Questo media che chiamiamo social

 

 

Ho 422 amici, eppure sono solo.
Parlo con tutti loro ogni giorno, ma nessuno di loro mi conosce davvero.
Il problema che ho si trova negli spazi tra,
guardandoli negli occhi o un nome su uno schermo.

Ho fatto un passo indietro e ho aperto gli occhi,
Mi sono guardato intorno e poi ho capito
che questo media che chiamiamo social, è tutt’altro
quando apriamo i nostri computer e chiudiamo sono le nostre porte.

 

Siamo felicissimi di un’esperienza che condividiamo,
ma è lo stesso se non c’è nessuno.
Siate lì per voi amici, e ci saranno anche loro,
ma nessuno lo sarà, se va bene un messaggio di gruppo.

Modifichiamo ed esageriamo, bramiamo l’adulazione,
facciamo finta di non notare l’isolamento sociale.
Mettiamo in ordine le nostre parole, finché le nostre vite non brillano,
non sappiamo nemmeno se qualcuno sta ascoltando.

Essere soli non è il problema, lasciami sottolineare,
che se leggi un libro, dipingi un’immagine o fai qualche esercizio,
sei produttivo e presente, non riservato o recluso,
sei sveglio e attento e stai facendo buon uso del tuo tempo.

 

 

 

 

 

 

Quindi quando sei in pubblico e inizi a sentirti solo,
metti le mani dietro la testa e allontanati dal telefono.
Non è necessario fissare il menu o la lista dei contatti,
parlate e imparate a coesistere.

Non sopporto di sentire il silenzio, di un treno pendolare indaffarato,
quando nessuno vuole parlare attraverso la paura di sembrare pazzo.
Stiamo diventando asociali, non soddisfa più
impegnarsi l’uno con l’altro e guardare negli occhi di qualcuno.

Siamo circondati da bambini, che da quando sono nati,
guardaci vivere come robot e pensa che sia la norma.
Non è molto probabile che diventerai il miglior papà del mondo,
se non puoi intrattenere un bambino senza usare un iPad.

 

 

 

 

 

 

 

Quando ero bambino, non sarei mai stato a casa,
Stavo fuori con i miei amici, sulle nostre bici andremmo in giro.
Avremmo scavato buchi nelle nostre scarpe da ginnastica e ci sfregavamo le ginocchia;
costruiremmo la nostra club house, in alto tra gli alberi.

Adesso i parchi sono così tranquilli che mi vengono i brividi
non vedere bambini fuori e le altalene sospese.
Non ci sono salti o campane, nessuna chiesa e nessun campanile,
siamo una generazione di idioti, smartphone e stupidi.

Quindi alza lo sguardo dal tuo telefono, spegni quel display,
osserva ciò che ti circonda e sfrutta al meglio la giornata.
Solo una vera connessione è tutto ciò che può richiedere,
per mostrarti la differenza che esserci può fare.
Sii lì nel momento, quando lei ti dà lo sguardo,
che ricordi per sempre, come quando l’amore ha preso il sopravvento.
La prima volta che le tieni la mano, o le baci per la prima volta le labbra,
la prima volta che non sei d’accordo, ma la ami ancora a pezzi.

 

 

 

 

 

 

Il tempo in cui non hai bisogno di raccontare a centinaia, di quello che hai appena fatto,
perché vuoi condividere il momento, solo con questo.
Il tempo in cui vendi il tuo computer, così puoi comprare un anello,
per la ragazza dei tuoi sogni, che ora è la cosa reale.
Il momento in cui vuoi mettere su famiglia e il momento in cui,
prima tieni in braccio la tua bambina e ti innamori di nuovo.
Il tempo in cui ti tiene sveglio la notte, e tutto ciò che vuoi è riposare,
e il tempo in cui asciughi le lacrime, mentre il tuo bambino fugge dal nido.
Il momento in cui la tua bambina ritorna, con un ragazzo da tenere in braccio,
e il giorno in cui ti chiama nonno e ti fa sentire davvero vecchio
Il tempo che dedichi a tutto ciò che hai fatto, semplicemente prestando attenzione alla vita,
e come sei felice di non averlo sprecato, guardando dall’alto in basso una qualche invenzione.

 

 

 

 

 

 

Quella volta che tieni la mano di tua moglie e ti siedi accanto al suo letto
le dici che la ami e le dai un bacio sul capo.
Poi ti sussurra piano, mentre il suo cuore dà un ultimo battito,
che è fortunata a essere stata fermata da quel ragazzo smarrito per strada.

 

 

 

 

 

 
Ma nessuna di queste volte è mai successa, non hai mai avuto niente di tutto questo,
Quando sei troppo occupato a guardare in basso, non vedi le occasioni che perdi.
Quindi alza lo sguardo dal tuo telefono, spegni quei display,
abbiamo un’esistenza finita, un determinato numero di giorni.
Perché sprecare tutto il nostro tempo a rimanere intrappolati nella rete,
come quando arriva la fine, niente è peggio del rimpianto.

 

 

 

 

 

 

 

 

Anch’io sono colpevole di far parte di questa macchina,
questo mondo digitale, dove siamo ascoltati ma non visti.
Dove scriviamo e non parliamo, dove leggiamo mentre chattiamo,
dove trascorriamo ore insieme, senza stabilire il contatto visivo.

 

 

 

 

 

 

 

Siamo felicissimi di un’esperienza che condividiamo,
ma è lo stesso se non c’è nessuno.
Siate lì per voi amici, e ci saranno anche loro,
ma nessuno lo sarà, se va bene un messaggio di gruppo.

Modifichiamo ed esageriamo, bramiamo l’adulazione,
facciamo finta di non notare l’isolamento sociale.
Mettiamo in ordine le nostre parole, finché le nostre vite non brillano,
non sappiamo nemmeno se qualcuno sta ascoltando.

 

 

 

 

 

 

 

Non cedere a una vita in cui segui l’hype,
dai alle persone il tuo amore, non dare loro i tuoi simili.
Disconnettiti dal bisogno di essere ascoltato e definito
Esci nel mondo, lasciati alle spalle le distrazioni.
Alza lo sguardo dal telefono, spegni quel display,
smetti di guardare questo video, vivi la vita nel modo reale.

 

 

 

 

 

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