Un incontro… con la betulla!

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In questi strani giorni di vita che noi tutti stiamo attraversando, chi in un modo chi in un altro, ho la possibilita’ di fermarmi un po’. Il momento piu’ bello della giornata e’ quando vado a correre in un parco a pochi passi da casa. Seguo il percorso fatto con attrezzi di legno per l’attivita’ fisica. Inoltre il clima primaverile incoraggia la vita all’aria aperta e il corpo finalmente respira ossigeno e la pelle riprende elasticita’.

Nel parco ci sono tanti alberi a me cari ma quello che preferisco e che considero mio amico e’ una betulla. Mi sento in  affinita’ con la mia betulla quando mi siedo ai suoi piedi e appoggio delicatamente la mia schiena sul suo tronco candido.  Sento, come se, lei, la betulla, mi accogliesse tra le sue braccia. Mi rannicchio accanto alla sua corteccia il cui colore mi rammenta il chiarore lunare di una notte stellata. Sollevo gli occhi verso il cielo e noto quanto e’ alta la mia betulla che si erge snella ma resistente verso il manto celeste con la sua chioma leggera e luminosa e i suoi rami penduli che al soffio del vento vibrano regalandomi una musica soave.

Mi sento cosi rilassata accanto alla mia betulla a tal punto che il mio orecchio si poggia sulla sua corteccia fatta da lembi cartacei di un bianco splendente. Origlio, sento la sua linfa vibrare al contatto con il mio corpo caldo, ed improvvisamente, la mia betulla mi racconta la sua storia. Una storia cosi antica che risale a tanto tempo fa. Una storia che la vedeva associata al Sole e alla Luna ed era ritenuta simbolicamente la via attraverso la quale scende l’energia dall’universo e da dove risale l’aspirazione umana verso l’alto.

Mi accoccolo sempre di piu’ vicino alla mia betulla e mi metto in ascolto della sua storia. Lei mi sussurra: “Sai, una volta, ero considerata l’Albero Cosmico, la custode della porta che apriva allo sciamano la via del Cielo, permettendogli di passare da una regione cosmica all’altra, dalla Terra al Cielo o dalla Terra agli Inferi, in un viaggio interiore che conduceva all’estasi.”

Io rimango li’ affascinata dall’ascoltare questi miti antichi di popoli saggi che avevano intuito, meglio di noi, i messaggi provenienti dalla natura e di cui ne avevano un grande rispetto.

Mi stringo al tronco della betulla  con il forte desiderio di voler sapere di piu’ e con il pensiero sussurro alla betulla: “raccontami ancora, ti prego!

Allora la betulla incoraggiata dalle mie parole riprende la sua storia. “Devi sapere che al tempo dei popoli Celti ero associata alla Dea Luna, collegata al mondo femminile e considerata anche pianta dell’Amore. Mi ricordo come se fosse adesso che i giacigli fatti con i miei rami  erano tra i preferiti dagli amanti sui quali trascorrevano incantevoli momenti d’Amore. Inoltre una ghirlanda fatta con i rametti delle mie foglioline era riconosciuta come pegno d’amore.”

Mi sento rapita dalla mia betulla e capisco adesso perche’ mi sono sempre sentita attratta da questo albero meraviglioso. L’orologio mi avvisa che devo tornare a casa. Mi alzo e saltellando come una libellula mi avvio verso casa. La mia giornata oggi sara’ diversa dalle altre grazie all’incontro interiore con un alleato di Madre Natura: la mia betulla, la quale mi ha aiutato a ripristinare il collegamento tra la dimensione terrena e spirituale, eliminando quelle emozioni superflue e negative e permettendo che la mia anima tornasse leggera.

Un senso di amore mi pervade, un sentimento di essere parte di un universo mi avvolge, e il sorriso sulle mie labbra rimane a lungo.

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Bella domanda….!!!

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Un mio caro amico mi ha posto alcune domande tramite la messaggeria e tento di dare una risposta dal mio punto di vista, ma spero anche di incontrare altrettanti commenti che completino o che tendano a dare un quadro piu’ completo e definito del tema trattato. Naturalmente la mia sara’ una interpretazione personale, soggettiva, derivante dalla mia esperienza. Qui di seguito la domanda o gli interrogativi.

“Qualche giorno fa un collega poco più che ventenne in ufficio ha espresso un suo pensiero su di me che mi ha fatto riflettere.
Ha detto che a 60 anni vorrebbe essere come me.
Eppure ..io e suo padre..siamo coetanei.
E allora ho chiesto perchè io e non suo padre.?
Questo mi ha fatto riflettere..perchè prendiamo esempi fuori dalla famiglia?
Il classico e stereotipato conflitto genitori figli?
E io…come vedo e come guardo un figlio che prende ad esempio me e non suo padre? Mi domando se noi conosciamo davvero i ns genitori oppure li escludiamo a priori per il semplice fatto che lo impongono i ruoli?”

Carissimo Amico io ti racconto la mia breve esperienza avvenuta all’eta’ di 12 o 13, anni adolescenziali. Ricordo che avevo una amica con la quale spesso facevamo i compiti insieme. E a volte finivamo di farli pure in tarda serata quando ritornava il suo babbo. Lui veniva ad interessarsi dei nostri compiti ci dava qualche consiglio e qualche volta ci aiutava a risolvere qualche problemino di matematica. Era un uomo della stessa eta’ di mio padre eppure io a quell’eta’ lo ammiravo molto, direi quasi di piu’ di mio padre. In qualche modo mio padre era meno attento alla mia vita si preoccupava solo di spingermi avanti, di darmi coraggio, ma in realta’ non si interessava alla mia vita di ogni giorno. Mentre il padre della mia amica ci seguiva, ci domandava se ci eravamo innamorate di qualche compagno di classe, ci raccontava ridendo le storie della sua generazione, insomma stava con noi senza giudicarci o intervenire in modo pesante nella nostra vita ma accompagnandoci passo passo. Ricordo ancora che spesso dicevo alla mia amica quanto era fortunata ad avere un padre cosi e quanto avrei avuto averlo io. Ora a quel tempo non mi ponevo domande del genere simili a quelle che tu carissimo Amico stai ponendo a me, ma posso dirti che capisco e che ora mi immedesimo nel tuo collega ventenne quando dice che a a 60 anni vorrebbe essere come” Te.  Io non credo che prendiamo ad esempio altri modelli differenti da nostro padre per puntiglio, per rabbia,  per partito preso, o per il semplice fatto che dobbiamo opporci ai nostri genitori.

Piuttosto credo che e’ proprio nel prendere a modello i nostri genitori che NOI scopriamo cosa ci piace, cosa desideriamo e cosa NON  vogliamo. E’ proprio dal modello della nostra famiglia che scaturisce e nasce e si forma l’idea di chi siamo e nel momento che abbiamo l’opportunita’ di incontrare persone differenti allora si forma in noi l’idea di cio’ che desideriamo essere. Io per esempio ho imparato molto dal padre della mia amica.

Credo che nessun genitore sbagli e  ognuno fa e da’ il meglio di se’ ma e’ nell’interazione dei caratteri diversi tra genitori e figli che si evidenziano i contrasti e le differenze . Non essendo tutti uguali ognuno tende a cercare cio’ che lo fa star bene e puo’ accadere che sia proprio il carattere del genitore a non far star bene un figlio e viceversa. Continuo a credere pero’ fermamente nella famiglia come nucleo essenziale di riferimento a cui avvicinarsi o allontarnarsi, ma comunque sempre come uno strumento valido ed indispensabile per la societa’ umana.

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