Un incontro… lungo il fiume!

Seepromenade_Bregenz

“La pazienza e’ la calma accettazione che le cose possono accadere in un ordine diverso da quello che si ha in mente” ~ David Allen ~

In questo mese intorno a San Valentino ci sono, a volte, delle belle giornate di sole che sembrano anticipare la primavera. Ed e’ proprio in una di queste che ho deciso di fare una passeggiata lungo il fiume.

Si chiama “Promenade” ma e’ in realta’ un semplice sentiero pavimentato con una lunga staccionata in alluminio che separa la terra ferma dal fiume. Dal lato opposto una serie di grandi alberi fanno ombra alle panchine quando d’estate fa caldo. Attualmente sono spogli e ancora le foglie sono raccolte ed accumulate intorno ai piedi dei tronchi quasi pronte per diventare terra. Sento il sole caldo sulle spalle mentre lentamente seguo il percorso del fiume.

Mi passano accanto tante persone ed io e’ come se ad un tratto vedessi sfilare davanti ai miei occhi le “eta’” della vita, le stagioni della vita, come in un film.

Vedo una coppia di ragazzi abbracciati lei/lui racchiusi nel loro abbraccio come due innamorati. E allora penso a me a quell’eta’ e mi chiedo dove ero? Anche io sono stata innamorata e quando camminavo abbracciata era come se non vedessi nessuno intorno a me esisteva solo lui, il mondo si annullava.

Vedo poi  una piccola famiglia di giovani avanzare con la carrozzina  e nel cercare di sbirciare riesco a notare solo tanti pupazzetti che dondolano.  E allora ecco che mi viene il  ricordo di quella carrozzina rosa che avevo comprato  per la mia futura bimba.  Chissa’ ora che fine ha fatto? E quando passeggiavo con lei nella carrozzina mi sentivo la mamma piu’ fortunata della terra. Avevo messo al mondo un bimbo e questo evento mi appariva come uno degli atti d’amore piu’ grandi.

Mi sorpassa una donna della mia eta’ con un passo svelto e il capo reclinato in basso.  Chissa’ quali pensieri la attraversano, forse assomigliano ai miei? Chissa’ che storia ha da raccontare e quanta solitudine la circonda. La vorrei fermare le vorrei dire “vogliamo fare due chiacchiere”? Lei con passo deciso mi supera.

Vedo correre verso di me un bimbo piccino che insegue la sua palla, chissa’ mi dico fra me e me sara’ un futuro e famoso calciatore? Ed ecco che i ricordi di quando ero piccola e mi divertivo a giocare a palla con i cuginetti affiorano e risento ancora le loro espressioni:” ma tu sei femminuccia non sai tirare la palla!!!”. Si forse avevano ragione preferivo tirare la palla con le mani piuttosto dei piedi.

Lentamente mi superano una coppia di due anziani che si tengono per mano. A vederli cosi avranno minimo 85 anni ma sembra che ancora si vogliono tanto bene. Chissa’ cosa mi aspetta a 85 anni? Saro’ ancora innamorata come questa coppia? Saro’ capace di camminare ancora mano nella mano?

Quattro giovani in tuta sportiva li sento ansimare dietro le mie spalle stanno correndo chissa’ vogliono forse tenersi in forma? Anche io amavo correre da giovane e mi piaceva  partecipare alle maratone estive. Qui sono sospese da circa o piu’ di due anni a causa della pandemia ma speriamo che riprendano presto. Ricordo i duri allenamenti preparatori con le amiche per finire poi in pasticceria a prendere una pastarella e un cappuccino.

Un rumore di pattini distoglie il mio pensiero mi volto e vedo 3 ragazze con i pattini correre facendo lagincana tra la gente chissa’ se qualcuno alla fine non finisce a terra??

Proseguo la mia passeggiata da sola in compagnia dei miei pensieri fino alla prossima panchina e mi siedo un po’. Dopo qualche istante un vecchietto si siede sulla stessa panchina e sorridiamo a vicenda in segno di saluto. Il sorriso ricambiato mi apre il cuore non mi sento piu’ sola sento che c’e’ ancora umanita’ tra noi.

L’umanita’ della gente non si e’ spenta si era forse solo assopita ma torna a  manifestarsi di nuovo. Ci vuole solo un po’ di pazienza!

387c14791e1f18c3492c2b249e3a1fad

 

 

Un incontro… lungo il fiume!ultima modifica: 2022-02-08T16:22:33+01:00da acquasalata111

37 pensieri riguardo “Un incontro… lungo il fiume!”

  1. Certo son vivo, sollevo il petto e respiro il presente eppur sento scoppiare la mente
    Se ripenso ai suoi occhi nei miei, a quei boccoli neri, all’innocenza dei baci la sera di nascosto dai suoi genitori, a quando le dissi: “ti amo”, fintanto che staccò la sua mano…

    Il sentiero invisibile lo segna il destino e fantasia lo cosparge di fiori; cerco lontano chi forse è vicino mentre il tempo segna rughe sul cuore. Ho spesso pensato al mio primo amore, a quel che ho perduto accettando il dolore ed oggi, a distanza di anni il rimorso, d’aver vissuto la vita in un sorso…

    1. Grazie carissimo Amico “Gipsy” anche il tuo commento e’ stato come leggere una “Promenade” della tua vita, uno scorrere del tuo film, uno scorcio, un frammento, eppure in quel commento ci sono tutte le eta’ di una umanita’ che passa attraverso il “ti amo”, all’abbandono, alla solitudine, alle rughe sul cuore come scrivi tu delicatamente. Eppure nonostante le tue parole io ci leggo ancora la voglia di vivere quella voglia di condividere ancora tante cose con le persone con cui ti trovi bene. Grazie per esserci sempre e per continuare a passeggiare con me lungo il fiume della vita.

      P.S. ho dovuto citare il tuo nickname perche’ si sono intrecciati i commenti di risposta!

  2. Hai raccontato come sempre in modo da trasportarmi nel tuo viaggio. Mi sentivo di fianco a te a camminare mentre ripercorrevo il tuo viaggio. Hai raccontato il Viaggio della Vita che tutti vorremmo percorrere, dalla tenera età fino alla vecchiaia, i sogni, le speranze di una vita felice in coppia, con le domande del futuro che ci aspetterà che purtroppo spesso non è mai come c’è lo aspettavamo o come lo volevamo. Purtroppo non tutte le famiglie sono felici, come quelle del “Mulino Bianco” 😉
    È sempre un piacere leggerti 🙂

    1. Grazie carissimo Amico per il commento e come hai ragione che “purtroppo non tutte le famiglie sono felici”. Vedi mentre passeggiavo io non sapevo il loro problemi vedevo solo i loro gesti di passaggio e onestamente neanche mi domandavano se erano felici o no. Ho visto passare davanti ai miei occhi solo eta’ differenti per un istante e neanche riuscivo a guardare bene i loro visi; loro erano come dei fantasmi che mi riportavano alla mia realta’ e li vedevo scorrere come in un film quasi volessi ricordare a me stessa “come ero” come sono stata essendomene quasi dimenticata. Tutti noi passiamo attraverso queste eta’ ma poi forse ce ne dimentichiamo. Grazie per esserci sempre e per continuare a passeggiare con me lungo il fiume della vita.

  3. Tutto il bel racconto evoca il fluire della vita , dal fiume che costeggi all’alternarsi delle persone , ognuna con propria peculiarità , ognuna ad evocare ricordi , a me piacciono i ricordi perchè a volte aiutano , ci sollevano e magari inducono in noi un sorriso involontario che negli occhi di qualcun’altro accende un barlume di umanità…che c’è sempre , anche quando sembra perduta

    1. Grazie carissimo Amico per il commento che condivido appieno. Hai ragione quelle persone, attraverso la loro eta’, mi hanno ricondotto ai miei ricordi ed e’ stato come se per un istante fossi tornata bambina con la palla, o mamma con la carrozzina, o innammorata abbracciata, e persino mi sono rivista nella donna sola. Si mi sento sola, qualche volta, ma allora esco, passeggio e mi siedo su una panchina dove qualche volta trovo un sorriso di contatto, di socialita’, di umanita’. Stiamo lentamente tornando alla nostra umanita’ che come dici giustamente tu “che c’è sempre , anche quando sembra perduta”. Esattamente!! Grazie per esserci e per continuare a passeggiare con me lungo il fiume della vita.

  4. Mi permetto di citare questi miei versi scritti tempo fa per esprimere la mia riflessione…
    “Vaja con dios”
    imperversava quell’estate,
    sui giradischi, alla radio, nei juke-box,
    mentre nei pomeriggi caldi e assolati,
    ci trovavamo a studiare insieme
    a consumare come un’ossessione,
    i compiti, i ripassi, le lezioni,
    per preparare i nostri esami di riparazione.
    Ci lasciavano soli i nostri genitori,
    allora fuggivamo troppo spesso da quei libri,
    vicini, affacciati al davanzale,
    guardavamo i campi gialli e rossi,
    sdraiati fin verso l’infinito,
    dove si perdevano anche i nostri sogni,
    quante volte nei nostri occhi ormai smarriti.
    Giocavamo ad immaginare il futuro,
    quanti, pensati, quanti ne abbiam detti,
    quanti ne abbiamo raccontati,
    era il colore del tuo volto che cambiava,
    a gustare il piacere di quel nostro raccontare.
    Ci trovavamo lì, fin quasi verso sera,
    così nei giorni appresso,
    mentre, intanto, era già sparito il grano,
    i giorni diventavano più corti,
    come, poi, diventò il nostro.
    Si era avverato alla fine un futuro,
    quello che non avevamo immaginato.
    La memoria del passato nasconde dentro di sè un inganno, ovvero che i momenti ormai quasi archiviati siano belli, perchè avvolti dall’oblio di una realtà che non riconosciamo più e tendiamo a confrontarli con il momento presente. L’oggi è fatto di un’età avanzata, magari di dolori fisici che affliggono il corpo, l’apprensione di un presente sempre più incerto e il guardare il futuro che non ha più i segni di un infinito come lo si pensava allora nei sogni giovanili. Il percorso seppur ancora lungo, porta con se il concetto di un traguardo che una volta o l’altra si dovrà pur intravvedere. Allora anche lo sguardo si posa più su le persone giovani, quelle spensierate quasi per voler ancora appartenere idealmente ad esse. Quando si vede qualche anziano, lo si guarda, lo si scruta e inavvertitamente la mente sussurra, io non sono così, son più giovane, sto sicuramente meglio. Stupendo il gioco della mente che ci aiuta a mentire a noi stessi, dimenticando invece che la realtà è quello che siamo, VIVI, sappiamo ancora ragionare e abbiamo ancora il coraggio di rammentare le cose da fare, quello che dobbiamo fare oggi, quello che dobbiamo fare domani, elencando certamente il nostro futuro, seppur breve ma ancora pieno di vita, quella che non sappiamo mai dimenticare.

    1. Grazie carissimo Amico per la bellissima poesia molto commuovente, grazie! Anche esplicativa e ad hoc al tema trattato: il fluire della vita e le aspettive dei giovani che raramente si realizzano. Come dice la citazione di Allen dobbiamo accettare che la vita ci regali situazioni che non abbiamo mai previsto e che possa accadere qualcosa di differente da cio’ che ci aspettavamo. E’ vero guardavo i giovani o quelli di eta’ inferiore alla mia ma per ritrovare me quella “me” di cui mi ero dimenticata tuttavia non guardo ai vecchietti come se io fossi piu’ giovane no! Ho un enorme rispetto per gli anziani perche’ hanno tante cose da insegnarmi e stare con loro mi arricchisce. Avrei voluto chiacchierare con il vecchietto sulla panchina ma sai Diego devo ancora stare attenta la situazione e’ difficile e la gente ha paura (paura non di me ma del virus o del fatto di non essere vaccinata) per cui bisogna essere prudenti prima di parlare, eppure quel sorriso mi ha fatto molto piacere era l’inizio di una nuova apertura, l’inizio di un contatto sereno ed accogliente. Per ora mi e’ bastato. Grazie per esserci sempre e per continuare a passeggiare con me lungo il fiume della vita.

  5. Due innamorati avvolti in se stessi, una famiglia impegnata nella propria dialettica, una donna solitaria che va via veloce, un bambino legato alla sua palla, giovani ansimanti che corrono via in un lampo, due anziani legati uno all’altra, giovani ragazze avvolte dalla loro spensieratezza. Pennellate di vita, singole pennellate separate, amalgamate solo dallo scenario di una natura occasionalmente benigna nel freddo dell’inverno. Pennellate di incomunicabilità. Hai dipinto molto bene lo scenario del turbinìo delle età della vita, ma con una impronta di solitudine in un sottofondo di tristezza. Meno male che il vecchietto ti ha sorriso. Già, il sorriso di un vecchietto, una persona che si è liberata dagli affanni delle varie età e finalmente ha acquisito la capacità di rivolgersi agli altri senza remore né diffidenze. Anche tu gli hai sorriso, ma non sei vecchia come lui, e questa è la prova che si può essere umani a tutte le età. Sono le persone che sanno sorridere agli sconosciuti che aprono il cuore alla speranza di un mondo che rinasca a nuova vita.

    1. Grazie carissimo Amico per il bel commento e per l’espressione che ha toccato il mio cuore: “Sono le persone che sanno sorridere agli sconosciuti che aprono il cuore alla speranza di un mondo che rinasca a nuova vita.” Oh una bellissima frase, che condivido pienamente, grazie. Si ho provato la stessa emozione che tu hai descritto quando quel vecchietto mi ha sorriso. Il suo sorriso era uno spiraglio di vita, di umanita’, di comprensione, di tolleranza, e oserei dire, almeno per me, di amore. Sorridere e’ un atto d’amore. Comunque hai ragione: “Pennellate di incomunicabilità. Hai dipinto molto bene lo scenario del turbinìo delle età della vita, ma con una impronta di solitudine in un sottofondo di tristezza.” Si c’era un fondo di tristezza in me anche se la giornata eccezionalmente primaverale avrebbe dovuto modificare il mio spirito. In fondo ho percepito una sorta di incomunicabilita’. Forse nei tempi passati avrei dato un calcetto alla palla, mi sarei fermata a vedere la bimba o il bimbo in carrozzina, mi sarei messa a chiacchierare con il vecchietto sulla panchina. Invece adesso bisogna avere prudenza stare “distanti” ancora 1 metro o 1 metro e mezzo (neanche mi ricordo con esattezza).
      La passeggiata comunque non si e’ conclusa male anzi quel sorriso mi ha messo di buon umore. L’umanita’ esiste ancora! Grazie per esserci sempre e per continuare a passeggiare con me lungo il fiume della vita.

  6. Quello che hai descritto cosi’ bene amica mia e’ un “processo” che viviamo tutti i giorni in maniera a volte asintomatica ma piu’ spesso con le “conseguenze” che tu hai descritto. Mi piace pensare che questo scuotimento d’anima ci faccia toccare ancora una volta con le emozioni il nostro essere:umani! Tempo addietro mi venne da riflettere su questo genere di incontri e su come percepiamo gli altri attraverso la nostra esperienza. Ecco un condensato dei miei pensieri che furono.
    Nell’universo in costante movimento ci siamo noi, tutti noi. Punti infinitesimali che abbozzano la loro esistenza nel loro “intorno a piacere” oppure in quello che è circoscritto dal nostro carattere o dal nostro modo di interpretare noi stessi. E poi ci sono gli altri, quelli che il nostro intorno lo tangono, lo travalicano, lo cambiano oppure, semplicemente, lo guardano da lontano. È inevitabile guardare ciò che ci viene incontro tutti i giorni, ciò che la vita ci serve sul piatto del presente. Le meteore delle persone che incrociamo per lavoro, famiglia o tempo libero invadono il nostro spazio vitale alterando il nostro stato di equilibrio. Ti trovi così ad avere a che fare con quelle che io chiamo: le cose degli altri. La loro vita, i loro problemi le loro esistenze che si affacciano nel tuo presente e dicono la loro su di te anche quando nessuno glie lo chiede. Piccoli elettroni impazziti che gravitano per qualche istante intorno al nucleo del tuo atomo vitale. A volte vorresti una corrente di shock per allontanarne alcuni, altre, vorresti che quelle cariche fossero sempre ed in costante aumento: un legame inscindibile, cristallino. E così pensi alle cose degli altri, alla vita degli altri e al come la gestiscono e come la trascorrono. Pensieri contrastanti rimbalzano all’ interno della scatola cranica generando emozioni, invidia e a volte disgusto. Quei pensieri ti hanno cambiato, hanno cambiato qualcosa in te senza che tu te ne sia accorto. Pensi che tutto sia scivolato via ma la rete del tuo subconscio ha trattenuto i dubbi e le paure nascoste in quelle “cose degli altri’ e te le ripresenterà quando tu meno te lo aspetti poiché’ non sai che le hai dentro. Per fortuna quella rete trattiene anche altro e di quell’altro devi imparare a fare tesoro sempre più spesso se non vuoi che il tuo intorno sia costellato di quello che non sei.

    Un abbraccio forte e sincero.

    Pietro

    1. Carissimo Amico che bel commento! Anche tu hai descritto una forma di “Promenade” vissuta a modo tuo e questo scambio di esperienze e’ davvero stimolante ed interessante. Mi e’ piaciuto come hai descritto la gente che ci circonda con una differenza che tu ti eri immerso dentro profondamente. Io passeggiando ho guardato a quelle persone come uno strumento per ricordare me e il mio passato e non mi sono chiesta in fondo se erano felici o tristi o quale problema o problemi li attraversavano. Erano per me figure come in un teatrino prive di sostanza solo immagini per farmi ricordare. Non sono un tipo che si fa molto influenzare dagli altri per cui non credo che corro il rischio di diventare parte di “loro”. Sono piuttosto un anatroccolo nero, una pecora fuori dal gregge o un pesce che naviga controcorrente. Grazie per la tua costante presenza e i tuoi insegnamenti. Grazie per esserci sempre e per continuare a passeggiare con me lungo il fiume della vita.

    1. Grazie per il commento carissimo Amico. Io non sono sorpresa di aver visto uno sprazzo di normalita’ io sono felice di aver visto un segno di UMANITA’. La cosa e’ molto differente. La normalita’ che c’era prima, fatta di inganni, di corruzione, di mazzette, di invidia, di malafede, di violenza non la voglio piu’ dopo che e’ uscito tutto il marcio con la pandemia. Io desidero solo UMANITA’ che e’ un’altra cosa: e’ comprensione, tolleranza, vicinanza, protezione, aiuto, empatia tutto cio’ che prima che chiamavamo normalita’ non c’era era svanita. Io spero nell’Umanita’ che prima o poi trionfera’ sopra tutto ed in particolare trionfera’ su questo malgoverno.
      Un caro saluto.

  7. Luci artificiali. Qualcuno parla con la consapevolezza, forse, di dire cose importanti, essenziali.
    Pochi ascoltatori, una ventina circa, dall’aria per lo più annoiata, distratta, coscienti soltanto del dovere di esserci. Si tratta di un gruppo omogeneo, colleghi di lavoro riunitesi insieme per un confronto su quali strategie adottare alla luce delle modifiche apportate da una nuova legge.
    La riunione si protrarrà per almeno quattro ore. Beh, allora non ci resta che armarci di pazienza… e di coraggio. Come mia abitudine sono stato tra i primi ad arrivare. Mi piace, fare le cose con calma. E mentre aspetto, compilando i moduli e i fogli di presenza consegnatemi all’entrata, osservo chi fa il suo ingresso. All’inizio della conferenza il posto a sedere alla mia destra resta vuoto, mentre alla mia sinistra si siede una donna che ancora non conosco. Trema un po’ la voce alla persona che proprio ora, introducendo i lavori, inizia a parlare: forse l’emozione di chi non è avvezzo a parlare in pubblico. È una donna, l’unica, tra le persone che mi circondano, che posso dire di conoscere, l’unica che mi abbia, in qualche modo, reso partecipe dei suoi pensieri.
    E intanto mi chiedo, mentre mi guardo attorno, a che cosa stia veramente pensando ognuno di questi colleghi, ben celati dietro quei volti ora così apparentemente attenti. Mi chiedo se qualcuno abbia pensato, magari per un attimo, quanto lontani restiamo tutti quanti, uno dall’altro, nonostante questa vicinanza che momentaneamente ci accomuna. E con questo non intendo certo negare il desiderio di conoscenza che, chi più, chi meno tutti accomuna, ma soltanto dire che quella curiosità vorace, così tipica dei bambini, forse l’abbiamo persa o non ci basta più, forse non basta a giustificare e a vincere la paura di metterci continuamente in gioco, di rischiare se stessi in un’avventura certamente affascinante ma, troppo spesso, dall’esito incerto. Ed è proprio quest’ultimo aspetto, credo, a frenarci: perché rischiare di diventare fragili, di mettersi a nudo, di piangere e di ridere; perché aprire il proprio cuore a un’altra persona che potrebbe ridere di noi, che potrebbe non capire ciò che ci lacera, ciò che ci dà speranza, ciò che ci fa vivere? Le luci si spengono. La conferenza è terminata. Ognuno raccoglie le sue cose, con visibile sollievo, e lascia finalmente quell’aula divenuta, ad un tratto, così opprimente…

    1. Grazie carissimo Amico per il bel commento! Anche tu hai voluto condividere una forma di “Promenade” vissuta a modo tuo. Ed io sono felice che tu l’abbia condivisa con me in una forma di crescita ed evoluzione. E’ nel confronto delle esperienze e di come vediamo ed interpretiamo il mondo che ci circonda che ci permette di ampliare gli orizzonti. Tu hai vissuto a modo tuo il contatto con gli altri ed e’ interessante come lo hai vissuto. Tu accenni ad “un’avventura certamente affascinante ma, troppo spesso, dall’esito incerto.” Bene io non penso all’esito quando penso all’avventura. L’avventura ha in se’ la curiosita’ l’entusiasmo la voglia di mettersi in gioco e quando ci si mette in gioco si sa come va a finire giusto? Il gioco finisce. Lo abbiamo imparato sin da bambini quanti giochi abbiamo interrotto per andare a cena quanti giochi sono finiti per aver perso un soldatino? quanti giochi sono finiti perche’ non si era piu’ d’accordo sulle regole del gioco? Eppure possiamo dimenticare il piacere, la gioia, il desiderio di giocare insieme? No mio carissimo Amico io non dimentico cosa ho provato mentre giocavo e per questo non mi fa paura la fine del gioco perche’ quello che mi da l’avventura e’ molto di piu’ e compensa la fine del gioco. Grazie di prendere sempre parte a queste discussioni di crescita nello scambiare le tue esperienze personali. Grazie per esserci sempre e per continuare a passeggiare con me lungo il fiume della vita.

  8. È il ciclo naturale della vita che ci vede nostro malgrado protagonisti. Quando eravamo piccoli, presi dalla voglia di crescere e diventare grandi, ci sembrava così lungo il tempo d’attesa che sembrava non passare mai, ma a guardare indietro oggi invece,sembra passato in un baleno. La vita è un dono meraviglioso che si divide in varie fasi a partire dall’infanzia con la curiosità e lo stupore sempre negli occhi alla scoperta di tutto ciò che ci circonda, per poi passare all’adolescenza , forse il periodo più bello che viviamo, con i primi batticuori e le notti in bianco per il primo bacio e il primo amore… e nel mio caso, (ricordo come fosse ieri) le prime poesie d’amore. E si va avanti, si vuole arrivare in fretta alla maggiore età per conquistare l’indipendenza e il mondo, forti dei nostri vent’anni pieni di vita e di entusiasmo con la voglia di cambiare il mondo. Ma poi si cresce, e ci si rende conto che non tutto può essere cambiato, che ci dobbiamo adattare alla società per poter andare avanti, costruirci una famiglia con un lavoro sicuro che ci garantisca un certo benessere economico e mettere al mondo dei figli che porteranno avanti il nostro nome. A quel punto credo,che si inizia a guardare tutto in modo diverso, vorremmo che il tempo rallentasse per goderci appieno ogni attimo, ogni momento con la maturità che abbiamo conseguito consapevoli del fatto che spero il più tardi possibile dovremo prepararci a passare il testimone con la speranza che nel nostro piccolo siamo riusciti a fare qualcosa di buono , ed io su questo mi sento fortunato perché quel qualcosa di buono, lo vedo tutti i giorni negli occhi allegri e curiosi del mio nipotino… e questo mi basta per farmi sentire felice…

    1. Grazie carissimo Amico per il bel commento! L’ho letto come una “Promenade” una passeggiata della tua vita uno scorcio della tua vita e la parte finale mi ha commosso molto. Gli occhi allegri e curiosi del tuo nipotino. Io credo che sia la massima e piu’ grande ricompensa che un genitore che un padre ha dato la vita per i figli goda della gioia di un bel nipotino. La cornice di una vita che da un senso a tutti i sacrifici che si sono fatti a tutti gli ostacoli che si sono incontrati avere un nipotino e specchiarsi nei suoi occhi. Io non posso dire attualmente cosa si possa provare nello specchiarsi in un nipotino ma con il cuore posso solo immaginarlo e quando accadra’ a me se mai accadra’ sapro’ cosa tu hai provato. Credo una grande emozione che ti compensa di tutto. Grazie per la tua assidua presenza e le belle parole che hai sempre per me. Grazie per esserci sempre e per continuare a passeggiare con me lungo il fiume della vita.

  9. La vita è come le stagioni…
    cambia ogni anno in base a ciò che viviamo…
    ed a ogni stagione si vivono le nostre sensazioni…

    In Primavera è quella stagione è come quando sei nato e cresci mettendo prima i germogli,e inizi a crescere osservando il mondo intorno a te

    In Estate è l’età adolescenziale e del essere giovane ed esuberante dove inizi a vivere la vita e l’amore a 360 gradi

    In Autunno è l’età di mezzo,dove ormai hai vissuto la tua vita fatta di matrimoni figli e quant’altro,ma nello stesso tempo inizi a decadere un pò,nel tuo incedere andando avanti a vivere la tua mezza età

    In Inverno è quella stagione in cui la tua età ormai ha fatto il suo tempo, le foglie della tua vita iniziano a rinsecchirsi e a lasciar posto al freddo,al ormai vivere giorno per giorno in attesa di lasciar questo mondo,per andar lassù tra gli angeli e a quella serenità che su questa terra non hai avuto…
    Tutto qui…
    Un abbraccio e un sorriso
    Silente_anima

    1. Carissimo Amico molto bello il tuo commento che avvicina le eta’ della vita alle quattro stagioni. Eppure, come tu sai a me piace l’inverno e’ la stagione che preferisco e nel mio concetto di inverno ci leggo tutto inizio e fine nell’inverno. Fine di un anno ma inizio di natura perche’ la natura si manifesta dentro la terra tra le radici e quando mi godo la stagione invernale camminando sulla neve so che la vita sta iniziando proprio li e che nulla finisce anzi nel suo ciclo di ripetizione le radici stanno lavorando come il ventre materno che accoglie l’embrione e lo porta alla nascita. Ecco l’inverno come la gravidanza come quella vita invisibile ad occhio nudo ma che esiste eccome esiste. Come la madre sente muovere il feto cosi la terra sente muovere le radici che si danno da fare affinche gli alberi in primavera mostrino le prime gemme cosi per me la vita nasce in inverno come una gravidanza e sboccia in primavera come dici tu e prosegue nel suo sviluppo ciclico. La morte non avviene solo in inverno puo’ accadere sempre ma la rinascita accade d’inverno. Grazie per queste riflessioni sulla vita sempre interessanti. Grazie per esserci sempre e per continuare a passeggiare con me lungo il fiume della vita.

  10. Come al solito dipingi con le parole un affresco sulle età della vita che come un cerchio o forse come una spirale. Si parte dalla giovane coppia, con tutte le speranze e lo sbocciare dell’amore. Poi passa la piccola famiglia, con i bambini piccoli, il creare un futuro di una coppia felice. Poi si arriva alla donna della tua età, piegata con i suoi pensieri. Poi si arriva alla coppia anziana che si tengono per mano, l’amore che perdura nonostante l’età, nonostante il tempo che passa. Poi i ricordi i sogni dei giovani: la sportiva, i giochi, i pattini.
    In una spirale la vita ti passa davanti, una spirale che sale sempre, passa da noi ai giovani e da loro ancora avanti. Nonostante le difficoltà, nonostante il periodo difficile, la vita ritorna ai suoi ritmi. Il ciclo della vita è più forte di tutto, più forte delle difficoltà momentanee. L’importante è accettarlo, il nostro ruolo nel ciclo è quello di tramandare una condizione di vita migliore di quella che abbiamo ereditato, far girare la spirale verso l’alto. Non eccediamo nell’esaltazione come nel buttarci giu, dobbiamo vivere con leggerezza la nostra vita, il passare del tempo, l’avvicendarsi delle stagioni.
    Il tuo “affresco” è un po come le quattro stagioni…. Ogni stagione un quadro…. Un pensiero, una riflessione…

    1. Carissimo Amico grazie per il bel commento e sono d’accordo con te riguardo alla “spirale verso l’alto”. Io ho descritto personaggi che passavano accanto e mi sono soffermata solo su quello che vedevo coppie anziani bimbi giovani ma lo stesso ciclo della vita si potrebbe vedere anche a livello emotivo. La gioia di un bimbo quando vede gli occhi della sua mamma, la tristezza di un bimbo che non puo’ avere il giocattolo che preferisce l’innamoramento di una ragazza, l’infatuazione di un ragazzo la disperazione di un fallimento la delusione di un tradimento insomma tutte emozioni che appartengono alle fasi della vita. Impariamo mai a superarle? Come dici tu giustamente dobbiamo vivere con piu’ leggerezza la vita e le stagioni della vita. Non e’ facile ma ci dobbiamo almeno provare. Grazie per queste belle riflessioni che allargano i miei orizzonti. Grazie per la disponibilita e’ il tempo che mi dedichi. Grazie per esserci sempre e per continuare a passeggiare con me lungo il fiume della vita.

    1. La normalità è molto soggettiva carissimo Amico. Quello che può essere normale per te per me può essere diverso. Quello che per me è normale per te può essere trasgressivo. Io non voglio un ritorno alla normalità ma un ritorno alla Umanita voglio risentire quella energia viva che solo gli esseri umani sanno manifestare. Oggi la gente spaventata pare robotizzata io desidero solo Amore e Umanità. Grazie per la partecipazione. Un caro saluto.

  11. Sta arrivando la Primavera. E con essa il risveglio. Ti ho letta e riletta, perchè mi sembrava quasi di essere con te, su quella panchina. Osservare, la vita che scorre,tranquilla, mentre tutto il mondo è agitato. Io compresa. Sono come il mare. quando è in tempesta. Come saremo a 85 anni? Se saremo ancora qui, rileggeremo questo post.. e metteremo nero su bianco le nostre emozioni. Ora la guerra che si è scatenata, sta risvegliando un pò i cuori che hanno tanto amore dentro, e ci vorrà pazienza per vedere il domani.

    1. Carissima Amica grazie per il bel commento. La vita per me è il mondo e ciò che ho visto io nel passeggiare è stata solo apparenza ma chi non mi dice che negli animi di quelle persone c’era una tempesta? Nessuno lo sa. Io ho solo visto scorrere figure età attimi di vita ma il mondo è anche questo è fatto da tutti noi è fatto dai nostri pensieri che si realizzano nelle nostre azioni e se non c’è pace tra di noi come può esserci pace nel mondo? Spesso la “guerra” è dentro di noi. Grazie per esserci sempre e per continuare a passeggiare con me lungo il fiume della vita.

  12. Complimenti cara Chiara , per come esponi i pensieri .
    Anche per quel che mi riguarda , capita di andare sulle sponde del fiume Sangone dove vi sono le piste ciclo-pedonali che frequento , a volte in compagnia ma spesso mi isolo ed amo percorrerle in solitudine.
    Guardare le persone di tutte le età che passeggiano con calma , bambini felici di poter respirare un
    pò di aria pura , tra l’ossigeno che donano gli alberi ed il suono del fiume che scorre, sentire la brezza leggera dell’aria che mi attraversa e nel mentre cerco di fare slalom tra le persone , incredibilmente ci sono tantissime persone che passeggiano , forse più di noi che siamo in bici . Ma il tutto è una bella normalità dopo tanta “stranezza” che abbiamo subito .

    Un caro saluto ed un sorriso augurandoti una buona giornata .

    Rosy

    1. Carissima Amica grazie per il commento mi ha fatto piacere leggere che anche tu passeggi come me. Una passeggiata tra acqua fiume alberi natura osservando le persone che ci sfiorano piccoli mondi individuali a cui noi non apparteniamo tuttavia abbiamo la certezza che quei loro mondi sono anche parte di noi. Le stesse esperienze di amore e disperazione le stesse emozioni di gioia e tristezza. Mentre passeggio mi sento nell’anima del macrocosmo. Grazie per esserci sempre e per continuare a passeggiare con me lungo il fiume della vita.

  13. Lungo quel fiume si dipana la vita vissuta, con uno sguardo al futuro che sarà…anche le immagini che si affollano nella mente ripercorrono quei tratti di vita con una luce di nostalgia che permea la mente, note di luce danzano sui cori di quel che è stato e di quel che verrà. Anche se quella fanciullezza è volata via un’altra si presenterà all’uscio dell’esistenza per essere ancora intensamente vissuta nella sua fiorita essenza.

    1. Grazie carissimo Amico per il bel commento. Leggo nel tuo commento un invito a vedere il futuro in positivo a seguire la corrente del fiume a danzare sulle “note di luce” e lasciarsi fluire dal movimento armonico della vita. Grazie per esserci sempre e per continuare a passeggiare con me lungo il fiume della vita.

Lascia un commento