Più dell’atto di dolore poté la friggitrice ad aria

Perché leggiamo? Le risposte degli scrittori – minimum lab

Per carità, certi scrittori contemporanei li capisco pure: per conquistare un posto al sole devono sgomitare, e per non sgomitare a vuoto devono essere sfrontati, meglio ancora se irriverenti. Insomma, devono spararle grosse. Solo così, ma non è detto, riescono a far presa su quella fetta di mercato costituita da lettori-non-lettori, ovvero da coloro che neppure sospettano dell’esistenza della letteratura con la maiuscola. Però agli scrittori per i quali strabordare è un artificio irrinunciabile, andrebbe comunque detto di non esagerare nel tentativo di proporre nuove formule narrative, che in sé per sé restano un valore aggiunto ma solo se poggianti su basi programmatiche e consapevoli. Diversamente, corrono il rischio di perdere di dignità autoriale quando un critico, ravvisando parametri di impertinenza imperdonabili, scrive:

“Un romanzo che parla di un autore che deve scrivere un romanzo. Dove l’abbiamo già sentita? La parodia del mondo giornalistico ed editoriale. Quante volte l’abbiamo già letta uguale uguale? C’è però molto altro in questo libro, e non è detto sia un bene: brani del libro che s’ha da fare, appunti, cancellature, testi, sottotesti, intertesti, ipertesti, pretesti, citazioni esplicite e implicite, cultura alta e cultura bassa, sesso e pornografia, una decina di pagine di note stampate in un corpo talmente piccolo da essere decifrabili solo al microscopio. Sul finale, il (finto) necrologio dell’autore sul Corriere della sera, un (finto) atto notarile, un pezzo sulla Gazzetta di Mantova (finto). Cosa rimane al lettore di questo metaromanzo? Un gran mal di testa. Insieme a un’acquisizione importantissima: non ci sono solo libri scritti bene o scritti male (“prima legge di Wilde”) ma anche libri che vogliono bene al lettore (senza blandirlo, al contrario) e libri che vogliono bene all’autore. Una classificazione che andrebbe proposta a librerie, biblioteche, premi letterari”. Così Piergiorgio Paterlini a proposito del romanzo Atto di dolore di Antonio Gurrado.

P.S. Ma a che serve scrivere di libri e letteratura se al secondo posto della Top Ten c’è Benedetta Rossi col suo In cucina con la friggitrice ad aria?

 

Più dell’atto di dolore poté la friggitrice ad ariaultima modifica: 2023-07-01T16:43:33+02:00da VIOLA_DIMARZO

9 pensieri riguardo “Più dell’atto di dolore poté la friggitrice ad aria”

  1. Niente di tanto ambizioso, è solo una raccolta di ricette…lo so che non sono questi i problemi della vita, ma penso ai tanti scrittori che meriterebbero di stare sul podio e non riescono neppure ad arrivare in libreria. E poi mi vengono a contestare la questione del merito, che bello sarebbe invece se in ogni settore fossero i meritevoli ad essere premiati.

  2. A proposito di cucine (redazionali) invece perchè non aggiungi dal menu l’elenco | archivio dei tuoi articoli? 🙂 Scorrere e scrollare per trovare i precedenti può essere un atto dovuto alla curiosità tuttavia un coup d’oeil ….Saluti

  3. Basta farsi un esame di coscienza e riconoscere che nessuno scrollerebbe alla ricerca di chissà che…è già tanto se chi capita qui per caso, oltre all’ultimo post legge anche il penultimo.

  4. Continuerò a scrollare alla bisogna.
    Hai frainteso il commento, io sono un Uno/a intanto.
    Suggerivo per me, se non bastante non sono comunque la portavoce di un Tutti.
    Se il contatore non è fasullo qui sopra sono passati un milione di nessuno.
    Divertente:)

  5. “Scorrere e scrollare per trovare i precedenti può essere un atto dovuto alla curiosità…”.
    Dal momento che questa frase manca di soggetto, mi è venuto spontaneo pensare a un qualche tipo di generalizzazione da parte tua. Comunque grazie per l’interesse, non è scontato

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