Un incontro … con il Grande Amore!!

Il tuo atteggiamento mentale da’ alla tua intera personalita’ un potere di attrazione che  attrae le circostanze,  le cose e la gente  a cui pensi  di piu’. ~Napoleon Hill ~

Nonostante la pagina fosse piena di errori da correggere il mio sguardo era altrove, fisso sul volare delle foglie ingiallite che il vento stava trasportando via, un vento feroce stava denudando quel povero albero e i miei occhi erano li’ fermi, quando il suono del telefono attiro’ la mia attenzione. “Posso venire a trovarti tra un’oretta ho bisogno di parlare con te” mi rispose una voce singhiozzando. “Certo, dai vieni, ti aspetto!!”.

Quel tono di voce mi aveva messo in allarme, quel sentire la sua voce tremolante e disperata mi commosse e per consolarla decisi di preparare, in un baleno, un bel ciambellone “notte e giorno”. Feci tutto in fretta perche’ il tempo a disposizione era poco. Suono’ il campanello era Lei. Aprii la porta e vidi il suo visino sciupato, nascosto dalla mascherina. “Dai togliti quella stupida mascherina e vieni dentro!” Le dissi con un tono di voce incoraggiante. Fu un attimo e ci trovammo l’una nelle braccia dell’altra come sempre lo eravamo state.

Lei senti’ il profumo della torta appena sfornata e con un grande sorriso mi disse “mi fai sempre sentire a casa!!”. “Sei a casa!!” le ribadii io, cercando di farla sentire a suo agio, in modo che potesse raccontarmi cosa le stesse accadendo. Davanti ad una bella fetta di ciambellone e un cappuccino caldo inizio’ a confidarsi con me. Si sentiva avvilita, frustrata a causa del secondo lockdown. Le avevano chiuso la piccola palestra di yoga, unica sua attivita’ in cui aveva investito, vita, anima e corpo, e anche una bella quantita’ di denaro. Anche lei come me non credeva a tutta questa “commedia” messa in atto da un governo “mondiale” per distruggere le nazioni.

Sentivo il suo dramma, percepivo il suo dolore, la presi tra le braccia e ci abbracciammo a lungo e poi le dissi “cara anche io sto nella stessa barca e certamente non posso dirti di sperare in un futuro migliore, posso solo dirti di credere in te, come io continuo a fare con me stessa. Dobbiamo rinventarci una vita nuova perche’ questa ce la stanno portando via”. La presi per mano andammo a sederci sul tappeto con la schiena poggiata al divano l’una vicina all’altra, come due sorelline e, mentre le raccontavo la mia storia, ci mettemmo ad ascoltare la canzone di Whitney Houston.

C’era una volta una bambina nel parco…..

Quanto chiasso in quel giardino tra scivoli, altalene, e girotondi e varie acrobazie costruite con legni e corde, eppure bastava cosi poco ai noi bambini per divertirci. (“Let the children’s laughter remind us how we used to be”).

Vedo loro e vedo me e mi ritrovo anche io li’ una bimbetta con il suo secchiello che portava sempre con se’ per raccogliere i sassolini. Ero una bambina solitaria e spesso mi mettevo in fila per andare su una altalena, ma capitava, il piu’ delle volte, che il pomeriggio finiva ed io stavo ancora in fila. Stavo gia’, in qualche modo, imparando a conoscere la vita con la sua “prepotenza” e l’ingiustizia persino tra di noi bimbi. Me ne tornavo a casa almeno con il secchiello pieno di sassolini!! (“I never found anyone who fulfilled my needs”)

Giocavo spesso da sola e a volte sognavo di andare al parco di notte dove non ci sarebbe stato nessuno ed io sarei stata l’unica a salire sugli scivoli e sulle altalene, avrei avuto tutto lo spazio per me.
Poi sono cresciuta e ho dovuto rapportarmi con gli altri non c’era uno spazio libero tutto per me!! Ero circondata dalla “gente” e con la gente dovevo relazionarmi. I condizionamenti sono stati una grande limitazione per il mio carattere. Inoltre il mio senso innato di giustizia non mi faceva scendere a compromessi per cui decisi di camminare da sola. (“I learned to depend on me”).

Camminare da sola e’ estremamente difficile e’ come camminare su un filo sottile tra due montagne e bisogna rimanere in bilico anche se spesso si perde l’equilibrio. Troppo spesso sono caduta e rimasta appesa al filo con sotto di me il burrone. Ma non sono mai stata disposta a vendermi per salvarmi. Volevo salvarmi da sola! (“I decided long ago never to walk in anyone’s shadows”).

Ho fatto tanti errori, infiniti sbagli, ma alla fine ho imparato a camminare sul filo persino in punta di piedi e soprattutto a testa alta, senza piu’ tener conto di cosa la gente si aspettava da me, di cosa la gente voleva che io fossi, e senza piu’ tener conto che avrei potuto deluderli. Volevo vivere solamente la Mia Vita a modo mio. (“If I fail, if I succeed At least I’ll live as I believe”)

Vivere la vita a modo mio non e’ stato e non e’ facile: implica responsabilita’, perseveranza, costanza nel rimanere fedele a me stessa. Implica acquisire la consapevolezza che nessuno puo’ ferirmi se io  non sono disposta a farmi ferire. Ho imparato che se soffrivo era frutto del mio vedere le cose sotto una prospettiva sbagliata. E che c’era sempre un lato buono, un lato positivo da vivere. (“No matter what they take from me they can’t take away my dignity”)

Imparai cosi ad amare me stessa, a considerarmi, ad autostimarmi a mettere me stessa come priorita’. (“Learning to love yourself”)

Lentamente giorno dopo giorno ho scoperto che il vero, grande Amore, non andava elemosinato dagli altri, non andava mendicato per quattro soldi, non andava implorato da coloro che non ricambiavano, non andava supplicato se venivo abbandonata, ma il vero grande Amore risiedeva dentro di me. (“Because the greatest Love of all, is happening to me, I found the greatest Love of all inside of me”).

Ci alzammo ci riabbracciammo e lei mi sussurro’ “Non voglio rinunciare al mio grande Amore per lo yoga e probabilmente organizzero’ lezioni a casa.” Mi sentii il cuore battere a mille e stringendola forte a me le risposi “cara ci sono, ti aiutero’ a realizzare il tuo Amore per lo yoga!”

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