Il granello di senapa

La statua della Madonna di Fatima, l'attentato a Donald Trump e la preghiera di Giovanni Paolo II


In ogni angolo del mondo, è rimbalzata dal 13 luglio scorso la notizia dell'attentato ai danni del 45° presidente degli Stati Uniti d'America, Donald Trump.  Si è già detto e scritto tutto: alcuni hanno avuto persino il coraggio di affermare che si era trattato solo di una volgare messa in scena, malgrado le evidenze degli spari, dei feriti e di un morto, il sangue di Trump sgorgato dal suo orecchio destro e il buco lasciato sulla giacca che indossava, fortunatamente sopra un corpetto antiproiettile. E soltanto pochi giorni fa anche l'FBI ha ammesso come l'orecchio di Trump sia stato effettivamente colpito di striscio da un proiettile, dopo che un uomo armato ha aperto il fuoco contro di lui durante il suo comizio a Butler, in Pennsylvania.

Le foto mostrano l'orecchio destro ferito di Donald Trump e la traiettoria di uno dei proiettili, all'interno del cerchio in rosso 


Come è noto, si annoverano infatti un ferito grave e un morto, un ex Vigile del fuoco, tra i partecipanti al comizio. Corey Comperatore, questo il nome della persona deceduta, era di origini calabresi ed è morto da eroe lanciandosi su moglie e figlie per proteggerle dagli spari.

Il cecchino che sembrerebbe aver sparato i colpi diretti a Donald Trump si chiamava Thomas Crooks, 20 anni, americano di origine ebraica. Crooks aveva fatto la sua apparizione lo scorso anno in uno spot del fondo di investimenti BlackRock, noto per possedere grande parte delle multinazionali mondiali e legato alla famiglia Rothschild. Thomas Crooks risulta anche essere un ebreo praticante, osservante del Talmud e frequentatore della sinagoga di Butler. Prova inoppugnabile è la foto di Crooks con indosso il copricapo ebraico. Informazioni importanti per comprendere quali siano le vere forze che stanno cercando di spazzare via l'ex presidente degli Stati Uniti. E impedire che possa vincere nuovamente le prossime elezioni presidenziali americane. Sappiamo inoltre come i democratici non siano mai entrati effettivamente in controllo dopo la vittoria di Biden e come Kamala Harris, che avrebbe dovuto allora prendere il posto dello svampito Joe Biden si sia subito dileguata per riaffacciarsi adesso, ma con scarse probabilità di successo in campagna elettorale contro Donald Trump. La politica estera americana infatti ha continuato di fatto a seguire la linea tracciata dell'ex presidente Trump e certamente non gradita a quelle lobby sioniste che esercitano un enorme potere negli Stati Uniti e nel mondo e che concretamente hanno deciso in tutti questi anni chi dovesse occupare il ruolo nella presidenza degli Stati Uniti d'America, a prescindere se il candidato appartenesse al Partito Democratico o Repubblicano. Purtroppo per loro hanno fatto eccezione le presidenziali americane del 2016, che hanno visto la vittoria schiacciante di Donald Trump. Si tratta in particolare dei noti circoli dell’AIPAC, la potentissima lobby sionista, del Council on Foreign Relations, del Bilderberg, del Bohemian Grove e di Chabad Lubavitch. Molti dei loro componenti trovano riferimento nel moderno Stato di Israele, il quale desidera imporre la propria supremazia non solo sugli Stati del Medio Oriente ma anche sul mondo intero. Ci si riferisce qui a quella componente più nazionalista dell'odierno giudaismo, che vorrebbe ricostruire una Grande Israele. E che continua ad attendere la venuta di un messia che dovrebbe un giorno guidare lo Stato di Israele insieme a tutto il mondo. L'altra componente del giudaismo, legata a George Soros e cosiddetta progressista, pur non essendo in ostilità con Israele, privilegia piuttosto un ruolo dominante dell'alta finanza e di tutte quelle organizzazioni internazionali che costituiscono la spina dorsale del globalismo.   Il giorno dell'attentato a Donald Trump Sappiamo anche da molti testimoni oculari presenti a Butler, che hanno visto l'assassino sul tetto durante il comizio di Trump a Butler, della presenza di cecchini al secondo piano dell'edificio AGR a Butler Township, in Pennsylvania. Sebbene non siano riusciti a vederli chiaramente, descrivono di aver visto un cecchino in particolare con un tatuaggio sulla manica. Quel giorno, il personale dell'edificio aveva scacciato i sostenitori di Trump, persone che volevano raggiungere la proprietà fino alla recinzione di sicurezza per scattare una foto migliore del 45° presidente degli Stati Uniti. Più tardi, quando il gruppo ha riprovato, la sicurezza non si trovava da nessuna parte, quindi sono andati sul campo.
Come ha riportato The Gateway Pundit, un uomo è stato visto strisciare sul tetto per almeno venti minuti, come ammette la ABC, ma erano almeno trenta minuti, secondo i testimoni, che hanno tentato di avvertire la sicurezza di quanto stava accadendo. Ma in quella area non era presente né la Polizia né addetti alla sicurezza.
Ma hanno notato invece una specie di squadra di sicurezza all'interno dell'edificio, al secondo piano. Le finestre del secondo piano erano aperte in modo che la squadra di cecchini all'interno avesse una visuale libera sul campo del comizio di Trump. Dall'altro lato dell'edificio, ci sono due finestre che si affacciano quasi perfettamente sul luogo in cui, secondo le autorità federali, è stato trovato il corpo di Thomas Crooks. Non si spiega come questi cecchini addestrati non abbiano notato Crooks sul tetto, quando ci sono diverse finestre che avrebbero mostrato con certezza dove si trovasse.

Un lettore ha inviato questa immagine, che mostra sia la finestra aperta della postazione del cecchino (del servizio segreto) al secondo piano, sia il corpo del presunto cecchino sul tetto con il fucile nelle vicinanze (foto: The Gateway Pundit)


Crooks continuava a strisciare sul tetto per mezz'ora mentre la gente urlava che c'era un cecchino sul tetto. La squadra di cecchini del servizio segreto all'interno dell'edificio al secondo piano deve aver sentito le loro urla e le loro suppliche. Durante questo periodo non hanno fatto nulla per fermare il cecchino sul tetto che era a soli quaranta piedi di distanza da più finestre da cui lo avrebbero visto. Quindi, secondo quanto riferisce The Pundit, la narrazione federale sulla sparatoria avvenuta a Butler, in Pennsylvania, durante il comizio di Trump, si è sgretolata di ora in ora. E' evidente infatti come la sicurezza addetta alla protezione di Trump e anche la Polizia locale abbia mostrato delle falle eclatanti, o meglio, non abbia mosso un dito per fermare l'attentatore. Da quanto risulta inoltre, le persone addette alla sicurezza, tra cui alcune donne, non facevano abitualmente parte della scorta personale dell'ex presidente. Sembra che quel giorno di circa metà luglio tutto fosse stato disposto molto accuratamente e nei minimi dettagli perché Donald Trump morisse. Ma qualcosa è andato storto. Il fatto che Donald Trump abbia girato la testa all'ultimo momento per osservare un grafico, gli ha salvato la vita. Il proiettile ha sfiorato infatti miracolosamente il suo orecchio destro senza ucciderlo. Si è trattato soltanto di un millesimo di secondo: così ha riferito Trump all'ex medico della Casa Bianca, il dottor Ronny Jackson, il quale ha confermato il ferimento dell'ex presidente americano all'orecchio destro. Inoltre un'altra verità è emersa poco tempo fa: a sparare il colpo fortunatamente non mortale contro Trump non sarebbe stato Crooks, bensì un altro cecchino che si trovava sopra una torre con in cima un serbatoio pieno di acqua. Esistono delle immagini a sostegno di questa tesi. Se è così, Crooks serviva solo per distrarre l'attenzione generale dal vero attentatore. Molto probabilmente si tratta di un uomo con maggiore esperienza del giovane Crooks nello sparare, ma che, comunque, ha mancato il bersaglio. Come ha riportato Gizmodo, «il tentato assassinio dell'ex presidente Donald Trump all'inizio di questo mese farebbe parte di un programma segreto della CIA che coinvolgeva killer sottoposti al lavaggio del cervello? Questa è l'affermazione fatta da alcuni account di estrema destra su X, ma l'agenzia di Intelligence statunitense sta prendendo l'insolita decisione di negare direttamente e con forza le affermazioni. Quando negli anni '70 venne rivelato che la CIA aveva cercato di sviluppare un programma di manipolazione mentale chiamato MKUltra, sembrò la teoria cospirazionista più assurda in circolazione. Sfortunatamente, si rivelò vera, anche se i risultati suggestivi del programma (e il potenziale per creare assassini simili a Manchurian Candidate) sono stati esagerati nei decenni successivi». Malgrado Gizmodo si affretti a bollare il tutto con il marchio ormai scontato delle solite teorie di cospirazione, emergono sospetti che Crooks sia stato davvero manipolato, che sia stato alimentato il suo odio contro Donald Trump e comunque sia stato usato per coprire il vero cecchino che ha sparato effettivamente all'ex presidente: d'altronde il ripetuto ignorare dell'allarme precedentemente lanciato dai partecipanti al comizio di Butler, da parte del servizio segreto e delle Forze dell'ordine, desta non pochi sospetti e ci indica come il tutto possa essere stato accuratamente organizzato dall'alto. Come quantomeno discutibile è il modo in cui la Polizia locale ha gestito le indagini sul tentato omicidio di Donald Trump.   La statua della Madonna di Fatima Come ha riportato Catholic Exchange, una statua della Madonna di Fatima è stata collocata, durante il mandato di Donald Trump, nella Casa Bianca. La statua è stata dono di Padre Andrew Mahana, un sacerdote maronita, che ha anche esorcizzato la Casa Bianca il 20 gennaio 2017 (la notte dell'insediamento), secondo un articolo pubblicato sul blog di George Ryan: uCatholic. Un amico del giornalista di Catholic Exchange, che ha lavorato per il presidente Trump, ha affermato che allora ci si riferiva correntemente all'ala ovest della Casa Bianca come alla "West Wing Chapel", a causa della presenza della statua della Madonna e di altri oggetti religiosi. Una notizia molto importante, taciuta dai media mainstream e che ci fornisce ulteriori informazioni sulla fede di Donald Trump e della moglie Melania, notoriamente cattolica. D'altronde è noto come Donald Trump abbia ringraziato Dio pubblicamente per avergli salvato la vita nel corso dell'attentato. Ma il 13 del mese, giorno in cui è stato posto in atto il tentativo di uccidere Donald Trump, è anche un numero particolare che ricorre, come sappiamo, nelle apparizioni di Fatima. Infatti il 13 maggio 1917 fu il giorno in cui la Madonna fece la sua prima apparizione a tre bambini, Lucia dos Santos e i due cuginetti Jacinta e Francisco Marto, a Cova d'Iria in Portogallo. Da allora comparve ogni 13 del mese ai bambini fino ad ottobre, quando avvenne il Miracolo del sole di fronte a migliaia di persone incredule. L'evento grandioso e inspiegabile fu riportato da giornali anche anticattolici. Il giornalista Avelino de Almeida aveva scritto precedentemente sul quotidiano O Seculo un articolo satirico su Fatima, ma quando assistette di persona al Miracolo, cambiò tono e riportò in modo veritiero i fatti: per questo fu criticato aspramente dai suoi colleghi. Il 13 luglio fu anche il giorno in cui la Madonna rivelò il Segreto ai bambini: un giorno particolarissimo che, entrato di forza nella storia, l'ha oltrepassata. Sempre in quello stesso giorno la Madonna rassicurò i pastorelli che avrebbe confermato il loro racconto compiendo un miracolo eclatante, tale da convincere tutti sulla veridicità delle loro parole: evento quindi atteso in tutto il Portogallo che si concretizzò - come è noto - a ottobre. Il 13 luglio, lo stesso giorno dell'attentato contro Donald Trump. Già altri hanno fatto notare questo collegamento, che non può certamente sfuggire agli osservatori più attenti. Ma occorre menzionare ancora altri avvenimenti di capitale importanza.   L'attentato a papa Giovanni Paolo II Era sempre il 13, questa volta del mese di maggio 1981, quando si cercò di assassinare papa Giovanni Paolo II. Il suo attentatore, Mehmet Ali Ağca, era un tiratore esperto, facente parte dell'organizzazione terroristica denominata "Lupi Grigi". Eppure, malgrado sparasse a meno di quattro metri colpendo il pontefice, non riuscì invece ad ucciderlo. Wojtyla disse che era stata la mano materna della Madonna di Fatima a deviare il proiettile mortale. E, in effetti, lo stesso Ağca ammise incredulo di non capire come avesse fatto a mancare il bersaglio che si trovava a distanza ravvicinata.

Un momento subito dopo l'attentato a papa Giovanni Paolo II, il 13 maggio 1981


Giovanni Paolo II volle incastonare il proiettile estratto dal suo corpo nella corona della Vergine di Fatima, dove si trova tuttora. Già parecchie volte in passato ho scritto come Fatima sia la chiave di tutto. Sembra adesso che questi due attentati, distanti fra loro nel tempo e nella storia, abbiano un punto in comune: Fatima e il ricorrere del giorno 13, che non può passare inosservato. Come non può passare inosservato il fatto che entrambe le figure, quella di Donald Trump e quella di San Giovanni Paolo II, abbiano sollevato nelle loro vite l'ostilità di quelle lobby anglo sioniste che detengono da tempo le sorti del mondo. Qualcuno vi dirà che Giovanni Paolo II sosteneva il Concilio Vaticano II e pertanto fosse amico dei massoni. Ma se fosse davvero così, come mai l'odio verso Wojtyla è giunto a livelli così alti fino ad oggi? Come mai gli organizzatori di questa campagna d'odio contro il papa polacco scomparso si rivelano essere sempre loro stessi? Certo, la falsa chiesa massonica non amava Wojtyla. Papa Giovanni Paolo II sapeva bene quali sarebbero state le trame future per eleggere un pontefice voluto dalla massoneria dopo la sua morte, e così, insieme all'allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il cardinale Joseph Ratzinger, diede stesura alla Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis, promulgata dal Romano pontefice il 22 febbraio 1996, per impedire che si svolgesse una campagna elettorale a beneficio di un candidato scelto durante il conclave per le elezioni pontificie. Sappiamo poi come andò a finire. Come la massoneria riuscì comunque nei suoi scopi. Ma ci rimane una domanda: come è possibile che l'odio verso Wojtyla perduri fino ad oggi? Come mai tanto accanimento per una persona che in fondo non c'è più? Come mai la sua persona continua a ingombrare ancora adesso? Come mai il tentativo mondiale, come è avvenuto in Polonia, di demolire tra i giovani la sua immagine e il suo culto? Credo, personalmente, che la risposta finale sia ancora e sempre Fatima. Giovanni Paolo II può essere odiato dalla cabala sionista per mille ragioni: dalla sua accanita difesa della vita e contro il grande male dell'aborto alla vibrante denuncia delle "strutture di peccato". Dalla difesa della fede e dei valori cristiani alla condanna irrimediabile del comunismo, grande pericolo mondiale intravisto dal pontefice polacco; la lista è ancora molto lunga. Per finire, l'ingombrante presenza di un uomo che riusciva a trascinare milioni di persone annunciando il Vangelo di Cristo. Ma c'è ancora di più. C'è un fatto storico che la cabala non ha mai digerito e che avvenne solo alcuni anni dopo l'attentato al pontefice fallito. Naturalmente, tutto ruota ancora intorno a Fatima.   La preghiera di papa Giovanni Paolo II del 1984 E' il 25 marzo 1984 e papa Giovanni Paolo II decide di effettuare la Consacrazione del mondo al Cuore Immacolato di Maria. Lui vorrebbe compiere anche la Consacrazione della Russia così come chiese la Madonna a Fatima. Ma il suo seguito è contrario, perché siamo in piena guerra fredda e le conseguenze potrebbero essere molto negative. Lui ascolta a malincuore il suo seguito, sapendo di non avere scelta. Ma non rinuncia a compiere lo stesso un atto irrevocabile. Nella sua preghiera rivolta alla Madonna di Fatima, più volte afferma durante il giorno di non star compiendo la Consacrazione della Russia, perché sia chiaro a chi verrà dopo che essa non è mai stata fatta. Naturalmente i giornali affermarono e affermano ancora oggi che la Consacrazione alla Russia è avvenuta, mentendo. Ma poi, il papa fa qualcosa di inaspettato. Testimone dei fatti fu Padre Gabriele Amorth, uomo integro dalla fede indenne. Se ne esce con un fuori onda rispetto al discorso preparato già da tempo e afferma, nella sua preghiera alla Madonna di Fatima:
"Illumina specialmente quei popoli di cui Tu aspetti la nostra consacrazione e il nostro affidamento. Tutto questo abbiamo potuto fare secondo le nostre povere, umane possibilità, nella dimensione della nostra umana debolezza"  

Questa preghiera, secondo la mia ferma convinzione, cambiò per sempre le sorti del mondo. Perché? Perché fu ascoltata. La Madonna di Fatima ascoltò infatti quella fervente quanto umile preghiera e i frutti li stiamo vedendo proprio oggi. Se la Russia non fosse riuscita a liberarsi, dopo il caos programmato dei primi anni Novanta (seguito alla caduta del muro di Berlino), dalla sua oppressione culminata con lo sterminio, nel 1918, dello zar Nicola II e della sua famiglia con un omicidio rituale per mano della cabala sionista, oggi questa avrebbe già vinto. Il mondo sarebbe caduto totalmente in suo potere e avrebbe già instaurato l'agognato Nuovo Ordine Mondiale e lo sterminio di massa della popolazione mondiale. La figura di Donald Trump è certamente di fondamentale importanza in questa lotta, malgrado in molti abbiano tentato di farlo apparire come un sostenitore dei sionisti. Ma basterà guardare concretamente i fatti per capire che mentono. Al di là delle dichiarazioni di convenienza diplomatica rilasciate da Trump, infatti, la politica estera americana non ha più tutelato e servito gli interessi dello Stato di Israele da quando lo stesso Trump è diventato presidente degli Stati Uniti d'America, nell'ormai lontano novembre 2016. A differenza della politica estera di aggressione bellica contro gli Stati non allineati che tutti i presidenti americani avevano perseguito accanitamente da decenni, a servizio di Israele, Donald Trump iniziò il ritiro delle truppe dal Medio Oriente nel 2018 evitando di aprire nuovi conflitti e incontrando il favore del popolo americano, stanco di guerre interminabili e del ruolo di "giustiziere" rivestito da troppo tempo dagli Stati Uniti d'America. Ma senza la Russia di Vladimir Putin, le sorti del mondo sarebbero comunque, irrimediabilmente, segnate. Quello stesso Vladimir Putin anche lui inaspettatamente devoto alla Madonna di Fatima, che nel novembre 2013 si recò in Vaticano in una visita ufficiale per discutere il Messaggio di Fatima e problemi annessi. Contemporaneamente era in corso un incontro internazionale tra Russia e Santa Sede a cui era stata affiancata la questione di Fatima. Secondo quanto ha riportato Padre Gabriele Amorth, Putin avrebbe voluto la statua della Madonna di Fatima a Mosca, tanto da esclamare: “Sì, sì, sì la proporrò al patriarca di Mosca, ma se lui non la vuole, la voglio io”. Putin rimase così deluso dal colloquio con Bergoglio da non consegnargli nemmeno una lettera che il patriarca di Mosca gli aveva incaricato di dare al papa. E' importante qui sottolineare come ricorrano nuovamente avvenimenti che ruotano attorno al mistero di Fatima. E che riguardano il presidente della Federazione Russa, Nazione notoriamente di religione ortodossa che, come tale, non riconosce le apparizioni di Fatima. Mentre il cardinal Ravasi dichiarò in quella circostanza: "Noi distruggeremo Fatima", di fronte a uno sgomento Putin. Tuttavia la preghiera di San Giovanni Palo II alla Madonna di Fatima, di quel marzo 1984, segnò comunque il corso della storia in maniera irrevocabile, perché la Vergine potente ottiene sempre quello che vuole. E allora la ricorrenza del numero 13 nei due attentati contro papa Giovanni Paolo II e contro Donald Trump, non è certamente casuale. Peraltro stiamo parlando dei mesi di maggio e luglio, che sono due mesi chiave nelle apparizioni di Fatima. La cabala sionista e massonica che fa capo alle grandi famiglie come Rothschild e Rockefeller (e ai grandi nomi della finanza di origine aschenazita come Goldman Sachs, JP Morgan, Warburg, Bank of America, eccetera) è molto, molto superstiziosa. Difficilmente potrebbe essergli sfuggita la ricorrenza del numero 13. Speravano di poter distruggere finalmente Fatima e sovvertire per sempre l'esito delle Scritture a loro favore. Adesso, invece, avranno un motivo in più per odiare San Giovanni Paolo II. Un motivo in più per rendersi conto che non riusciranno mai a fermare il compiersi inarrestabile del Segreto di Fatima.