Saviano contro Meloni: le sue accuse sono false

Giorgia Meloni è irremovibile: non ritirerà la querela nei confronti di Roberto Saviano. Il motivo del contendere è presto detto, giacché si riassume in queste parole della premier:

“L’ho querelato, non da presidente del Consiglio, ma da presidente dell’unico partito di opposizione. Non si trattava di critica. Ripetutamente mi ha dato della ‘bastarda’ affibbiandomi la responsabilità della morte di un bambino in mare, quando ero all’opposizione e neanche lontanamente potevo avere responsabilità. Io non politicizzo, lui sta cercando di farlo“.

Replica di Saviano:

“Meloni ha detto che l’ho accusata di essere responsabile della morte di un bambino. Falso“. Che poi sottolinea:

“Meloni ha paura di questo processo perché sul banco degli imputati non ci sono io. Ma attraverso me c’è il diritto di criticare aspramente il potere, che è uno dei pilastri della democrazia“.

C’è stato un tempo in cui ho tifato per Roberto Saviano: che fosse esposto al fuoco di fila della mafia m’appariva un’ingiustizia. Non me ne pento – a prescindere dai soggetti non mi piacciono le condanne a morte – ma col tempo ho cambiato idea su tante cose, e soprattutto sulla buona fede assoluta dell’essere umano. Ora, ognuno ha le proprie cause per cui spendersi e quando si è mossi da autentico fervore possono volare parole grosse come “bastarda”. Niente di eticamente sconveniente nell’ottica della libertà di espressione, ma poi non si può “gridar giustizia” se la controparte ritiene d’essere immeritevole dell’appellativo. Più in generale direi che pure per il nostro eroe, che da anni vaneggia il martirio, è arrivato il momento di farsi da parte o almeno smetterla di incappare in dissimmetrie lessicali.