Un incontro … con me stessa!

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“Uno dei momenti piu’ felici nella vita e’ quando trovi il coraggio di lasciar andare cio’ che non puoi cambiare” ~ dal web ~

Le giornate piovose dei primi giorni di autunno hanno il loro fascino e soffermarmi a guardare la pioggia che cade dietro i vetri, dopo una calda estate, da’ sempre una piacevole sensazione. Osservo la natura e noto che l’acqua la rinfresca, noto che l’acqua nutre la terra asciutta e che  le foglie senza la polvere  brillano di  piu’, mentre  gli uccellini sgrullano le ali alleggerendole dalle gocce di pioggia.

 Continuo a fissare la pioggia che lentamente cade e un senso di “nostalgia” invade il mio spirito. Mi rivedo mamma giovane alle prese con i miei figli che alleati fanno le marachelle. Quanto tempo e’ passato d’allora ed io ora sono qui, da sola, mentre loro sono altrove.

 Non e’ solo  una mia riflessione ma chissa’ quante altre madri e padri hanno vissuto l’esperienza emozionante di vedere i loro figli “uscire” di casa. E cosi’ ricordo i miei figli quando mi dissero sull’uscio della porta “mamma vado!”. Loro andavano verso un futuro, loro andavano all’avventura, loro andavano per seguire il loro cammino.

 Ed io?

Io restavo, io restavo li’ sulla porta con un bel sorriso mascherando la mia tristezza. Non volevo che loro la percepissero, avrebbero sempre serbato con loro l’angoscia di avermi fatto soffrire. Io soffrivo, e’ vero! Ma soffrivo per me, soffrivo “egoisticamente” per me! Per loro no, non soffrivo per loro, per loro ero felice che andassero per la loro strada, che iniziassero un nuovo cammino basato sulle loro uniche forze.

Ma io?

Io restavo, io restavo li’ sulla porta con un bel sorriso mascherando la mia tristezza. Credevo fermamente che i figli dovessero lasciare casa e che era giusto cosi, come cosi ho fatto io tanto tanto tempo fa e a quel tempo non  immaginavo che mia madre stava soffrendo e che dietro quel suo sorriso ci fosse tanta tristezza. Lei mi aveva sempre spinto ad andare, a lasciare il guscio di casa, e ad affrontare la vita, ma non sapevo che prezzo lei stava pagando per stimolarmi  a prendermi cura di me stessa.

 Ed io?

Io adesso resto qui resto qui davanti alla finestra, da sola, chiedendomi e chiedendo alle altre madri o padri se davvero anche loro hanno sofferto cosi!.“E’ per il senso di solitudine??” mi chiedo cercando di non ingannare me stessa ma di cogliere la verita’.  NO! dico tra me e me io amo stare sola con me stessa ma quello che  avverto maggiormente e’ la mancanza di contatto con loro. Mi mancano le loro storie, le loro avventure quotidiane, mi mancano le loro voci chiassose, i battibecchi tra di loro, gli abbracci improvvisi, quando mi dicevano “mamma ti voglio bene”, mi mancano le loro risate fragorose, i loro pasticci culinari in cucina. Mi manca la loro presenza!

Ed io?

Io adesso resto qui davanti alla finestra, da sola.

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