro e svanire alla mia vista. Il sole e’ ancora dietro alle nuvole, la brezza si trasforma in vento moderato, respiro e mi sento “libera”.

Un incontro…. con Anais Nin!

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“L’amore non muore mai di morte naturale. Muore perche’ noi non sappiamo come riempire di nuovo la sua fonte. Muore per cecita’ ed errori e tradimenti; muore a causa di malattie e ferite; muore per stanchezza, per trascuratezza, per ossidazione.”

Cerco sempre in una giornata di trovare un piccolo spazio per me, uno spazio dove posso rifugiarmi in qualche pagina di un libro. Ho tanti libri tutti iniziati e pochi portati a termine. La maggior parte conservano una cartolina per segnare una pagina importante e cosi ogni volta che lo riprendo rileggo quella pagina che aveva lasciato un segno dentro di me.

A volte un libro ha piu’ cartoline che mi riportano a pagine importanti e che voglio ricordarmi di rileggere. Ci sono frasi, a volte solo parole, o addirittura paragrafi che in qualche modo mi “illuminano” e mi dico tra me e me “oh non ci avevo pensato!”. Tuttavia ho bisogno di rileggerli piu’ volte affinche’ possano essere interiorizzati. Cosa leggo di solito? Beh a dire il vero un po di tutto ma in particolare tutto cio’ che parla di amore e sentimenti.

Oggi stavo ancora una volta riflettendo su questo passaggio di Anais Nin: “l’amore non muore di morte naturale”. Credo che sia cosi! In fondo siamo noi a farlo morire. Le parole che usa sono molto belle danno l’idea di un amore percepito come un fiore che ha bisogno di attenzioni altrimenti si ammala e che ha bisogno di acqua regolarmente altrimenti appassisce.

Rileggo con calma il passo e sento che questo amore si puo’ vivere pienamente attraverso le piccole azioni quotidiane e le attenzioni che si regalano a chi ci sta vicino. Chiudo il libro ritorno alla mia realta’ e sorridendo canticchio… “l’amore non muore mai… mai!”

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Un incontro …. in un beauty shop!

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Mi piace girovagare per le strade di una cittadina che non conosco. Camminare cosi, senza una mappa in mano, proseguendo facendo attenzione a dove mi trovo per avere dei riferimenti per il ritorno a casa. Mi piace fissare l’attenzione su un cartello pubblicitario (sperando che nel tornare non abbiano cambiato manifesto!!) o su un cespuglio di rose o su qualche pietra che segna il percorso. Fare attenzione e ricordare mi fa stare nel presente e “recettiva” pronta e disposta a scoprire cose nuove.

Una strana insegna luminosa con una scritta lampeggiante ad intermittenza attira la mia attenzione “beauty shop”. Sorrido e tra me e me penso che strano nome per dire semplicemente profumeria. Incuriosita entro e con grande meraviglia mi sorprendo a vedere la eccessiva quantita’ di prodotti per il trucco femminile. Pennelli mai visti prima, sfumature di marrone e celeste che sembra neanche esistano sulla tavolozza del pittore piu’ esperto. Penso a come il mondo della cosmesi e’ cambiato in poco tempo. Una volta e forse ancora oggi c’erano e ci sono le marche di ditte note come Chanel, Givenchy ma accanto ad esse e’ sorta una produzione totalmente anonima con prezzi stracciati che fa da concorrenza dando in fondo gli stessi risultati. Insomma con poche monete si puo’ comprare un set di make up completo, mentre quando ero piccola ricordo i prezzi erano molto alti.

Ricordo che mia mamma non mi permetteva di truccarmi quando ero piccina ma io di nascosto ci provavo ad imitarla. Naturalmente non mi era permesso usare i suoi trucchi e cosi ricordo che ricorrevo alle mie matite colorate. Come facevo?? Semplice! Inumidivo la punta della matita colorata e poi la passavo sugli occhi, certo l’effetto era diverso ma almeno avevo la sensazione di essere “truccata” come una donna. Avevo solo 6 anni!

La cosa buffa e’ stata che quando sono cresciuta era passato il desiderio del make up e non mi sono piu’ truccata. Lo facevo solo in occasioni speciali ma sempre in modo molto leggero. Ora preferisco curare la pelle piuttosto che intossicarla con  prodotti che spesso contengono sostanze chimiche tossiche per il corpo.

Attraverso la mia esperienza personale posso dire che quando si porta a termine una fase poi si va oltre. (la bimba di sei anni con l’ossessione del trucco da donna). Credo che bisogni sperimentare tutto per poter andare oltre e crescere.

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