fanny wilmot

Settembre


Se volessi cimentarmi in una disamina delle estati felici o credute tali, metterei in esergo questi versi di Patrizia Cavalli:

A me è maggio che mi rovina e anche settembre, queste due sentinelle dell'estate: promessa e nostalgia.

Ma non ho nessuna intenzione di intraprendere un viaggio per ritrovarmi sospesa, come in un sogno lucido, tra passato e presente, senza contare che l'approdo su un'Itaca dai contorni ormai sfocati, o peggio, ridisegnati dal ricordo, mi tramuterebbe nella cosplayer di me stessa. Però, se un ente burbero e burlone mi costringesse a una holding back the years con meta a mia scelta, beh, poiché settembre ha sempre significato per me back to school, sceglierei di tornare in terza media per riavere l'agenda che un mese via l'altro si ingrossò di adesivi fino al provvidenziale rattoppamento della copertina con lo scotch, e soprattutto per rileggere d'un fiato a voce alta la "recensione del gabbiano Jonathan Livingston", che al rientro dalle vacanze mi valse un ottimo e il ripudio della compagna di banco. Insomma, sì, tornerei indietro ma non per celebrare l'amore che alla resa dei conti è espoliazione di sogni. Lo farei soltanto per essere ancora la prima della classe, e poter dire finalmente a me stessa quello che allora non dissi mai: brava!