La sepsi è un grave processo infiammatorio, quando letteralmente tutti gli organi e i tessuti sono coperti dall’infezione. Purtroppo, questo non è raro con il coronavirus, che tende a penetrare rapidamente nei polmoni, nei reni, nell’intestino e persino nel cervello. La sepsi è pericolosa a causa della sua imprevedibilità, specialmente se il paziente ha malattie croniche gravi. oggi
Infine, la letalità più alta, come scrivono i medici, è data da una combinazione di insufficienza respiratoria acuta e sepsi, compresa la sepsi batterica secondaria.
Tutte queste condizioni sono caratteristiche del decorso grave della malattia. Se sei malato in forma lieve, rintracciarli essenzialmente non ha senso.
Come viene trattata la sepsi nel coronavirus
La sepsi viene sempre curata in ospedale, spesso in combinazione con il supporto dell’ossigeno e altre misure hardware. L’obiettivo principale della terapia è prevenire lo sviluppo di shock settico, CID e altre complicazioni pericolose.
Le misure terapeutiche vengono selezionate in base alla gravità delle condizioni del paziente e al grado di danno polmonare. Linee guida provvisorie del Ministero della Salute per il trattamento del COVID-19
segnato:
- Glucocorticosteroidi per fermare la tempesta di citochine;
- Anticoagulanti per prevenire o trattare la trombosi venosa profonda (TVP) o l’embolia polmonare (PE);
- Trattamento sintomatico – terapia infusionale, enterosorbenti per sintomi gastrointestinali, assunzione di antipiretici, espettoranti per tosse secca, supporto vitaminico, ecc .;
- Antibiotici per infezioni batteriche secondarie confermate;
- Ventilazione artificiale dei polmoni con sviluppo di insufficienza respiratoria, spesso con intubazione tracheale;
- Posizionamento del paziente con coinvolgimento polmonare in posizione prona (sdraiato sullo stomaco);
- Ossigenazione extracorporea a membrana (ECMO).
Previsione del recupero dalla sepsi da coronavirus
L’esito dipende dalle condizioni del paziente, da quanto è arrivata l’infezione e dalla tempestività con cui ha ricevuto cure mediche. Le peggiori possibilità di recupero sono nelle persone che hanno già qualche tipo di grave malattia cronica. Questi includono:
- Ipertensione arteriosa e ipercolesterolemia;
- Attacchi cardiaci trasferiti, ictus, malattie coronariche;
- Diabete;
- Obesità;
- Malattie autoimmuni, ecc.
Un fattore di rischio separato è l’età senile (dai 60 anni), poiché negli anziani il sistema immunitario funziona molto peggio e non affronta bene le infezioni.
La condizione più pericolosa è sicuramente lo shock settico. In questo caso, la probabilità di morte è estremamente alta. Se il paziente è stato ricoverato in tempo e ha ricevuto tutte le cure adeguate, il processo può essere invertito, anche con danno polmonare totale.