Un incontro… con Angela!

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“Mentre lui le insegnava a fare l’amore lei gli insegnava ad amare.”        ~Fabrizio De Andre’~

Era l’ultimo giorno della stagione sciistica.

Io non andavo per sciare, non lo avevo mai imparato, nonostante i mille tentativi. Eppure mi piaceva sempre trascorrere una settimana sulla neve per godermi il panorama offerto dalle montagne innevate, dalla loro maestosita’ e grandezza. La montagna mi ha sempre affascinato sia d’inverno che d’estate. Vedere il susseguirsi di montagne cosi’ alte mi dava un senso di “divinita”, di “eternita” come se quelle montagne fossero la testimonianza dei nostri antenati. Ebbene ero li’ da sola in preda ai miei pensieri sulle montagne, quando si siedette accanto al mio tavolo una signora incinta e gentilmente mi chiese se poteva accomodarsi al mio tavolo visto che gli altri erano tutti occupati. Io fui ben felice di ospitarla  e cosi, mentre sorseggiavamo un cappuccino, ci mettemmo a chiacchierare.

Lei mi racconto’ della sua difficile gravidanza specialmente nei primi mesi quando il rischio di perdere il bambino era diventato per lei una ossessione. Ora stava meglio, tuttavia le avevano riscontrato un problema di placenta previa e il rischio di un parto prematuro con distacco della placenta avrebbe messo a rischio la sua salute  e quella del nascituro.

Io l’ascoltavo con attenzione cercando di capirla, ma non dandole nessun consiglio in fondo sentivo che lei non cercava conforto, ma solo il bisogno che qualcuno l’ascoltasse.  Finito il suo caffe’ si alzo’ e prima di andar via le chiesi il suo nome e mi disse “sono Angela”. La salutai e le augurai il meglio.

Lei si commosse e con il suo bel pancione si avvio’ verso il rifugio. Io continuavo a stare seduta sulla terrazza del bar a godermi il paesaggio imbiancato tuttavia nuovi pensieri affiorarono nella mia mente. E cosi finii per  pensare al sesso come ad una delle energie piu’ potenti che un essere umano potesse provare. Pensavo,tra me e me, come questa  energia  permettesse alla donna  di sperimentare la dimensione della maternita’ trasformandole un corpo in due corpi: il suo e quello del bimbo, in due cuori che pulsavano, in un essere umano dentro l’altro!

Pensavo,  e mentre pensavo, sentivo brividi addosso: pensavo al  desiderio sessuale  come a qualcosa di ancestrale, di  atavico, di eterno che permette alla vita di nascere all’infinito.  E pensavo a come questo desiderio sessuale cosi potente era stato troppo spesso bandito, represso, soffocato. Perche’ pensavo??  Mi chiedevo: “era forse perche’ nei tempi antichi, quando ancora non si conosceva come avvenisse il concepimento, la società per limitarne le nascite, ricorreva alla religione  usando  tabù, dogmi e pregiudizi?

Era forse un modo per limitare le gravidanze, le morti delle madri e dei neonati che nei tempi antichi  spesso ne derivavano?

Ero ancora avvolta nei miei pensieri quando mi resi conto che il  desiderio sessuale ci riportava di fronte all’evidenza del nostro essere umano con i nostri bisogni e i nostri impulsi naturali. Mi domandavo:  “ma  io,  non ero altro che il “risultato”  della sessualità dei miei genitori?” Sessualita’  intesa non solo come rapporto fisico, ma sopratutto  come energia creatrice di vita.

Eppure perche’ tutto cio’  e’ stato considerato impuro da millenni di religiosità? Continuavo a pensare tra me e me, e mi chiedevo se ancora oggi non viviamo la sessualità come fonte di forti tabu’ e distorsioni religiose a causa delle convinzioni e  restrizioni vissute dai nostri antenati?

E ancora il mio pensiero volava ad Angela, a quella mamma come tante altre, che hanno deciso di vivere la maternita’ come espressione di un atto sessuale molto piu’ forte di un legame d’amore perche’ il sesso da’ la vita mentre l’amore da solo no!

Pensavo al coraggio di Angela e a tutte quelle donne che hanno deciso di mettere al mondo un figlio. Al loro coraggio di portare avanti una gravidanza, la quale, in quell’istante nei miei pensieri, rappresentava il vivere nove mesi  tra vita e morte in quanto la gravidanza poteva creare si una nuova vita ma poteva anche uccidere  la madre (placenta previa).

E cosi nelle miei folli elucubrazioni, finendo l’ultimo goccio di cappuccino, arrivai alla conclusione che nella gravidanza l’essenza femminile fa un viaggio tra i morti e vivi prendendo un’anima e canalizzandola in un corpicino di neonato. Ogni donna sa che c’e’ un 50% di rischio quando affronta la gravidanza, eppure nella sua essenza femminile e’ consapevole che la maternita’ e’ l’unica vera ragione  profonda  per la quale lei e’ su questo pianeta. Accettarci come donne fecondatrici, ricettacoli di vita e di morte allo stesso tempo,  ci permette di riconciliarci con la nostra natura divina.

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