Leggendo dell’ennesima diatriba a proposito dello Ius Scholae, mi è tornato in mente un articolo di Franco Marcoaldi che, recensendo un saggio di Günter Anders del 1962, conclude:
E qui arriva il colpo di genio di Anders: un essere, ci ricorda, è tale soltanto se qualcuno lo chiama in causa, se si preoccupa di lui. “Diversamente dal cartesiano cogito ergo sum, la prova dell’esistenza valida, di fatto, nella vita, dovrebbe recitare: cogitor ergo sum, “mi si pensa dunque sono”. Basta una erre in più, quella di cogitor appunto, per raccontare il destino di uomini, donne e bambini che ci scivolano accanto come esseri invisibili.
Non riesco ad aggiungere altro. Certe verità sono così incontrovertibili che è impossibile confutarle.
Ius Scholae, se li ignori non esistonoultima modifica: 2022-07-12T12:56:01+02:00da
Secondo l’eroe filosofico del post precedente un essere umano non esiste al di fuori del gruppo\categoria cui appartiene. Ma le categorie ed i gruppi non sono il mio forte.
E cosa c’entra? qui sono in ballo i diritti di tante persone. Persone.
Persone e diritti acquisiti\da acquisire ..e siamo d’accordo. Ma credo che su questa questione abbiamo punti di vista divergenti Perche’ trovo peculiare che ci si metta a litigare per riconoscere diritti sacrosanti mentre altri diritti anche questi sostanziali vengono praticamente tolti nel silenzio generale.
ma ovviamente ci sarebbe tanto da fare in ogni campo, però contestare lo ius scholae è da cialtroni crudeli…questi ragazzi sono in tutto e per tutto italiani, perché condannarli a questa sorta di castigo perenne, a una forma neppure tanto mascherata di discriminazione?