Claude Cahun, antesignana della sessualità fluida

Noi che parlando di sessualità fluida crediamo d’essere rivoluzionari, faremmo meglio a dare un’occhiata alle opere e alla vita di Claude Cahun (1894-1954), nata Lucy Renée Mathilde Schwob. Cambiare nome diventò una necessità quando la camaleontica artista capì d’essere fluida, e il nome Claude in francese è sia maschile che femminile.

Cahun ha lasciato una gran quantità di ritratti in bianco e nero, e in  svariate occasioni fu lei stessa a interpretarli, per cui la vediamo dandy, vampiro, bambola, culturista, angelo; spesso a fotografarla era Marcel Moore, sorellastra e compagna di una vita. Entrambe mosse dalla volontà di sfidare i clichés legati all’identità sessuale, lo fecero ricorrendo a tecniche fotografiche innovative e di sicuro teatrali, e benché gravitassero nella scena artistica del surrealismo francese, non fu facile lasciar passare il messaggio che quella che oggi definiamo identità queer doveva restare una questione squisitamente personale.

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Ieri sera ho visto Palmer. Una favola moderna in cui uno dei due protagonisti, Palmer, è alla ricerca di riscatto dopo anni di galera, mentre l’altro, Sam, un bambino che gioca con le bambole e che i coetanei non esitano a definire frocio, ha bisogno d’amore, essendo figlio di una tossica che lo trascura. Ne usciranno vincitori: Palmer conquistando il rispetto della piccola comunità rurale a cui appartiene per nascita, e Sam finalmente libero di vestirsi da principessa.

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Claude Cahun, antesignana della sessualità fluidaultima modifica: 2021-03-26T13:07:36+01:00da VIOLA_DIMARZO

9 pensieri riguardo “Claude Cahun, antesignana della sessualità fluida”

  1. 🙂 ne ha parlato Paolo di Paolo nel bel libro Svegliarsi negli anni 20, così l’ho scoperta io. Una serie di interrogativi rimbalzano da un secolo all’altro, fra quegli anni venti e questi, per raccogliere risposte, ho mandato avanti soprattutto gli artisti, gli scrittori, gente che avesse dimestichezza con le parole, con le visioni – ” dice l’autore. Così la Cahun fotografa. Peccato che non riesco a vedere la cover che hai scelto. Ciao

  2. 🙂 non ci posso credere! il libro che citi è l’ultimo che ho letto (in realtà l’ho abbandonato a poche pagine dalla fine a favore della mia ossessione letteraria). Però non ricordo di aver letto qualcosa a proposito di Cahun in Svegliarsi negli anni 20, forse si trova proprio nelle pagine non lette? Comunque, bello scoprire punti di contatto con persone che credi diametralmente opposte a te.
    https://lh3.googleusercontent.com/proxy/ybP7VQRFRfKBCDH8q19e8ZK6Z0qH2MumhG6ln0tzcqymPJIiSN4TUgDl3kYJSAe6kgmOk-jJ4PZ_5N24W0Udoq3PhYdRQfy17B-2ccCghWSmCL1S2FEfBZTUBjkbv7wqupH3f1exskNmnSwpdO1A

  3. “Neutro è il solo genere che fa per me” pag. 69 (Midnight in Paris, VI). Strano che ti sia sfuggito, a parte che il libro è molto denso, e in specie nella riflessione #instagrammismo e Rue Crémieux. Io lo sto ancora leggendo, perché non leggo mai un solo libro alla volta ma questo passaggio l’ho ascoltato direttamente dall’autore che presentava appunto il suo lavoro sulla nuova epoca a cavallo di due secoli. In cosa sarei opposta, e addirittura diametralmente ? (Capita!):) Grazie per la foto, io ti lascio questo omaggio per Claude di Cindy Shermann https://d32dm0rphc51dk.cloudfront.net/6Jl_-piSjl_lnTBXZSEwWg/large.jpg

  4. Ma sì, ora me ne ricordo, soprattutto in relazione alla deliziosa Rue Crémieux…non riesco a trovare il libro, avevo intenzione di rileggere la pagina che citi, ma non demordo, prima o poi salterà fuori. Quanto all’essere diametralmente opposte, intendevo dire che mi sembri tanto diversa da me, ma ovviamente mi sbagliavo, almeno in parte. E ne sono contenta 🙂
    Bello l’omaggio di Cindy Shermann

  5. Anche io:) ..siamo sicuramente accumulatrici di libri (letti), a volte io rasento la disposofobia con la carta, poi entro in fase zen. Amo trovare liaçons e approfondire temi inusuali. Per Claude antesignana allora indico anche Lili Elbe e Dörchen : fluidi, marcatamente pionieri trans. Buon sabato

  6. Se ancora non sono del tutto disposofobica con i libri, è solo per motivi di spazio e costi. Detto ciò, che mondo complesso e affascinante è quello delle trans! merci 🙂

  7. Fortuna! Avere spazio invita all’accumulo. Comunque, si, complesso è il termine giusto, la transessualità è sicuramente un affascinante enigma che tuttavia è una disforia di genere da gestire, tra disperazione di sentirsi in un corpo non proprio, il coraggio di modificarlo, e tutto quel che ne consegue. Fatto che resta nel principio di eterosessualità, infatti Paul Preciado, ora Beatriz afferma comunque che : «L’unica via per emancipare uomini e donne è la diseterosessualizzazione delle relazioni». Buon lunedì_^

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