Cucina per me! No, chef

Lo chef Alessandro Borghese racconta il Covid sui social: “Spero di levarmelo presto di mezzo”

Sono alla perenne ricerca di collaboratori ma fatico a trovare nuovi profili, sia per la cucina che per la sala. Ci si è accorti che fare il cuoco non è un lavoro tutto televisione e luccichii. Si è capito che è faticoso e logorante. E mentre la mia generazione è cresciuta lavorando a ritmi pazzeschi, oggi è cambiata la mentalità: chi si affaccia a questa professione vuole garanzie. Stipendi più alti, turni regolamentati, percorsi di crescita. In cambio del sacrificio di tempo, i giovani chiedono certezze e gratificazioni. In effetti prima questo mestiere era sottopagato: oggi i ragazzi non lo accettano“. Così Alessandro Borghese al Corriere della Sera.

Dopo il lockdown, in tutto il mondo, molti lavoratori hanno abbandonato il posto perché il riposo forzato e cozy ha portato a un’inedita consapevolezza, quella che non riconosce più al lavoro la centralità nella vita di un individuo. Ovviamente, tranne i pochissimi casi in cui è possibile farlo perché si attinge ad altre risorse, abbandonare la propria occupazione non è una mossa saggia se  prelude a un salto nel vuoto;  ma a quanto pare, mettere al primo posto affetti e gratificazioni personali che arrivano da una migliore qualità della vita, scevra da stress professionali, sta diventando una scelta imprescindibile. Con buona pace dello chef stellato Borghese, al quale hanno dato il benservito persone che lavoravano con lui da tempo.

Il Covid ci ha cambiati, e lo farà ancora. Quelli che ora chiamiamo modelli ibridi di impiego, presto non costituiranno più una realtà di nicchia, anche perché trovano il placet di tanti. Ma prima che la rivoluzione si compia, sarebbe bello se imparassimo a sostituire l’espressione smart working con working from home. Perché è quest’ultima a indicare il lavoro da casa.

Cucina per me! No, chefultima modifica: 2021-11-02T12:21:08+01:00da VIOLA_DIMARZO

2 pensieri riguardo “Cucina per me! No, chef”

  1. il problema è che non cercano collaboratori, cuochi o personale ma schiavi da mettere in cucina per 12/15 ore al giorno per 1000€ ( 26 gg al mese)

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