Tutte al mare in burkini

La sindaca leghista di Monfalcone (Gorizia) pronta a vietare il bagno in mare vestiti: «È indecoroso» - Open

Paese che vai usanza che trovi, si diceva un tempo. Ma ora che il villaggio s’è fatto globale, che senso ha polemizzare sulle musulmane che fanno il bagno in burkini o con i vestiti? Oltretutto, le restrizioni all’abbigliamento su base religiosa non sono previste dai trattati internazionali di cui l’Italia fa parte per cui, con buona pace della sindaca di Monfalcone, che signore e signorine si bagnino in tutta tranquillità senza farsi turbare da preconcetti provinciali e polemiche ostative. Poi, però, non giochino la carta dell’integrazione: se non si vuole ingravidare il pensiero, tutto è perso.

Tutte al mare in burkiniultima modifica: 2023-07-21T16:37:40+02:00da VIOLA_DIMARZO

25 pensieri riguardo “Tutte al mare in burkini”

  1. Anni fa (non ricordo dove) ci fu un episodio analogo di un rifiuto del gestore nel far fare il bagno in piscina a delle ragazze con il burkini. Naturalmente ci fu una grossa polemica, tirando in ballo la discriminazione e il razzismo. Invece era solo una questione di igene verso gli altri bagnanti, il che mi ha visto d’accordo. Al mare essendo più dispersivo ci può anche stare, quindi secondo me facciamo distinzione.
    Saluti

  2. A proposito di stranieri, Viola, sarei curioso di sapere se il mio pensiero sulla vicenda del Sig. Patrick Zaki, che coincide perfettamente con quello appena espresso da Paolo Mieli, trova d’accordo anche altri. Non sembra anche a te che vi sia stata una eccessiva enfatizzazione mediatica per questo studente egiziano che non spiccica una parola nella nostra lingua e che molto probabilmente è stato usato dal furbo Al Sisi a mo’ di foglia di fico per la vicenda Regeni, destinata credo a restare irrisolta?

  3. Non capisco e non so se chi si vuole integrare può mantenere i suoi standard anche in ambiti sociali del tutto diversi dal suo originario. L’esempio che mi prude e’ quello di un cannibale per motivi religiosi che risiede a Milano… non e’ che per cena esce e si prende un ragazzotto in carne per una costata propiziatoria? Mi sa che il dibattito sia aperto e non inizi e finisca qui. 🙂

  4. Di sicuro l’analisi di Mieli non fa una piega, sembra quasi peccare di ovvietà anche se non è così. Per quanto riguarda il giovanotto sarò impopolare: capisco l’essere refrattario alle passerelle, ma rifiutare il volo di Stato mi sembra un atteggiamento ingrato e presuntuoso. In fondo, anche se per interessi reconditi, in Italia si è fatto tanto per lui, quindi al suo posto io avrei volato con tutti gli onori, proprio per una questione di riconoscenza e rispetto, e dopo avrei messo in chiaro a quale parte appartengo.

  5. “Non capisco e non so se chi si vuole integrare può mantenere i suoi standard…”; il punto è che questi signori non si vogliono integrare e del resto non sono costretti a farlo, mentre noi, per non essere accusati d’essere retrogradi, dobbiamo accettare ogni loro “intemperanza”. Resto dell’idea che qualora trapiantati in un paese straniero, sarebbe cosa buona e giusta adeguarsi agli usi e costumi del posto

  6. Mah…forse declinando il volo di Stato ha fatto una scelta opportuna, magari suggeritagli da qualcuno. Ricordiamoci la vicenda di Silvia Romano, quella cooperante per la quale pare quasi certo (benché ovviamente smentito) che sia stato pagato un riscatto di 2.5 mil. e che tornò con volo di Stato, abbigliata da fondamentalista islamica e ricevuta all’aeroporto con tutti gli onori da Giuseppi e Gigino.

  7. Amen, e totalmente d’accordo con la tua replica e sul caso del giovanotto nullafacente di provenienza bolognese-egiziana. Ritorni da dove è venuto, di ”ricercatori di guai” siamo già pieni.

  8. La solita italietta bastian contraria: se avesse accettato il volo tutti a criticarlo perché scroccone, mangiapane a tradimento, fascista, ecc. Riguardo il solito e deprecabile pregiudizio ideologico di qualcuno, ho sentito dire le medesime cose orrende a proposito del povero Giulio Regeni, con la tristissima differenza che, oltre ad essere proferite da suoi connazionali, cosa ancora più grave, il giovane ci ha rimesso la vita. Riguardo il gossip sull’abbigliamento, beh, sorvolerei: non facciamo finta di dimenticare quanto accaduto con i 2 Marò Italiani in India, anche loro ostaggi politici a pagamento, che ovviamente, essendo militari, rientrarono in divisa. La Silvia cosa avrebbe dovuto indossare, un taieur oppure un abito da gala? Suvvia, l’integrazione è ben altro….

  9. Beh…a proposito della Romano e su cosa avrebbe potuto indossare, direi che oltre al tailleur e all’abito di gala, in alternativa allo jilbab (che è praticamente una divisa dell’Islam più intransigente) forse qualche altra possibilità ce l’aveva, a volerla considerare …

  10. La vicenda dei 2 maro’ non mi sembra assimilabile. È storia ben diversa da quella della Romano, come ben diversa è quella di Zaki rispetto a quella di Giulio Regeni.

  11. Quando sono in gioco vite umane non ci sono, o meglio non ci dovrebbero essere, preconcetti o ideologie che tengano. E lo dimostra il fatto che dietro tutte queste vicende che abbiamo citato ci sono meschini giochi di potere. Ecco perché hanno tutte un denominatore comune. Per il resto, l’abito non fa il monaco.

  12. Nel caso della Romano sono d’accordo sul fatto che l’abito non faccia il monaco; difatti avrei continuato a ritenerla una sprovveduta incosciente anche se fosse rientrata in Italia indossando qualcosa di meno palesemente inappropriato. Se non altro, considerato tutto ciò che aveva provocato la sua insipienza, non arrivare conciata in quel modo avrebbe dimostrato una parvenza di sensibilità per i suoi connazionali (ammesso che ci ritenesse tali), attributo che (anche questo) evidentemente non possiede. Perché il punto essenziale è che nei posti più pericolosi del mondo ci si va se si possiedono le qualità, le competenze e le abilità per costituire un valore aggiunto: che sia il saper scavare un pozzo o sapere cosa fare nel caso di un parto o dell’amputazione di un arto, o quant’altro. Non è concepibile avventurarsi in certi luoghi senza possedere validi requisiti, confidando che poi ci sia qualcuno che a prezzo di enorme dispendio di risorse ti tiri fuori dai guai. Se invece lo si fa per masochismo o per intimo gaudio, ebbene in tal caso bisogna accettare che nessuno ti venga a soccorrere o paghi un riscatto a spese dei contribuenti, soldi che peraltro poi finiscono per rifinanziare bande di tagliagole.

  13. Le medesime argomentazioni squallide e faziose sono state propinate per le vicende Giulio Regeni e Giuliana Sgrena: frutto dei soliti luoghi comuni….

  14. Questione di punti di vista. Mi pare incontrovertibile che trattasi di casi diversi tra loro e che quindi non possono essere oggetto di un sommario e semplicistico raggruppamento.
    E comunque, mi pare che dei voli di Stato si faccia un uso un po’ troppo disinvolto.
    Non sono tutti eroi.

  15. Appunto: allora bene ha fatto il ricercatore egiziano a rinunciarvi, visto che non era stato nemmeno lui a chiedere tale servizio pubblico. Per il resto, il comunismo e il fascismo non c’entrano nulla con le vite umane da salvare. Nessuno si ricorda più il caso di quel nostro connazionale, vigilante privato, cui fu attribuita una frase eroica prima di morire in terra straniera? Inizialmente una parte politica ne fece un martire poi, quando la situazione circa la sua permanenza e le sue condizioni d’ingaggio iniziarono a delinearsi, calò stranamente l’oblio…. Questione di punti di vista? Anche, ma soprattutto di cinismo!

  16. Ammetto di non ricordare il caso cui ti riferisci. Quanto a Zaki, deve esserti sfuggito un mio pensiero di stamattina nel quale ritenevo infatti opportuna la rinuncia al volo di Stato. Sarò forse affetto da cinismo ma francamente non riesco a comprendere cosa abbia fatto costui di tanto encomiabile per il nostro Paese da meritarsi volo di Stato, cittadinanza onoraria ed altre coccole. Ricordo invece che la salma dell’italianissimo Regeni, massacrato dagli sgherri egiziani, rientrò con un volo Egyptair. Non insisto sulla “causa” della Romano, che a quanto pare gode del tuo fervido patrocinio 🙂
    L’opinione di Paolo Mieli mi sembra sensata; è probabile che non si potrà mai acclarare se effettivamente vi sia stato un qualche baratto. Ciò che ritengo molto improbabile è che l’Italia smetta di fare affari con l’Egitto, nonostante Al Sisi e la sua cricca continuino a sbeffeggiarci in merito alla vicenda Regeni.

  17. Sul primo punto mi riferivo al defunto Fabrizio Quattrocchi e alla sua celeberrima frase, prima di essere giustiziato dai fondamentalisti: Vi faccio vedere come muore un italiano. Riguardo il ricercatore egiziano, le tue domande, del tutto legittime, andrebbero rivolte all’attuale governo, in carica. Riguardo la Silvia Romano, verso la quale nutri una certa antipatia, voglio sperare non per motivi sessisti e/o ideologici, è semplicemente una delle tante pedine dello scacchiere geopolitico, esattamente come il ricercatore Giulio Regeni e la giornalista Giuliana Sgrena. Appunto perché non faccio favoritismi per me le vite umane hanno tutte lo stesso valore, a prescindere da orientamenti politici. Questa è la mia fervida convinzione. Forse pecco di idealismo, ne sono consapevole. Infine su Paolo Mieli, beh, al posto suo rivedrei certe recenti opinioni trionfalistiche sulla leadership della Elly Schlein all’interno di ciò che rimane del PD.

  18. Parere personale senza tanti fronzoli ne’ alchimie : questi individui non sono pedine di alcunchè, sono delle nullità patentate che nascondono la propria nullafacenza dietro l’altisonante termine di ”ricercatore” o ”attivista” a seconda dei casi. Spalleggiati da altrettanti nullafacenti che con il patrocinio del termine democratico si arrogano il diritto alla verità unica.
    Otto ore al giorno sui tetti a riparare i danni del maltempo e nel giro di una settimana li vedi diventare mansueti come agnelli,invece che stronzi e parassiti!

  19. Beh, sono degli anonimi tipi qualunque fino a quando non finiscono, loro malgrado, in un gioco più grande. Per il resto, che colpa potranno mai avere costoro per le conseguenze del maltempo? Sbaglio o una volta si diceva: piove, governo ladro?

  20. Spalmieros direi che Il nesso è la scarsa voglia di lavorare che li accomuna e contraddistingue, uno per uno, tutti in fila e nessuno escluso, chi con gli occhialetti da pensatore fallito chi con la maglietta della pace e le manine morbide di chi non conosce la vita vera ma solo le chiacchiere senza significato. E si, i lavori (anche forzati se necessita) liberano l’uomo dalle paturnie (e dalle emorroidi pacifiste) Qui abbiamo danni incalcolabili , che valgono giusto il tempo di un breve servizio in Tv infilato tra Zaki e soci e stiamo spalando acqua e rimasugli di grandine sotto un sole spietato. Ovvero non raccontarmi la storia dell’orso che ho le vesciche alle mani …e vedo lontano Amen

  21. Senza dimenticare che queste tristi vicende coinvolgono anche altre persone, come turisti, missionari religiosi e laici, diplomatici, imprenditori….. Anche qua vogliamo buttarla in caciara politica?

  22. Beh, quella del lavoro che rende liberi è roba nostalgica e demodé, da propaganda del terrore…. Per il resto, purtroppo anche in Emilia Romagna stanno ancora travagliando per le conseguenze delle esondazioni. Forse ci vorrebbe un commissario ad hoc anche in Triveneto? Chissà….

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