Un incontro … con la nonnina!

tumblr_ng8q9aXFgD1r2sszso8_r1_1280 (1)

“Ogni persona ha un suo proprio colore, una tonalità la cui luce trapela appena appena lungo i contorni del corpo. Una specie di alone. Come nelle figure viste in controluce.” (Haruki Murakami)

Era tornata a casa! Era tornata a casa solo per un giorno! Ma era tornata a casa. Dal balcone la vedevo semi distesa su una sdraio sotto un ombrellone da sole nel suo giardino. Sonnecchiava, ma era bellissima. Aveva tutti i capelli bianchi raccolti in alto,  ma era bellissima!! Il suo viso segnava i suoi anni, tuttavia in quel momento era un viso d’angelo. La sua serenita’,  la sua pace interiore le si leggevano sul viso. Le sue mille rughe erano distese e i suoi occhi celesti erano socchiusi come se lei stesse ancora rivedendo il film della sua vita in quel giardino. Le sue labbra mostravano segni di sorriso anche se per lei il sorriso era venuto meno da tanti anni. Io la guardavo con meraviglia e con tanto rispetto. La conoscevo da tanto tempo. Era la mia vicina di casa prediletta. La  conobbi quando ancora, nonostante l’eta’, ne dimostrava la meta’.

Adorava il suo giardino e dedicava la maggior parte del suo tempo a curarlo, inaffiarlo, nutrirlo come se fosse una  figlia con quella attenzione materna di una donna che sa amare. Era stata madre di tre figli maschi, ma mi raccontava che avrebbe desiderato una figlia. Spesso mi regalava fiori del suo giardino da mettere come centrotavola e il loro profumo e il loro colore esprimevano l’essenza della sua anima.  Mi insegnava come prendermi cura dei fiori e come  ci si deve accostare ai  fiori che hanno un linguaggio tutto loro, che passa attravero i loro colori.

Era una donna semplice, di quelle all’antica, che credevano ancora nel potere  delle erbe aromatiche e nelle loro proprietá curative. Era allergica ai medici, ma affascinata dalle terapie alternative : era una fautrice dei Fiori di Bach.

Un giorno pero’ si ammalo’ e i tre figli non potendo assisterla come avrebbero dovuto per impegni lavorativi e familiari decisero di sistemarla in un ospizio, piuttosto di lusso, ma sempre ospizio. Cosi all’eta’ di 90 anni fu trasferita (felicemente o no…non lo so!!) in questo ospizio dove ora risiede fissa e comunque dove la accudiscono 24 ore su 24.

Sono passati cinque lunghi anni da allora e non l’avevo piu’ vista, ne’ avuto l’opportunità di andarla a trovare. Ogni tanto pero la pensavo anche perche’ il suo giardino non e’ piu’ lo stesso. I figli per fortuna non avevano venduto la casa, ma l’hanno  tenuta come casa per il fine settimana e vengono a trascorrerci con gli amici i giorni di festa usando il giardino come luogo per i giochi all’aperto dei loro bambini.

Adesso nel giardino, al posto dei pochi fiori rimasti, ci sono scivoli altalene ed altri giochi all’aperto e le grida gioiose di bimbi.

Tuttavia il giardino dei fiori colorati  della “nonnina” non c’e’ piu. Ma lei due giorni fa è tornata a visitare la sua casa.  I figli le hanno fatto questo regalo per  il suo 95esimo compleanno. La nonnina era splendidamente meravigliosa nel suo color platino!

giardino-inglese

Un incontro … con la nonnina!ultima modifica: 2021-09-21T10:37:38+02:00da acquasalata111

32 pensieri riguardo “Un incontro … con la nonnina!”

  1. Certo che dopo avere cresciuto e accudito tre figli maschi e magari (sopportato anche le loro mogli) chissà per quanto tempo ritrovarsi in uno ospizio a 95 anni e per di più a non avere più il “giardino dei fiori” a cui era affettuosamente legata, non è che sia il migliore dei modi per chiudere l’esistenza e pur vero che bambini hanno il potere di farti dimenticare, ma a una donna di una certa età forse non farà mai bene sostituire/togliere qualcosa magari contro la sua volontà……Ma forse per amore dei bambini, vederli gioire, rincorrersi, acciuffarsi, vederli battibeccare anche per le “nonne” non ha prezzo, anche per un solo giorno, istante momento.

    1. Carissimo Amico grazie per il tuo punto di vista che leggo con piacere. Hai ragione per una nonnina trascorrere gli ultimi anni in un ospizio non e’ la cosa piu’ attraente, tuttavia si trova in un ambiente con persone della sua eta’ e sicuramente si sente meno sola di quando stava in casa da sola. Non voglio dire che sta bene nell’ospizio ma almeno non sta da sola. I figli con le nuore non venivano spesso a trovarla anche perche’ vivono lontani in altre citta’. Lei viveva in simbiosi con il suo giardino. Non ho mai chiesto quanto si soffre a vivere lontano dagli affetti familiari, ma sembrava che lei traesse tutta la forza e l’energia dal suo giardino. Insomma aveva fatto una trasposizione degli affetti familiari sul suo giardino. E forse e’ in virtu’ di quel ricordo del suo giardino che distesa sulla sdraio aveva quel viso d’angelo. Si era messa in connessione con il suo giardino antico. Era entrata in contatto con il suo amore piu’ grande: il suo giardino. Ovviamente sono tutte mie considerazioni magari la verita’ e’ tutt’altra ma sono rimasta colpita dalla sua espressione. Grazie per aver partecipato con interesse e sollecitudine a questo confronto. Un abbraccio affettuoso.

  2. Una storia commovente, come ce ne sono tante. La nonnina rappresenta la società di oggi.
    Quanto sono belli i nonni quando vivono con noi. Sono stata cresciuta dalla nonna materna e vivevo con lei, fino a quando i suoi occhi non si chiusero. Vivevamo tutti insieme, nonni, genitori ed io.
    La società di oggi, conosce un altro tipo di famiglia allargata e la frenesia del lavoro, dell’andare di corsa, della pazienza che manca, non fa più tenere i nonnini in casa. Anche la mia nonna conosceva le erbe, e curava l’orto. Non avevamo un giardino, quel fazzoletto di terra era pieno di ogni ben di dio.
    Adesso gli ospizi sono pieni, ed i nonni vengono usati quando sono in salute per badare ai nipotini, poi quando si ammalano o non servono più via nell’ospizio. Un bacio mia cara e serena giornata

    1. Carissima Amica come e’ veritiero il tuo commento. Sembra che oggi i vecchi siano lo “scarto” della societa’. Come si sono invertite le coordinate!! Una volta gli anziani erano i saggi, erano coloro che tramandavano le storie di vita, i rimedi casalinghi per raffreddori e dolori muscolari, erano le persone piu’ importanti in famiglia e si aveva il massimo rispetto. Oggi non e’ piu’ cosi, ma io sono convinta che i cicli si ripetono e che dopo questa fase gli anziani torneranno ad avere il loro ruolo. Ho sempre avuto un grande rispetto per questa nonnina e se anche lei mi diceva chiamiami Adelia io non ci riuscivo e la chiamavo sempre Signora Adelia dandole del ‘lei’. E nel vederla tornare mi ha fatto piacere perche’ nel suo modo di mostrarsi mi ha fatto capire che la vecchiaia non e’ cosi brutta e che tutto dipende da come noi interpretiamo la realta’ che ci circonda. Grazie per aver partecipato con interesse e sollecitudine a questo confronto. Un abbraccio affettuoso.

  3. Voglio rispondere in modo inusuale a questa riflessione aggiungendo poi un breve ulteriore commento:
    Perché un’altra casa
    Guardava dietro i vetri l’imbrunire,
    il giorno che non voleva mai finire.
    Fra i riflessi dei vetri appannati,
    scorreva il tempo, fatti ormai passati.
    Di giorno a lavare, strofinare i panni
    mentre veloci scorrevano i suoi anni.
    Notti di sonno piene di stanchezza,
    intanto vedeva appassir la giovinezza.
    Poi i figli, crescerli, trovar qualcosa da mangiare,
    quante volte, a fine mese, difficile arrivare.
    Sono cresciuti, ognuno vive la sua vita,
    mentre per te sembra ormai finita.
    “Sei stanca, han detto, hai bisogno di riposo !!”
    Altra casa, ora, perché hai perso anche lo sposo.
    Fra estranei ti muovi tutta la giornata,
    nulla è più tuo, nemmeno la casa tanto amata.
    Guardi fuori per riconoscere qualcuno.
    Ma è sempre uguale, per te non c’è nessuno.
    La “nonnina” come tanti altri anziani avevano dentro di se il dono del fare. Soprattutto perchè non c’era nulla, magari le materie prime e così si ingegnavano a fare il pane, a ritagliare vecchie stoffe, a lavorare con gli aghi e l’uncinetto, cultura ormai scomparsa, memoria persa d’un tempo. I fiori sono stati sempre un’attenzione particolare, perchè dovevano abbellire la casa disadorna, il giardino vicino all’entrata per renderlo più bello e accogliente. Ecco allora la cultura del tempo, delle stagioni, dei fiori regalati dalla natura in tempi diversi, osservare la luna per capire il tempo migliore per piantarli. La capacità di seminare altre specie di fiori, quando il medico quasi non esisteva, quindi curarsi era una cultura della ricerca, della passione di ogni donna, che non si lamentava per tutti questi “lavori” che faceva serenamente, perchè assunti come parte del suo ruolo di donna, di madre, di padrona della casa. Quante cose oggi le donne moderne non fanno più o non conoscono nemmeno, ma lei le esercitava tutte come parte di un ruolo di cui conosceva l’impegno e la fatica. Tramandato dai suoi e forse da tramandare, ma non aveva figlie, altro dramma dell’antico pensiero familiare. Il padre voleva il maschio perchè non si perdesse traccia del suo cognome, la madre più modestamente, per un aiuto ed un conforto, comprensione e condivisione che solo le donne sanno regalarsi. Pur essendo rimasta quasi per sempre “sola” anche se attorniata dai figli maschi, la natura le ha regalato quelle rughe che hanno lasciato trasparire il suo sorriso che non si è perso, che gli anni non hanno cancellato, perchè solo chi ha intenso amore per lei lo sa ancora cogliere nel suo sguardo ormai assente.

    1. Grazie carissimo Amico, anzi doppio grazie per la poesia in rima che descrive la “nonnina” di sempre e per il commento ad hoc. Hai ragione io ho sempre avuto una grande stima e rispetto per le “nonne” quelle che ho avuto e quelle che ho incontrato nella mia vita. Ma la cosa che piu’ mi affascina di loro e’ stata sempre quel loro essere DONNA davvero donna. Nel tempo la donna ha perso la sua vera identita’ ha cominciato a fumare come un uomo ad indossare giacca e pantaloni come un uomo a ricoprire ruoli in carriera destinati una volta all’uomo. Adesso non mi fraintendete sto solo constatando come la donna si e’ evoluta eppure io sono legata intimamente a quella DONNA della nonnina alla curanderos della casa alla protettice della famiglia al culto di una Donna che sa fare di tutto continuando ad indossare il “grembiule” a quella donna che nella sua piccolezza dimostra la sua grandezza. Ecco voglio solo dire che rispetto la nuova donna, ma per me l’idea di DONNA si incarna proprio nella figura della “nonnina”. Quella donna che, mio caro amico, descrivi con grazia nel tuo commento. Nella mia vita ho cercato di essere “nonnina” prima ancora di diventarlo. Grazie per aver partecipato con interesse e sollecitudine a questo confronto. Un abbraccio affettuoso.

  4. E’ vero! Ed è classico dell’essere umano che quando abbiamo di bisogno (dipende chi) sappiamo strisciare ai piedi anche del nostro più acerrimo nemico, appena otteniamo quello che vogliamo sappiamo liberarcene a volte anche in maniera brusca, senza curarci nemmeno delle ferite che possiamo apportare alle persone, animali, cose che fino a un momento prima quasi supplicavamo.
    Questo è anche colpa della troppa evoluzione, del “miglioramento” (ma di quale nello specifico non mi è ancora chiaro). Il fatto è che più si va avanti più diventiamo uno peggiore dell’altro quando si parla di doveri, rispetto, etc etc. Che peccato non essere nato cane!

    1. Carissimo Amico non sono completamente d’accordo che piu’ si va avanti e piu’ diventiamo cattivi. Io posso dire che i “cattivi” esistono da sempre come il male esiste da sempre e cosi esistono pure in opposto i “buoni” ma questa e’ la vita. Il fatto che una madre metta al mondo i figli li cresca con fatica gioia e sudore e non deve aspettarsi nessuna riconoscenza e’ un dato certo. La natura ci insegna che gli uccellini mettono al mondo i bebe’ ma poi li lasciano volare liberi senza chiedere nulla in cambio. Si tende a ricattare i figli e questo non e’ giusto perche’ i figli non si fanno perche’ noi poi veniamo accuditi nella vecchiaia. Questo concetto mi e’ estraneo. Per cui non mi aspetto nulla e anzi prendo esempio dalla nonnina vicina di casa che vive serena anche in un ospizio. Avresti voluto nascere cane??? credi che sia una vita piu’ facile? No non credo caro amico tuttavia se credi alla legge Karmica tutto e’ possibile nelle tue prossime vite!! Dai scherzo!! Grazie per aver partecipato con interesse e sollecitudine a questo confronto. Un abbraccio affettuoso.

    1. Grazie carissimo Amico la tua sensibilita’ mi commuove. Anche io ho vissuto con la mia nonna materna in casa fino alla sua morte. Da bimba mi portava sempre a prendere il “cremino” (un gelato) e poi mi leggeva tante favole. I ricordi che ho di lei sono tanti e tante sono anche le sofferenze che ha dovuto patire quella povera donna. La sentivo soffrire e pregare. I ricordi ultimi sono i piu’ tristi quando ancora in ospedale mi disse lasciatemi morire. Vissi quei momenti da ragazza molto intensamente e non riuscivo a quel tempo a trasformare quelle parole in positivo. Oggi dopo tanti e tanti anni riesco a leggerle in positivo. Lei voleva solo trovare un po di pace. E sono sicura che l’ha trovata in una dimensione completamente nuova e rinnovatrice. Grazie per aver partecipato con interesse e sollecitudine a questo confronto. Un abbraccio affettuoso.

      1. Mi dispiace tanto per tutte le sofferenze che ha avuto tua nonna…..la mia invece se ne è andata come un uccellino a 98 anni….dopo aver passato una vita tranquilla assieme ai suoi figli e noi nipoti….mi sono ripreso dopo tanto tempo della sua morte…..l’amavo con tutto il cuore…..forse perchè ero il suo nipote prediletto. Comunque lasciamo stare con tutti questi ricordi….tuoi e miei….a me fa sempre piacere sentirti.
        Una dolce serata seguita da un abbraccio caloroso.

  5. Hai attinto a piene mani alla tua dolcezza, per dipingere la nonnina nel giardino. Conoscevo la tua dolcezza, ma non avevo percepito quanta essa fosse, e quanto variegata. Ora l’hai adoperata per affrontare un tema che scotta davvero, in un mondo fatto di individualismo egocentrico. Quanti nonni allontanati e perfino abbandonati. Voglio trovare una scusante, a tutto questo: molto spesso l’invecchiamento è poco sereno se non addirittura sofferto, fa davvero male vedere l’evolversi del degrado fisico, e non tutti sono dotati della capacità di soffrire insieme ad una persona cara che affronta la fine dell’esistenza. Potrebbe darsi che quella nonnina nel giardino, distesa ed apparentemente serena, riassaporava l’aria di casa sua dopo anni di segregazione, e può darsi che ella fosse grata ai figli per averle regalato quella gioia. Ma si trattava pur sempre di una persona sul viale del tramonto, chissà se conscia di questo. Tu hai saputo dipingere il dramma del fine vita in un modo meravigliosamente leggero e dolce, e questo fa di te una donna speciale, veramente donna fino in fondo.

    1. Grazie carissimo Amico il tuo commento mi ha toccato l’anima e tu hai parlato al mio cuore nel tuo modo speciale entrandomi dentro. Hai messo in luce due aspetti importanti della questione: l’abbandono degli anziani e la difficolta’ di coloro che devono accudirli. Esattamente non tutti sono dotati della capacita’ di soffrire insieme. E questo posso dirtelo personalmente. La mia nonna materna e’ stata molto male gli ultimi anni della sua vita ed ha sofferto molto. Io ero ragazza ventenne e soffrivo con lei e per lei. Mi chiedevo se invecchiare avesse questo caro prezzo. Eppure non era colpa della vecchiaia, ma non me ne rendevo ancora conto, era colpa dei MEDICI era l’epoca in cui uscivano i medici con lauree pagate a fior di quattrini e tutto capivano tranne che di medicina. Nessuno ha saputo curare bene mia nonna! La medicina gia’ da allora cominciava a dare segni di incompetenza fino ad arrivare ad oggi. Ci sono ancora dei bravi dottori ma sono rari la maggior parte sono dei venduti e mi fanno ribrezzo, quando dovrebbe essere la professione piu’ umana su tutta la terra. Grazie per il complimento di Donna lo accolgo con piacere e con gioia, in fondo mi sento molto vicina a tutte le “nonnine” del mondo e desidero seguire il loro esempio di umilta’ e dedizione alla vita. Grazie per aver partecipato con interesse e sollecitudine a questo confronto. Un abbraccio affettuoso.

  6. Una storia commovente, figlia del nostro tempo così povero di tempo.
    Tempo che ci servirebbe per dedicarlo a chi ne avrebbe bisogno.
    Tempo che ci manca per ogni cosa tranne che per correre dietro al lavoro e quindi al denaro.
    Impegni su impegni per poterci permettere ogni cosa ma non in grado di farci coltivare gli affetti più elementari.
    Un tempo di passioni tristi e tristemente appassite, proprio come i fiori della tua vicina.
    Prepariamoci al peggio….
    Un caro abbraccio.

    1. Grazie carissimo Amico per il tuo punto di vista che mi porta a riflettere. “Prepariamoci al peggio” non sono cosi negativa, mio caro amico io credo che tutti noi possiamo sempre fare qualcosa di bello e di positivo basta volerlo senza scoraggiarci senza arrenderci senza sottometterci. Basta solo capire come va la vita ed accettarla per quella che e’. Vedi prima di tutto accettare di “morire” perche’ e’ su quella paura che vengono esercitate le influenze negative su di noi. La morte fa parte della vita e viceversa. Mettiamo al mondo i figli come atto d’amore ma li finisce senza premio finale. La vecchiaia e’ un punto interrogativo che dobbiamo affrontare prima di tutto con la prevenzione con il cercare di vivere una vita sana rilassata pulendo la mente eliminando le emozioni negative meditando e purificandoci. Vedi il volto che ho visto della nonnina era sereno tranquillo non contratto lei ha imparato ad accettare: ad accettare di andare in un ospizio, ad accettare di ritrovare la sua casa cambiata ad accettare di non vedere piu’ il suo giardino di fiori eppure tutto questo non l’ha contrariata anzi le e’ bastato chiudere gli occhi sentire il profumo di casa sua e rivedere nella sua mente il suo giardino fiorito. Ecco ha saputo ritrovare e vivere la dimensione giusta accettando che la vita si evolve e che nulla resta uguale, resta lo stesso. Per me la nonnina rappresenta un grande esempio da seguire per cui non credo che il peggio debba avvenire ma tutto sta a noi a come noi lo interpretiamo. Grazie per aver partecipato con interesse e sollecitudine a questo confronto. Un abbraccio affettuoso.

  7. A volte mi capita di pensare :chissà cosa ha in serbo il destino per me, quale sarà il mio futuro, come vivrò (sempre ad arrivarci) la mia terza età. Non è molto quello che vorrei, libero ormai da qualsiasi impegno, mi piace pensare che passerei le mie giornate serenamente occupandomi soltanto di fare il nonno con i nipotini che il buon Dio (e mio figlio) mi vorrà donare. Non so come si può stare in un centro per anziani, penso che da un lato sia un bene stare in compagnia dei nostri coetanei a ricordare i tempi della giovinezza mentre medici, infermieri e inservienti si occupano del nostro benessere. Ma credo anche che vivere quella fase della vita lontano dai propri cari e dai nostri affetti provocherebbe un malessere interiore che nessun medico e nessuna cura potrebbe guarire. Ormai si sa.. I figli fanno quello che possono, ma non possono sacrificare la loro vita per un vecchio genitore, e a tal proposito mi sovviene un proverbio che sentivo dire a mia madre… “Un genitore è capace di accudire 100 figli… Ma 100 figli non sono capaci di accudire un genitore”…
    Un saluto affettuoso

    1. Grazie carissimo Amico per il tuo bel commento. I tuoi dubbi sono i dubbi di tutti i genitori e sono anche i desideri di tutti i genitori di trascorrere la vecchiaia circondati da tanti nipotini. Ma la vita non offre a tutti lo stesso regalo e c’e’ chi non ha nipotini c’e’ chi sta male e soffre, c’e’ chi viene allontanato insomma sono infinite le possibilita’. Io non ci penso e non voglio pensarci in fondo mi stancherei solo a pensarci. Tuttavia mi soffermo a cogliere le espressioni delle nonnine che incontro nella mia vita ne colgo il vigore la forza l’energia e cerco di trovare in loro la mia ispirazione. La nonnina vicina di casa mi ha regalato un grande esempio: e’ nell’accettazione totale che si trova la pace dell’anima. Ecco cosa ho imparato da lei e nel mio possibile cerchero’ di fare altrettanto. Bellissimo il proverbio che mi hai suggerito e molto molto veritiero. Una madre puo’ si accudire 100 figli ma non il contrario. Assolutamente vero ed e’ per questo che non dobbiamo chiedere ai nostri figli di accudirci daremmo loro un carico un peso che non meritano. Loro meritano di vivere la loro vita e anche la loro vecchiaia futura a modo loro. Grazie per aver partecipato con interesse e sollecitudine a questo confronto. Un abbraccio affettuoso.

  8. Bellissimo racconto per me che sono nonno a tempo pieno di 3 stupendi nipoti oramai grandicelli..il mio unico pensiero e`che si ricordino di me anche quando non ci saro` piu.Noi nonni moderni portiamo piu attenzioni ai nostri nipoti molto di piu di quante ne abbiamo portate ai nostri figli
    Un abbraccio

    1. Grazie carissimo Amico che bel commento positivo!!! Sono tanto felice che tu viva l’esperienza di nonno e che come dici tu dedichi tante attenzioni a loro piu’ di quello che hai fatto con i figli. Di solito capita sempre cosi anche perche’ il nonno e’ libero da tante responsabilita’ che pesano invece sui genitori. Il tuo commento mi ha messo di buon umore ed e’ anche un invito ed esempio a diventare bravi nonni per tutti noi. Grazie di cuore leggere queste esperienze fa il mondo piu’ bello! Grazie per aver partecipato con interesse e sollecitudine a questo confronto. Un abbraccio affettuoso.

  9. Un quadro a tinte luminose, per riprendere una storia che ha del magico tra fiori e sorrisi: una magia che è anzitutto amore, in grado di trasformare la dolcezza di uno sguardo mai vecchio, in grida di bimbi felici. Non è poco, come non è in linea ingessarsi, non considerando il mutare del cielo e la vitalità che sa d’antico ed allo stesso tempo di nuovo.
    Un bacio scintillante di stelle.

    ps: un bel racconto molto apprezzato.

    1. Grazie carissimo Amico per aver apprezzato il mio incontro dal balcone con la nonnina. Ho apprezzato molto l’immagine che hai citato nel commento “la dolcezza di uno sguardo mai vecchio”. Ecco hai fatto centro! La nonnina in quel suo sguardo angelico era senza tempo e mi ha colpito molto. E desidero poter seguire il suo esempio. Accettare che la vita ci consuma ci invecchia ma invecchiare con la consapevolezza di aver speso una vita piena dedicata ai figli e alla natura. Grazie per aver partecipato con interesse e sollecitudine a questo confronto. Un abbraccio affettuoso.

  10. Alla fine “chiudere” il proprio ciclo in una casa di riposo (che brutto termine “ospizio”), è una soluzione che risolve il vero dramma di una persona anziana: la solitudine. La sera quando “la nonnina di turno” chiude porte e finestre, magari con una leggera ansia dentro, e realizza di essere sola…spesso quelle notti si trasformano in veri e propri incubi; di contro, il senso di abbandono in quei luoghi deputati alla fine del ciclo di vita, è compensato dal poter usare ancora la bocca anche per parlare…non solo per mangiare. Ciao “number one”!

    1. Grazie mio carissimo Amico, come hai ragione!! Si e’ vero non ho usato un termine carino nello scrivere ospizio ma vedi anche la scelta di questo termine forse pure inconscia esprime l’opinione che ho delle case di cura. Non le ho chiamate case di cura perche’ secondo me non “curano” ma “lasciano morire”. Ora non voglio fare di un fascio un erba, e’ solo che le esperienze che ho avuto di nonnine in ospizi sono state negative e il mio approccio e’ dunque negativo. Tuttavia ci sono e sono sicura che ci sono case di cura dove i vecchietti sono trattati umanamente bene e possono ancora vivere con quei comfort pur non abitando nella propria casa. Per cui tutto il mio rispetto per quello che mi confermi e anche il fatto che vivere in comunita’ aiuta a sopportare meglio quel senso di solitudine che si vive quando la famiglia si sgretola piano piano. Ho apprezzato il tuo punto di vista, grazie! Grazie per aver partecipato con interesse e sollecitudine a questo confronto. Un abbraccio affettuoso.

  11. È il circolo della vita, quello che la nonnina ha vissuto, mentre i figli sono il suo frutto a cui lei ha preso la mano quand erano piccoli facendoli crescere finché poi si son fatti la loro vita.. Li ha cresciuti come il suo giardino, curandosi di loro affinché avessero sempre quello che necessitavano… Il tempo poi, ha fatto il suo corso, e con gli anni tutto è cambiato… È cambiato il giardino che ora non c’è più, ha cambiato i figli che ora in quel giardino non curano più i fiori, ma hanno messo dei giochi per i loro figli, e ha cambiato anche la nonnina, che dall’alto della sua età però, sarà contenta che seppur tutto è diverso,che l’amore per quella casa per quei fiori per quel giardino, non lo ha mai dimenticato,anche se gli anni come un peso sulle spalle, l’han portata via da quelle sue preziose cose che in quella casa lei ha curato giorno per giorno senza per questo intristire la sua persona …
    Un abbraccio e un sorriso anche alla nonnina
    Silente_Anima

    1. Grazie carissimo Amico credo sia andata proprio cosi! Su di lei si rispecchiava la serenita’ di una vita ben spesa senza rimpianti o nostalgie e persino l’aver raggiunto l’eta’ di 95 forse le appare un grande traguardo. E credo fermamente che lo sia un grande traguardo. Mi associo al tuo abbraccio verso la nonnina anche io avrei voluto abbracciarla ma a causa di questa follia che imperversa non mi e’ stato possibile. La nonnina e la sua famiglia sono tutti vaccinati e per psicosi assurda ed illogica pensano che io non vaccinata possa contagiarli… impossibile giusto visto che loro sono coperti dal vaccino al 95% anzi dovrei essere io a rischio visto che si dice che chi e’ vaccinato e’ pure contagioso. Tuttavia sembra che la logica non conta e cosi mi hanno tenuta fuori. A me non importa in fondo ognuno ai suoi dogmi e i suoi limiti di comprensione. Il regalo che ho ricevuto e’ stato il viso della nonnina e visto che non potevo ricambiare con un abbraccio le ho dedicato questo post tutto per lei. Grazie per aver partecipato con interesse e sollecitudine a questo confronto. Un abbraccio affettuoso.

  12. Immagino il futuro, ma nel passato si nasconde la risposta mentre cerco nello specchio l’anima nascosta. Guardo il passato e vedo la baldanza, con sulla testa la corona della tracotanza, alla vita fare gli sberleffi, mentre l’egoismo insulta e la prende a schiaffi. Vivere la giovinezza come fosse un sogno, tutto dovuto senza alcun ritegno fin quando tutto intorno sfuma e cerchi i tuoi sogni tra i bagliori della luna, con un pizzico di malinconia, contando le ore che fuggono via; con le dita rinsecchite sulla vita che segna sulla fronte la fatica, con i capelli che cambian di colore, invidiosi della luna, il suo candore…

    1. Grazie carissimo Amico per il tuo commento speciale sai che mi piacciono molto i tuoi commenti che con tono ironico e baldanzoso dicono la verità. Esattamente come dice il proverbio chi semina raccoglie e il tuo coomento condensa proprio questo. Noi siamo ciò che mangiamo noi siamo ciò che pensiamo e noi siamo i vecchi di come abbiamo speso una vita. Grazie per questo commento che mi fa riflettere a lungo. Grazie per aver partecipato con interesse e sollecitudine a questo confronto. Un abbraccio affettuoso.

  13. Certamente c’è un profilo in ognuno di noi che s’identifica in quella immagine, è sereno captare una figura di una persona anziana e pensare che sia la “nonnina”, come guardare un quadro vivente in quel giardino curato e amato, credo sia stato rilassante condividere quella vicinanza, altrettanto discreta è la tua scelta di non giudicare se vi fosse l’opportunità di trasferire la “nonnina” in un ospizio: non possiamo infatti emettere giudizi su fatti interni a una famiglia, non conoscendone motivazioni e necessità. Salutissimi.

    1. Grazie carissimo Amico sono d’accordo con te ognuno ha una sua storia e un suo percorso e non abbiamo nessun diritto di giudicare cosa è giusto o sbagliato dovremmo prima guardarci dentro di noi senza emettere sentenze che il più delle volte non sono adatte. Io ho solo contemplato quel viso sereno e la mia meraviglia è stata grande nel vedere una persona di 95 anni cosi serena. Di solito leggo sui volti degli anziani la paura la solitudine il rimpianto la noia. La nonnina era diversa e sicuramente supportata da una filosofia di vita vissuta in semplicità. Grazie per aver partecipato con interesse e sollecitudine a questo confronto. Un abbraccio affettuoso.

  14. C’è un tempo per la sera alla luce delle stelle e un tempo per la sera alla luce della lampada…magari con un vecchio album di fotografie da sfogliare. Arrivati al crepuscolo, la maggior parte di noi si domanda dove sta andando. C’è una rotta che percorriamo ogni giorno, tra fatica e speranza, attraverso il tempo… I vecchi sanno una cosa che i giovani rimuovono, e poiché questa cosa è essenziale per capire la vita, i vecchi sanno qualcosa sulla vita che i giovani ignorano. Questo rende la vita dei giovani e la vita dei vecchi intimamente diverse. I giovani vivono la giovinezza e la vita come se la vecchiaia e la morte non esistessero. Vivono applicando un sistema che contiene un errore. Poiché l’errore riguarda un punto così determinante della vita, e prima o poi salterà fuori e la vita subirà una svolta, diciamo che conoscere quell’errore è saggezza.Si dice che la morte rovini la vita: al contrario, la salva. La vita ha un errore: vive nell’illusione che la nascita si ripeta infinitamente. Poi viene la morte, tutto risulta sbagliato, ma non c’è più tempo per correggere niente. Solo la vita che non ignori la morte non si rinnegherà… chi ha presente che esiste la morte procede nella verità, gli altri agiscono sempre con una riserva mentale, hanno paura della morte e allora non ci pensano, come se non ci fosse. I nonni hanno questa conoscenza in più e perciò hanno la saggezza. Ci si rivolge a loro per le cose di sostanza…
    Un caro saluto
    Antony

    1. Grazie carissimo Antony condivido pienamente la tua riflessione. Ho sempre avuto un grande rispetto per gli anziani. Sarà perchè sono anche cresciuta tra i nonni e questa la considero una fortuna che oggi tanti bambini non hanno. Famiglie che vivono lontane e che raramente si possono incontrare. Ricordo quando mia nonna mi portava in campagna e mi insegnava a notare la differenza delle erbe. E già l’erba appare essere una sola ma tra di lei ci sono altrettante erbe. La saggezza la pace di spirito che hanno gli anziani mi ha sempre colpito rispetto al furore ed intraprendenza dei giovani. La nonnina con il suo viso d’angelo mi ha insegnato che la morte esiste e che lei se l’aspetta tuttavia è pronta perchè lei ha sempre accettato la vita. Un grande esempio per me. La vita come scrivi giustamente tu include la morte due lati della stessa essenza del vivere umano. Grazie per aver partecipato con interesse e sollecitudine a questo confronto. Un abbraccio affettuoso.

Lascia un commento