Incontro con… il canto!!

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“La vita normale non mi interessa. Cerco solo i momenti più intensi. Sono alla ricerca del meraviglioso.” ~  Anaïs Nin ~

Mi piace cantare, anche se non so cantare: cosi canticchio. Canticchio quando cucino, quando faccio la doccia, quando ho voglia di un po’ di allegria. Cosa canticchio? Ritornelli di vario tipo che ritornano alla memoria.

Mi piace, o meglio dovrei dire, mi piaceva andare ai concerti dal vivo dove in qualche modo potevo canticchiare le canzoni del cantante preferito. Inoltre l’atmosfera di luci, di gente, il coinvolgimento musicale, gli applausi, mi “apparivano” (forse era solo apparenza!) come qualcosa di speciale a cui non potevo mancare. Mi sentivo anche io parte di quel tutto e in cuor mio desideravo che tutto il mondo fosse cosi: un grande palcoscenico dove gli artisti si esibivano dando il meglio di loro e il pubblico applaudiva ed approvava partecipando attivamente al coinvolgimento.

Ora, in questo “strano” periodo, che tutti stiamo vivendo,  ho riscoperto invece nuove emozioni proprio quando si e’ cercato di ricreare qualcosa di simile dai balconi: un piccolo “concerto” casareccio.

Mi sono trovata a cantare dal balcone mentre qualcuno sommossamente strimbellava la chitarra. Cantavo in modo differente, non a sguarciagola come usavo fare nei concerti, ho partecipato con un sentimento di modestia, piuttosto che di esuberanza essendo cosciente della gravita’ della situazione. Un canto “mesto” dunque, ma pur sempre un canto. E in quella nuova dimensione ho provato nuove sensazioni differenti da quelle che usualmente provavo al concerto dal vivo. Sensazioni che mi hanno ricondotto al mio “tempo antico”.

Ricordo infatti quando cantavo nel coro della parrocchia. Non fu mai una mia scelta o una mia volonta’ in quanto l’obbligo della frequenza settimanalmente  mi condizionava molto, tuttavia  quando poi mi trovavo li’ a cantare vivevo sensazioni meravigliose.

La musica dell’organo sollevava il mio spirito in alto a differenza della musica elettronica dei concerti che invece drogava i miei sensi. Gli effetti sonori dovuti al lungo chiuso della parocchia erano amplificati, mentre quelli del concerto dal vivo erano dispersi nell’aria,  le nostre voci corali, individualmente, salivano in alto con leggeri acuti che lasciano brividi sulla mia pelle a differenza dei concerti dal vivo dove la mia voce si confondeva con le altre.

Le luci della parocchia fatte dalle candele vibravano al suono dell’organo e delle nostre voci a differenza dei concerti dove le luci irritavano gli occhi annullando la magia delle stelle.

L’atmosfera si trasformava allora attraverso le voci corali  di  “Oh mioooo Signoreeeee!” da reale in mistica,  mentre quella dei concerti produceva una sorta di euforia.

Sul quel balcone, tra le poche persone affacciate che sommossamente sollevavano al cielo una canzone per esorcizzare la realta’,  mi sono sentita trasportata in quella dimensione corale della parrocchia ed ho avuto l’impressione che dall’alto qualcuno ci ascoltasse  invitandoci a non perdere mai l’iniziativa, a non rassegnarci mai all’evidenza, ma ad andare sempre oltre perche’ dietro l’apparenza c’e’ un altro mondo meraviglioso tutto da scoprire.

“La vita normale non mi interessa. Cerco solo i momenti più intensi. Sono alla ricerca del meraviglioso.” ~  Anaïs Nin ~