Con un po’ di fortuna i capezzoli femminili potrebbero perdere definitivamente il bavaglio ed essere equiparati a quelli maschili che non hanno mai conosciuto la gogna della censura. Ma il discorso che porterebbe alla definitiva uguaglianza, supera i limiti della logica binaria maschio-femmina perché, a prescindere dal genere e dall’orientamento sessuale, l’Oversight board, il consiglio di supervisione indipendente di Meta, ha decretato che le politiche sulla nudità degli adulti e sui contenuti ritenuti come sessuali non sono coerenti con gli standard internazionali dei diritti umani, e creano discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e il genere delle persone.
La battaglia #FreeTheNipple risale al 2012 e ha visto coinvolte varie celebrità, da Miley Cyrus a Rihanna, da Cara Delevingne a Naomi Campbell, senza dimenticare la nostrana Chiara Ferragni; tuttavia, a far muovere il consiglio di supervisione è stata la rimozione di alcune foto su Facebook in cui comparivano una persona transgender e una non-binary che mostravano il petto nudo, anche se con i capezzoli coperti. Da sottolineare che il materiale veniva condiviso per fini divulgativi, dopo un intervento chirurgico di transizione.
Insomma, tempi duri per i censori di Facebook e Instagram, espressione social di una mentalità patriarcale che vede il seno femminile eroticizzato anche in situazioni non sessualizzate come l’allattamento. Forse è questa la volta buona per dare una sferzata all’ipocrisia che si concentra solo su area del corpo, e permette a tutto il resto d’essere mostrato pressoché integralmente.
I capezzoli ed il seno delle donne sono un richiamo sessuale, quindi è bene coprirli a meno che non si sia al mare. Io non sono un bacchettone, ma la vedo così.
Se trattasi di un bel seno, che benga…. Sempre meglio di certe castronerie e fake news!
Ben venga
E no, per par condicio, qualora lo si desideri, o tutti o nessuno.