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« Dove sta andando la Chie...Sull'illiceità morale d... »

"Non abbiate paura!"

Post n°25 pubblicato il 16 Luglio 2020 da daniela.g0
 

 

«Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa "cosa è dentro l'uomo". Solo lui lo sa!».  

Con queste parole, il 22 ottobre 1978, Karol Wojtyla inaugurava la sua prima messa di inizio pontificato.     

«Gli Eminentissimi Cardinali hanno chiamato un nuovo vescovo di Roma. Lo hanno chiamato da un paese lontano... lontano, ma sempre così vicino per la comunione nella fede e nella tradizione cristiana», diceva subito dopo la sua elezione al soglio pontificio, pochi minuti dopo le ore 18:45 del 16 ottobre, dalla loggia che sovrasta l'ingresso della Basilica di San Pietro in Vaticano.  

«Ho avuto paura nel ricevere questa nomina, ma l'ho fatto nello spirito dell'ubbidienza verso Nostro Signore Gesù Cristo e nella fiducia totale verso la sua Madre, la Madonna Santissima. Non so se posso bene spiegarmi nella vostra... nostra lingua italiana. Se mi sbaglio mi corrigerete», disse sbagliando proprio sull'ultima parola e strappando un sorriso ed un appauso ai suoi numerosissimi ascoltatori. 

Karol Wojtyla aveva allora solo cinquantasette anni e stava per iniziare uno dei pontificati più lunghi della storia della Chiesa, conclusosi con la morte, avvenuta il 2 aprile 2005, seguita dall'annuncio del Cardinale Sandri alle migliaia di persone accorse in piazza San Pietro e al mondo intero, con queste parole: «Carissimi fratelli e sorelle, alle 21:37 il nostro amatissimo Santo Padre Giovanni Paolo II è tornato alla casa del Padre. Preghiamo per lui». 

Da quel sabato sera fino al giorno delle esequie, si riversarono a Roma più di tre milioni di pellegrini per rendere omaggio alla salma del Pontefice. I funerali si svolsero venerdì 8 aprile, celebrati dal Cardinale Joseph Ratzinger in piazza San Pietro, con la partecipazione di un altissimo numero di capi di Stato e di governo (più di duecento delegazioni ufficiali) oltre ai rappresentanti di tutte le religioni. 

Applausi e grida: "Santo subito!" accompagnarono l'omelia del Cardinale Ratzinger, mentre un vento gagliardo sfogliava senza posa le pagine della Bibbia che era stata posta sulla nuda bara di legno grezzo.   

Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!      

In un mondo sconvolto dal terrore dove l'uomo è in balìa degli eventi, eppure crede di poter fare a meno di Dio, queste parole risuonano ancor più fortemente di quanto fecero allora, durante quell'omelia che inaugurava il pontificato di Giovanni Paolo II. 

Eppure sembra che il mondo, e così purtroppo anche molti cattolici nel mondo, le abbiano dimenticate, e con esse, anche Giovanni Paolo II. Sembra che una spessa coltre di cenere abbia ricoperto oggi la sua tomba.  

Ma chi ha condiviso davvero con lui parte della propria vita ed insieme con quella molti dei suoi insegnamenti, dei suoi esempi, non può dimenticarlo. Né potrà mai farlo.  

Perché Giovanni Paolo II è ancora vivo e presente nella sua Chiesa insieme alla comunione dei Santi. I veri cristiani, primi testimoni della risurrezione di Cristo, in grazia di quella sanno che Egli non abbandonerà mai la propria Chiesa: «le porte degli inferi non prevarranno» (Mt 16,18). 

La Chiesa terrena è unita poi in perseverante preghiera con quella celeste, la quale non si stanca mai di continuare ad intercedere per essa.     

Ripeto, quindi, e con forza: Cristo sa cosa è dentro l'uomo. Solo lui lo sa!  

I sistemi economici come quelli politici, la cultura, la civiltà e lo sviluppo che non spalancano le porte a Cristo, o lo fanno solo in apparenza, sono destinati a tradire l'uomo, fino ad annientarlo. Ne era ben cosciente Karol Wojtyla che aveva dovuto sopportare l'angoscia della persecuzione nazista, costretto insieme al padre a fuggire da Cracovia verso est, quando nel settembre 1939 i tedeschi invasero la Polonia, insieme con migliaia di altri polacchi.  

Camminarono per 200 chilometri, rifugiandosi dentro i fossi per scampare alle perlustrazioni dell'aviazione tedesca, quando seppero che anche i sovietici avevano invaso la Polonia e furono costretti a far ritorno a Cracovia.

Quando a novembre 184 membri dell'Università Jagellonica furono arrestati e l'Università venne chiusa, tutti i maschi abili furono costretti a lavorare, come anche Wojtyla che lavorò come fattorino per un ristorante.

Nel frattempo riuscì a continuare gli studi precedentemente intrapresi e la carriera teatrale, cercando, in una passione che lo accompagnerà tutta la vita, un teatro che sia al servizio della verità e mantenga viva una tradizione nello stesso momento storico in cui stava per essere spazzata via. 

Nell'autunno 1940 prese a lavorare nelle cave di pietra della Solvay, azienda produttrice di soda caustica, particolarmente importante nel periodo bellico: gli fu rilasciato quindi un documento di identità che lo risparmiò dalla deportazione in Germania.

Nel 1944 scoppiò la rivolta di Varsavia e i tedeschi, per prevenire ulteriori rivolte, rastrellarono la città di Cracovia per deportare i giovani maschi: era il 6 agosto, un memorabile "lunedì nero". Quando fece irruzione nella sua abitazione, Wojtyla scampò alla Gestapo nascondendosi dietro una porta, per poi rifugiarsi nel Palazzo Vescovile, dove rimase fino a guerra finita.

Finalmente il 17 gennaio 1945 i tedeschi abbandonarono la città. 

Molti anni più tardi, nel corso di tutto il suo lungo papato, Wojtyla combatté vigorosamente il comunismo e l'oppressione politica. Viene riconosciuto come uno degli artefici della caduta dei sistemi del socialismo reale, contribuendo in modo significativo al crollo della Cortina di ferro nel 1989, come affermò una volta il leader sovietico Michail Gorbaciov

In America Latina condannò duramente il coinvolgimento di alcuni esponenti del clero in governi appartenenti all'area marxista, combattendo la Teologia della liberazione.     

* * * * *     

Il 14 giugno scorso è stata inaugurata a Mosca la Cattedrale delle Forze Armate, o della Vittoria, per ricordare tutte le guerre combattute dalla Russia in mille anni di storia, contro gli svedesi, i mongoli, i francesi guidati da Napoleone e i tedeschi di Hitler.

Ma in particolar modo la chiesa vuol ricordare la battaglia del novembre 1941 che ebbe luogo proprio sul luogo dove oggi è stata costruita la chiesa: Kubinka.  

Fu una battaglia assai cruenta e decisiva, che segnò l'inizio della fine per il III Reich. L'acciaio dei carri armati nazisti è stato fuso per realizzare la facciata della Cattedrale, mentre un viale, la Strada della Memoria, attraversa il parco Patriot per giungere fino alla porta della Cattedrale. Esso è lungo esattamente 1416 metri, un metro per ogni giorno dell'ultimo conflitto mondiale. La cupola dorata è alta più di cento metri, la Cattedrale può ospitare seimila fedeli ed è la terza per ordine di grandezza nel mondo, dopo quella di Cristo Salvatore, anch'essa a Mosca, e quella di Sant'Ignazio a San Pietroburgo.  

La cerimonia di inaugurazione è stata preceduta da polemiche a causa del fatto che erano previsti all'interno, tra i ritratti di eroi, di generali o politici, anche quelli di Iosif Stalin e Vladimir Putin.

Ma all'esposizione del ritratto di Stalin si è opposto il metropolita Hilarion Alfeyev, affermando: «Stalin è il padre della vittoria sui tedeschi, ma per imporre il suo potere ha provocato la morte di milioni di esseri umani, nei lager, o lasciati morire di inedia nelle campagne».  

Anche Putin ha deciso di non esporre il mosaico con il suo ritratto poiché «non è ancora giunto il tempo per venire esposto in un tempio». Si è trattato di decisioni non facili, in quanto la Chiesa Ortodossa permette l'esposizione di quadri militari purché non abbiano valore politico.      

 

Mosca: Cattedrale della Vittoria, interni               

 

I rapporti tra lo Stato russo e la Chiesa Ortodossa iniziarono nel 988 d.C., quando il principe Vladimir riconobbe la religione ortodossa come religione di Stato.  

Nel 1917 avvenne in Russia la rivoluzione di ottobre e i bolscevichi diedero inizio alle persecuzioni contro i cristiani, allo scopo di cancellare "l'idea di Dio" dalla popolazione. Stalin però non riuscì mai a cancellare la religiosità dei russi. Dopo lo scoppio della II Guerra Mondiale, lo stesso Stalin fu costretto a cercare l'aiuto della Chiesa per lottare contro Hitler.

Uomini e donne sacrificarono le loro vite per combattere il demonio e salvare la Sacra Russia. Questo stretto rapporto tra Stato e Chiesa rinacque dopo il crollo del muro di Berlino e dell'Unione Sovietica: la caduta dei valori morali insieme alla ricerca di un profitto sfrenato, spinsero Putin a cercare l'aiuto della Chiesa per ricostruire una grande Russia.  

E mentre nell'Europa occidentale si stanno vendendo migliaia di chiese, negli ultimi trent'anni la Chiesa Ortodossa russa ha ristrutturato o costruito più di 30 mila chiese.

Il metropolita Hilarion lo ha dichiarato durante la trasmissine televisiva "Chiesa e mondo" già nell'autunno 2017, aggiungendo ancora che, se l'attività edilizia continuerà con questo ritmo, tra 25-30 anni il numero delle chiese ortodosse raddoppierà, eguagliando quello del 1914. Complessivamente, infatti, nel 2017 si contavano 40 mila chiese ortodosse russe in 60 Stati. Hilarion ha anche precisato che «noi non ristrutturiamo o costruiamo nuove chiese per raggiungere un numero impressionante di edifici, ma perché è la gente che lo vuole».  

A queste parole ha fatto eco anche il patriarca di Mosca Kirill Gundajaev, che ha manifestato la volontà di voler «costruire tre chiese al giorno: le chiese non si fanno perché non si sa dove buttare i soldi, ma affinché il popolo comprenda che senza Dio non si ottiene niente». Secondo Kirill, ai tempi dell'Unione Sovietica non si è riusciti nell'intento di «costruire una vita felice senza Dio», le nuove chiese sono il segno che vi è oggi una nuova speranza negli animi. «Abbiamo imparato una grande lezione come popolo», ha affermato il patriarca, sottolineando come nella civiltà contemporanea servono luoghi «dove sentire la vicinanza di Dio», mentre molte persone che frequentano le chiese si dimenticano di Dio «già dopo il pranzo», per occuparsi esclusivamente dei propri interessi.

Il capo degli ortodossi russi ha rilasciato queste dichiarazioni nel maggio del 2019 durante le elezioni europee, consacrando una nuova chiesa russa a Stasburgo.        

* * * * *         

Padre Gabriele Amorth, in un interessante articolo pubblicato sul sito Qui Europa nel marzo 2015: "La Russia è stata davvero consacrata al Cuore Immacolato di Maria, come richiesto a Fatima?", ricorda come, «nel 1984, Giovanni Paolo II decise la Consacrazione del mondo, la più solenne, quella del 25 marzo 1984. Il giorno dell'annunciazione fece venire la Statua della Madonna di Fatima, quella proprio che sta fissa nel piazzale e che non si muove mai. La fece venire a Roma e io fui incaricato, come segretario di un comitato Mariano, di organizzare la piazza, la sistemazione dei gruppi; ma c'era così tanta gente per cui fu molto difficile da organizzare!».        

Continua ancora padre Amorth: «Il Papa fece una piccola novità, pronunciando le parole della Consacrazione. Lui avrebbe voluto consacrare Mosca, la Russia, al Cuore Immacolato di Maria; quello era il suo desiderio perché questa era la richiesta della Madonna, una richiesta precisa. Però il suo circondario gli era contrario: "No, perché così irritiamo il patriarca di Mosca"; "Qui ci mettiamo contro i Sovietici ...". Dopo diversi tentativi di convincere i suoi consiglieri, Papa Giovanni Paolo II decise di ascoltarli e di non nominare la Russia durante la consacrazione. Egli tuttavia rese un servizio alla Madonna di Fatima, e cioé fece capire pubblicamente, in modo abbastanza chiaro, che quel giorno non stava compiendo la consacrazione richiesta dalla Madonna di Fatima. Il Papa sottolineò questo aspetto per ben due volte, quel giorno: la prima alla mattina, durante la cerimonia stessa di consacrazione, e la seconda tre ore più tardi, all'interno della Basilica di San Pietro. Il testo della cerimonia di consacrazione era stato preparato con molti mesi d'anticipo ed era stato inviato a tutti i vescovi con una lettera datata 8 dicembre 1983 (pubblicata dall'Osservatore Romano il 17 febbraio 1984).     

La mattina del 25 marzo 1984, tuttavia, dopo aver pronunciato quella parte dell'Atto di Consacrazione nella quale aveva consacrato il mondo alla Beata Vergine - ben sette paragrafi dopo, per l'esattezza - Papa Giovanni Paolo II si discostò inaspettatamente dal testo preparato. Dopo le parole "Madre della Chiesa", egli aggiunse le seguenti parole: "Illumina specialmente i popoli di cui tu aspetti la nostra consacrazione e il nostro affidamento". Questo fu l'unico cambiamento effettuato dal Papa al testo della cerimonia. Le sue parole indicano chiaramente che egli sapeva che la Consacrazione della Russia chiesta dalla Madonna di Fatima non veniva esaudita con la consacrazione di quel giorno. Le sue parole, infatti, imploravano la Madonna di illuminare dei popoli in particolare, la cui consacrazione la Madonna stava ancora aspettando. L'unico paese o popolo che la Madonna di Fatima abbia chiesto di consacrare era quello Russo».    

Scrive ancora Amorth: «Per rendere il concetto ancora più chiaro, Papa Giovanni Paolo II ripeté lo stesso messaggio qualche ora più tardi, alle ore 16 di pomeriggio, all'interno della Basilica di San Pietro e davanti a 10 mila fedeli, in occasione del congedo dalla Statua della Vergine Pellegrina. Anche in quel caso, a ore di distanza dalla cerimonia di consacrazione del mattino, il Papa riconobbe in una cerimonia pubblica che la consacrazione richiesta dalla Madonna di Fatima doveva ancora essere compiuta. Nella sua preghiera alla Vergine, egli attirò l'attenzione su certi popoli (il popolo Russo) che avevano particolare bisogno d'essere consacrati - "quei popoli per i quali Tu stessa aspetti il nostro atto di consacrazione e di affidamento. Tutto questo abbiamo potuto fare secondo le nostre povere, umane possibilità, nella dimensione della nostra umana debolezza"».     

Conclude infine padre Amorth: «Se la Madonna vuole, la Madonna si che andrà a Mosca! La Madonna sì che sta girando il mondo e andrà anche lì, donde è partito l'errore più grande del nostro secolo, del secolo scorso, e anche quello attuale: il comunismo! E la Madonna di Fatima l'aveva già predetto: se non si consacrerà la Russia al Mio Cuore Immacolato la Russia spargerà nel mondo i suoi errori, e il comunismo ateo è stato sparso veramente in tutto il mondo [quello che oggi viene chiamato con l'espressione "Nuovo Ordine Mondiale", n.d.a.], perché non si è fatto quello che la Madonna voleva. La Madonna può ancora, nonostante ciò che è stato fatto, può ancora distruggere ciò che è stato fatto di sbagliato e ritornare attraverso Mosca, a riportare l'umanità nella Retta Via, e quella nazione che ha sparso gli errori del comunismo, in tutto il mondo, questa nazione potrà diventare l'artefice di missionari, che spargeranno la devozione alla Madonna in tutto il mondo».           

Nel vedere l'immagine del Cristo Pantocratore dominare dall'alto insieme allo splendido mosaico, in stile bizantino moderno, della Vergine con il Bambino collocato nella navata laterale, si ha davvero l'impressione che la preghiera di papa Giovanni Paolo II sia stata esaudita. Non gli fu possibile eseguire la richiesta della Madonna di Fatima di consacrare la Russia al suo Cuore Immacolato: ma senz'altro, con quella grande forza e quella tenacia che caratterizzarono Giovanni Paolo II, fu il pontefice che forse un giorno aprirà la strada al successore di Pietro. Per una singolare coincidenza, nella Cattedrale delle Forze Armate a Mosca, si è tenuto un moleben di ringraziamento proprio il 13 maggio scorso, lo stesso giorno in cui la Chiesa Cattolica celebra Nostra Signora di Fatima.           

* * * * *             

Dedico questo articolo, con la speranza che una luce possa illuminare il futuro: «la luce vera, quella che illumina ogni uomo» (Gv 1,9 ), ad un caro amico, e padre, scomparso.    

Karol Wojtyla.           

Oggi, per tutti, San Giovanni Paolo II.             

 

 

Fonti:        

AMORTH G., "La Russia è stata davvero consacrata al cuore Immacolato di Maria, come richiesto a Fatima?" (2015), http://www.quieuropa.it/la-russia-e-stata-davvero-consacrata-al-cuore-immacolato-di-maria-come-richiesto-a-fatima/         

CHILCOTE R., "Gorbachev: Pope was 'example to all of us'" (2005), https://edition.cnn.com/2005/WORLD/europe/04/03/pope.gorbachev/index.html        

DALL'OSTO A., "In Russia si ricostruiscono le chiese" (2017), http://www.settimananews.it/ecumenismo-dialogo/russia-si-ricostruiscono-le-chiese/     

GIARDINA R., "Russia, la cattedrale che santifica l'Esercito" (2020), https://www.perseonews.it/2020/06/15/russia-la-cattedrale-che-santifica-lesercito/#:~:text=L'acciaio%20dei%20carri%20armati,Napoleone%20e%20i%20tedeschi%20di%20Hitler.

ROZANSKIJ V., "Patriarca Kirill: costruiremo tre chiese al giorno" (2019), http://www.asianews.it/notizie-it/Patriarca-Kirill:-costruiremo-tre-chiese-al-giorno-47126.html           

ROZANSKIJ V., "Mosca, dalla chiesa della Vittoria scompaiono i volti di Stalin e Putin, Ma c'è molto altro (Foto)" (2020), http://www.asianews.it/notizie-it/Mosca,-dalla-chiesa-della-Vittoria-scompaiono-i-volti-di Stalin-e-Putin,-Ma-c'è-molto-altro-(Foto)-         

https://it.wikipedia.org/wiki/Papa_Giovanni_Paolo_II

 

 

 
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